Ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo con cessione dei beniinquadramentoIl concordato liquidatorio viene considerato, nel nuovo codice, come lo strumento alternativo, per realizzare il soddisfacimento dei creditori, rispetto a quello incentrato sulla continuità aziendale. Presupposto per accedere al concordato liquidatorio è, tuttavia, l'apporto di finanza esterna che deve incrementare di almeno il dieci per cento, rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale, il soddisfacimento dei creditori chirografari (e dei privilegiati degradati in caso di incapienza), che non può essere in ogni caso inferiore al venti per cento dell'ammontare complessivo del credito chirografario (art. 84, comma 4). FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. .... RICORSO PER L'AMMISSIONE ALLA PROCEDURA DI CONCORDATO PREVENTIVO CON CESSIONE DEI BENI EXARTT. 40 E 84 c.c.i.i.[1] Nell'interesse della Società ...., con sede legale in .... (P.I., C.F. ....; numero R.E.A: ....), di seguito anche “società ricorrente”, capitale sociale sottoscritto e versato per Euro: ...., indirizzo PEC .... in persona del legale rappresentante .... nato/a a .... residente .... C.F. ...., autorizzata al presente atto in virtù dei poteri che gli derivano dalla legge, nonché ai sensi della delibera ex art. 265 c.c.i.i., deliberazione risultante dal verbale redatto dal Notaio Dott. .... in data .... Rep. n. ...., Racc. n. ...., che sottoscrive il presente atto, rappresentata e difesa, ai fini della presente procedura, dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., che dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC .... PREMESSO che l'istante ha depositato, in data ...., domanda per l'accesso ad una delle procedure di regolazione concordata della crisi di impresa; che il Tribunale, con decreto depositato in data ...., ha accolto la domanda, concedendo alla ricorrente termine fino al .... e nominando come Commissario Giudiziale il Dott. ....; Con il presente atto la società provvede ad integrare la domanda di concordato, depositando la proposta, il piano e la documentazione prescritta dall'art. 39, comma 1, c.c.i.i. 1. La Società ricorrente La Società .... ha sede in ...., con capitale sociale sottoscritto e versato pari ad Euro .... Le quote di proprietà del capitale sono suddivise nelle seguenti proporzioni, sommate per titolare e poi arrotondate: – .... pari al .... % equivalente ad Euro; – .... pari al .... % equivalente ad Euro. La Società è inoltre amministrata da un Consiglio di Amministrazione formato da ...., i quali coprono le seguenti cariche ..... La Società svolge la seguente attività ..... 2. Il piano di concordato – Cause della crisi: .... – Definizione delle strategie di intervento; – Apporto di finanza esterna volto ad incrementare del 10%, rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale, il soddisfacimento dei creditori chirografari; – Azioni risarcitorie e recuperatorie esperibili (con indicazione di quelle eventualmente proponibili solo nel caso di apertura della procedura di liquidazione giudiziale e delle prospettive di recupero): ....; – Tempi delle attività da compiersi e le iniziative da adottare nel caso di scostamento tra gli obiettivi pianificati e quelli raggiunti: ..... 3. L'attivo concordatario L'attivo disponibile per la soddisfazione del ceto creditorio deriva dalla cessione di tutte le attività (immobili, partecipazioni, crediti, liquidità, ecc.) Si procede all'indicazione analitica delle singole voci di attivo: ..... 4. Il Passivo concordatario La massa debitoria risultante dalla situazione patrimoniale, economico finanziaria aggiornata al ...., riportata a pagina .... della relazione attestativa, è pari ad Euro ..... Si procede all'analisi di ogni singola posizione e alla individuazione, conformemente al disposto normativo, della eventuale causa di privilegio: ..... 5. La proposta di concordato L'offerta ai creditori [2] ha ad oggetto il pagamento di somme di denaro secondo le seguenti percentuali: a) pagamento integrale delle spese di procedura e dei crediti in prededuzione; b) pagamento integrale dei crediti privilegiati entro il termine del .... [specificare se il debitore intende avvalersi della moratoria prevista dall'art. 86 c.c.i.i.]; c) pagamento parziale dei crediti chirografari, suddivisi in classi e secondo le seguenti percentuali: Classe: 1) (ad esempio, fornitori strategici): pagamento al .... %, entro il termine del ....; Classe 2) (ad esempio, fornitori non strategici): pagamento al .... %, entro il termine del ....; Classe 3) (ad esempio, banche): pagamento al .... %, entro il termine del ..... [OPPURE Non sussistendo posizioni giuridiche disomogenee, non sono state predisposte le classi con trattamenti differenziati, rinviando solo alla generica distinzione tra creditori privilegiati e creditori chirografari, con le seguenti tempistiche di pagamento .... ] [3] . Ne consegue un fabbisogno concordatario determinabile, alla luce degli accertamenti svolti dal professionista attestatore, in Euro ..... 6. La fattibilità del piano concordatario Come emerge dalla relazione redatta dal professionista indipendente, il piano consente il pagamento del 20% dell'ammontare complessivo del credito chirografario. Inoltre, l'apporto di finanza esterna [4] da parte di ...., consente l'incremento del 10%, rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale, del soddisfacimento dei creditori chirografari. Risultano, pertanto, soddisfatte le condizioni di ammissibilità del concordato. Infine, palese è la maggiore convenienza, per i creditori, del concordato preventivo rispetto ad un'eventuale liquidazione giudiziale, come dimostra la seguente simulazione, debitamente attestata, del ricavato conseguibile in tale seconda ipotesi, tenuto conto anche delle azioni revocatorie e/o risarcitorie potenzialmente esperibili. 7. Sulla nomina del liquidatore giudiziale L'esponente Società intende proporre come liquidatore giudiziale, subordinatamente all'approvazione dei creditori della presente proposta di concordato preventivo ed alla successiva omologa, il Dott. .... che possiede i requisiti di cui all'art. 114, comma 2, c.c.i.i. e che si rende fin da ora disponibile a svolgere l'incarico ad un compenso forfettariamente determinato al di sotto dei minimi tariffari. Alla luce di quanto esposto, la società ...., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata CHIEDE l'ammissione alla procedura di concordato preventivo liquidatorio, con l'adozione dei provvedimenti di legge. La Società si impegna a depositare, nelle forme e nei termini che saranno stabiliti dall'Ecc.mo Tribunale, la percentuale dell'importo stimato delle spese di procedura. Con riserva di modificare ed integrare la proposta e di produrre nuovi documenti. La Società rimane a disposizione con i propri professionisti per fornire eventuali informazioni e chiarimenti che il Tribunale ritenesse opportuni, per apportare alla presente domanda variazioni e/o integrazioni che codesto Tribunale dovesse richiedere oltre che per produrre eventuale documentazione aggiuntiva che fosse ritenuta necessaria o utile. Luogo e data .... Firma Avv. .... Firma legale rappresentante società .... Allegati: – delibera ex art. 265 c.c.i.i.; – documenti di cui all'art. 39, commi 1 e 2, c.c.i.i. [1]La formula si riferisce alla presentazione di domanda di concordato da parte di società di capitali. [2]Cfr. Cass. I, n. 8804/2016 secondo cui: «Gli artt. 160-163 l.fall. riformati non hanno eliminato una indagine sui presupposti di ammissibilità del concordato preventivo. La esclusione di molti dei requisiti di natura personale richiesti dalla precedente normativa, nonché la maggiore autonomia lasciata ai creditori nella approvazione del piano e il ruolo centrale che essi esercitano a tale fine hanno – infatti – comportato la riduzione, ma non la esclusione della sfera di intervento del tribunale, chiamato pur sempre al controllo di legalità nell'ambito di una più accentuata natura privatistica dell'istituto con i poteri i quali, oltre che estendersi anche, sia pur in un ambito più ristretto e rigorosamente tipizzato, a valutazioni di merito, naturalmente ricomprendono l'accertamento degli elementi base per il riconoscimento dei tratti essenziali minimi dell'istituto. Un controllo preliminare – immutato sin dalle novelle del d.l. n. 35/2005 – concerne tra gli altri, infatti, la verifica della completezza del progetto ristrutturativo del passivo. Esso deve, cioè essere indirizzato e pertanto riferirsi a tutti i creditori, non potendo singole omissioni giustificarsi invocando un duplice modulo organizzativo, con previsione del trattamento per una parte soltanto dei creditori, cui sia effettivamente destinata la proposta, mentre un'altra parte, di cui il tribunale non si dovrebbe occupare, ma intanto dovendo ammettere il debitore alla procedura, sarebbe attinta da una mera ipotesi di accordo, volto alla totale remissione del credito e al quale il debitore chieda però di addivenire in occasione del concordato ma al di fuori dei meccanismi determinativi del consenso ivi previsti (senza contemplare ipotesi di rinunce preventive)». [3]L'art. 85, comma 2 c.c.i.i. stabilisce che: «La suddivisione dei creditori in classi è obbligatoria per i creditori titolari di crediti tributari o previdenziali dei quali non sia previsto l'integrale pagamento, per i creditori titolari di garanzie prestate da terzi, per i creditori che vengono soddisfatti anche in parte con utilità diverse dal denaro e per i creditori proponenti il concordato e per le parti ad essi correlate». [4]Cfr. Cass. I, n. 26332/2016 secondo cui: «In materia di concordato preventivo, il proponente può legittimamente indicare tra le risorse funzionali alla soddisfazione dei creditori la liquidazione di beni di terzi, ma tale offerta deve correlarsi a parametri di sicurezza adempitiva prevedibili ex ante, sia in termini di assenza di rischio giuridico, sia per fondamentali aspetti di concreta e manifesta non irrealizzabilità, tali cioè da escludere l'opposto rischio economico del non raggiungimento in assoluto della causa concreta del concordato. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che ha ritenuto non omologabile la proposta di concordato preventivo misto in cui si prevedeva la liquidazione di quote e beni di due s.r.l. senza un valido atto di impegno delle società e che, in ogni caso, comportava una percentuale di soddisfazione dei creditori chirografari particolarmente esigua)». commentoSi può senz'altro affermare che, come testimoniato anche dalla sua collocazione nell'art. 84 c.c.i.i. (ultimo comma), il concordato preventivo di carattere liquidatorio è destinato a diventare del tutto residuale. Difatti, per presentare un concordato liquidatorio vi devono essere due condizioni essenziali: i) vi deve essere nuova finanza, cioè l'apporto di risorse esterne, per incrementare di almeno il 10%, rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale, il soddisfacimento dei creditori chirografari; ii) in ogni caso, i creditori chirografari devono essere soddisfatti per il venti per cento dell'ammontare complessivo del credito chirografario. L'ammissibilità del concordato liquidatorio è, quindi, condizionata alla messa a disposizione, a favore dei creditori, di risorse ulteriori rispetto a quelle rappresentate dal patrimonio del debitore. Occorre rilevare come, rispetto alla disciplina della l.fall., pur essendo confermata la percentuale minima di soddisfacimento dei creditori chirografari nella misura del 20% (così come stabilito dall'art. 160, ultimo comma, l.fall., come novellato dal d.l. n. 83/2015, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 132/2015), sia scomparso l'utilizzo del termine “assicurare” che aveva suscitato, sia in dottrina che in giurisprudenza, diverse interpretazioni. Pertanto, se la percentuale complessiva di soddisfazione del ceto chirografario è del 20%, la risorsa esterna dovrà rappresentare almeno la metà delle risorse complessive messe a disposizione dei creditori chirografari. Quanto alla natura della risorsa esterna, è da ritenere che essa, in assenza di qualsiasi specificazione da parte del legislatore, possa essere costituita sia da disponibilità liquide che da beni. Per quanto concerne, poi, la terzietà dell'apporto, le risorse possono essere apportate da qualunque soggetto terzo rispetto al debitore e, quindi, anche da soci o creditori. Riguardo il concetto di finanza esterna, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che «l'apporto del terzo si sottrae al divieto di alterazione della graduazione dei crediti privilegiati solo allorché risulti neutrale rispetto allo stato patrimoniale della società debitrice, non comportando né un incremento dell'attivo, sul quale i crediti privilegiati dovrebbero in ogni caso essere collocati secondo il loro grado, né un aggravio del passivo della medesima, con il riconoscimento di ragioni di credito a favore del terzo, indipendentemente dalla circostanza che tale credito sia stato o no postergato» (cfr. Cass. I, n. 9373/2012). Pertanto, l'apporto del terzo si sottrae al regime della responsabilità patrimoniale previsto dall'art. 2740 c.c., destinato a trovare applicazione solo per il patrimonio del debitore. In proposito, il decreto legislativo di recepimento del direttiva Insolvency, nel modificare l'art. 84, comma 4, c.c.i.i. ha stabilito che «le risorse esterne possono essere distribuite in deroga agli articoli 2740 e 2741 del codice civile purché sia rispettato il requisito del 20 per cento» e che, inoltre, «si considerano esterne le risorse apportate a qualunque titolo dai soci senza obbligo di restituzione o con vincolo di postergazione, di cui il piano prevede la diretta destinazione a vantaggio dei creditori concorsuali». Si precisa che nel concordato con cessione di beni, la legittimazione a disporre degli stessi viene attribuita al liquidatore giudiziale, che agisce in una veste generalmente qualificata come di mandatario dei creditori, mentre il debitore in ogni caso mantiene la proprietà dei beni e la legittimazione processuale, mancando nel concordato una previsione analoga a quella dettata dall'art. 43 l. fall. (così Cass. II, n. 5406/2024, con riferimento alle disposizioni contenute nella legge fallimentare, ma con conclusioni riferibili anche al codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza). |