Codice di Procedura Civile art. 606 - Modo della consegna.

Rosaria Giordano

Modo della consegna.

[I]. Decorso il termine indicato nel precetto, l'ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo [474] e del precetto [605 1], si reca sul luogo in cui le cose si trovano e le ricerca a norma dell'articolo 513; quindi ne fa consegna alla parte istante o a persona da lei designata.

Inquadramento

L'ufficiale giudiziario deve ricercare i beni oggetto dell'obbligazione di consegna nelle forme e nei luoghi indicati dagli artt. 513 e ss. in tema di espropriazione mobiliare (Castoro, 698).

Tuttavia, trattandosi di esecuzione in forma specifica, opera il principio per il quale il titolo esecutivo ha efficacia anche nei confronti di soggetti non indicati nel titolo esecutivo (Cass. III, n. 10865/2012), i quali sono legittimati a proporre opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c.

L'esecuzione si conclude con la consegna della cosa mobile alla parte istante il rilascio ad opera dell'ufficiale giudiziario.

Ricerca delle cose oggetto dell'esecuzione

Notificato il titolo esecutivo ed il precetto e, trascorso il termine per l'adempimento spontaneo ivi indicato, il creditore si rivolge all'ufficiale giudiziario, anche verbalmente, al fine di ottenere dallo stesso la consegna delle cose mobili.

L'ufficiale giudiziario ricerca le cose mobili nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti, stante il richiamo da parte della norma in esame agli artt. 513 e ss. c.p.c. in tema di espropriazione mobiliare. Può anche ricercare le cose sulla persona del debitore, osservando le opportune cautele per rispettarne il decoro. Può inoltre avvalersi della forza pubblica quando è necessario aprire porte, ripostigli o recipienti, vincere la resistenza opposta dal debitore o da terzi, oppure allontanare persone che disturbano l'esecuzione del pignoramento (Castoro, 698).

Possibilità di richiedere la consegna a soggetti terzi rispetto a quelli indicati nel titolo

Giova ricordare che in tema di espropriazione forzata mobiliare, l'art. 513 c.p.c. (v. anche relativo Comm.) stabilisce che qualora le cose si trovino presso locali di terzi, ma il debitore ne possa disporre, il Presidente del tribunale o un giudice da lui delegato, su ricorso del creditore, può autorizzare con decreto l'ufficiale giudiziario a pignorarle e che, in ogni caso, l'ufficiale giudiziario possa sottoporre a pignoramento, secondo le norme della presente sezione, le cose del debitore che il terzo possessore consente di esibirgli.

Secondo una prima interpretazione, che tende ad attribuire precipua valenza a quest'ultima parte dell'art. 513 c.p.c. rispetto a quella precedente che consente all'ufficiale giudiziario di ricercare le cose mobili individuate nel titolo esecutivo ovunque si trovino, pertanto, l'ufficiale giudiziario potrebbe ricercare le cose in questione in luoghi appartenenti a terzi soltanto nell'ipotesi in cui egli possa direttamente disporne o qualora si trovino presso terzi che ne consentano la consegna (Proto Pisani, 2006, 743).

Appare tuttavia prevalente la tesi per la quale il richiamo all'art. 513 c.p.c. operato dalla norma in commento riguarderebbe esclusivamente il potere attribuito all'ufficiale giudiziario di ricercare le cose, vincendo le eventuali resistenze del debitore e dei terzi, senza tuttavia comportare alcuna limitazione circa i luoghi in cui può avvenire tale ricerca, che, pertanto, sarà consentita non solo nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti, ma dovunque il bene effettivamente si trovi.

Se la cosa oggetto dell'obbligazione di consegna si trova nella disponibilità materiale di un terzo che rifiuta di eseguire la consegna, si tratta di stabilire se la parte istante può ottenere l'esecuzione coattiva dell'obbligazione anche contro il terzo non nominato nel titolo.

Sul punto, la S.C. ha anche di recente ribadito che il titolo esecutivo che dà ingresso all'esecuzione per consegna o rilascio consente all'avente diritto di essere immesso forzatamente nel possesso del bene, anche se, al momento dell'esecuzione, questo non sia posseduto o detenuto da chi è indicato come obbligato alla consegna o al rilascio e senza che occorra notificare titolo e precetto al reale possessore o detentore, il quale si trova – pertanto – a subire l'esecuzione, pur non avendo partecipato al processo formativo del titolo (Cass. III, n. 10865/2012). In ogni caso il possessore di un bene di cui è richiesta la consegna coattiva, pur se non nominato nel titolo esecutivo, è legittimato ad opporsi all'esecuzione per far accertare l'inesistenza del diritto a procedere nei suoi confronti (perché, ad esempio, divenuto proprietario del bene: Cass. III, n. 603/1998).

È stato così superato il più risalente orientamento per il quale il terzo che si ritenga danneggiato dall'esecuzione per consegna o rilascio, sia o non sia detentore del bene, può provvedere alla tutela dei propri diritti lesi soltanto gravandosi, con opposizione di terzo in sede di cognizione, contro la sentenza posta in esecuzione, ovvero proponendo, sempre in sede ordinaria di cognizione, un'azione di accertamento (Cass. n. 339/1978).

Consegna alla parte istante

L'ufficiale giudiziario, una volta rinvenute le cose, se ne impossessa e le consegna alla parte istante o a persona da lei designata.

Delle operazioni è redatto processo verbale, nel quale sono descritte le cose e si dà atto della loro consegna al procedente o alla persona da lui designata. Dalla data del processo verbale, anche se la consegna non è materialmente avvenuta, il possesso della cosa passa al creditore. Il verbale non dovrà essere notificato all'obbligato assente, ma sarà depositato in cancelleria appena compiuto.

Casistica

L'art. 937 c.c. (norma che disciplina i diritti del proprietario di materiali impiegati su suolo altrui), non richiede, a differenza dell'art. 936 c.c., che il costruttore su suolo non proprio – e perciò terzo rispetto al proprietario degli uni e dell'altro – non sia legato da alcun rapporto con quest'ultimo, tant'è invece che il comma 3 prevede la pattuizione di un prezzo con il costruttore: pertanto il proprietario di materiali con cui un appaltatore ha eseguito una costruzione su suolo altrui, se vuole, entro sei mesi chiederne la separazione, ha l'onere di rivendicarli (art. 948 c.c.), nei confronti del proprietario del suolo, in un giudizio di cognizione – ovvero in riconvenzionale nell'opposizione alla consegna, instaurata dal proprietario del suolo – non essendo all'uopo sufficiente notificargli il titolo esecutivo per la consegna, ottenuto nei confronti del costruttore (Cass. n. 603/1998).

Se il custode è persona diversa dal detentore e l'azienda è composta da beni mobili ed immobili, l'attuazione del sequestro giudiziario è regolata dall'art. 677 c.p.c. e, pertanto, può compiersi con le formalità di cui agli artt. 605 c.p.c., per i mobili, e quelle di cui all'art. 608 c.p.c. per gli immobili. Relativamente a questi ultimi, in particolare, tenuto conto delle modifiche apportate all'art. 608 c.p.c. dal d.l. n. 35/2005, al fine di impedire l'inefficacia della misura è sufficiente, per ragioni di ordine sistematico, che il sequestrante consegni all'ufficiale giudiziario l'avviso ex art. 608, comma 1, c.p.c. entro il termine perentorio di trenta giorni dalla pronuncia, ai sensi dell'art. 675 c.p.c. (Cass. n. 22945/2019).

Bibliografia

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