Istanza di nomina dell’esperto da parte di impresa commerciale c.d. sotto-soglia

Rosaria Giordano

inquadramento

La composizione negoziata della crisi, procedimento gestito dalle Camere di Commercio introdotto dagli artt. 6 e 7 del d.l. n. 118/2021, e confluito, a seguito delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 83/2022, nel c.d. Codice della crisi di impresa, inizia con un'istanza dell'impresa, veicolata sull'apposita piattaforma telematica nazionale (gestita dal sistema delle camere di commercio, per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del Ministero della giustizia e del Ministero dello sviluppo economico) secondo il modello prefigurato dall'art. 13 dello stesso codice (e dunque dal decreto del Ministero della Giustizia 28 settembre 2021), di nomina dell'esperto indipendente, tra quelli iscritti nell'albo di cui al medesimo art. 13, esperto che sarà incaricato di facilitare le trattative ai fini di una risoluzione della crisi dell'impresa stessa. Nell'esemplificazione proposta l'istanza è formulata, secondo quanto previsto dall'art. 25-quater c.c.i.i., dall'imprenditore commerciale c.d. sottosoglia.

Formula

SEGRETARIO GENERALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO DI .... [1]

...., in persona del legale rappresentante p.t., con sede in ...., via ...., P.I. ...., iscrizione REA n. .... [2];

PREMESSO CHE

– il proprio fatturato dell'ultimo esercizio è stato pari all'importo di Euro ....;

– ha n. .... lavoratori dipendenti;

– il codice ATECO dell'attività principale è: ....;

– si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi (o l'insolvenza);

– ha peraltro eseguito il test on line dal quale sono emerse ragionevoli probabilità di risanamento [3];

– necessita di nuove risorse finanziarie urgenti per evitare un danno grave ed irreparabile all'attività aziendale

CHIEDE

ai sensi degli artt. 17 e 25-quater c.c.i.i. la nomina di un esperto indipendente ai fini della composizione negoziata della crisi di impresa [4].

Luogo e data ....

Sottoscrizione ....

Si inseriscono sulla piattaforma [5]:

– i bilanci approvati [6] degli ultimi tre esercizi [7];

– relazione sulla situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata alla data del .... [8];

– progetto di piano di risanamento [9];

– relazione sull'attività in concreto esercitata recante piano finanziario per i prossimi sei mesi e le iniziative da intraprendere;

– elenco dettagliato dei creditori [10];

– dichiarazione resa ai sensi dell'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 sulla pendenza di ricorsi per l'apertura della liquidazione giudiziale o per l'accertamento dello stato di insolvenza;

– dichiarazione attestante di non avere depositato domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi o dell'insolvenza, anche nelle ipotesi di cui agli articoli 44, comma 1, lettera a), e 74 o con ricorso depositato ai sensi dell'articolo 54, comma 3;

– attestazione di non avere depositato ricorsi ai sensi dell'articolo 40 c.c.i.i.[11];

– certificato unico dei debiti tributari di cui all'art. 364, comma 1 c.c.i.i.;

– la situazione debitoria complessiva richiesta all'Agenzia delle Entrate;

– certificato dei debiti contributivi e per premi assicurativi di cui all'art. 363, comma 1 c.c.i.i.[12].

[1]L'istanza deve essere presentata dall'imprenditore sulla piattaforma telematica nazionale (gestita dal sistema delle camere di commercio, per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del Ministero della giustizia e del Ministero dello sviluppo economico), secondo il modello che previsto dal regolamento attuativo del Ministero della Giustizia (ossia, allo stato, il decreto 28 settembre 2021), alla Camera di commercio, industria e artigianato nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa (art. 12, comma 1 c.c.i.i.).

[2]Trattandosi di un atto non giurisdizionale, l'istanza non deve essere presentata a mezzo di un avvocato.

[3]Disponibile per l'imprenditore sulla stessa piattaforma unica nazionale.

[4]Come precisa l'art. 12, comma 2 c.c.i.i. compito dell'esperto è agevolare le trattative tra l'imprenditore, i creditori ed eventuali altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione per il superamento delle condizioni di cui al comma 1, anche mediante il trasferimento dell'azienda o di rami di essa.

[5]Secondo quanto previsto dall'art. 17, comma 3 c.c.i.i.

[6]Ovvero, in caso di mancata approvazione dei bilanci, i progetti di bilancio o una situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata a non oltre sessanta giorni prima della presentazione dell'istanza.

[7]Solo nell'ipotesi in cui non siano stati già depositati presso l'ufficio del registro delle imprese. Gli imprenditori che non sono tenuti al deposito dei bilanci, avranno invece l'onere di depositare le dichiarazioni dei redditi e dell'IVA degli ultimi tre periodi di imposta.

[8]Deve essere rappresentata la situazione aggiornata a non oltre sessanta giorni prima della presentazione dell'istanza.

[9]Il progetto in questione va redatto secondo le indicazioni della lista di controllo di cui all'articolo 13, comma 2 dello stesso c.c.i.i., ossia quella particolareggiata avente il proprio modello in quella resa disponibile sulla piattaforma unica, adeguata alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, che contiene indicazioni operative per la redazione del piano di risanamento.

[10]Con l'indicazione dei rispettivi crediti scaduti e a scadere e dell'esistenza di diritti reali e personali di garanzia.

[11]La data non deve essere anteriore a tre mesi prima il deposito dell'istanza.

[12]Il nuovo comma 3-bis dell'art. 17 c.c.i.i., introdotto dal c.d. correttivo 2024, ha opportunamente stabilito (onde evitare che i non improbabili danni degli enti preposti ridondino in danno del ricorrente) che, nelle more del rilascio delle certificazioni previste dal comma 3, lettere e), f) e g), l'imprenditore può inserire nella piattaforma una dichiarazione resa ai sensi dell'art. 46 del testo unico di cui al d.P.R. n. 445/2000, con la quale attesta di avere richiesto, almeno dieci giorni prima della presentazione dell'istanza di nomina dell'esperto, le certificazioni medesime.

commento

La composizione negoziata della crisi è un percorso essenzialmente stragiudiziale, gestito sul piano amministrativo dalle Camere di commercio, industria e artigianato, cui può accedere l'imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi (o l'insolvenza) ove sussistano, nondimeno, ragionevoli probabilità di risanamento.

Con l'istanza di cui alla formula in esame – veicolata sull'apposita piattaforma nazionale in base al modello previsto, ad oggi, dal decreto del Ministero della Giustizia del 28 settembre 2021 – l'imprenditore chiede alla C.C.I.A. la nomina di un esperto indipendente (v. art. 16 c.c.i.i.) iscritto nei relativi albi, esperto che – nel proprio ruolo di soggetto indipendente e imparziale – possa agevolare lo svolgimento trattative con i creditori e altri soggetti che vantano posizioni di legittimo interesse (ad esempio, i lavoratori) ai fini del risanamento (ossia del ripristino dell'equilibrio patrimoniale o economico-finanziario) dell'impresa, realizzato – nelle ipotesi in cui non sia possibile altrimenti – mediante cessione dell'azienda o rami di essa.

L'istanza deve essere corredata dall'inserimento sulla medesima piattaforma da ampia documentazione (contemplata all'art. 12, comma 2 c.c.i.i.) che possa servire, specie all'esperto nominato, di esaminare compiutamente la situazione dell'impresa, anche in vista di una possibile soluzione della crisi, già prima dell'accettazione della nomina.

Occorre considerare, poi, che l'art. 25-quater c.c.i.i. consente la proposizione dell'istanza anche all'impresa commerciale “minore” (ossia, alla stregua della lett. d) del comma 1 del dell'art. 2 del medesimo codice individuate in quelle aventi: 1) «un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore»; 2) «ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore»; 3) «un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila; i predetti valori possono essere aggiornati ogni tre anni con decreto del Ministro della giustizia adottato a norma dell'articolo 348»).

A tal fine, l'impresa c.d. sottosoglia deve trovarsi in una situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne renda probabile la crisi o l'insolvenza.

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