Decreto legislativo - 10/02/2005 - n. 30 art. 142 - Decreto di espropriazione

Vincenza Di Cristofano

Decreto di espropriazione

1. L'espropriazione viene disposta per decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro competente, di concerto con i Ministri delle attività produttive e dell'economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei ministri, se il provvedimento interessa la difesa militare del Paese o, negli altri casi, la Commissione dei ricorsi.

2. Il decreto di espropriazione nell'interesse della difesa militare del Paese, quando viene emanato prima della stampa dell'attestato di brevettazione o di registrazione, può contenere l'obbligo e stabilire la durata del segreto sull'oggetto del titolo di proprietà industriale.

3. La violazione del segreto è punita ai sensi dell'articolo 262 del codice penale.

4. Nel decreto di espropriazione è fissata l'indennità spettante al titolare del diritto di proprietà industriale, determinata sulla base del valore di mercato di esso, sentita la Commissione dei ricorsi1.

5. La tutela giurisdizionale davanti al giudice amministrativo e' disciplinata dal codice del processo amministrativo2.

Inquadramento

L'art. 142 disciplina la competenza all'emanazione del decreto di espropriazione, prevedendo che la relativa decisione venga assunta con decreto del Capo dello Stato, Su proposta Del ministro competente per materia di concerto con i ministri per le attività produttive e l'economia. La norma prevede inoltre che deve essere sentito il Consiglio dei ministri se il provvedimento interessa la difesa militare del Paese o, laddove altri siano gli interessi pubblici perseguiti, la commissione dei ricorsi.

Tali organi collegiali sono chiamati a rendere un parere obbligatorio, per quanto non vincolante.

Il fatto che i vertici della Repubblica siano chiamati a deliberare sull'espropriazione della proprietà industriale sembra confermare il carattere particolarmente levato degli interessi pubblici che devono giustificare il provvedimento ablatorio.

I precedenti della norma

L'art. 142 c.p.i. riprende con alcune modifiche le seguenti norme:

– Art. 61 l.i. (r.d. 29 giugno 39 n. 1127) secondo cui «L'espropriazione ha luogo per decreto reale, su proposta del ministro competente, di concerto con il ministro per le corporazioni e con quello per le finanze, sentito il consiglio dei ministri, se il provvedimento interessa la difesa militare del paese, o, negli altri casi, la commissione dei ricorsi. // Il decreto di espropriazione nell'interesse della difesa militare del paese, quando venga emanato prima della stampa prescritta nell'art. 38, potrà contenere l'obbligo e stabilire la durata del segreto sull'oggetto dell'invenzione. //La violazione del segreto è punita ai sensi dell'art. 262 del c.c.»;

– Art. 62 l.i. (r.d. 29 giugno 39 n. 1127) secondo cui «Nel decreto di espropriazione per pubblica utilità, è anche fissata l'indennità spettante al titolare del brevetto, sentita la commissione dei ricorsi; nei casi di espropriazione nell'interesse della difesa militare del paese, l'indennità può invece essere determinata successivamente»;

– Art. 23 l.21 febbraio 1989, n. 70 secondo cui «1. Alle topografie ed ai prodotti a semiconduttori che le incorporano si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nei seguenti artt. del r.d. 29 giugno 1939, n. 1127: a) artt. 10, 10-bis e 11. La sanzione amministrativa prevista in tale ultimo articolo viene fissata in una somma da lire un milione a lire dieci milioni; b) artt. 60, 61, 62, 63, 64 e 65»;

L'art. 142 c.p.i. abroga l'art. 62 l.i. nella parte in cui consentiva che la fissazione dell'indennità spettante al titolare del brevetto potesse essere determinata in un momento successivo al decreto di espropriazione.

Il segreto sull'oggetto del titolo di proprietà industriale

Nel caso di espropriazione per finalità militari possono essere imposte particolari condizioni di segreto. Una volta disposto tale segreto, esso è tutelato ai sensi dell'art. 262 c.p.c., ossia a titolo di rivelazione di notizie di cui sia stata vietata la divulgazione.

L'indennità

La norma in commento prevede che l'indennità deve essere già indicata nel decreto a garanzia dell'espropriando. Sul punto si registra l'innovazione rispetto al sistema previgente. In effetti nell'attuale sistema è necessaria in ogni caso (anche nel caso di espropriazione del diritto nell'interesse della difesa militare del Paese) la determinazione dell'indennità nel decreto di espropriazione a differenza del sistema previgente che, nel caso di espropriazione del diritto nell'interesse della difesa militare del Paese, prevedeva la determinazione dell'indennità come una facoltà.

Di rilevanza sostanziale è inoltre il fatto che la norma espliciti il criterio del valore di mercato come base per la determinazione dell'indennità.

In dottrina (Cogo) si è affermato come il valore di mercato finisca per coincidere con il «vantaggio competitivo» derivante dal brevetto di cui al successivo art. 194 c.p.i.

In ordine infine alla quantificazione dell'indennità è infine previsto il parere, obbligatorio ma non vincolante, della commissione dei ricorsi.

Tutela giurisdizionale amministrativa

Il codice del processo amministrativo (d.lgs. n. 104/2010) ha incorporato in sé la previgente disciplina.

Tale disciplina si contraddistingue per l'equiparazione delle regole processuali in tema di espropriazione della proprietà industriale con quelle previste per le controversie nascenti dai comuni procedimenti di espropriazione Per pubblica utilità. In particolare, è prevista così come nella precedente versione dell'art. 142, comma 5 una giurisdizione amministrativa esclusiva ossia estesa anche ai diritti soggettivi. In effetti nell'art. 133, comma 1, lett. h) viene espressamente previsto che rientrano nelle materie di giurisdizione esclusiva «le controversie aventi ad oggetto i decreti di espropriazione per causa di pubblica utilità delle invenzioni industriali». Della soggezione delle controversie in materia di espropriazione di brevetti (nella specie farmaceutica) alla giurisdizione amministrativa, d'altronde, non si è mai dubitato anche laddove si fosse trattato di provvedimenti vincolati. In tal senso il Tar Lazio n. 7856/2003 ha infatti affermato che «[...] Nell'un caso, come nell'altro, tuttavia, il brevetto è in tutto o in parte espropriabile per ragioni di pubblico interesse, secondo le regole ex artt. 60 e ss. del r.d. 1127/ 1939, oppure anche in forza di una norma ad hoc di pari forza formale. Il successivo art. 65, I c. devolve, a tal riguardo, a questo Giudice la cognizione sui provvedimenti d'espropriazione propriamente detti, ma tale regola, secondo gli ordinari criteri di riparto, attrae alla medesima giurisdizione anche gli atti comunque ablatori delle facoltà brevettuali, pur se assunti in base ad un altro procedimento, specie se questo sia previsto da tale norma ad hoc e non configuri, in capo al pubblico potere, profili di discrezionalità. Né quest'ultima vicenda è di per sé significativa, posto che la nuova conformazione delle facoltà discendenti dal brevetto e/o dal CCP non solo non è posta nell'esclusivo interesse del relativo titolare, ma soprattutto implica un effetto negativo sulla di lui sfera giuridica. Non a diversa conclusione reputa il Collegio di pervenire, sol perché, in realtà, l'art. 3, comma 8 del d.l. n. 63/2002 non è una c.d. «legge-provvedimento» espropriativa ad personam, bensì un atto-fonte primario recante erga omnes la disciplina, le modalità di godimento ed i limiti delle facoltà inerenti ai CCP ex art. 4-bis del r.d. 1127/1939 (per assicurarne la funzione sociale), in quanto l'effetto conformativo, che si concreta nel nuovo computo del periodo di protezione dei CCP, s'è attualizzato mercé la necessaria intermediazione degli impugnati decreti del Ministero intimato [...]».

Dal punto di vista processuale trova infine applicazione il rito accelerato di cui all'art. 119 c.p.a. (al cui comma 1, lett. f) infatti dispone che «i provvedimenti relativi alle procedure di occupazione e di espropriazione delle aree destinate all'esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità e i provvedimenti di espropriazione delle invenzioni adottati ai sensi del codice della proprietà industriale»). Tale rito è caratterizzato dalla dimidiazione dei termini processuali diversi da quelli di presentazione del ricorso, oltre che dalla particolare rigorosità dei presupposti richiesti per l'emanazione di provvedimenti cautelari.

Infine si evidenzia, in attuazione dell'art. 11, comma 3 2 Cost., che è stata espunta ogni limitazione alla giustiziabilità dei decreti di espropriazione per ragioni militari, quale invece prevista dall'art. 65, comma 2 l.i.

Bibliografia

Cogo, La determinazione amministrativa del corrispettivo, in Aida, 2002; Leondini, Il decreto di esproprio, in G. Sciullo (a cura di), Il testo unico in materia di espropriazione; Sorace, Espropriazione per pubblica utilità, Dig. Pubbl., VI, 91; Ubertazzi, Commentario breve alle leggi su proprietà intellettuale e concorrenza, 2019, Padova.

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