Regolamento - 25/06/2019 - n. 1111 art. 37 - Rettifica del certificato

Rosaria Giordano

Rettifica del certificato

1. L'autorità giurisdizionale di uno Stato membro di origine comunicata alla Commissione conformemente all'articolo 103 rettifica il certificato su richiesta, e può rettificarlo d'ufficio, se, per un errore materiale o un'omissione, sussiste una discrepanza tra la decisione da eseguire e il certificato.

2. Alla procedura di rettifica del certificato si applica il diritto dello Stato membro di origine.

Inquadramento

L'art. 36 del Regolamento UE n. 1111/2019 prevede che l'autorità giurisdizionale o l'autorità competente dello Stato membro d'origine rilascia, su richiesta di qualsiasi parte interessata, un certificato utilizzando i modelli standard di cui all'allegato II (decisioni in materia matrimoniale), all'allegato III (decisioni in materia di responsabilità genitoriale) ovvero all'allegato IV (decisione che ordina il ritorno del minore nell'ipotesi di sottrazione internazionale) del medesimo Regolamento.

Il certificato può essere rilasciato su istanza di parte una volta che la decisione è esecutiva nello Stato membro d'origine.

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha chiarito che l'esecuzione di una decisione certificata non può essere negata nello Stato membro di esecuzione adducendo un mutamento delle circostanze, sopravvenuto dopo la sua emanazione, che deve essere dedotto dinanzi al giudice competente dello Stato membro di origine (CGUE III, n. 211/2010).

Contenuto dei certificati in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale

La disposizione in esame stabilisce che l'autorità giurisdizionale o l'autorità competente dello Stato membro d'origine rilascia, su richiesta di qualsiasi parte interessata, un certificato utilizzando i modelli standard di cui all'allegato II (decisioni in materia matrimoniale), all'allegato III (decisioni in materia di responsabilità genitoriale) ovvero all'allegato IV (decisione che ordina il ritorno del minore nell'ipotesi di sottrazione internazionale) del medesimo Regolamento.

Per quanto attiene al modello standard di certificato per le decisioni in materia matrimoniale, oltre alle indicazioni sulle parti e sul tipo di pronuncia (separazione, divorzio, annullamento del matrimonio), deve essere precisato: se si tratta di decisione resa in contumacia di una parte e, nell'ipotesi affermativa, se la domanda giudiziale o l'atto equivalente è stato notificato o comunicato al contumace; se nello Stato membro d'origine può ancora essere impugnata la pronuncia; da quando decorrono, sempre nello Stato membro d'origine, gli effetti giuridici della decisione di attenuazione o scioglimento del vincolo coniugale; l'eventuale ammissione di una o di entrambe le parti al patrocinio a spese dello Stato.

Il modello standard di certificato allegato al Regolamento in commento per le decisioni in materia di responsabilità genitoriale, oltre alle indicazioni sulle parti, sui minori coinvolti e sul titolare del diritto di affidamento in base ad una determinata decisione (che può essere anche una persona giuridica), deve essere corredato dalle seguenti indicazioni: la decisione di affidamento, con indicazione del titolare e se comporta la consegna dei minori, con eventuali indicazioni circa i dettagli a tal fine utili; la decisione sul dritto di visita, con specificazione del soggetto cui è accordato e se comporta la consegna dei minori, con eventuali indicazioni circa i dettagli a tal fine utili; rispetto a decisioni sulla responsabilità genitoriale di diverso contenuto, cosa esse hanno previsto ed in favore di quale soggetto, nonché se comporta la consegna dei minori, con eventuali indicazioni circa i dettagli a tal fine utili. Nel certificato andrà inoltre precisata l'eventuale emanazione di eventuali provvedimenti provvisori, compresi quelli cautelari, con la descrizione degli stessi. Oltre all'esecutività della pronuncia nello Stato membro di origine, con specifica indicazione delle parti connotate da tale carattere e dei soggetti nei confronti dei quali opera la relativa efficacia, il certificato dovrà poi specificare se la stessa è soggetta ad impugnazione nello stesso. È necessario che lo stesso certificato contenga inoltre le seguenti indicazioni: data della notifica della decisione esecutiva all'obbligato; nell'ipotesi di pronuncia contumaciale, se la parte non comparsa in causa abbia ricevuto la notifica dell'atto introduttivo del giudizio o di un atto equivalente; se il minore (o ciascuno dei minori, se più) è capace di discernimento, se ne è stato disposto l'ascolto nel procedimento che ha dato luogo all'emanazione della pronuncia. Infine andrà indicata l'eventuale ammissione delle parti al patrocinio a spese dello Stato.

Quanto al certificato di cui all'allegato IV, afferente le decisioni che dispongono il ritorno di un minore in altro Stato membro ai sensi della Convenzione dell'Aja del 1980 ed eventuali provvedimenti provvisori, inclusi quelli cautelari adottati ai sensi dell'art. 27, § 5, del Regolamento, che le accompagnano, lo stesso dovrà contenere le seguenti indicazioni: l'autorità che ha reso la decisione; l'identificazione dei minori; lo Stato e, se indicato nella pronuncia, il luogo (rectius, persona) dove i minori devono fare ritorno; le modalità pratiche per attuare il ritorno. Al solito dovrà poi essere indicata data della notifica della decisione esecutiva all'obbligato; nell'ipotesi di pronuncia contumaciale, se la parte non comparsa in causa abbia ricevuto la notifica dell'atto introduttivo del giudizio o di un atto equivalente; se il minore (o ciascuno dei minori, se più) è capace di discernimento, se ne è stato disposto l'ascolto nel procedimento che ha dato luogo all'emanazione della pronuncia. Infine andrà indicata l'eventuale ammissione delle parti al patrocinio a spese dello Stato.

Procedura per l'emissione del certificato

Il certificato viene rilasciato dal giudice su istanza di parte una volta che la decisione diviene esecutiva nello Stato membro d'origine, qualora al momento della pronuncia il caso rivesta già carattere transfrontaliero.

Impugnabilità

Il certificato non è suscettibile di impugnazione nello Stato membro di esecuzione bensì soltanto di rettifica in conformità alla legge dello Stato membro di origine.

Ogni forma di controllo sul titolo o sulla certificazione può essere esperita solamente presso il giudice dello Stato.

La Corte di Giustizia ha chiarito che l'esecuzione di una decisione certificata non può essere negata nello Stato membro di esecuzione adducendo un mutamento delle circostanze, sopravvenuto dopo la sua emanazione, tale per cui l'esecuzione potrebbe ledere gravemente il superiore interesse del minore, evidenziando che un mutamento del genere deve essere dedotto dinanzi al giudice competente dello Stato membro di origine, al quale dovrebbe essere presentata anche l'eventuale domanda di sospensione dell'esecuzione della sua decisione (CGUE III, n. 211/2010).

Ogni forma di controllo sul titolo o sulla certificazione può essere esperita solamente presso il giudice dello Stato membro che ha emesso il certificato (v., in sede applicativa, Trib. La Spezia, ord., 7 febbraio 2008, in Foro it. 2009, I, 935, con nota di Caponi).

È ammessa, tuttavia, la rettifica del certificato in conformità al diritto dello Stato membro nel quale il titolo si è formato: non essendo previsto a tal fine nel nostro sistema giudiziario alcuno specifico procedimento, per alcuni dovrebbe operare la normativa dettata per la correzione degli errori materiali e di calcolo delle decisioni giudiziarie da parte degli artt. 287 e ss. c.p.c. (cfr., tra gli altri, Siciliano, 39).

Il § 1 della norma in esame, tuttavia, fa salva la rettifica del certificato in conformità al diritto dello Stato membro nel quale il titolo si è formato, alla legge del quale deve pertanto a tal fine farsi riferimento.

Nel sistema processuale italiano non è prevista una disciplina specifica per la rettifica del certificato o, più in generale, dei titoli esecutivi. Secondo alcuni dovrebbe operare la normativa dettata per la correzione degli errori materiali e di calcolo delle decisioni giudiziarie da parte degli artt. 287 e ss. c.p.c. (cfr., tra gli altri, Siciliano, 39, pur con specifico riferimento al Regolamento CE n. 805/2004 che individua nell'errore materiale il presupposto per la rettifica del titolo esecutivo europeo).

Bibliografia

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