Comunicazione del provvedimento di non farsi luogo all'accertamento del passivo ex art. 209 c.c.i.i.

Giuseppina Ivone

inquadramento

Gli artt. da 200 a 210 c.c.i.i. disciplinano la fase della verifica del passivo, ossia l'attività svolta dal curatore e dal giudice delegato di accertamento dei crediti vantati dai terzi verso l'impresa debitrice o del diritto alla rivendicazione o restituzione di beni.

L'art. 209 c.c.i.i. riproduce la disciplina contenuta nell'art. 102 l.fall. che prevedeva la possibilità di omettere l'accertamento del passivo per la previsione di insufficiente realizzo.

Nell'ipotesi in cui, per insussistenza di attivo, non potrà essere soddisfatto alcun creditore concorsuale, il legislatore, al fine di evitare la prosecuzione di una procedura senza alcuna prospettiva liquidatoria, ha previsto anche la possibilità che l'accertamento del passivo non abbia luogo.

Formula

TRIBUNALE DI ....

PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE N. .... / .... DI ....

Giudice Delegato: Dr. ....

Egregio Sig. (nome e cognome)

ovvero Spett. le Società

(denominazione sociale) ....

via .... n. ....

c.a.p. .... città ....

(tramite posta elettronica certificata all'indirizzo del destinatario)

Oggetto: Comunicazione ex art. 209 c.c.i.i. del decreto del tribunale di non farsi luogo all'esame dello stato passivo

Il sottoscritto ...., nella qualità di curatore della liquidazione giudiziale n. .... / ...., della Società ...., comunica, ai sensi e per gli effetti dell'art. 209 c.c.i.i. che il giudice delegato con decreto emesso in data .... – che si trasmette unitamente alla presente comunicazione – ha disposto di non farsi luogo al procedimento di verificazione dello stato passivo in ragione dell'impossibilità di acquisire attivo sufficiente da distribuire ai creditori concorsuali.

Avverso il decreto citato è possibile proporre, ai sensi dell'art. 124 c.c.i.i., reclamo dinanzi al Tribunale entro quindici giorni dal ricevimento della presente comunicazione.

Firma Curatore ....

commento

In seguito alla riforma attuata con il d.lgs. n. 5/2006 la verifica dei crediti non è più una fase obbligatoria del procedimento fallimentare.

Secondo quanto disposto dall'art. 102 l.fall. – il cui contenuto è riprodotto dall'art. 209 c.c.i.i. – infatti, il giudice delegato (come prevede la norma a seguito delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 136/2024), su istanza del curatore, sentito il fallito e previo parere del comitato dei creditori (che dovrà essere allegato alla istanza medesima), può disporre – in mancanza di attivo, anche da acquisirsi, per soddisfare i creditori concorsuali – di non farsi luogo al procedimento di verifica dei crediti.

Scopo della norma è quello di evitare lo svolgimento di attività inutili nel caso di procedure di liquidazione giudiziale incapienti e prive di prospettive di recupero di attivo, onde avviare celermente le operazioni di chiusura.

Presupposto di esclusione della procedura di verifica dei crediti dall'usuale iter liquidatorio, è, da un lato, la mancata acquisizione di attivo sufficiente alla soddisfazione, anche solo parziale, dei creditori concorsuali e, dall'altro, l'assenza di prospettive di realizzo di attivo.

Il decreto con cui il giudice delegato dispone non farsi luogo all'accertamento del passivo deve essere comunicato dal curatore a tutti i creditori che hanno presentato domanda di ammissione, i quali possono proporre reclamo dinanzi al Tribunale entro quindici giorni dal ricevimento della comunicazione secondo le disposizioni espresse dall'art. 124 c.c.i.i.

Unitamente alla comunicazione deve essere trasmessa copia del decreto del giudice delegato.

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