Atto di citazione per usucapioneInquadramentoLa formula in esame ha ad oggetto la domanda di accertamento dell'acquisto della proprietà di un bene per usucapione ai sensi dell'art. 1158 c.c. La proposizione di tale domanda deve essere preceduta dal tentativo obbligatorio di mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010. L'azione deve essere esperita nei confronti di tutti i proprietari del bene verso i quali vuole farsi valere l'acquisto a titolo originario del diritto per effetto del possesso continuato per un determinato periodo di tempo (di regola, determinato in venti anni dall'art. 1158 c.c.) accompagnato dall'animus rem sibi habendi. Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002, da determinarsi secondo i criteri dettati dall'art. 15 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] ATTO DI CITAZIONE [2] Per il Sig. [3] ..., nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/ piazza ... n. ... (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5], elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [6] ..., C.F. [7] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[8]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -attore- CONTRO Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/p.za ... n. ..., -convenuto- PREMESSO CHE IN FATTO [9] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - I FATTI) a) Il Sig. ... possiede ed utilizza, in modo continuato, pacifico e manifesto, da oltre vent'anni, alcuni terreni siti nel Comune di ..., costituiti da una superficie totale di ... mq, catastalmente censiti al foglio di mappa n. ..., e costituiti dalle particelle n. ... (mq ... ), n. ... (mq ... ) e n. ... (mq ... ) [10] (doc. 1); b) i terreni suindicati posseduti da sempre dall'odierno attore, risultano formalmente intestati al Sig. ..., come dimostrano le visure catastali allegate (doc. 2); c) il Sig. ... in realtà si è sempre disinteressato dei terreni a lui intestati, non avendoli mai utilizzati e/o gestiti in alcun modo e non avendo, tra l'altro, mai contestato l'utilizzo fattone dall'odierno ricorrente; d) per converso, il Sig. ... ha sempre utilizzato l'area in questione in via esclusiva, uti dominus; e) inoltre, l'odierno ricorrente ha provveduto personalmente alla realizzazione di una recinzione delimitante i confini dei suddetti terrene ed ha sempre provveduto ad eseguire, periodicamente, sul suindicato compendio immobiliare i lavori di manutenzione (potatura alberi, aratura del terreno, ecc. ... ), apportando altresì delle migliorie e sostenendo direttamente tutte le spese necessarie; f) sulla particella n. ..., peraltro, l'istante ha realizzato nel ... la propria abitazione, con conseguente allaccio di tutte le utenze resesi necessarie come dimostrato dalle fatture e ricevute di pagamento allegate (doc. 3); g) essendo stato l'unico ed effettivo possessore degli immobili per cui è causa il Sig. ... ha beneficiato di tutti i frutti dagli stessi prodotti, senza doverne in alcun modo rispondere al Sig. ... o ad altre persone dallo stesso incaricate; h) dunque, nella fattispecie sono maturati tutti i presupposti previsti dall'art. 1158 c.c. per l'acquisto della proprietà da parte del Sig. ... dei terreni siti nel Comune di ..., costituiti da una superficie totale di ... mq, catastalmente censiti al foglio di mappa n. ..., e costituiti dalle particelle n. ... (mq ... ), n. ... (mq ... ) e n. ... (mq ... ), avendoli posseduti in modo continuato, pacifico, e manifesto per oltre vent'anni; per queste ragioni il Sig. ... intende agire per l'accertamento della proprietà degli immobili suindicati; a tal fine ha esperito il tentativo obbligatorio di mediazione [11] nei confronti del Sig. ... con esito negativo (doc. 4). IN DIRITTO [12] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA) A. ...; B. ...; C. .... Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come rappresentato, difeso e domiciliato, CITA Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/ piazza ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [13] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [14] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'articolo 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 [15] c.p.c. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia[16], per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI [17] Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti: – Accertare e dichiarare che il Sig. ... ha acquistato ex art. 1158 c.c., in virtù del possesso continuato, manifesto, pacifico ed esclusivo la proprietà dei terreni siti nel Comune di ..., costituiti da una superficie totale di ... mq, catastalmente censiti al foglio di mappa n. ..., e costituiti dalle particelle n. ... (mq ... ), n. ... (mq ... ) e n. ... (mq ... ) e di tutti i beni immobili che insistono sulle suddette aree; – Con vittoria di spese [18]. *** In via istruttoria [19] Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie: 1. ...; 2. ...; 3. ...; 4. ...; 5. ...; 6. ... [20]. Si chiede altresì di essere ammessi alla prova per interrogatorio formale del convenuto e, all'esito, alla prova testimoniale sulle circostanze indicate nelle premesse in fatto, emendati, per i testi, da qualsiasi valutazione giuridica e/o discorsiva e preceduti dalla rituale formula “vero che”, nonché prova contraria sui capitoli di controparte che eventualmente verranno ammessi. Si indicano i seguenti testimoni: Sig.ra ..., residente in ..., alla via ..., n. ...; Sig. ..., residente in ..., alla via ..., n. .... *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [21] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [22] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] 1. Ai sensi dell'art. 21 c.p.c. la competenza per territorio appartiene al Tribunale del luogo dove si trova il bene. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 3. L'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti). 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. Se è parte una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, l'atto di citazione deve contenere, ai sensi dell'art. 163 c.p.c., l'indicazione dell'organo o dell'ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio (Cass. III, n. 6521/2004). 6. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 7. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 8. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis d.l. n. 179/2012) si può indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 9. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 c.p.c. l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione dei fatti in modo chiaro e specifico ... costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 10. L'immobile deve essere compiutamente identificato. 11. In materia di diritti reali l'esperimento del procedimento di mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Pertanto, in uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c., nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento. 12. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico [ ... ] degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 13. L'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) dispone che tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più di novanta. 14. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo comma è stato sostituito ad opera dell'art. 3, comma 12 d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione». 15. Nella comparsa di costituzione e risposta il convenuto deve a pena di decadenza proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, deve sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e deve altresì formulare la chiamata in causa di terzi. Il convenuto deve proporre tutte le sue difese in modo chiaro e specifico. 16. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius. 17. Altro requisito dell'edictio actionis è racchiuso nell'art. 163, comma 3, n. 3 il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato). 18. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro allegatorio già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5, c.p.c. (Cass. n. 3363/2019). 19. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese da lei anticipate ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa. 20. Le deduzioni istruttorie pur previste nell'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità. Del resto, la prevista facoltà della parte di indicare i mezzi di prova ed effettuare le produzioni documentali nei termini di cui alle nuove memorie integrative di cui all'art. 171-ter c.p.c. non trova ostacolo nella circostanza che la parte non abbia formulato istanze istruttorie nell'atto introduttivo. 21. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g)»; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 22. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'articolo 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». COMMENTOL'usucapione è un modo di acquisto a titolo originario del diritto di proprietà e degli altri diritti reali che si verifica per cause opposte alla prescrizione; infatti, mentre nella prescrizione il diritto si perde a causa del trascorrere del tempo, accompagnata dall'inerzia del titolare del diritto, nell'usucapione il diritto si acquista per il trascorrere del tempo accompagnato da una attività svolta da un soggetto su un bene su cui grava un diritto reale altrui; questa attività è il possesso, accompagnato dall'animus rem sibi habendi. Le cause che producono la prescrizione e l'usucapione sono quindi diverse, se non proprio opposte, ma simili sono le esigenze che soddisfano i due istituti perché in entrambi i casi è necessario garantire la certezza delle situazioni giuridiche; la prescrizione serve a garantirle nel caso di lunga inerzia del titolare del diritto, l'usucapione, all'opposto, serve a renderle stabili riconoscendo che una situazione di fatto protratta per un lungo tempo e in assenza di contestazioni da parte del titolare del diritto, può portare all'acquisto del diritto a favore di chi la esercitava, cioè a favore del possessore. Il possesso ad usucapionem: deve essere stato conseguito senza violenza o clandestinità (art. 1163 c.c.); si verifica nel momento in cui la violenza o clandestinità è cessata; deve protrarsi per i periodi stabili dalla legge; deve essere continuo e ininterrotto. Per possesso continuo si intende la permanente manifestazione della propria signoria sulla cosa. Il possesso deve poi essere ininterrotto; in altre parole non devono accadere fatti che siano idonei a interrompere il possesso (cfr. artt. 1165 e 1167 c.c.). Per quanto riguarda il tempo necessario per l'usucapione questo è diverso a seconda del bene da usucapire: i) per i beni immobili e universalità di mobili il possesso deve protrarsi per venti anni (artt. 1158 e 1160 c.c.); ii) per i beni mobili posseduti senza titolo astrattamente idoneo all'acquisto del diritto il possesso deve protrarsi per dieci anni, se acquistato in buona fede, venti anni, se acquistato in mala fede (1161 c.c.); iii) per i beni mobili posseduti con titolo astrattamente idoneo all'acquisto del diritto e in buona fede l'acquisto è immediato ex art. 1153 c.c.; iv) per i beni mobili registrati se l'acquisto è avvenuto in buona fede e in base a un titolo astrattamente idoneo, l'usucapione si verifica dopo tre anni dalla trascrizione del titolo, dieci anni, mancando questi elementi (art. 1162 c.c.). Un caso particolare riguarda l'usucapione abbreviata prevista dall'art. 1159 c.c. (il possesso deve essere iniziato in buona fede; deve sussistere un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà, o altro diritto reale di godimento; trascrizione del titolo). In questo caso l'usucapione si realizza su beni immobili, ma invece di essere ventennale, è decennale. La Suprema Corte ha, quindi, più volte chiarito che l'acquisto della proprietà per usucapione ha per fondamento una situazione di fatto caratterizzata dal mancato esercizio del diritto da parte del proprietario e dalla prolungata signoria di fatto sulla cosa da parte di chi si sostituisce a lui nell'utilizzazione di essa (Cass. II, n. 4807/1992; cfr. anche Cass. II, n. 25922/2005). La pienezza e l'esclusività di questo potere che soddisfano il requisito dell'univocità del possesso e lo rendono idoneo a determinare il compiersi della prescrizione acquisitiva vanno dal giudice di merito apprezzate e valutate non in astratto ma con riferimento alla specifica natura del bene, alla sua destinazione economica e produttiva, alle utilità che esso secondo un criterio di normalità è capace di procurare al proprietario ed il cui conseguimento costituisce secondo un analogo criterio il precipuo contenuto delle sue facoltà di godimento. La giurisprudenza di legittimità ha inoltre chiarito che, affinché si abbia possesso ad usucapionem è necessaria la sussistenza di un comportamento continuo e non interrotto che dimostri inequivocabilmente l'intenzione di esercitare un potere sulla cosa, corrispondente a quello del proprietario o del titolare di un ius in re aliena. All'uopo è necessario che quella signoria permanga per tutto il tempo indispensabile per usucapire, senza interruzione, sia per quanto riguarda l'animus che il corpus (Cass. II, n. 1300/1980). Pertanto, il possesso utile per l'usucapione ordinaria della proprietà, consta di un elemento materiale costituito dall'esercizio, riguardo al bene dei poteri attribuiti da tale diritto e di un elemento psicologico costituito dalla volontà del possessore di comportarsi come proprietario del bene, la cui sussistenza non è esclusa dalla consapevolezza che egli sappia di non essere il proprietario, atteso che l'ignoranza di ledere l'altrui diritto è richiesta solo per la configurabilità del possesso di buona fede (Cass. II, n. 1172/1980). La materia dell'usucapione rientra nei diritti reali e pertanto nelle materie in cui è previsto l'esperimento del procedimento obbligatorio di mediazione. Con il d.lgs. n. 28/2010 si è data attuazione, in ambito nazionale, alla delega legislativa di cui all'art. 60 l. n. 69/2009 in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali e, in ambito comunitario, alla direttiva n. 2008/52/CE. Su tale normativa ha inciso la sent. della Corte cost. n. 272/2012, che ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale per eccesso di delega; di recente, tuttavia, con il d.l. n. 69/2013 conv. in l. n. 98/2013 è stata reintrodotta la mediazione obbligatoria. La mediazione è l'attività svolta da un terzo imparziale finalizzata ad assistere due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole. Chiunque può accedere alla mediazione per la conciliazione di una controversia civile e commerciale purché si tratti di diritti disponibili (c.d. mediazione facoltativa). L'esperimento del procedimento di mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale (c.d. mediazione obbligatoria) in relazione alle controversie in materia di: in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, associazione in partecipazione, consorzio, franchising, opera, rete, somministrazione, società di persone e subfornitura. Lo svolgimento della mediazione non preclude in ogni caso la concessione dei provvedimenti urgenti e cautelari, né la trascrizione della domanda giudiziale. Il procedimento di mediazione non costituisce condizione di procedibilità della domanda: nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione, fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione, secondo quanto previsto dall'art. 5-bis; nei procedimenti per convalida di licenza o sfratto, fino al mutamento del rito di cui all'art. 667 del codice di procedura civile; nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite, di cui all'art. 696-bis del codice di procedura civile; nei procedimenti possessori, fino alla pronuncia dei provvedimenti di cui all'art. 703, comma 3, del codice di procedura civile; nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti in camera di consiglio; nell'azione civile esercitata nel processo penale; nell'azione inibitoria di cui all'art. 37 del codice del consumo, di cui al d.lgs. n. 206/2005. L'improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Se il giudice rileva che la mediazione è già iniziata ma non si è conclusa, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di tre mesi. Allo stesso modo provvede quando la mediazione non è stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di 15 giorni per la presentazione della domanda di mediazione. Non si tratta, quindi, di una sospensione del giudizio ma del differimento dell'udienza stabilito per consentire l'espletamento dell'attività conciliativa omessa. La novella ha introdotto nel d.lgs. n. 28/2010 l'art. 5-quater secondo cui «Il giudice, anche in sede di giudizio di appello, fino al momento della precisazione delle conclusioni, valutata la natura della causa, lo stato dell'istruzione, il comportamento delle parti e ogni altra circostanza, può disporre, con ordinanza motivata, l'esperimento di un procedimento di mediazione. Con la stessa ordinanza fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di cui all'articolo 6». In tal caso, prosegue il comma 2 dell'art. 5-quater «La mediazione demandata dal giudice è condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Si applica l'art. 5, commi 4, 5 e 6». Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia al commento della formula “Atto di citazione”. |