Gennaio 2025: natura distrattiva della restituzione di versamenti ai soci, responsabilità dell’amministratore dimissionario e del socio di s.n.c. receduto
La Redazione
10 Febbraio 2025
Nel primo mese del 2025 la Cassazione ha affrontato questioni relative: alla disciplina dei versamenti dei soci alla società, declinata in un caso nei rapporti tra postergazione dei crediti e compensazione con debiti verso la società fallita e nell'altro nei rapporti tra restituzione dei versamenti ai soci e bancarotta; alla responsabilità penale degli amministratori, di fatto e dimissionari, all'imputazione del reddito realizzato da una società di persone in conseguenza dell'attività delittuosa di taluni soci.
Postergazione dei crediti dei soci e compensazione con i debiti verso la società fallita: c'è incompatibilità
Cass. Civ. – Sez. I – 27 gennaio 2025, n. 1865
Il rapporto tra l'istituto della postergazione dei crediti da rimborso dei finanziamenti dei soci, regolato dall'art. 2467 c.c., e quello della compensazione in sede fallimentare di cui all'art. 56 L.Fall. si pone in termini di ontologica incompatibilità, nel senso che il creditore postergato non può compensare nella predetta sede i crediti di cui al menzionato art. 2467 c.c. con gli eventuali debiti verso il fallito, dovendosi ritenere inderogabile la finalità di protezione dei creditori sociali anche rispetto alle ragioni poste a fondamento della possibilità per il creditore in bonis di compensare il proprio diritto con quello del debitore assoggettato alla procedura concorsuale.
Ancora sui rapporti tra restituzione di versamenti ai soci e bancarotta
Cass. Pen. – Sez. V – (16 ottobre 2024) 16 gennaio 2025, n. 1923
Assume natura distrattiva la restituzione ai soci di somme di denaro che erano state da loro versate quando la società si trovava in un periodo di grave squilibrio finanziario della società, tale da fare ragionevolmente assumere a tale immissione di denaro la sostanziale natura di conferimento. In assenza di tale requisito, il finanziamento del socio avente carattere di mutuo ex art. 1813 c.c., dà luogo al diritto alla restituzione nei termini convenuti. Con l'effetto che il rimborso avvenuto prima della liquidazione e in violazione della par condicio creditorum, può dar luogo alla meno grave fattispecie di bancarotta preferenziale, volta a sanzionare anche prelievi o rimborsi che siano effettuati in epoca di difficoltà della società.
Sulla (esenzione da) responsabilità penale dell'amministratore dimissionario
Cass. Pen. – Sez. V – (6 novembre 2024) 8 gennaio 2025, n. 631
L'amministratore dimissionario non può essere ritenuto responsabile della gestione successiva alle sue dimissioni, anche nel caso in cui la cessazione dalla carica di amministratore non sia stata trascritta. Tale principio conosce un'eccezione nel caso di prorogatio: quando, cioè, l'amministratore dimissionario abbia continuato ad esercitare di fatto un potere gestorio all'interno dell'organizzazione societaria, anche spendendo la qualifica formale senza ricoprirla.
Non basta la tenuta della contabilità per qualificare un soggetto come amministratore di fatto
Cass. Pen. – Sez. III – (19 novembre 2024) 8 gennaio 2025, n. 526
in tema di reati tributari, ai fini della attribuzione ad un soggetto della qualifica di amministratore "di fatto" non occorre l'esercizio di "tutti" i poteri tipici dell'organo di gestione, ma è necessaria una significativa e continua attività gestoria, svolta cioè in modo non episodico od occasionale: non è sufficiente, a tali fini, la tenuta della contabilità della società.
Imputabile a tutti i soci il maggior reddito derivante da attività delittuose
Cass. Civ. – Sez. Trib. – 8 gennaio 2025, n. 334
La sussistenza dei presupposti dell'obbligo di denuncia penale nei confronti degli organi societari di una società in accomandita semplice determina il raddoppio dei termini per l'accertamento, previsto dall'art. 43, comma 3, d.P.R. n. 600/1973, vigente ratione temporis, anche del reddito imputato "per trasparenza" ai soci accomandanti.
Il reddito realizzato da una società di persone in conseguenza dell'attività delittuosa di taluni soci va imputato a tutti i soci, in proporzione alla relativa quota, non rilevando che taluni di essi non abbiano concorso nel reato.
Il socio di s.n.c. risponde delle obbligazioni sociali, anche verso il Fisco, fino a che sia data pubblicità del recesso
Cass. Civ. -Sez. Trib. – 8 gennaio 2025, n. 326
Il socio di una s.n.c. che abbia perduto tale qualità risponde nei confronti di tutti i terzi – e dunque anche dell'Amministrazione finanziaria - delle obbligazioni sociali sorte fino al momento in cui la cessione sia stata iscritta nel registro delle imprese o fino al momento (anteriore) in cui il terzo sia venuto a conoscenza della cessione, secondo le regole generali di cui agli artt. 2207,2290 e 2300 c.c.
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Sommario
Postergazione dei crediti dei soci e compensazione con i debiti verso la società fallita: c'è incompatibilità
Sulla (esenzione da) responsabilità penale dell'amministratore dimissionario
Non basta la tenuta della contabilità per qualificare un soggetto come amministratore di fatto
Imputabile a tutti i soci il maggior reddito derivante da attività delittuose
Il socio di s.n.c. risponde delle obbligazioni sociali, anche verso il Fisco, fino a che sia data pubblicità del recesso