Istanza del debitore di proroga del termine ex art. 44, comma 1, lett. a) c.c.i.i.

Antonio Picardi

inquadramento

Sulla richiesta di proroga del termine per il deposito della proposta e del piano concordatario provvede sempre il Tribunale in composizione collegiale, con decreto motivato, non suscettibile di reclamo. Legittimato alla formulazione dell'istanza è unicamente il debitore che abbia proposto domanda di accesso ad una procedura di regolazione concordata della crisi di impresa.

Formula

ISTANZA DI PROROGA DEL TERMINE CONCESSO PER L'ACCESSO AD UNA PROCEDURA DI REGOLAZIONE CONCORDATA DELLA CRISI DI IMPRESA [1]

Nell'interesse della società ...., con sede legale in .... (P.I., C.F. ....; numero R.E.A.: ....), di seguito anche “società ricorrente”, capitale sociale sottoscritto e versato per Euro: ...., indirizzo PEC .... in persona del legale rappresentante .... nato/a a .... residente .... C.F. ...., rappresentata e difesa, ai fini della presente procedura, dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., che dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC ....

PREMESSO

che l'istante ha depositato, in data ...., domanda per l'accesso ad una delle procedure di regolazione concordata della crisi di impresa;

che il Tribunale, con decreto depositato in data ...., ha accolto la domanda, concedendo alla ricorrente termine fino al .... e nominando come Commissario Giudiziale il Dott. ....;

Con la presente istanza si chiede all'Ecc.mo Tribunale di concedere un termine di ulteriore di sessanta giorni e/o di diversa ampiezza come ritenuto congruo e/o opportuno, ritenendo sussistere, nel caso, i giustificati motivi richiesti dalla legge, come comprovati dalla predisposizione di un progetto di regolazione della crisi e dell'insolvenza.

Dopo il deposito del ricorso c.d. prenotativo sono state poste in essere le seguenti attività relative alla definizione della proposta e del piano concordatari (ovvero dell'accordo di ristrutturazione dei debiti);

– attività di ricognizione e valorizzazione delle poste dell'attivo e del passivo;

– attività di revisione delle poste attive e passive da parte del nominato professionista attestatore;

– regolare adempimento degli obblighi e delle prescrizioni contenuti nel decreto di concessione dei termini;

Allo stato, è possibile stabilire i seguenti contenuti di massima della proposta ai creditori.

La proposta si fonderà su un piano che prevede (specificare se è prevista la cessione dei beni ai creditori ovvero la continuità dell'attività di impresa, attraverso la forma diretta o indiretta): .....

Per quanto concerne i contenuti del piano, circa la consistenza di attivo e passivo per macro categoria sono già disponibili le seguenti proiezioni, sulla cui definitività la ricorrente si riserva ogni migliore quantificazione e specificazione in sede di presentazione di piano definitivo:

Riepilogo passività (debiti verso lavoratori/fornitori/banche/debiti previdenziali/debiti fiscali);

Riepilogo attività (liquidità/titoli/rimanenze stimate/beni mobili/beni immobili);

Nonostante il lavoro svolto, e testimoniato da quanto ora riferito, la ricorrente necessita di una proroga del termine già concesso al fine di poter completare il contenuto della proposta e del piano, per i seguenti motivi ....

P.Q.M.

Tutto ciò premesso, la Società .... con sede legale in .... (P.I., C.F. e numero di iscrizione presso il Registro delle Imprese di ...., n. R.E.A.: ....), in persona del legale rappresentante ...., rappresentante e difesa, ai sensi dell'art. 40 c.c.i.i., chiede all'Ecc.mo Tribunale di concedere un ulteriore termine di sessanta giorni e/o comunque diverso termine ritenuto opportuno e congruo [2] (rispetto a quello già concesso e coincidente con la data del ....), per la presentazione della definitiva e completa proposta concordataria, del piano concordatario e della documentazione prevista e necessaria, sussistendo nel caso il presupposto dei giustificati motivi per come sopra dimostrato.

Nel caso di accoglimento, si chiede altresì di voler assegnare nuovo termine per il deposito della conseguente informativa sulla gestione dell'attività ex art. 44, comma 1, lett. c) c.c.i.i.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]L'art. 44, comma 1, c.c.i.i., come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, prevede che «1. Il debitore può presentare la domanda di cui all'articolo 40 con la documentazione prevista dall'articolo 39, comma 3, riservandosi di presentare la proposta, il piano e gli accordi. In tale caso il tribunale pronuncia decreto con il quale: a) fissa un termine, decorrente dall'iscrizione di cui all'articolo 45, comma 2, compreso tra trenta e sessanta giorni e prorogabile su istanza del debitore in presenza di giustificati motivi comprovati dalla predisposizione di un progetto di regolazione della crisi e dell'insolvenza, fino a ulteriori sessanta giorni, entro il quale il debitore deposita la proposta di concordato preventivo con il piano, l'attestazione di veridicità dei dati e di fattibilità e la documentazione di cui all'art. 39, commi 1 e 2, oppure chiede l'omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti, con la documentazione di cui all'art. 39, comma 1, oppure l'omologazione del piano di ristrutturazione di cui all'articolo 64-bis, con la documentazione di cui all'art. 39, commi 1 e 2». b) nomina un commissario giudiziale, disponendo che questi riferisca immediatamente al tribunale su ogni atto di frode ai creditori non dichiarato nella domanda ovvero su ogni circostanza o condotta del debitore tali da pregiudicare una soluzione efficace della crisi e autorizza il commissario al compimento delle attività di cui all'art. 49, comma 3, lettera f); c) dispone gli obblighi informativi periodici, anche relativi alla gestione finanziaria dell'impresa e all'attività compiuta ai fini della predisposizione della proposta e del piano, che il debitore deve assolvere, con periodicità almeno mensile e sotto la vigilanza del commissario giudiziale, sino alla scadenza del termine fissato ai sensi del comma 1, lett. a). Con la medesima periodicità, il debitore deposita una relazione sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria che, entro il giorno successivo, è iscritta nel registro delle imprese su richiesta del cancelliere; d) ordina al debitore il versamento, entro un termine perentorio non superiore a dieci giorni, di una somma per le spese della procedura, nella misura necessaria fino alla scadenza del termine fissato ai sensi del comma 1, lett. a)».

[2]Cfr. Trib. Milano, decr. 4 aprile 2019 per cui: «Il termine di proroga di sessanta giorni che il Tribunale, ai sensi dell'art. 161, comma ultimo, l.fall., può concedere alla parte ricorrente è perentorio e, come tale, non ulteriormente estendibile, anche qualora detta proroga limiti la durata della procedura di concordato preventivo c.d. in bianco entro i cento venti giorni».

commento

Analogamente all'art. 161, comma 6, l.fall., la possibilità di accordare la proroga del termine (per la presentazione della proposta e del piano concordatario ovvero di un accordo di ristrutturazione dei debiti), viene subordinata, anche dall'art. 44 c.c.i.i., alla presenza di “giustificati motivi”.

In passato, si riteneva che tali fossero quelli suscettibili di un riscontro oggettivo, determinati, essenzialmente, dalla complessità dell'attività inerente la predisposizione del corredo documentale necessario per l'integrazione della domanda, ovvero dal sopravvenire di circostanze assolutamente imprevedibili e/o eccezionali.

Sul punto, è intervenuto il decreto correttivo ter, il quale ha espressamente previsto che i “giustificati motivi” devono essere comprovati «dalla predisposizione di un progetto di regolazione della crisi e dell'insolvenza», con la conseguenza che il debitore sarà tenuto ad indicare le linee generali del piano e della proposta concordataria nonché a documentare lo stato di avanzamento della loro predisposizione, all'evidente fine di evitare il rischio di istanze di proroga meramente dilatorie.

Ciò in linea con il rigore, mostrato dalla giurisprudenza, nella concessione della proroga, proprio per evitare abusi dello strumento negoziale, allorquando l'attività del debitore appaia manifestamente inidonea alla presentazione di un concordato preventivo o di un accordo di ristrutturazione.

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