Il contributo esamina il contrasto in seno alla giurisprudenza di legittimità attinente alla necessità o meno per il giudice di motivare ilrigetto dell'istanza con cui la parte chiede l'emissione dell'ordine di esibizione exart. 210 c.p.c. e la conseguenteammissibilità o meno del ricorso per Cassazione avverso tale provvedimento
Il caso e la questione controversa
La questione oggetto di contrasto attiene alla necessità o meno per il giudice del merito di motivare le ragioni del rigetto dell'istanza con cui la parte chiede l'emissione dell'ordine di esibizione di cui all'art. 210 c.p.c. e della correlata ammissibilità del ricorso per Cassazione avverso il relativo provvedimento.
Il principio di diritto
Cass. civ., sez. II, 3 novembre 2021, n. 31251
Cass. civ., sez. II, 3 novembre 2021, n. 31251 ha affermato il seguente principio di diritto:
L'ordine di esibizione, subordinato alle molteplici condizioni di ammissibilità di cui agli artt. 118, 119 c.p.c. e art. 94 disp. att. c.p.c., costituisce uno strumento istruttorio residuale, che può essere utilizzato soltanto in caso di impossibilità di acquisire la prova dei fatti con altri mezzi e non per supplire al mancato assolvimento dell'onere probatorio a carico dell'istante e che è espressione di una facoltà discrezionale rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui mancato esercizio non può, quindi, formare oggetto di ricorso per Cassazione, per violazione di norma di diritto.
Massime conformi: Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2024, n. 22943; Cass. civ. sez. I, 27 dicembre 2023, n. 36063;Cass. civ., sez. lav., 1° aprile 2019, n. 9020;Cass. civ., sez. VI, 21 febbraio 2017, n. 4504; Cass. civ., sez. lav., 25 ottobre 2013, n. 24188; Cass. civ., sez. lav., 7 luglio 2011, n. 14968; Cass. civ., sez.VI, 16 novembre 2010, n. 23120.
Cass. civ., sez. lav., 24 gennaio 2014, n. 1484
Cass. civ., sez. lav., 24 gennaio 2014, n. 1484 ha affermato il seguente principio di diritto:
La discrezionalità del potere officioso del giudice di ordinare alla parte o ad un terzo, ai sensi degli artt. 210 e 421 c.p.c., l'esibizione di un documento sufficientemente individuato, non potendo sopperire all'inerzia delle parti nel dedurre i mezzi istruttori, rimane subordinata alle molteplici condizioni di ammissibilità di cui agli artt. 118 e 210 e 94 disp. att. c.p.c. e deve essere supportata da un'idonea motivazione, anche in considerazione del più generale dovere di cui all'art. 111, comma 6, Cost., saldandosi tale discrezionalità con il giudizio di necessità dell'acquisizione del documento ai fini della prova di un fatto.
Massime conformi: Cass. civ., sez. II, 20 giugno 2011, n. 13533; Cass. civ., sez. lav., 17 marzo 2010, n. 6439; Cass. civ., sez. I, 29 settembre 2004, n. 19521; Cass. civ., sez. III, 28 agosto 2003, n. 12611; Cass. civ., sez. I, 5 luglio 2002, n. 9815.
Il contrasto
La pronuncia della Corte Cass. civ., sez. II, 3 novembre 2021, n. 31251 afferma che il provvedimento con cui il giudice del merito rigetti l'istanza di emissione dell'ordine di esibizione, formulata dalla parte ai sensi dell'art. 210 c.p.c., non deve essere in alcun modo motivato, corrispondendo la decisione sulla questione a una facoltà del tutto discrezionale del giudice stesso. Tale discrezionalità si rinviene nella natura stessa dell'ordine di esibizione, che non è un mezzo di prova a disposizione delle parti, bensì uno strumento istruttorio di carattere residuale, che può essere utilizzato solo allorquando la parte fornisce elementi certi dell'esistenza del materiale oggetto dell'esibizione e del possesso dello stesso da parte del destinatario dell'ordine medesimo; mentre non può ritenersi ammissibile la formulazione della relativa richiesta allorquando la parte tenti di utilizzare lo strumento per eludere l'onere probatorio a proprio carico, così come ogniqualvolta l'istanza non sia assistita da un sufficiente grado di specificità, che ne escluda una finalità meramente esplorativa, conseguendo in difetto di specificità l'inammissibilità della richiesta.
Tanto determina che, sull'esercizio del potere di emanare l'ordine, le parti non abbiano alcun potere di incidere, appartenendo la relativa decisione solo al giudice, la cui valutazione è sul punto assolutamente discrezionale, in relazione alla valutazione della sussistenza di tutti i richiamati presupposti astratti di ammissibilità nella fattispecie concretamente esaminata.
Di conseguenza, il relativo provvedimento reiettivo dell'istanza non è sindacabile con il ricorso per Cassazione, né in relazione all'eventuale denuncia di falsa applicazione di legge, ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 3) c.p.c., non rinvenendosi alcuna doverosità per il giudice di utilizzare il mezzo istruttorio in esame e, dunque, escludendosi la possibilità di dedurre l'erroneità di tale valutazione ai sensi delle norme applicabili (artt. 118, 119 c.p.c. e art. 94 disp. att. c.p.c.); né in relazione all'eventuale denuncia del difetto di motivazione assoluto - e quindi ridondante in error in procedendo ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 4) c.p.c. - o inerente all'esame dei fatti storico-naturalistici dedotti a fondamento dell'istanza - e quindi ridondante in error in procedendo ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 5) c.p.c.
A tale orientamento si contrappone quello, da ultimo espresso dalla Corte con pronuncia Cass. civ., sez. lav., 24 gennaio 2014, n. 1484, che distingue il profilo della motivazione del provvedimento reiettivo da quello della valutazione dei presupposti di accoglibilità dell'istanza. In relazione a tale ultimo aspetto, anche questa giurisprudenza conviene sul fatto che l'ordine di esibizione non è un mezzo istruttorio a disposizione delle parti e, quindi, appartiene alla valutazione discrezionale dei giudice disporre o meno l'integrazione istruttoria richiesta; né vi è contrasto nell'affermazione dei presupposti di ammissibilità della relativa istanza, convenendo anche tale orientamento sul fatto che non è ammissibile l'istanza che intenda andare alla ricerca dei documenti, con chiara finalità esplorativa, ovvero supplire attraverso di essa a carenze procedurali alla stessa parte istante imputabili, in relazione alla mancata o tardiva formulazione delle istanze istruttorie disponibili.
Il dissenso verte, essenzialmente, sul fatto che l'orientamento in commento afferma che il provvedimento reiettivo del giudice del merito deve comunque essere motivato.
Invero l'obbligo di motivazione, costituzionalmente riferito a tutti i provvedimenti giurisdizionali, si estenderebbe anche a quello in esame, poiché dalla discrezionalità dell'accoglimento dell'istanza non può logicamente, ancor prima che giuridicamente, derivare una facoltatività nel dare conto delle ragioni giuridiche che hanno indotto alla reiezione della stessa.
Da tanto consegue che il provvedimento di rigetto o di inammissibilità dell'istanza finalizzata all'emissione dell'ordine di esibizione deve in ogni caso essere motivato, con la conseguenza che è ammissibile il ricorso per Cassazione con cui la parte lamenti la totale omissione della motivazione ovvero ne contesti la correttezza per aver omesso di esaminare fatti decisivi allegati e discussi ai fini del suo accoglimento.
La dottrina
Sul tema si veda:
Arieta - De Santis - Montesano, Corso di dritto processuale civile, Ottava Edizione, Milano, 2/2024, pag. 361;
Carratta - Mandrioli,Diritto processuale civile, II, Il processo di cognizione, Giappichelli, 2024, pag. 143.
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