Reclamo contro l'ordinanza di conferma delle misure protettive

Rosaria Giordano

inquadramento

L'applicazione degli artt. 669-bis e ss. c.p.c. comporta che le ordinanze con le quali il giudice decide sull'istanza di conferma delle misure protettive siano suscettibili di reclamo cautelare ex art. 669-terdecies c.p.c.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

SEZ. .... [2]

RECLAMO EX ART. 669-TERDECIES C.P.C.

Per la Società ...., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ...., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ...., che la rappresenta e difende come da procura in calce alla memoria di costituzione nella prima fase del procedimento;

- ricorrente -

CONTRO

Società ...., in persona del legale rappresentante p.t., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ...., che la rappresenta e difende per delega a margine del ricorso cautelare;

- resistente

NONCHÉ NEI CONFRONTI DI

.... [3]

PREMESSO CHE

l'istante è creditrice della Società .... dell'ingente somma di Euro ...., come attestato dal decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo per detto importo emanato dal Tribunale di ...., in forza del quale si apprestava ad intraprendere una procedura esecutiva nei confronti della debitrice;

il giudice designato, con ordinanza in data .... [4], ha confermato le misure protettive ex art. 18 c.c.i.i. richieste dalla Società .... a fronte della presentazione dell'istanza di composizione negoziata della crisi di impresa;

rilevato che il predetto provvedimento è stato concesso a fronte dell'erroneo assunto della possibilità di pervenire ad un risanamento della società debitrice;

considerato, invero, che, come già rappresentato con note depositate all'udienza dal ...., dalla stessa documentazione prodotta dalla Società resistente è evidente che ....;

ritenuto, dunque, che le misure siano state confermate in difetto dei presupposti di fumus boni juris richiesti a tal fine dall'art. 19 c.c.i.i.;

CHIEDE

in accoglimento del ricorso, previa fissazione dell'udienza nel contraddittorio tra le parti [5], la revoca delle predette misure protettive.

CON VITTORIA DI SPESE

Si depositano:

....

....

....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. il reclamo contro i provvedimenti cautelari del giudice monocratico del Tribunale deve essere proposto al collegio del quale non può fare parte il giudice che ha emesso gli stessi.

[2]Il reclamo contro il provvedimento che decide sull'istanza cautelare, giusta l'art. 669-terdecies c.p.c., si propone con ricorso, nel termine perentorio di quindici giorni dalla pronuncia in udienza ovvero dalla comunicazione o dalla notificazione se anteriore.

[3]Il reclamo deve essere proposto anche nei confronti delle eventuali altre parti che abbiano partecipato alla prima fase del procedimento.

[4]Le relative indicazioni sono opportune a fronte delle eccezioni, ricorrenti nella prassi, della parte resistente sul rispetto del termine per la proposizione del reclamo.

[5]Il collegio, convocate le parti, pronuncia non oltre i venti giorni (termine peraltro ordinatorio) dal deposito del ricorso, ordinanza non impugnabile con la quale conferma, modifica o revoca il provvedimento reclamato.

commento

L'applicazione degli artt. 669-bis e ss. c.p.c. nel procedimento di conferma delle misure protettive comporta, considerato che a differenza di altre norme non è espressamente esclusa (e del resto alla medesima stregua di quanto previsto per le misure concesse ex art. 55 c.c.i.i.), la reclamabilità dell'ordinanza con la quale, a seguito dell'udienza nel contraddittorio tra le parti, il giudice designato decide sull'istanza di conferma delle misure protettive, nelle forme previste dall'art. 669-terdecies c.p.c. per il reclamo cautelare.

Il ricorso, dunque, dovrà essere corredato degli elementi di cui all'art. 125 c.p.c. e proposto al collegio, del quale non potrà fare parte il giudice che ha emanato la misura oggetto di gravame.

Il reclamo cautelare è un gravame integralmente devolutivo sebbene la possibilità di veicolare fatti nuovi con l'istanza di revoca o modifica dei provvedimenti faccia ritenere che essi non possano essere fatti valere anche con il ricorso ex art. 669-terdecies c.p.c. che mira, piuttosto, ad un sindacato del collegio sull'erroneità, in fatto e/o in diritto, della ricostruzione operata dall'ordinanza censurata.

Il procedimento si articola nelle forme di quello in camera di consiglio, stante l'espresso richiamo all'art. 738 c.p.c. sicché deve ritenersi che il collegio disponga di ampi poteri istruttori ai fini della decisione, che si estrinsecano tanto nella possibilità di acquisire prove tipiche in forma atipica, che prove atipiche in senso stretto, quanto in quella di disporre l'assunzione di mezzi di prova d'ufficio.

La decisione è assunta con ordinanza che non appare ulteriormente impugnabile, stante il difetto del requisito della decisorietà su diritti soggettivi, necessario per la proposizione del ricorso c.d. straordinario per cassazione ex art. 111, comma 7 Cost.

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