Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 646 - Provvedimenti per impedire la partenza della nave.Provvedimenti per impedire la partenza della nave. [I]. Il giudice competente a sensi dell'articolo 643, e, ove ricorra l'urgenza, il comandante del porto, o l'autorità di polizia giudiziaria del luogo, nel quale si trova la nave, possono prendere i provvedimenti opportuni per impedire la partenza della nave [650 n. 4]. InquadramentoL'art. 646 conferisce al giudice e, nel caso di urgenza, ad autorità amministrative e di polizia giudiziaria un generico potere di adottare provvedimenti idonei ad impedire la partenza della nave. Il presupposto è costituito dall'avvenuta rituale esecuzione di un pignoramento, debitamente notificato e quindi ufficialmente reso conosciuto. Lo scopo dell'attivazione è rivolto a tutelare un interesse pubblico soltanto indiretto, eminentemente privatistico e in questo senso ben individuabile: quello di prevenire il pericolo che la nave o il galleggiante sfugga ad una procedura esecutiva pendente. Atteso il valore del bene pignorato si presume che le dimensioni del danno cagionato vadano riferite ad un credito di notevole importo ed a una sua ripercussione assai rilevante sui patrimoni in gioco e sul mercato. Da qui l'attribuzione di poteri autoritativi che non hanno uguali, per contenuto e assenza di limiti precisi, nell'ordinamento. La dottrina indica nel provvedimento adottabile ai sensi dell'art. 646 cod. nav. una fattispecie di misura di cautela atipica e accenna ad essa come ad un «fermo» della nave (Vullo, 841; Lobietti, Dir. mar., 2002, 44). Alcuni Autori la riferiscono all'art. 700 c.p.c.; altri la definiscono come misura atipica cautelativa interna al processo esecutivo (Corsaro, Bozzi, Manuale dell'esecuzione forzata, Milano, 1996, 771). Quali siano gli impedimenti ipotizzabili è del tutto lasciato al caso concreto e al senso di responsabilità degli organi chiamati dalla legge a intervenire. Il giudice non può certo agire d'ufficio, atteso il generale principio della domanda, da parte dell'interessato, che presidia il diritto processuale civile. Per il suo provvedimento occorre dunque una richiesta motivata e documentata proveniente dalla parte legittimata a pretendere che la nave o il galleggiante restino custoditi nel luogo del pignoramento. È evidente, però, che la situazione deve consentire il trascorrere del tempo necessario ad adire il giudice e ad averne risposta prima che l'evento temuto si verifichi. Per di più occorre tener conto del ritardo con il quale avviene la designazione del giudice dell'esecuzione dopo il pignoramento: possono trascorrer più di 90 giorni da esso prima che la designazione sia disposta. Ben più tempestivo può essere l'operato del comandante del porto che, nell'ambito delle proprie competenze, rifiuti di consegnare i documenti necessari a lasciare il luogo o impedisca la partenza con misure di blocco quali il divieto agli addetti di mollare gli ormeggi o di pilotare la nave fino al mare aperto. A sua volta, la polizia giudiziaria può proibire l'allontanamento e disporre misure di sorveglianza, scelte in base alle concrete valutazioni del caso. Il problema che dalla disposizione in oggetto sorge è quello della possibilità, per chi subisce l'iniziativa di impedimento, di difendersi ottenendo il vaglio giurisdizionale. Ogni misura di costrizione deve, infatti, consentire di essere impugnata, verificata ed eventualmente annullata ove venga riscontrata come illegittima o d'abuso. In proposito la norma in esame (come la sua corrispondente, per l'aeromobile, di cui all'art. 1058 cod. nav.) nulla dispone e dunque si pone per l'interprete una questione interpretativa non soltanto teorica. Una tutela giudiziaria può essere fornita dall'esercizio di una azione di accertamento e di risarcimento del danno preceduta dalla richiesta di un provvedimento d'urgenza. Le alternative che si pongono a questa soluzione sono: a) di considerare il provvedimento che impedisce la partenza quale misura cautelare da annoverare tra quelle, previste da leggi speciali, cui l'art. 669-quaterdecies c.p.c. estende il rito cautelare uniforme, con conseguente impugnazione a mezzo di reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies; b) oppure di considerare il provvedimento quale atto della procedura esecutiva, con conseguente impugnabilità con l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c. Nell'espropriazione forzata tributariaIl d.P.R. n. 602/1973 sulla riscossione delle imposte dirette non prevede misure cautelari direttamente collegate all'espropriazione forzata. L'unica misura oggetto dell'art. 86 ha prevalente funzione afflittiva e di stimolo sul debitore ad adempiere al suo obbligo di pagamento. In questo senso essa è preliminare alla vera e propria esecuzione ed è finalizzata a prevenirla ove il contribuente inadempiente, a fronte del rischio di vedersi limitare l'utilizzo del suo veicolo, si decida a versare quanto dovuto. BibliografiaAa.Vv., Rassegna dell'esecuzione forzata, Napoli, 2024; Bartolini, La riforma dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2022; Bartolini, Il pignoramento di navi e aeromobili, in Aa.Vv., Il pignoramento nel suo aspetto pratico, diretto da De Stefano e Giordano, Milano, 2020, 325 ss.; Berlingieri, Le convenzioni internazionali di diritto marittimo e il codice della navigazione, Milano, 2009; Carbone, Celle, Lopez de Gonzalo, Il diritto marittimo. Attraverso i casi e le clausole contrattuali, Milano, 2024; Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2013, 363 ss.; Conforti, Iovane, Diritto internazionale, Milano, 2023; De Carolis, L'esecuzione forzata, Milano, 2024; Di Pirro, Commentario sistematico dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2013, 455 ss.; R.P. Huerta, Diritto marittimo, Roma, 2022;Lobietti, Sull'immunità da pignoramento e sequestro della nave pronta a partire o in corso di navigazione, in Dir. mar., 2008, 3, 783; M. Morrone, Storia del diritto marittimo, Milano, 2022; Nasini, Il principio del contraddittorio nel processo di esecuzione: compatibilità ed effetti nella procedura di espropriazione forzata di navi; Puoti, Cucchi, Simonelli, La nuova riscossione tributaria, Padova, 2012; Tedoldi, Esecuzione forzata, Milano, 2023; Vullo (Aa.Vv.), Codice dell'esecuzione forzata, Piacenza, 2012, 831 ss. |