Codice Civile art. 2788 - Prelazione per il credito degli interessi.

Rosaria Giordano

Prelazione per il credito degli interessi.

[I]. La prelazione ha luogo anche per gli interessi dell'anno in corso alla data del pignoramento [492, 518 c.p.c.] o, in mancanza di questo [502 c.p.c.], alla data della notificazione del precetto [479 ss. c.p.c.]. La prelazione ha luogo inoltre per gli interessi successivamente maturati, nei limiti della misura legale [1284], fino alla data della vendita.

Inquadramento

La norma in esame completa le disposizioni precedenti inerenti ai beni oggetto di pegno, al fine di dettare una regola generale in relazione agli interessi sui medesimi beni, chiarendo che la prelazione ha luogo anche per gli interessi dell'anno in corso alla data del pignoramento o, in mancanza di questo, alla data della notificazione del precetto.

La prelazione ha luogo inoltre per gli interessi successivamente maturati, nei limiti della misura legale, fino alla data della vendita.

Portata della norma

In dottrina è stato posto in rilievo che la norma opera solo con riferimento alla determinazione dei «confini» della prelazione, senza incidere sulla quantificazione del credito garantito (Realmonte, 666).

Inoltre, è pacifico che il diritto di privilegio si estende agli interessi maturati dopo la scadenza dell'annualità in corso al momento del pignoramento, ma solo nella misura pari al saggio legale di cui all'art. 1284 c.c., e non al diverso saggio d'interesse eventualmente stabilito dalla legge che disciplina il singolo credito (cfr. Cass. III, n. 775/2013, pur con riferimento all'analoga disciplina dettata per l'ipoteca).

Prelazione per il credito sugli interessi in materia fallimentare

L'art. 54, comma 3, l.fall. dispone, nell'attuale formulazione, che l'estensione del diritto di prelazione agli interessi è regolata dagli articoli 2749,2788 e 2855, commi 2 e 3, del codice civile, intendendosi equiparata la dichiarazione di fallimento all'atto di pignoramento.

In precedenza, sempre in deroga al principio generale sancito dall'art. 55 l.fall., la stessa disposizione effettuava invece un rinvio diretto alla disciplina dettata dalla norma in esame.

Con riguardo a tale assetto normativo la S.C. aveva precisato che in virtù dell'equiparazione tra dichiarazione di fallimento e pignoramento, l'iscrizione di un credito per capitali al passivo concorsuale fa collocare nello stesso grado anche il credito per interessi maturato dopo il compimento dell'annata in corso alla data del pignoramento (fallimento), ma soltanto nella misura legale e fino alla data della vendita, senza che a tale principio possano derogare le norme sul credito fondiario, che non riguardano la misura degli interessi, la scadenza degli stessi, né l'estensione del diritto di prelazione ai cosiddetti fattori accessori (quali gli interessi dimora, i diritti di commissione, le provvigioni speciali e simili (v., tra le altre, Cass. I, n. 11033/1997; Cass. I, n. 5944/1981).

In sostanza, la prelazione derivante da privilegio generale si estende anche agli interessi dovuti per l'anno in corso alla data di dichiarazione di fallimento o di domanda di ammissione al concordato preventivo, nonché a quelli successivi, limitatamente alla misura legale e fino alla data della vendita. In particolare, nel risolvere il contrasto che si era formato nella giurisprudenza di legittimità, le Sezioni Unite hanno affermato il principio per il quale gli interessi prodotti dai crediti assistiti da privilegio speciale, ovvero da privilegio generale, come i crediti di lavoro, per il tempo successivo all'instaurarsi di procedura concorsuale a carico del debitore (nella specie, liquidazione coatta amministrativa), non sono garantiti dal privilegio che tutela il credito per capitale, atteso che l'art. 55, comma 1 della legge fallimentare, nel riconoscere detti interessi, fa salvo il terzo comma del precedente art. 54, il quale richiama, per l'estensione del diritto di prelazione agli interessi, solo gli artt. 2788 e 2855 c.c. sui crediti pignoratizi ed ipotecari, non anche l'art. 2749 c.c. in tema di crediti privilegiati. (Cass. S.U., n. 1670/1982, in Foro it., 1982, I, n. 4, 975, con nota di Pezzano; analogamente, in sede applicativa, nel senso che gli interessi sui crediti ipotecari o pignoratizi, per gli importi corrispondenti alla differenza fra il tasso convenzionale ed il tasso legale, non potevano trovare collocazione chirografaria per il periodo successivo alla dichiarazione di fallimento cfr. Trib. Torino 15 dicembre 1997, in Gius, 1998, 998).

È stato così precisato che gli interessi su crediti privilegiati, con privilegio generale sui mobili, decorrono anche dopo la dichiarazione di fallimento come crediti chirografari ma non fino all'effettivo pagamento disposto con il piano di riparto (parziale), bensì fino al momento (anteriore) dell'avvenuta liquidazione totale del patrimonio mobiliare del fallito, venendo meno gradualmente e proporzionalmente se tale liquidazione avvenga per fasi successive, con la conseguenza che il ritardo da parte del curatore nella presentazione del piano di riparto provvisorio, se legittima la proposizione di un'azione di responsabilità contro lo stesso, non comporta che gli interessi decorrano fino al detto effettivo pagamento (Cass. I, n. 5623/1982).

La S.C. ha precisato che, nell'ipotesi che il debitore fallisca o sia sottoposto ad altra procedura concorsuale, il terzo datore di pegno di BOT nel frattempo scaduti risponde nei confronti del creditore pignoratizio del fallito anche per gli interessi maturati, senza che siano applicabili i limiti previsti, a tutela della par condicio, dagli artt. 54 l.fall. e 2788 c.c. (Cass. I, n. 4669/1999).

Rispetto alla portata di tale previsione, la S.C. ha evidenziato, anche di recente, che, in tema di ammissione al passivo fallimentare, ai sensi del combinato disposto dell'art. 2749 c.c. e dell'art. 54, comma 3, l.fall., nel testo vigente prima della novella introdotta dal d.lgs. n. 5/2006, il credito assistito da privilegio generale continua a produrre interessi dopo la dichiarazione di fallimento e fino a quando sia stata liquidata una massa attiva sufficiente al soddisfacimento integrale del medesimo credito privilegiato.

Bibliografia

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