Ricorso in opposizione allo stato passivo ai sensi degli artt. 206, comma 2 e 207 c.c.i.i.inquadramentoGli artt. da 200 a 210 c.c.i.i. disciplinano la fase della verifica del passivo, ossia l'attività svolta dal curatore e dal giudice delegato di accertamento dei crediti vantati dai terzi verso l'impresa debitrice o del diritto alla rivendicazione o restituzione di beni. L'art. 206 disciplina le impugnazioni dello stato passivo distinguendo le opposizioni, le impugnazioni dei crediti ammessi e le revocazioni alla stessa stregua dell'art. 98 l.fall. Rispetto al testo previgente, l'art. 206 in ossequio al criterio di concentrazione contenuto nella legge delega n. 155/2017 prevede al comma 4 che, nei casi di opposizione allo stato passivo e di impugnazione dei crediti ammessi, la parte contro cui l'impugnazione è proposta possa avanzare impugnazione incidentale nei limiti delle conclusioni rassegnate nel procedimento di accertamento e ciò anche se è decorso il termine fissato dall'art. 207 per la proposizione dell'impugnazione in via principale. Gli istituti dell'opposizione, dell'impugnazione e della revocazione condividono la natura di mezzo di censura del decreto che ha reso esecutivo lo stato passivo, nonché la collocazione sistematica nell'art. 206 c.c.i.i. (già art. 98 l.fall.) ed infine la disciplina processuale, per tutti e tre compresa nell'unico iter previsto dall'art. 207 c.c.i.i. il cui contenuto è analogo al previgente art. 99 l.fall. Differiscono tra loro invece, per il contenuto della censura proposta oltre che per la tipologia delle parti tra le quali dovrà essere instaurato il contraddittorio. L'opposizione, cioè il mezzo di censura che ora interessa, è presentata dal soggetto che lamenti la reiezione, od anche l'accoglimento soltanto parziale, della sua istanza di ammissione al passivo. Legittimato passivo dell'azione è il curatore fallimentare il quale, ai sensi dell'art. 206, comma 4 c.c.i.i. (diversamente da quanto previsto dall'art. 98 l.fall.) può svolgere impugnazione incidentale, nei limiti delle conclusioni rassegnate in sede di accertamento del passivo. Quanto al procedimento di impugnazione, l'art. 207 c.c.i.i. detta una disciplina analoga all'art. 99 l. fall. È dunque previsto che le impugnazioni si propongono con ricorso entro il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione di cui all'art. 205 ovvero, nel caso dell'istanza di revocazione, dalla scoperta della falsità, del dolo, dell'errore o del documento. È disciplinato il contenuto del ricorso e quello della memoria di costituzione del resistente ed è conservata la possibilità di intervento di qualunque interessato non oltre il termine stabilito per la costituzione delle parti resistenti con le modalità per queste previste. In attuazione del criterio di delega diretto all'accelerazione del procedimento, l'articolo in esame prevede che, se nessuna delle parti costituite compare alla prima udienza, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo. Inoltre, è previsto che il curatore, anche quando decide di non costituirsi in giudizio, ad esempio perché la procedura è priva di attivo e quindi è, in qualche misura, disinteressato all'esito dell'opposizione o in quanto la controversia verte unicamente su questioni di diritto, sicché può essere utile non affrontare i costi della difesa tecnica e rimettersi alla decisione del tribunale, debba comunque partecipare personalmente all'udienza per essere interrogato liberamente e fornire così al tribunale ed alla controparte informazioni sullo stato e sulle prospettive della procedura. Come evidenziato nella Relazione «La disposizione risponde a finalità deflattive, giacché è possibile che il creditore opponente, informato in modo circostanziato e tempestivo del fatto che l'attivo della procedura non consentirà il soddisfacimento del suo credito, decida di non coltivare oltre l'impugnazione o che, in ogni caso, il contatto tra le parti agevoli l'individuazione del reale thema decidendum». La fase decisoria e la previsione della possibilità di ricorrere in cassazione contro il decreto del tribunale sono disciplinate come per il passato. Infine, è innovativamente disciplinata la correzione di errori materiali, anche senza necessità di instaurazione del contraddittorio se tutte le parti concordano nel chiedere la stessa correzione. In attuazione del principio generale di delega di cui all'art. 2, comma 1, lett. m), della l. n. 155/2017 (superamento dei contrasti interpretativi) è stabilito che i procedimenti di impugnazione sono soggetti alla sospensione feriale dei termini di cui all'art. 1 della l. n. 742/1969. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RICORSO PER OPPOSIZIONE EXARTT. 206, COMMI 1-2 E 207 C.C.I.I. NELL'INTERESSE DI .... [oggetto di opposizione: rigetto di credito pignoratizio] ...., con sede legale in .... in persona del rappresentato e difeso dall'Avv. ...., PEC ...., con studio in ...., presso il cui indirizzo – anche PEC – elegge domicilio, giusta procura in calce al presente atto * * * 1. PREMESSA IN FATTO La Società .... ha presentato istanza di ammissione allo stato passivo della liquidazione giudiziale in epigrafe (contraddistinta con il Cron. N. ....) dichiarando e fornendo prova di credito vantato verso la Debitrice. Il giudice delegato, accogliendo la proposta del curatore, ha emesso provvedimento di rigetto del credito sulla base della seguente motivazione “ .... ” [riportare motivazione del GD] La questione giuridica sottostante al citato decreto ha ad oggetto la revocabilità della garanzia costituita dal debitore in favore della Banca .... a garanzia del finanziamento rilasciato alla controllante. Appare opportuno descrivere di seguito i fatti che hanno dato origine al credito [DESCRIVERE IL CASO CONCRETO] 2. I MOTIVI DI CENSURA DEL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE DELEGATO [2] [Indicare i profili di illegittimità del provvedimento impugnato circa la inopponibilità della garanzia alla procedura] * * * Stante tutto quanto precede, la ...., come sopra rappresentata, difesa ed elettivamente domiciliata, CHIEDE all'Ill.mo Tribunale, in accoglimento della presente opposizione [3] , previo accertamento della validità ed opponibilità della garanzia pignoratizia costituita dalla Debitrice con atto del ...., ammettere al passivo della Liquidazione giudiziale il credito della istante con prelazione pignoratizia da soddisfarsi sulla vendita delle quote .... rilasciate a garanzia del finanziamento della controllante concesso con Atto del ...., per atto notaio .... per la somma di seguito determinata alla data di apertura della liquidazione giudiziale: .... quota capitale .... interessi corrispettivi .... interessi moratori oltre interessi nello stesso grado del capitale a norma degli artt. 2788 c.c. al tasso convenzionale fino al compimento dell'anno in corso alla sentenza di apertura della liquidazione, oltre interessi maturandi al tasso legale compimento dell'anno in corso alla sentenza di apertura della liquidazione fino alla vendita delle quote oggetto di pegno e in concorso con i creditori chirografari per la parte non coperta dal ricavato della vendita delle citate quote. Si producono, in copia, con il presente atto: 1) istanza di ammissione al passivo trasmessa alla PEC della curatela del fallimento ....; 2) progetto di stato passivo predisposto dal curatore; 3) stato passivo e relativo provvedimento di esecutorietà, comunicati dal curatore; 4) documentazione prodotta in sede di ammissione al passivo PROCURA ALLE LITI (SE NON APPOSTA A MARGINE) [1]Occorre considerare che il presidente, nei cinque giorni successivi al deposito del ricorso, designa il relatore, al quale può delegare la trattazione del procedimento, e fissa con decreto l'udienza di comparizione entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. Il presidente o il giudice delegato alla trattazione fissano con decreto l'udienza di comparizione entro sessanta giorni dal deposito del ricorso (art. 207, comma 3 c.c.i.i., come da ultimo modificato dal d.lgs. n. 136/2024). [2]Invero, a norma dell'art. 207, comma 2, lett. c), il ricorso deve contenere «l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto motivi su cui si basa l'impugnazione e le relative conclusioni». [3]Il d.lgs. n. 136/2024 ha inserito nell'art. 207 c.c.i.i. il nuovo comma 16-bis, che ha puntualizzato, come peraltro doveva già essere fatto, che «all'esito dell'impugnazione il curatore provvede alla conseguente modifica dello stato passivo nei trenta giorni successivi alla comunicazione del provvedimento». commentoLa formula predisposta riguarda una fattispecie giuridica nuova, ossia il provvedimento di esclusione dallo stato passivo di un credito di garanzia nei confronti di una Società sottoposta a procedura quale terzo datore di pegno su quote detenute in un fondo immobiliare chiuso nell'ambito di un piano attestato di risanamento nella disciplina antecedente al c.c.i.i. In particolare, si discute delle condizioni in presenza delle quali sia possibile dichiarare l'inefficacia di un atto attuativo di un piano di risanamento attestato ai sensi dell'art. 56 c.c.i.i. (già art. 67, comma 3 lett. d) l.fall.). Lo spazio concettuale in cui la questione si esplica è quello del piano attestato di risanamento disciplinato dall'art. 67, comma 3 lett. d) l.fall., norma introdotta nella riforma fallimentare attuata tra il 2005 e il 2007; poi oggetto di successivo intervento legislativo del 2012 (d.l. n. 83/2012, conv. con modif. in l. n. 134/2012); ed oggi interessata dalla riforma attuata con d.lgs. n. 14/2019, recante il “Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza”, in attuazione della l. n. 155/2017. Sulla questione si segnalano una recente ordinanza della Suprema Corte che ha riconosciuto un potere di indagine in capo al giudice, precisando che il giudice investito dell'azione revocatoria dell'atto attuativo del piano di risanamento deve effettuare, oltre ad una verifica mirata al rispetto dei requisiti legali del piano e dell'attestazione una valutazione, necessariamente ex ante, circa l'idoneità del piano, del quale l'atto impugnato costituisce strumento attuativo, a consentire il risanamento dell'esposizione debitoria dell'impresa (Cass. n. 3018/2010). Appare opportuno segnalare che sempre secondo la giurisprudenza della Suprema Corte è possibile proporre opposizione anche nella ipotesi in cui l'istante in sede di verifica non abbia svolte osservazioni al progetto di stato passivo predisposto dal curatore. |