Rinegoziazione dell'accordo

Farolfi Alessandro

inquadramento

Con l'art. 58 c.c.i.i., il legislatore si è preoccupato di disciplinare positivamente un fenomeno molto sentito nella pratica e precedentemente non affrontato da alcuna diretta disposizione: quello relativo alla sorte del piano e dell'accordo di ristrutturazione in caso di modifiche sopravvenute. Va detto preliminarmente che le modifiche devono essere “sostanziali”, cioè riguardare elementi rilevanti del piano e non aspetti puramente marginali dello stesso. Ciò posto, l'art. 58 disciplina due casi: quello in cui le modifiche intervengono prima ancora della omologazione dell'accordo (cui è dedicata la presente formula) e quello in cui le modifiche si concretizzano dopo la omologazione del Tribunale. Nel primo caso, proprio perché l'accordo si è già modificato nelle sue assunzioni iniziali prima di giungere alla sua omologazione, si richiede sia il rinnovo delle manifestazioni di consenso da parte dei creditori aderenti (al fine di verificare il perdurante gradimento di tanti creditori che rappresentino almeno il 60% dell'indebitamento complessivo), che la rinnovazione dell'attestazione.

La disposizione in esame non è stata toccata dal primo Correttivo, né dal d.lgs. n. 83/2022, mentre il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024) vi apporta qualche modifica puramente formale. Piuttosto occorre considerare che questo nuovo intervento del legislatore ha introdotto, proprio sulla falsariga di quanto già previsto dall'art. 58, un nuovo art. 118-bis, relativo alle possibili modifiche del piano concordatario post omologazione.

Da notare che per Trib. Brindisi 12 febbraio 2024, la possibilità di modificare il piano post omologazione sussisterebbe anche nel caso di concordato endofallimentare.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

SEZ. ....

RELAZIONE DI ATTESTAZIONE SUL PIANO MODIFICATO

Il sottoscritto .... nato a ...., il ...., con studio in ...., via ...., n. ...., C.F. ...., iscritto al n. .... dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili di ...., Revisore contabile iscritto al Registro dei Revisori Contabili al n. .... e consulente tecnico del tribunale di ....

PREMESSO

– che in data .... è stato incaricato dal legale rappresentate della Società ...., con sede in ...., via ...., n. .... - C.F. e P.I. ...., numero di iscrizione del Registro delle Imprese di .... n. ...., di redigere la relazione in epigrafe indicata, dopo aver effettuato i dovuti sopralluoghi e verifiche e .... [1] ,

– che in data .... ha accettato l'incarico conferito chiedendo tutta la documentazione necessaria per l'espletamento di detto incarico;

– che in data .... ha ricevuto detta documentazione ed ha assunto talune informazioni a mezzo .... [2] ;

– che dichiara di trovarsi in una posizione di autonomia ed indipendenza rispetto a detta Società, ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. o) c.c.i.i.;

– che in data .... ha reso la relazione – che si allega – di attestazione della veridicità dei dati aziendali e di fattibilità del piano posto alla base dell'accordo di ristrutturazione dei debiti concluso dalla Società debitrice con i suoi creditori in data .....

ESPONE

Attenendosi ai principi di comportamento dei Revisori contabili emanati dai Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri, il sottoscritto ha assunto, quale base della propria verifica, una situazione patrimoniale contabile aggiornata della Società ...., redatta alla data del .... [3] , situazione che va così sintetizzata:

Attività                Passività

Cassa ....       Debiti ....

Immobilizzazioni ....       Fondi ....

....       ....

....       ....

Tot. ....       Tot. ....

Rispetto alla situazione così verificata sono emersi i seguenti elementi di novità:

..... [4]

La Società ha deciso di far fronte a tali sopravvenienze modificando il piano come segue:

.... [5] .

Da tale situazione patrimoniale assestata e modificata risulta che:

– L'ammontare dei creditori privilegiati è pari a Euro ....

– L'ammontare dei creditori chirografari è pari a Euro ....

– Il legale rappresentante ha considerato spese di procedura in .... per professionisti ed imprevisti in Euro .... e così per complessivi Euro .... che, allo stato, appaiono più che sufficienti.

Alla luce dei dati sopra esposti, si evince che il piano proposto così come modificato risulta fattibile nei seguenti termini:

a) importo dei realizzi stimati in Euro ....

b) spese di procedura previste in Euro ....

c) somme da ripartire ai creditori privilegiati Euro .... a fronte di un totale creditori privilegiati di Euro ....

d) somme da ripartire ai creditori chirografari (percentuale di soddisfacimento del ....%) Euro .....

Per un Totale creditori complessivi di Euro .....

Il sottoscritto professionista rende nota l'esistenza di una proposta irrevocabile, subordinata alla definitività del decreto di omologa del presente concordato preventivo (oppure dell'accordo di ristrutturazione rinegoziato ed allegato), che garantisce lo smobilizzo dei valori aziendali a garanzia dell'intero ceto creditorio, ponendo a disposizione della procedura Euro .... che viene destinato al pagamento dei creditori, a condizione della definitività del decreto di omologa della presente procedura [6] .

A conferma di quanto sopra riportato, il sottoscritto professionista attesta la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano così come modificato.

Alla luce di quanto sopra esposto, ritiene che il piano e l'accordo rinegoziato avranno esito positivo al fine di realizzare la prospettiva di soddisfare i creditori privilegiati al 100% nonché di raggiungere una congrua percentuale nella misura del ....% ai creditori chirografari, oltre l'integrale pagamento delle spese di giustizia.

Il piano proposto è nella forma con cessione dei beni, in quanto la Società offre in cessione ai creditori societari tutti i beni esistenti nel patrimonio della stessa, assicura il pagamento integrale dei costi di giustizia ed il 100% dei creditori privilegiati, oltre ad una percentuale di creditori chirografari nella misura del ....%, superiore alla soglia del 20% da ultimo fissata dall'art. 84 c.c.i.i.[7] .

Il sottoscritto, visto l'accordo rinegoziato che la Società .... ha redatto, esaminato il piano modificato sul quale ha basato la propria proposta e dopo un'attenta analisi documentale, dopo aver effettuato i dovuti controlli sulla scorta sia dei documenti che delle scritture contabili, esprime il proprio giudizio sui dati emergenti dalla contabilità, considerandoli corrispondenti con quelli esposti nel piano modificato e verificato.

Tenuto conto delle stime effettuate nella quantificazione dei valori delle attività, attesta la veridicità dei dati esposti nel riscorso, considerando che quanto indicato dalla Società rispecchia l'effettiva situazione patrimoniale, economica e finanziaria nella quale la stessa attualmente si trova.

Il Piano risulta dunque concretamente attuabile e realizzabile ed in ogni caso, sicuramente appare come l'alternativa migliore rispetto a quelle concretamente praticabili, con particolare riguardo all'ipotesi della liquidazione giudiziale, la quale provocherebbe .... [8] . L'accordo rinegoziato inoltre assicura l'integrale pagamento dei creditori estranei nel rispetto dei termini di cui all'art. 57, comma 3 c.c.i.i.

In fede.

Firma ....

[1]Inserire eventuali accertamenti conoscitivi, ad es. colloquio con gli organi gestori e di controllo della Società, consegna di documenti da parte del direttore del servizio finanza e controllo, ecc. .....

[2]Precisare gli eventuali ausiliari impiegati. Pur se la qualità di professionista indipendente e terzo rispetto all'imprenditore in crisi è richiesta per il solo attestatore, appare opportuno che tale caratteristica connoti anche gli eventuali ausiliari impiegati dall'attestatore (ad es. un perito per le valutazioni immobiliari, ecc.) per il rischio che, altrimenti, anche l'imparzialità del primo ne venga offuscata.

[3]La tempistica deve essere allineata alla data di riferimento considerata dal piano.

[4]Le novità sopravvenute che impongono modifiche sostanziali del piano possono essere di carattere esogeno (ad es. intervento di norme o regolamenti che incidono sulla commercializzazione dei prodotti o servizi erogati o sui costi, fenomeni improvvisi di mercato, ecc.; oppure di carattere endogeno, come ad es. l'improvviso licenziamento di dipendenti strategici, la scoperta di una sopravvenienza passiva, l'arrivo di una cartella fiscale, ecc.). Le stesse vanno puntualmente elencate e verificate dal professionista indipendente.

[5]Indicare le manovre correttive adottate.

[6]Clausola esemplificativa da adattare al singolo caso concreto.

[7]Clausola esemplificativa da ragguagliare alle specificità di ciascuna proposta concordataria. Nel caso dell'accordo, evidentemente, la percentuale di soddisfacimento è normalmente ben superiore alla soglia del 20% e la distinzione fra piano in continuità o liquidatorio non rileva sul profilo dell'apporto di risorse esterne quanto, piuttosto, sulla possibilità o meno di adottare accordi ad efficacia estesa.

[8]Indicare eventuali elementi divergenti che portano a preferire la proposta rispetto alla liquidazione (es. vendita atomistica del magazzino, dispersione dell'avviamento, ecc.).

Da notare che nel caso previsto dal comma 1 dell'art. 58, il debitore – oltre a far predisporre una nuova attestazione – deve chiedere il rinnovo dell'espressione dei consensi in capo ai creditori (in sostanza deve sottoporsi al giudizio di omologazione con un accordo rinnovato). Nel caso previsto dal secondo comma della stessa norma, invece (così come nel nuovo caso dell'art. 118-bis c.c.i.i.) è sufficiente la nuova attestazione accompagnata dalla pubblicazione della stessa e del piano modificato sul registro delle imprese e seguita dalla comunicazione a ciascun creditore individualmente, mediante raccomandata o PEC. Dalla ricezione decorrono 30 giorni per una eventuale opposizione, decorsi inutilmente i quali non si svolge un nuovo giudizio di omologazione, che deve ritenersi implicito nel gradimento mostrato dai creditori che non hanno promosso alcuna opposizione.

commento

Essenziale, in caso di modifiche dell'accordo o del piano concordatario, è il deposito di una nuova relazione di attestazione.

L'attestazione del professionista, seppure indispensabile, non ha però un effetto vincolante sul giudice, né questi – come la giurisprudenza prevalente ha rilevato – può limitarsi ad un esame estrinseco della relazione, limitata cioè alla persuasività delle argomentazioni. Si è infatti ritenuto che benché, nel concordato preventivo, al professionista attestatore sia demandato il compito di certificare la veridicità dei dati forniti dall'imprenditore e di esprimere una valutazione in ordine alla fattibilità del piano dallo stesso proposto, occorre precisare che il controllo del giudice su questi aspetti non è di secondo grado, destinato cioè a realizzarsi soltanto sulla completezza e congruità logica della motivazione offerta dal professionista anche sotto il profilo del collegamento effettivo tra i dati riscontrati ed il giudizio espresso; il giudice può, infatti, discostarsi dal giudizio espresso dal professionista, così come potrebbe fare a fronte di non condivise valutazioni di un suo ausiliario (Cass. S.U., n. 1521/2013).

Da notare che nel maggio del 2024 il CNDCEC ha pubblicato una nuova versione dei Principi di attestazione, specificamente adattati alle novità del Codice della crisi. In estrema sintesi, le novità principali riguardano l'attività dell'attestatore negli strumenti di regolazione della crisi di gruppo, alla quale è dedicato il paragrafo 10 dei Principi; sono inoltre presenti utili indicazioni per la valutazione della convenienza della proposta e miglior soddisfacimento dei creditori al paragrafo 7; sono stati prodotti quattro allegati tecnici, di cui l'allegato 3 è dedicato alle indicazioni per la stesura delle attestazioni previste dagli artt. 63 e 88 c.c.i.i., in tema di transazione contributiva e previdenziale.

I principi di attestazione non hanno una valenza normativa e, tuttavia, sono riconosciuti come una raccolta di indicazioni e prassi del settore tali da rappresentare un valido orientamento idoneo a valutare la qualità delle attestazioni del professionista indipendente. Per Trib. Bologna 14 maggio 2024, l'attestazione ex art. 87, comma 3 c.c.i.i. deve ritenersi costituisca un elemento obbligatorio del concordato preventivo volta a corroborarne in particolare la fattibilità e ciò anche nell'ipotesi in cui dopo il decreto di apertura della procedura intervenga una sostanziale modifica della proposta e/o del piano come originariamente previsti (art. 105, comma 4 c.c.i.i., già art. 172, comma 2 l.fall.), modifica che dovrà, pena in mancanza la revoca dell'ammissione, essere accompagnata obbligatoriamente dal rinnovo del giudizio del professionista attestatore tesa evidentemente a confermare la ricorrenza di detto presupposto. Del resto, l'oggetto del controllo riservato al tribunale in sede di apertura e in qualunque momento del procedimento (art. 106, comma 2 c.c.i.i.) è principalmente appunto la relazione dell'attestatore, a maggior ragione nell'ipotesi di continuità aziendale in cui il professionista, oltre alla veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano, deve verificare ed attestare che il piano è atto ad impedire o superare l'insolvenza del debitore, a garantire la sostenibilità economica dell'impresa e a riconoscere a ciascun creditore un trattamento non deteriore rispetto a quello che riceverebbe in caso di liquidazione giudiziale.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario