Dicembre 2024: pignoramento di immobili in trust, bancarotta, vigilanza dei sindaci, revoca di amministratori nelle società partecipate

La Redazione
10 Gennaio 2025

Nel mese di dicembre la Cassazione ha affrontato questioni relative alla trascrizione di un pignoramento di beni immobili in un trust, alla rilevanza dell'effettivo pregiudizio all'integrità patrimoniale nella bancarotta, alla responsabilità dei sindaci ex artt. 2403 ss. c.c. e della banca che non segnali operazioni anomale in conto corrente e agli effetti della rinuncia dei soci ai crediti sulla determinazione del reddito d'impresa e, infine, alla natura dell'atto di revoca di un amministratore di società a partecipazione pubblica ai sensi dell'art. 2449 c.c.

Trust: il pignoramento va trascritto nei confronti del trustee

Cass. CIv. – Sez. III – 23 dicembre 2024, n. 34075

Il pignoramento di beni immobili eseguito nei confronti di un trust in persona del trustee, e non di quest'ultimo, è illegittimo, in quanto il trust è un ente privo di personalità giuridica, costituendo un mero insieme di beni e rapporti destinati ad un fine determinato, formalmente intestati al trustee, il quale è l'unico soggetto che, nei rapporti con i terzi, è titolare dei diritti conferiti nel patrimonio vincolato. Le formalità pubblicitarie, rilevanti a fini civili, relative a un trust devono essere eseguite non già nei confronti di un inesistente "soggetto" denominato trust, bensì del trustee (in tale qualità), a pena di nullità, exartt. 2659 e 2665 c.c.

Società partecipate: l'ente pubblico non risponde della revoca illegittima dell'amministratore

Cass. Civ. – Sez. I – 11 dicembre 2024, n. 31994

In tema di società per azioni, l'atto di revoca dell'amministratore da parte dello Stato o dell'ente pubblico che abbia nominato il detto amministratore, previsto dall'art. 2449, comma 2, c.c., è atto di diritto privato imputato alla società partecipata, sicché dell'illegittimità della revoca (adottata, nella specie, senza giusta causa) deve rispondere la società stessa, non già lo Stato o l'ente che abbiano la partecipazione in essa.

Dovere di vigilanza dei sindaci ad ampio raggio

Cass. Civ. – Sez. I – 10 dicembre 2024, n. 31753

Il dovere di vigilanza imposto ai sindaci dall'art. 2403 c.c. è configurato con particolare ampiezza, poiché non è circoscritto all'operato degli amministratori ma si estende al regolare svolgimento dell'intera gestione sociale in funzione della tutela non solo dell'interesse dei soci ma anche di quello concorrente dei creditori sociali. La configurabilità dell'inosservanza di tale dovere di vigilanza non richiede, del resto, l'individuazione di specifici comportamenti, essendo, piuttosto, sufficiente che gli stessi non abbiano rilevato una macroscopica violazione o, comunque, non abbiano in alcun modo reagito di fronte ad atti di dubbia legittimità e regolarità, così da non assolvere l'incarico con diligenza, correttezza e buona fede, eventualmente anche segnalando all'assemblea le irregolarità di gestione riscontrate o denunciando i fatti al pubblico ministero per consentirgli di provvedere, ove possibile, ai sensi dell'art. 2409 c.c.

Bancarotta fraudolenta: va dimostrato l'effettivo pregiudizio all'integrità patrimoniale

Cass. Pen. – Sez. V – (11 ottobre) 5 dicembre 2024, n. 44742

Il reato di bancarotta patrimoniale distrattiva sanziona il vulnus reale che l'atto depauperativo determina all'integrità del patrimonio, destinato ai sensi dell'art. 2740 c.c. a garanzia dei creditori. L'integrità non è compromessa dal mero dato contabile (che ove sussistente contabile potrebbe rilevare in sede fiscale, quale esposizione di elementi passivi fittizi), ma dall'effettiva distrazione di quell'entità patrimoniale che, in contabilità, appare come originariamente esistente.

Banca responsabile se non segnala al cliente operazioni anomale sul conto corrente

Cass. Civ. – Sez. III – 4 dicembre 2024, n. 31052

In tema di conto corrente bancario, pur non potendosi pretendere che l'istituto di credito, con il quale una società intrattenga rapporti di conto corrente, si trasformi nel controllore esterno della regolarità delle operazioni compiute dall'amministratore di detta società, rientrano nel dovere di esecuzione del contratto secondo correttezza e buona fede, gravante sul mandatario (e quindi sulla banca, alla quale la società abbia affidato i propri depositi), il rifiuto di operazioni ictu oculi anomale, quando esse siano tali da compromettere palesemente l'interesse della correntista o, quanto meno, quale dovere di protezione dell'altro contraente, l'attivazione della banca per informarne la società, in persona di un amministratore diverso da quello intenzionato a realizzare l'operazione manifestamente lesiva.

Non deducibile la rinuncia dei soci ai crediti

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 2 dicembre 2024, n. 30812

In tema di determinazione del reddito d'impresa, secondo la disciplina dettata dall'art. 55 (oggi art. 88), comma 4, d.P.R. n. 917/1986, nella formulazione, vigente ratione temporis, come introdotta dal d.l. n. 557/1993, conv., con modif., dalla l. n. 133/1994, a partire dall'esercizio 1993, la rinuncia, da parte del socio, ai crediti nei confronti della società non va considerata sopravvenienza attiva ove sia operata in conto capitale, atteso che, in tale ipotesi, esprime la volontà di patrimonializzare la società e non può, pertanto, essere equiparata alla rimessione del debito da parte di un soggetto estraneo alla compagine sociale.

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