Codice di Procedura Civile art. 677 - Esecuzione del sequestro giudiziario (1).

Giorgia Viola

Esecuzione del sequestro giudiziario (1).

[I]. Il sequestro giudiziario si esegue [669-duodecies] a norma degli articoli 605 e seguenti, in quanto applicabili, omessa la notificazione del precetto per consegna o rilascio [605 1] nonché la comunicazione di cui all'articolo 608, primo comma.

[II]. L'articolo 608, primo comma, è applicabile se il custode sia persona diversa dal detentore (2).

[III]. Il giudice, col provvedimento di autorizzazione del sequestro o successivamente, può ordinare al terzo detentore del bene sequestrato di esibirlo o di consentire l'immediata immissione in possesso del custode.

[IV]. Al terzo si applica la disposizione dell'articolo 211.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 50 l. 14 luglio 1950, n. 581.

(2) Comma così sostituito dall'art. unico l. 23 maggio 1951, n. 400.

Inquadramento

L'art. 677 c.p.c. disciplina l'esecuzione del sequestro giudiziario avente ad oggetto beni immobili, giusto rinvio alle disposizioni in materia di esecuzione per consegna o rilascio (artt. 606 e 608 c.p.c.).

In base a tali norme, rispettivamente disciplinanti il modo della consegna o del rilascio, all'attuazione del sequestro procede l'ufficiale giudiziario addetto, a norma dell'art. 106 d.P.R. n. 1229/1959, all'ufficio del tribunale in cui si trovano i beni assoggettati a sequestro su richiesta della parte che, in relazione al concreto contenuto del provvedimento autorizzativo, avrà interesse ad evitare l'efficacia del sequestro giudiziario.

L'attuazione, disciplinata dall'art. 608 c.p.c., in quanto applicabile, e dall'art. 677 c.p.c., inizia, omessa la notifica del precetto e della comunicazione dell'art. 608, comma 1 c.p.c. (tranne che nell'ipotesi in cui il custode sia persona diversa dal detentore), con il preavviso di rilascio.

L'ufficiale giudiziario è, infatti, tenuto ad inviare la comunicazione del giorno e dell'ora in cui si procederà all'accesso con almeno dieci giorni di anticipo solo nel caso in cui il custode sia persona diversa dal detentore, il quale è legittimato a far valere l'omissione della comunicazione, essendo prevista nel suo esclusivo interesse (in questo senso Cass. n. 1447/1976).

Il preavviso di rilascio è atto preliminare ed estrinseco rispetto all'esecuzione e non è – tecnicamente – un atto di esecuzione (Cass. n. 4942/1997), che si identifica invece con l'accesso dell'ufficiale giudiziario (Cass. n. 22441/2011; Cass. n. 10566/2007; Cass. n. 13005/2007).

Non sembra, invece, necessaria la preventiva notifica del provvedimento autorizzativo munito di formula esecutiva, così come si rileva dal fatto che l'art. 605 c.p.c., cui rinvia la norma contiene il richiamo all'art. 480 c.p.c. e non anche all'art. 479 c.p.c. (che prevede la notificazione del titolo in forma esecutiva e del precetto); e dall'ulteriore considerazione che l'art. 669-duodecies c.p.c., regolando in via generale l'attuazione delle misure cautelari, pur avendo espressamente fatto salve le disposizioni degli artt. 377 ss. c.p.c., ha omesso in relazione all'attivazione delle misure cautelari aventi ad oggetto obblighi di consegna, rilascio, fare o non fare, qualsiasi richiamo alle corrispondenti norme in materia di esecuzione forzata.

L'ufficiale giudiziario, dunque, non dovrà essere munito del provvedimento di sequestro con la formula esecutiva (Cass. n. 1954/1949; Cass. n. 3054/1962) e del precetto ma di copia autentica del provvedimento autorizzativo con la prova del versamento della cauzione (se imposta).

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