Codice di Procedura Civile art. 624 bis - Sospensione su istanza delle parti (1).

Giorgia Viola

Sospensione su istanza delle parti (1).

[I]. Il giudice dell'esecuzione, su istanza di tutti i creditori muniti di titolo esecutivo, può, sentito il debitore, sospendere il processo fino a ventiquattro mesi. L'istanza può essere proposta fino a venti giorni prima della scadenza del termine per il deposito delle offerte di acquisto o, nel caso in cui la vendita senza incanto non abbia luogo, fino a quindici giorni prima dell'incanto. Sull'istanza, il giudice provvede nei dieci giorni successivi al deposito e, se l'accoglie, dispone, nei casi di cui al secondo comma dell'articolo 490, che, nei cinque giorni successivi al deposito del provvedimento di sospensione, lo stesso sia comunicato al custode e pubblicato sul sito Internet sul quale è pubblicata la relazione di stima. La sospensione è disposta per una sola volta. L'ordinanza è revocabile in qualsiasi momento, anche su richiesta di un solo creditore e sentito comunque il debitore.

[II]. Entro dieci giorni dalla scadenza del termine la parte interessata deve presentare istanza per la fissazione dell'udienza in cui il processo deve proseguire.

[III]. Nelle espropriazioni mobiliari l'istanza per la sospensione può essere presentata non oltre la fissazione della data di asporto dei beni ovvero fino a dieci giorni prima della data della vendita se questa deve essere espletata nei luoghi in cui essi sono custoditi e, comunque, prima della effettuazione della pubblicità commerciale ove disposta. Nelle espropriazioni presso terzi l'istanza di sospensione non può più essere proposta dopo la dichiarazione del terzo (2).

(1) L'art. 2 3 lett. e) n. 42) d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificato dall'art. 1 3 lett. s) l. 28 dicembre 2005, n. 263, ha così sostituito, in sede di conversione, gli artt. 624 e 624-bis all'originario art. 624. Per la disciplina transitoria v. art. 2 3-sexies d.l. n. 35, cit., sub art. 476.

(2) Comma aggiunto dall'art. 2 3 lett. e) n. 42) d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. 14 maggio 2005, n. 80, come modificato dall'art. 18 1 lett. c) l. 24 febbraio 2006, n. 52, a far data dal 1° marzo 2006.

Inquadramento

La sospensione consensuale è stata formalmente introdotta con la l. n. 80/2005 con l'art. 624-bis c.p.c., che ha previsto la possibilità di sospendere la procedura, su richiesta di tutti i creditori muniti di titolo esecutivo, fino a ventiquattro mesi.

La sua entrata in vigore ha posto fine al dibattito – che ha impegnato in verità quasi esclusivamente la dottrina – che si domandava se fosse possibile applicare analogicamente l'art. 296 c.p.c. in sede esecutiva.

In giurisprudenza non si rinvengono precedenti di legittimità, probabilmente per la prassi molto diffusa in passato di richieste di rinvio al giudice dell'esecuzione.

La sospensione in esame costituisce il raccordo tra l'esigenza dei creditori alla conservazione delle garanzie processuali di tutela dei propri diritti di credito e l'esigenza del debitore ad una regolazione non afflittiva delle modalità di esecuzione degli obblighi che gli fanno capo, in quanto assolve la precipua funzione di portare a compiuta attuazione accordi stragiudiziali perfezionatisi tra il debitore ed i creditori.

Sulla assimilabilità dell'istanza di sospensione del processo esecutivo ex art. 41-bis, d.l. n. 124/ 2019 convertito con modificazioni nella l. n. 157/2019 alla istanza di sospensione concordata ex art. 624-bis c.p.c., di cui configura una species nel più ampio genus, Trib. di Napoli 23 gennaio 2020, in quanto «l'istanza è finalizzata alla rinegoziazione del contrato di mutuo azionato, nel contemperamento dei contrapposti interessi delle parti coinvolte (quello del debitore di salvaguardia dell'abitazione e quello del creditore al conseguimento del proprio credito)».

Soggetti legittimati a richiedere la sospensione concordata

L'istanza di sospensione deve essere presentata da tutti i creditori muniti di titolo esecutivo, in quanto costituisce un atto di impulso del processo esecutivo e, perciò, può promanare soltanto dai creditori ai quali la legge attribuisce detta facoltà.

Le norme di riferimento sono gli artt. 500,526,551,564 e 566 c.p.c., al cui commento si riporta.

Per quanto qui ci interessa, l'istanza può (e deve) essere presentata soltanto dai creditori che possono dare impulso al processo esecutivo e, dunque, dai creditori muniti di titolo esecutivo, che hanno spiegato atto di intervento tempestivo ovvero tardivo ovvero muniti di diritti di prelazione (a prescindere dalla tempestività dell'intervento).

Al riguardo, è necessario precisare quali sono le facoltà e i poteri riconosciuti agli interventori nel processo esecutivo:

Cass. n. 7296/2003 secondo cui l'intervento spiegato dal creditore munito del titolo esecutivo e garantito da ipoteca, dopo l'udienza di autorizzazione alla vendita ma prima della udienza fissata per la distribuzione del ricavato, per quanto tardivo, produce per tutto il successivo corso della procedura esecutiva gli stessi effetti dell'intervento tempestivo, ed in particolare abilita il creditore intervenuto al compimento di atti esecutivi.

Cass. n. 26088/2005 secondo cui i creditori chirografari, in possesso del titolo esecutivo, possono compiere atti di impulso del procedimento espropriativo, anche se sono intervenuti tardivamente (in questo senso anche Cass. n. 5086/1987; Cass. n. 5798/1979; Cass. n. 2105/1974).

La prevalente dottrina ha affermato che l'istanza di sospensione concordata deve essere proposta da tutti i creditori titolati, siano essi tempestivamente ovvero tardivamente intervenuti, mentre è irrilevante la volontà dei creditori il cui credito è assistito da un diritto di prelazione ma non è sorretto da un titolo esecutivo (Recchioni, Sub art. 624 c.p.c., in Codice di procedura civile commentato, a cura di Consolo, 2010; Balena, Bove, Le riforme più recenti del processo civile, 2006; Longo, La sospensione nel processo esecutivo, in L'esecuzione forzata riformata, a cura di Miccolis e Perago, 2009).

Ritiene che il creditore fondiario non abbia il potere di ottenere la sospensione della procedura esecutiva che prosegue ai sensi dell'art. 41 d.lgs. n. 395/1993 il Trib. Reggio Emilia (ord. 11 aprile 2012), in quanto «la menzionata norma speciale costituisce un privilegio processuale (in deroga all'art. 51 r.d. n. 267/1942 - legge fallimentare), ma non attribuisce al creditore fondiario la facoltà di far arrestare la liquidazione di un cespite dell'attivo del fallimento, pregiudicando l'interesse dei creditori concorsuali alla celere definizione della procedura fallimentare».

Quanto al debitore, la disposizione in esame prescrive la necessaria audizione dello stesso da parte del giudice dell'esecuzione. Non se ne richiede il consenso dell'esecutato, in quanto il parere dell'esecutato non è vincolante.

Procedimento

L'istanza di sospensione può essere proposta sia fuori udienza con il deposito di un ricorso ovvero sia verbalmente in udienza.

La sospensione può considerarsi validamente formulata solo qualora tutti i soggetti legittimati manifestino la volontà di ottenere il provvedimento.

Si è osservato che, tuttavia, la richiesta non deve essere necessariamente presentata da tutti i soggetti legittimati in contemporanea e che il consenso unanime deve essere raggiunto nel rispetto del termine indicato dall'art. 624-bis c.p.c.

Il dies a quo per la proposizione dell'istanza coincide con l'inizio dell'esecuzione, mentre quello finale è indicato:

a) nelle esecuzioni immobiliari, fino a venti giorni prima della scadenza del termine per il deposito delle offerte di acquisto o, nel caso in cui la vendita senza incanto non abbia luogo, fino a quindici giorni prima dell'incanto;

b) nelle espropriazioni mobiliari presso il debitore, non oltre la fissazione della data di asporto dei beni ovvero fino a dieci giorni prima della data della vendita se questa deve essere espletata nei luoghi in cui essi sono custoditi e, comunque, prima della effettuazione della pubblicità commerciale ove disposta;

c) nelle espropriazioni presso terzi non oltre la dichiarazione di terzo. Al riguardo, tenuto conto che gli artt. 543 e 547 c.p.c. prevedono la possibilità di rendere la dichiarazione a mezzo raccomandata, la dottrina ha ritenuto che in tal caso il dies ad quem per la proposizione dell'istanza di sospensione coincide con l'udienza in cui il creditore deposita la dichiarazione spedita dal terzo ovvero se resa in udienza con l'udienza in cui è effettivamente prestata detta dichiarazione (così Metafora, Sospensione dell'esecuzione, in Dig. civ., agg. 2007).

Dopo la scadenza di tale termine, il legislatore ha previsto la possibilità di rinviare la vendita con il consenso delle parti interessate comprese gli offerenti ai sensi dell'art. 161-bis disp. att. c.p.c.

Sulla riqualificazione dell'istanza ex art. 624-bis c.p.c. depositata fuori termine come consenso del creditore al differimento dell'asta, Trib. Napoli Nord 18 gennaio 2024, che, rilevando che «la qualificazione della istanza del creditore ex art. 624-bis c.p.c. porterebbe alla relativa declaratoria di inammissibilità e ... che può farsi applicazione dell'art. 161-bis disp. att. c.p.c., che consente il differimento della vendita «con il consenso del creditore e degli offerenti» ha rimesso l'istanza al professionista delegato, invitando lo stesso a relazionare all'esito dell'apertura delle buste contenenti le offerte.

A seguito della proposizione dell'istanza, il Giudice dell'esecuzione, verificata la regolarità della richiesta di sospensione ed ascoltato il debitore esecutato – il cui parere, però, non è vincolante – decide con ordinanza nei dieci giorni successivi al deposito.

Si tratta di un termine ordinatorio e, comunque, sarebbe difficilmente rispettabile, da un lato, perché l'obbligo di ascoltare il debitore fa sorgere un onere di comunicazione nei confronti di quest'ultimo e, dall'altro, perché se la richiesta di sospensione non proviene da tutte le parti è necessario fissare udienza di comparizione delle parti ex art. 485 c.p.c.

La procedura può essere sospesa per il termine massimo di ventiquattro mesi.

Stando al tenore della norma, si ritiene che il giudice dell'esecuzione abbia discrezionalità nel decidere sia se concedere o meno la sospensione (pur se tanto appare difficilmente immaginabile in presenza dei presupposti per la concessione), sia per la durata del periodo di sospensione.

Il deposito della istanza di sospensione concordata non produce ex se la sospensione della procedura, che deriva solo dal provvedimento di accoglimento eventualmente adottato dal Giudice dell'esecuzione nell'esercizio di un potere discrezionale (come si desume dall'utilizzo del verbo «può» contenuto nell'articolo in commento).

La sospensione è disposta per una sola volta.

Ne discende che, se l'istanza viene rigettata, i legittimati hanno facoltà di riproporla, prima dello spirare del termine finale; se, invece, l'istanza viene accolta, non è possibile fruirne per una seconda volta.

La norma nulla dice nel caso in cui il periodo di sospensione concesso dal Giudice dell'esecuzione sia inferiore a quello massimo di ventiquattro mesi. Al riguardo, una parte della dottrina ritiene che il termine possa essere prorogato fino al limite temporale di ventiquattro mesi previsto dalla norma (Capponi, Manuale di diritto dell'esecuzione civile, 2012).

Nella giurisprudenza di merito si rinvengono, invece, provvedimenti che hanno dichiarato l'inammissibilità della richiesta di proroga ovvero di una successiva istanza di sospensione quando la procedura era già stata sospesa per un periodo inferiore.

Entro cinque giorni dal deposito del provvedimento che ha concesso la sospensione, questo deve essere comunicato al custode e pubblicato sul sito Internet sul quale è pubblicata la relazione di stima.

Da ciò si ricava che le operazioni di vendita non si interrompono con il deposito dell'istanza di sospensione e, quindi: i) in assenza del relativo provvedimento possono essere depositate offerte di acquisto e ii) solo a sospensione intervenuta il professionista delegato può procedere alla restituzione delle cauzioni.

Revoca dell'ordinanza di sospensione concordata

L'ordinanza è revocabile in qualsiasi momento.

Sono legittimati a richiedere la revoca tutti i creditori che possano provocare i singoli atti del processo del quale sono parti; mentre il debitore deve essere sentito.

L'istanza per la prosecuzione non richiede formule sacramentali, essendo necessaria la sola manifestazione di volontà che l'esecuzione riprenda il suo corso.

Sulla facoltà del creditore di proporre istanza di prosecuzione anche prima della scadenza, Cass. S.U., n. 7877/2022, che ha così statuito « l'art. 624- bis [c.p.c.] stabilisce, nell'ultimo periodo del comma 1, che l'ordinanza con cui è disposta la sospensione sull'accordo delle parti «è revocabile in qualsiasi momento, anche su richiesta di un suo creditore e sentito comunque il debitore», il che, unitamente al rilievo che il successivo comma 3 della stessa disposizione fissa esclusivamente un termine ad quem per la proposizione dell'istanza volta [al]la fissazione dell'udienza per la prosecuzione, ma non un termine a quo, rende manifesto che il creditore ben può proporre istanza per la prosecuzione anche prima della scadenza, risolvendosi essa in un minus rispetto all'istanza di revoca, diretta pertanto [al]la riattivazione una volta che il termine della sospensione sia spirato».

Dopo aver ascoltato il debitore, infatti, il Giudice dell'esecuzione provvede con ordinanza, accogliendo o respingendo l'istanza.

Si ritiene che la revoca non rappresenta un «atto dovuto» del Giudice dell'esecuzione, che, comunque, potrebbe procedervi anche ex officio in virtù del generale potere di revoca e modifica riconosciutogli dall'art. 487, comma 1, c.p.c. (Soldi, Il manuale dell'esecuzione forzata, 2011; Metafora, Sospensione dell'esecuzione, cit.).

Prosecuzione della procedura

La norma in esame stabilisce che, entro dieci giorni dalla scadenza del termine, la parte interessata deve presentare istanza per la fissazione dell'udienza in cui il processo deve proseguire.

Sulla nozione di parte interessata, la richiesta può (e deve) essere presentata soltanto dai creditori che possono dare impulso al processo esecutivo e, dunque, dai creditori muniti di titolo esecutivo, che hanno spiegato atto di intervento tempestivo ovvero tardivo ovvero muniti di diritti di prelazione (a prescindere dalla tempestività dell'intervento).

Non sembra debba porsi un problema di legittimazione del debitore esecutato per carenza di interesse alla richiesta in esame.

Quanto alla natura del termine, in dottrina si discute sulla perentorietà o meno dello stesso con conseguenze di non poco conto in ordine al mancato o tardivo deposito dell'istanza di prosecuzione.

Al riguardo, la tesi maggioritaria propende per la qualificazione del termine come perentorio e fa conseguire dal mancato o tardivo deposito dell'istanza di prosecuzione l'estinzione del processo per inattività delle parti (in questo senso, Metafora, Sospensione dell'esecuzione cit. Contra, Menchini, Motto, Le opposizioni esecutive e la sospensione del processo di esecuzione, in AA.VV., Il processo civile di riforma in riforma, II, 2006, che qualificano l'inosservanza del termine una mera irregolarità, da cui non può conseguire l'estinzione del processo di cognizione).

La giurisprudenza di legittimità è orientata nel ritenere il termine in esame come perentorio, precisando che la parte interessata è tenuta al deposito della relativa istanza, nel termine di dieci giorni dalla cessazione del periodo di sospensione. Così Cass. n. 6015/2017 secondo cui «nell'ipotesi di sospensione dell'esecuzione su accordo delle parti ai sensi dell'art. 624-bis c.p.c., la parte interessata alla riassunzione del processo è tenuta soltanto al deposito, nel termine perentorio di dieci giorni dalla cessazione del periodo di sospensione, della relativa istanza, mentre il decreto di fissazione dell'udienza deve essere comunicato a cura della cancelleria».

Si tratta di un termine sottoposto alla sospensione feriale exl. n. 742/1969.

Impugnazione del provvedimento

L'art. 624-bis non si occupa esplicitamente del profilo inerente al controllo dell'ordinanza che decide sull'istanza di sospensione concordata.

Tuttavia, la discrezionalità che la norma conferisce al giudice dell'esecuzione nella concessione ovvero nel diniego della tutela invocata e nella fissazione della durata dell'effetto sospensivo, può – in linea di principio – far sorgere l'interesse all'impugnazione del provvedimento sia da parte dei creditori che dell'esecutato.

La dottrina è divisa sulla individuazione del rimedio esperibile nei confronti della suddetta ordinanza.

Alcuni, muovendo dall'esclusione della natura anche soltanto latamente cautelare della sospensione concordata, ritengono che il provvedimento in esame debba essere impugnato mediante opposizione agli atti esecutivi (Metafora, Sospensione dell'esecuzione, cit.; Soldi, Manuale dell'esecuzione forzata cit.; Scala, Note sulla nuova disciplina della sospensione del processo esecutivo in pendenza di un'opposizione esecutiva, in Dir. e giur., 2006).

Altri ne affermano l'impugnabilità ai sensi dell'art. 669-terdecies, individuando nel reclamo lo strumento più idoneo ad operare un controllo sui provvedimenti di sospensione (Petrillo, sub art. 624 c.p.c., in Commentario alle riforme del processo civile, II, a cura di Briguglio e Capponi, 2007).

Bibliografia

Balena, Bove, Le riforme più recenti del processo civile, 2006; Capponi, Manuale di diritto dell'esecuzione civile, 2012; Longo, La sospensione nel processo esecutivo, in l'esecuzione forzata riformata, a cura di Miccolis e Perago, 2009; Menchini, Motto, Le opposizioni esecutive e la sospensione del processo di esecuzione, in AA.VV., Il processo civile di riforma in riforma, II, 2006; Metafora, Sospensione dell'esecuzione, in Dig. civ. priv., agg. 2007; Petrillo, sub art. 624 c.p.c., in Commentario alle riforme del processo civile, II, a cura di Briguglio e Capponi, 2007; Recchioni, Sub art. 624 c.p.c., in Codice di procedura civile commentato, a cura di Consolo, 2010; Soldi, Il manuale dell'esecuzione forzata, 2011.

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