La prova scritta nel procedimento monitorio
18 Dicembre 2024
Il secondo comma dell'art. 634 c.p.c. prevede, ora, che costituiscano idonea prova scritta ai fini della concessione del decreto ingiuntivo anche le fatture elettroniche trasmesse attraverso il sistema di interscambio istituito dal Ministero dell'economia e delle finanze e gestito dall'Agenzia delle entrate. La modifica introdotta risulta quantomeno opportuna, dato che l'evoluzione tecnologica e normativa ha visto scomparire le scritture contabili cartacee, sostituendole con quelle tenute in formato elettronico, con il conseguente superamento dell'obbligo di bollatura e vidimazione delle stesse. Bisogna infatti considerare che la fattura elettronica trasmessa attraverso il sistema di interscambio dell'Agenzia delle entrate è prova scritta sufficiente per emettere un decreto ingiuntivo, analogamente alla fattura cartacea annotata nelle scritture contabili, dato che il sistema di interscambio della fatturazione elettronica genera documenti informatici autentici ed immodificabili. Bisogna, quindi, accogliere con favore la previsione normativa che ha considerato l'evoluzione tecnologica e si è adeguata alle previsioni normative in materia di tenuta della contabilità e fatturazione elettronica. Quanto alla risposta al quesito, bisogna osservare che il Correttivo, ai sensi dell'art. 7, d.lgs. n. 164/2024, si applica ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023 ed evidentemente non ancora definiti alla data di entrata in vigore del Correttivo, cioè il 26 novembre 2024. Di conseguenza, ove il decreto ingiuntivo, pur richiesto dopo il 28 febbraio 2023 (e presumibilmente in prossimità dell'entrata in vigore del Correttivo), non sia ancora stato emesso alla data del 26 novembre 2024, la produzione della fatturazione elettronica potrà essere considerata idonea prova scritta ai sensi dell'art. 634 c.p.c., come novellato. |