Azione revocatoria nei confronti di cittadino extra UE e mutamento della domanda in corso di giudizio

16 Dicembre 2024

Con la presente risposta a quesito, l’Autore chiarisce se sia possibile proporre l’azione revocatoria nei confronti di uno straniero residente negli U.S.A. e, in caso affermativo, se sia possibile modificare l’oggetto dell’azione.

È possibile proporre l'azione revocatoria nei confronti di uno straniero residente negli U.S.A.? Ed in caso affermativo, è possibile modificare l'oggetto dell'azione revocatoria?

Il quesito in esame attiene a due istituti autonomi che, in quanto tali, non interferiscono tra loro: l'azione revocatoria proposta nei confronti di soggetto domiciliato o residente in uno Stato extra UE ed il c.d. divieto di mutatio libelli, il divieto, cioè, di mutare la domanda in corso di giudizio.

Con riguardo al primo istituto si può subito dire che l'azione revocatoria, in caso di procedura aperta in Italia, può essere proposta nei confronti di uno straniero domiciliato o residente in uno Stato non appartenente all'Unione Europea, per esempio gli U.S.A., davanti al tribunale italiano che ha dichiarato il fallimento, il quale, secondo il dettato dell'art. 24 l. fall. (competenza del tribunale fallimentare), è competente a conoscere di tutte le azioni che ne derivano, qualunque ne sia il valore. Sicché, in applicazione di tale disposto normativo, le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno sancito il principio secondo cui il curatore, che intende proporre un'azione revocatoria nei confronti di uno straniero residente o domiciliato in uno Stato extra UE, deve agire davanti al tribunale italiano che ha dichiarato il fallimento in quanto esso è competente a conoscere tutte le azioni che derivano dal fallimento stesso (Cass., sez. un., 10 agosto 1999, n. 584).

Quanto al secondo istituto (divieto di mutatio libelli), questo prescinde dalla residenza o domicilio all'estero (Stato extra UE) del soggetto destinatario dell'azione revocatoria. Il tribunale italiano, infatti, in applicazione del sistema normativo del nostro Paese, non potrà ammettere la cosiddetta mutatio libelli, cioè una domanda nuova, la quale si avrebbe se il curatore chiedesse la revocatoria per un'ipotesi diversa da quella per la quale ha iniziato l'azione (In tal senso Cass. civ., 11 giugno 2008, n. 15543; Cass. civ., 22 gennaio 2004, n. 1079). Diverso sarebbe il caso in cui, di fronte ad una domanda nuova, il convenuto accettasse il contradditorio: la domanda nuova sarebbe allora da considerarsi accettata ed il tribunale potrebbe valutarla.

In conclusione, è possibile proporre l'azione revocatoria nei confronti di un soggetto residente o domiciliato in uno Stato extra UE e la relativa domanda andrà presentata al tribunale italiano che ha pronunciato il fallimento, competente ex art. 24 l. fall.

Non è possibile modificare l'oggetto dell'azione revocatoria già proposta, poiché ciò darebbe luogo ad una domanda nuova; verrebbe, cioè, chiesta la revocatoria per una ipotesi diversa da quella per la quale era stata chiesta inizialmente. Ciò violerebbe il divieto di mutatio libelli. Tuttavia, se il convenuto accettasse il contraddittorio su tale nuova domanda il giudice potrebbe prenderla in considerazione e decidere nel merito.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.