Decreto del Presidente della Repubblica - 29/09/1973 - n. 602 art. 46 - Delega ad altro concessionario.Delega ad altro concessionario 1. [1. Il concessionario cui è stato consegnato il ruolo, se l'attività di riscossione deve essere svolta fuori del proprio ambito territoriale, delega in via telematica per la stessa il concessionario nel cui ambito territoriale si deve procedere, fornendo ogni informazione utile in suo possesso circa i beni sui quali procedere. La delega può riguardare anche la notifica della cartella. 2. A seguito della delega, il pagamento delle somme iscritte a ruolo è eseguito al delegato .] [1] Articolo sostituito dall'articolo 16 del D.Lgs. 26 febbraio 1999, n. 46 e successivamente abrogato dall'articolo 241, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 24 marzo 2025, n. 33, con applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2026, a norma di quanto previsto dall'articolo 243 del D.Lgs. 33/2025 medesimo. InquadramentoUna caratteristica saliente dell'esecuzione forzata esattoriale si compendia in ciò, che, dal punto di vista soggettivo, si assiste alla scissione tra Ente creditore e soggetto cui è affidata la riscossione. Ciò comporta che la pretesa creditoria, cristallizzata in un titolo, è affidata in carico ad altro soggetto, che si occupa della sola fase della riscossione e che, quindi, pone in concreto in essere gli atti propedeutici all'esecuzione speciale di cui si tratta, nonché gli atti esecutivi stessi. Al riguardo, va evidenziato che il termine «concessionario» è stato introdotto dall'art. 35, d.lgs. n. 46/1999 ed ha sostituito i precedenti termini di «esattore» o «esattoria». Si tratta di un soggetto aventi particolari requisiti soggettivi cui viene affidata la riscossione dei tributi, delle entrate patrimoniali e dei contributi di Enti locali e altri enti pubblici. Per effetto delle riforme attuate con l. n. 203/2005 e l. n. 248/2005, il sistema della riscossione tramite concessionario è stato superato attraverso l'affidamento di tale servizio ad una società pubblica, costituita dall'Agenzia delle entrate e dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Più di recente, la società Equitalia s.p.a. è stata soppressa ed al suo posto è stato istituito un Ente pubblico economico a carattere strumentale (che alla prima succede in tutti i rapporti sostanziali e processuali) sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze: Agenzia delle entrate – Riscossione (d'ora innanzi, anche: ADER). Appare opportuno segnalare, poi, quanto previsto, a mo' di norma definitoria, dall'art. 1, del citato d.lgs. n. 110/2024, secondo cui «l'Agenzia delle entrate-Riscossione svolge le attività di riscossione, che le sono affidate dagli enti titolari del credito, secondo procedure, effettuabili anche con logiche di raggruppamento dei crediti per codice fiscale, pianificate annualmente con la convenzione stipulata tra il Ministro dell'economia e delle finanze e l'Agenzia delle entrate ai sensi dell'articolo 59 d.lgs. n. 300/1999». Sulle questioni connesse alla rappresentanza in giudizio di tale soggetto, sia consentito rinviare ad Auletta A., Pignoramento esattoriale, ed ivi ulteriori riferimenti. Ancora più complessa l'evoluzione con riferimento alla riscossione delle entrate da parte degli Enti locali. In proposito, rileva segnalare che l'art. 52, d.lgs. n. 446/1997, aveva attribuito agli Enti locali una potestà regolamentare generale in materia di entrate, nel mentre ai sensi dell'art. 17, comma 2, del d.lgs. n. 46/1999 «può essere effettuata mediante ruolo affidato ai concessionari la riscossione coattiva delle entrate delle Regioni, delle Province, anche autonome, dei Comuni e degli altri enti locali». Gli artt. 1-3, d.l. n. 193/2016 hanno interamente riscritto la disciplina del sistema della riscossione delle imposte. Secondo quanto previsto dall'art. 1, comma 3, del citato decreto legge l'ADER può svolgere le attività di riscossione delle entrate tributarie o patrimoniali delle amministrazioni locali. Resta fermo quanto previsto dall'art. 17, d.lgs. n. 46/1999, e cioè che gli Enti locali possono effettuare la riscossione delle proprie entrate patrimoniali tramite concessione ad una società di servizi. Dall'ordito normativo appena richiamato, quindi, può ricavarsi che l'Ente locale può discrezionalmente scegliere – quanto al profilo soggettivo – tra diversi sistemi di riscossione coattiva (tanto delle entrate di natura tributaria che di quelle di natura extra-tributaria): a) può provvedere alla riscossione in forma diretta ai sensi dell'art. 52, d.l. n. 446/1997 e dell'art. 7, comma 2, lett. gg-quater) e ss., d.l. n. 70/2011; b) può ricorrere all'affidamento in house a società strumentali (senza espletamento di una gara); c) può affidare la riscossione coattiva a soggetti esterni (art. 52, cit., spec. comma 5) previo esperimento di una procedura di evidenza pubblica; d) può affidare la riscossione coattiva all'ADER, cui è però preclusa l'attività di accertamento e liquidazione (art. 35, d.l. n. 50/2017). Se la riscossione è svolta in forma diretta o affidata a soggetti iscritti negli albi di cui all'art. 53, d.lgs. n. 446/1997, l'Ente locale può ricorrere all'ingiunzione fiscale, come disciplinata dal r.d. n. 639/1910. L'ingiunzione fiscale è accompagnata – a seconda del tipo di entrata riscossa – da alcuni atti prodromici (ad esempio per le entrate tributarie è necessario l'avviso di accertamento); essa individua il quantum dovuto e ne ingiunge il pagamento con l'avvertimento che, ove il debitore non proceda al pagamento entro trenta giorni, potrà darsi corso all'esecuzione forzata. In tutti gli altri casi, la riscossione avviene previa formazione di un ruolo da parte dell'Ente creditore e contestuale affidamento dello stesso al soggetto incaricato della riscossione, che provvederà – sulla base del ruolo – ad emettere gli atti riscossivi propriamente detti a cominciare dalla c.d. cartella di pagamento che assolve, volendo istituire un parallelo con il processo esecutivo disciplinato dal Codice di rito, alla funzione svolta dalla notifica del titolo esecutivo (in quanto viene «concretizzata» la pretesa vantata sulla base del ruolo dal singolo debitore) e dalla intimazione contenuta nel precetto. Sempre in materia di Enti locali, va data contezza della recente riforma attuata con l'art. 1, commi 784-815, della legge di bilancio per l'anno 2020 (l. n. 160/2019). Senza pretesa di esaustività, la modifica di gran lunga più rilevante è posta dal combinato disposto dei commi 785 e 792. Laddove l'Ente locale si avvalga dell'Agente della riscossione – anche con riferimento ai rapporti pendenti alla data del 1° gennaio 2020 – potrà dare corso ad una attività «potenziata» consistente nella possibilità di emettere atti «impoesattivi», sulla falsariga di quanto già previsto dagli artt. 29 e 30, d.l. n. 78/2010. In definitiva, tornando al nostro tema, un residuo spazio operativo per la disposizione in esame può riguardare i casi in cui un ente territoriale debba ricorrere, per la riscossione di proprie entrate, ad altro Concessionario, sito nel luogo dove deve avvenire la riscossione (diverso da quello in cui il delegante opera). Natura giuridica della delegaDiscussa è la natura giuridica della delega. Secondo alcuni remoti precedenti si tratta di un mandato atteso che il delegante affiderebbe al delegato l'incarico di perseguire il contribuente moroso e, pertanto, il compimento di un affare nell'interesse e nel nome altrui (Trib. Roma 27 novembre 1939; Trib. Napoli 1° dicembre 1954). Tale impostazione è stata criticata sotto due punti di vista: l'autonomia della funzione svolta dal delegato (senza che lo stesso sia esposto al rischio della revoca dell'incarico); il fatto che il delegato non ha diritto alla corresponsione delle spese sopportate, in caso di insufficiente o mancata esecuzione. Per altra tesi lo schema di riferimento è quello della delegazione amministrativa (Scandale, La riscossione delle imposte dirette, Napoli, 1940, 345). Anche tale ricostruzione è stata criticata, sul rilievo che in questo caso mancherebbe la volontarietà, che invece connota la delegazione amministrativa. Al contrario, in giurisprudenza si è da lungo tempo sostenuto il carattere vincolante della delega (Cons. St., parere del 15 gennaio 1903; Cass. Firenze 30 luglio 1908). La dottrina amministrativistica ha sostenuto che la delega esattoriale si esprime nella «sostituzione di una certa funzione pubblica in quanto subbiettivata in un ufficio o in un soggetto titolare, ad un'altra pure subbiettivata allo stesso modo, in guisa da giungere ad un risultato concreto che la seconda non avrebbe potuto raggiungere in causa della ripartizione territoriale della competenza ad agire dei pubblici uffici o dei titolari di funzioni pubbliche» (Alessi, 19 e ss.). Come si è detto sopra, alla luce delle più recenti riforme quando un'amministrazione è tenuta per legge a servirsi dell'Agenzia delle entrate - Riscossione, qualificato come ente pubblico strumentale, deve ritenersi che non vi sia spazio per una delega; delega che sarà invece possibile, sebbene entro margini circoscritti all'ambito applicativo della norma in esame, laddove l'Ente creditore possa servirsi di altri modelli di riscossione. 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