Azione di rivendicaInquadramentoLa formula in esame è modellata sull'azione di rivendicazione di cui all'art. 948 c.c., mediante la quale il proprietario fa valere il suo diritto di proprietà per essere reintegrato nell'esercizio dei propri diritti sul bene da altri illegittimamente posseduto o detenuto. Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002, valore che deve essere determinato in ragione di quello del bene oggetto dell'azione. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] ATTO DI CITAZIONE [2] Per il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/ piazza ... n. ... (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5] elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'avvocato [6] ..., C.F. [7] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[8]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -attore- CONTRO Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ... -convenuta- NONCHÉ CONTRO Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ...; -altra convenuta- PREMESSO CHE IN FATTO [9] 1. In data ..., con contratto definitivo di compravendita per atto Notaio ... di ... rep. ... racc. ... (doc. 1; trascritto nei registri immobiliari in data ..., C.F.r.), il Sig. ... [10] acquistava dalla Sig.ra ... [11] un appartamento sito al quarto piano della palazzina ..., interno ..., del fabbricato sito in ..., viale ... n. ... (censito nel Catasto dei Fabbricati del Comune di ... al foglio ..., particella ..., subalterno ..., zona censuaria ..., categoria ..., classe ..., consistente in ... vani catastali) ed un box auto sito al piano seminterrato della palazzina ..., distinto con il numero ... (censito nel Catasto dei Fabbricati del Comune di ... al foglio ..., particella ..., subalterno ..., zona censuaria ..., categoria ..., classe ..., della superficie di mq ... circa). 2. Dell'immobile acquistato fanno parte anche (cfr. contratto preliminare, doc. 2) le coperture (tettoie) dei terrazzi, realizzate (dalla Sig.ra ... e successivamente oggetto di regolare condono edilizio, doc. 3) in muratura e vetro-cemento. 3. Cionondimeno le proprietarie (Sigg.re ... e ... ) dell'appartamento sovrastante provvedevano a realizzare, sulle tettoie de quibus, delle opere abusive ... in tal modo occupando senza alcun titolo una parte del bene ora di proprietà del Sig. .... 4. Il Sig. ... contattava le Sigg.re ... e ... per le vie brevi onde addivenire ad una soluzione bonaria della questione ma, a fronte del loro netto rifiuto di collaborare e quindi rimuovere le opere abusive e rilasciare la porzione di immobile illegittimamente occupata, in data ..., il difensore del Sig. ... inviava una lettera raccomandata a/r (doc. 4) con cui chiedeva loro di rilasciare e liberare immediatamente la parte superiore delle coperture in vetro-cemento e muratura presenti sulla terrazza dell'attico di sua proprietà. Nessun riscontro positivo proveniva dalle Sigg.re ... e ..., di talché l'instaurazione del presente procedimento si rendeva ineluttabile. 5. Per tale motivo l'attore invitava le odierne convenute ad esperire il tentativo obbligatorio di mediazione [12], con esito negativo (doc. 5). IN DIRITTO [13] (ESPORRE LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA) a) ...; b) ...; c) .... Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, CITA la Sig.ra ..., C.F. ..., residente in ..., via/ piazza ... n. ... e la Sig.ra ... C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [14] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [15] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'articolo 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c.[16]. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia [17], per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI [18] Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti: – accertare la proprietà dell'immobile in oggetto (ivi incluse le coperture/tettoie dei terrazzi, realizzate, dalla precedente proprietaria, in muratura e vetro-cemento) in capo all'odierno attore, – accertare che le odierne convenute hanno occupato illegittimamente, realizzando altresì delle opere in costruzione, la parte superiore delle suddette coperture in muratura e vetro-cemento presenti sul terrazzo dell'attico di proprietà dell'attore, e, per l'effetto, – ordinare, ai sensi dell'art. 948 c.c., alle odierne convenute l'immediato rilascio della porzione di immobile di proprietà dell'odierno attore. – Con vittoria di spese [19]. *** In via istruttoria [20] Con espressa riserva di depositare ogni ulteriore documento giustificativo in corso di causa, di articolare prove ed indicare testi che potranno essere sentiti anche a prova contraria a quella cui eventualmente dovesse essere ammessa controparte nonché in considerazione del contegno processuale avverso, si chiede ammettersi sin d'ora interrogatorio formale delle odierne convenute sui fatti e le circostanze di cui ai capitoli 3, 4 e 5 delle premesse in fatto, da intendersi qui integralmente trascritti in forma interrogativa e preceduti dalla locuzione “Vero che” ed eventualmente epurati delle espressioni che contengono giudizi e/o valutazioni e, all'esito, prova testimoniale sui medesimi fatti e circostanze, con riserva di indicare i testi. Si deposita copia dei seguenti documenti: 1. ...; 2. ...; 3. ...; 4. ...; 5. ...; 6. ... [21]. *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [22] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [23] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] 1. La competenza è, ai sensi dell'art. 21 c.p.c., quella del Tribunale dove è situato il bene oggetto dell'azione di rivendica. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. Ad ogni modo, l'atto di citazione non dovrebbe superare gli 80.000 caratteri. 3. L'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti). 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. Se è parte una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, l'atto di citazione deve contenere, ai sensi dell'art. 163 c.p.c., l'indicazione dell'organo o dell'ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio (Cass. III, n. 6521/2004). 6. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014. 7. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 8. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis d.l. n. 179/2012) si può indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 9. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione dei fatti in modo chiaro e specifico [ ... ] costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 10. La legittimazione all'azione spetta al proprietario (o, rectius, a colui il quale deduca di essere tale). 11. L'azione è esperibile contro chiunque possieda o detenga il bene in un determinato momento ed il giudizio può proseguire anche se il convenuto, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa. 12. In materia di diritti reali l'esperimento del procedimento di mediazione ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Pertanto, in uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c., nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento. 13. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico ... degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 14. In virtù dell'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta. 15. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo co. è stato sostituito ad opera dell'art. 3, comma 12 d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione». 16. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3, c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius. 17. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3, c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius. 18. Altro requisito dell'edictio actionis è racchiuso nell'art. 163, comma 3, n. 3 il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato). 19. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese da lei anticipate ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa. 20. Le deduzioni istruttorie pur previste nell'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità, stante la possibilità di proporre le stesse anche in via diretta nella seconda memoria ex art. 171-ter e in forma contraria nella terza memoria di cui alla medesima disposizione. 21. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. (Cass. n. 3363/2019). 22. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2 d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g)»; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 23. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18.bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». COMMENTOL'azione di rivendicazione ha una finalità restitutoria: in particolare, mediante la stessa, il proprietario, che non è nel possesso della cosa, chiede, previo accertamento della titolarità del proprio diritto, la condanna alla restituzione del bene. L'azione ha natura reale, si rivolge cioè non esclusivamente nei confronti della persona che per prima si è impossessata del bene, ma contro chiunque ne ha attualmente la disponibilità di fatto ed è in grado di restituirlo. Il convenuto che, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio, di avere la disponibilità di fatto della cosa, è obbligato a recuperarla o a corrispondergliene il valore, oltre a risarcirgli il danno. Il proprietario può agire anche contro il nuovo possessore o detentore e conseguire da quest'ultimo la restituzione della cosa. Secondo i principi generali operanti in materia di onere della prova, chi agisce in rivendicazione deve fornire la dimostrazione del suo diritto di proprietà (Cass. II, n. 1210/2017) anche se il convenuto si astenga dal vantare un titolo che lo legittima a possedere o a detenere. La prova può presentare aspetti di particolare difficoltà (probatio diabolica), soprattutto quando si tratti di beni immobili, poiché, si deve dare la prova anche dell'acquisto legittimo dei vari danti causa dell'attore, immediati e mediati, sino a risalire a un acquisto a titolo originario dal quale ha avuto origine la catena dei trasferimenti. Nell'assolvimento di questo onore probatorio, l'attore in rivendicazione si può giovare dell'istituto dell'usucapione, che può essere costruito avvalendosi della successione nel possesso (o dell'accessione nel possesso, se la successione è a titolo particolare), che consente di sommare la durata del proprio possesso a quella dei danti causa (cfr. art. 1146 c.c.). Per i beni mobili ai fini della ricerca dell'acquisto a titolo originario soccorre la regola possesso vale titolo di cui all'art. 1153 c.c. Nell'azione di rivendicazione il rigore della prova della proprietà è attenuato se il convenuto riconosca che il bene rivendicato apparteneva un tempo ad una determinata persona, essendo sufficiente in tal caso che il rivendicante dimostri, mediante gli occorrenti atti d'acquisto, il passaggio della proprietà da quella determinata persona fino a lui (cfr. Cass. II, n. 25793/2016, la quale ha precisato che, al fine di tale dimostrazione, non è necessaria, né sufficiente, la prova della continuità delle risultanze catastali ed ipotecarie, trattandosi di forme di pubblicità prive di effetti costitutivi sulla titolarità del diritto dominicale). Sempre in tema di onere probatorio, è inoltre consolidato il principio per il quale, ove il convenuto spieghi una domanda ovvero un'eccezione riconvenzionale, invocando un possesso ad usucapionem iniziato successivamente al perfezionarsi dell'acquisto ad opera dell'attore in rivendica (o del suo dante causa), l'onere probatorio gravante su quest'ultimo si riduce alla prova del suo titolo d'acquisto, nonché della mancanza di un successivo titolo di acquisto per usucapione da parte del convenuto, attenendo il thema disputandum all'appartenenza attuale del bene al convenuto in forza dell'invocata usucapione e non già all'acquisto del bene medesimo da parte dell'attore (v., di recente, Cass. II, n. 8215/2016). L'azione di rivendicazione è imperscrittibile, anche se all'inerzia prolungata del proprietario fa riscontro il possesso del non proprietario per il tempo necessario ad usucapire, questi alla fine ne acquista la proprietà a titolo originario e l'azione di rivendicazione promossa non potrà avere nessun seguito. Se il proprietario ha interesse alla esclusiva restituzione o alla consegna della cosa che si trova in mano di altri, potrà esercitare, anziché l'azione di rivendicazione, l'azione personale ex contractu nei confronti del soggetto parte del rapporto contrattuale (del conduttore, del comodatario) e basterà dare la prova del contratto. Le Sezioni Unite sono intervenute per chiarire alcuni aspetti controversi delle differenze tra azione di rivendicazione e azione di restituzione (cfr. Cass. S.U., n. 7305/2014). In particolare, le Sezioni Unite hanno affermato che, in tema di difesa della proprietà, l'azione di rivendicazione si differenzia dall'azione di restituzione, che può essere esperita da chi consegna un bene ad un terzo in base ad un titolo a carattere obbligatorio, personale e prescrittibile. Pur tendendo al medesimo risultato pratico del recupero della materiale disponibilità del bene, le due azioni hanno natura e presupposti diversi: i) con la prima, di carattere reale, l'attore assume di essere proprietario del bene e, non essendone in possesso, agisce contro chiunque di fatto ne disponga onde consentirne nuovamente il possesso, previo riconoscimento del suo diritto di proprietà; ii) con la seconda, di natura personale, l'attore non mira a ottenere il riconoscimento di tale diritto, del quale non deve, pertanto, fornire la prova, ma solo a ottenere la riconsegna del bene stesso, e può limitarsi alla dimostrazione dell'avvenuta consegna in base ad un titolo e del successivo venir meno di questo per qualsiasi causa, o ad allegare l'insussistenza ab origine di qualsiasi titolo. L'azione di rivendica ha natura reale e, pertanto, deve essere preceduta dal tentativo obbligatorio di mediazione. L'improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Se il giudice rileva che la mediazione è già iniziata ma non si è conclusa, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di tre mesi. Allo stesso modo provvede quando la mediazione non è stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di 15 giorni per la presentazione della domanda di mediazione. Non si tratta, quindi, di una sospensione del giudizio ma del differimento dell'udienza stabilito per consentire l'espletamento dell'attività conciliativa omessa. Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia al commento della formula “Atto di citazione”. |