Azione volta alla risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta

Rosaria Giordano

Inquadramento

La formula in esame è modellata sull'azione di risoluzione del contratto. La risoluzione del contratto (artt. 1453 e ss. c.c.) è un istituto che si riferisce a una disfunzione del rapporto contrattuale (sorto validamente) sopravvenuta e causata o da un comportamento delle parti oppure da eventi non imputabili o non prevedibili. La fattispecie presa in considerazione nella formula è la risoluzione per impossibilità sopravvenuta.

Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002, valore da determinarsi tenendo conto di quello dell'obbligazione inadempiuta dedotta in giudizio nonché dell'eventuale domanda correlata di risarcimento dei danni.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE [2]

Per il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/ piazza ... n. ... elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [5] ..., C.F. [6] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[7]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ...

-attore-

CONTRO

La Società ..., C.F. e/o P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ...;

-convenuta-

PREMESSO CHE

IN FATTO [8]

(ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - I FATTI)

– in data ..., con prenotazione avvenuta a mezzo fax, il Sig. ... acquistava un soggiorno alberghiero per due adulti presso la struttura “Hotel. ... ” sita in ..., di proprietà della Società ..., per il periodo dal ... al ... (doc. ... );

– nella stessa data la Direzione dell'Hotel confermava, a mezzo fax, l'avvenuta prenotazione fissando il prezzo complessivo del soggiorno in ... Euro (doc. ... );

– in data ... l'istante provvedeva ad effettuare bonifico bancario di ... Euro quale anticipo del soggiorno, in favore della Società ... (doc. ... );

– successivamente alla stipula del contratto, in data ..., la moglie dell'attore scopriva di essere in attesa di un figlio, che la gravidanza era a rischio e che doveva rimanere in assoluto riposo per trenta giorni (doc. ... );

– in data ... il Sig. ... comunicava, a mezzo fax, all'Hotel. ..., con allegata la documentazione medica comprovante il rischio di interruzione della gravidanza della moglie, la sopravvenuta impossibilità totale di utilizzo della prestazione a salvaguardia del diritto alla salute del nascituro e della famiglia [9], chiedendo contestualmente la restituzione della somma versata a titolo di anticipo;

– a nulla sono valse tutte le successive e reiterate richieste di rimborso.

– (in uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c., nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento)

IN DIRITTO [10]

(ESPORRE – IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO – LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA)

a) ...;

b) ...,

c) ....

Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato,

CITA

La Società ..., C.F. e/o P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ...; a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [11] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [12] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 [13] c.p.c. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia[14], per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI [15]

Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti:

– dichiarare la risoluzione per impossibilità sopravvenuta ex art. 1463 c.c., del contratto di soggiorno stipulato con la Società ... relativamente al periodo che va dal ... al ...;

– per l'effetto, condannare, la convenuta alla restituzione in favore di ... della somma pari a ... Euro versta al momento della stipula del contratto di soggiorno a titolo di anticipo;

– con vittoria di spese [16].

***

In via istruttoria [17]

Si allegano:

1) contratto di soggiorno;

2) ricevute avvenuto pagamento;

3) certificato di gravidanza a rischio;

4) lettera messa in mora [18].

Si fa ampia riserva di articolare nei termini di legge i più appropriati mezzi istruttori anche in considerazione di quelli dedotti dall'altra parte.

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2022 e successive modificazioni, si dichiara [19] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [20] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] ...

1. L'azione in esame, afferendo ad un rapporto obbligatorio, può essere proposta sia nel foro generale del convenuto exartt. 18 e 19 c.p.c. (a seconda che si tratti di persona fisica o giuridica), sia nei fori c.d. concorrenti, di cui all'art. 20 c.p.c., ossia nel luogo dove l'obbligazione è sorta o in quello dove l'obbligazione deve essere eseguita. A quest'ultimo riguardo, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono recentemente intervenute risolvendo il contrasto che era sorto all'interno della giurisprudenza della S.C. nel senso che le obbligazioni pecuniarie da adempiere al domicilio del creditore a norma dell'art. 1182, comma 3 c.c. sono – agli effetti sia della mora ex re, sia del forum destinatae solutionis – esclusivamente quelle liquide, delle quali cioè il titolo determini l'ammontare o indichi criteri determinativi non discrezionali; ai fini della competenza territoriale, i presupposti della liquidità sono accertati dal giudice in base allo stato degli atti, ai sensi dell'art. 38, comma 4 c.p.c. (Cass. S.U., n. 17989/2016). In una ipotesi come quella esemplificata nella formula potrebbe peraltro venire in rilievo il foro esclusivo del c.d. consumatore, ove l'attore rivesta tale qualifica.

2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. Ad ogni modo, salve ipotesi eccezionali, l'atto di citazione deve essere contenuto entro 80.000 caratteri.

3. L'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti).

4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

5. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dalla l. n. 114/2014.

6. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

7. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis , comma 1-bis d.l. n. 179/2012) si può indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

8. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico dei fatti ... costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

9. Cfr. Cass. III, n. 16315/2007.

10. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico ... degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

11. In virtù dell'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta.

12. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo comma è stato sostituito ad opera dell'art. 3, comma 12 d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione».

13. Nella comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata il convenuto ha l'onere a pena di decadenza di proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, di sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e di altresì formulare la chiamata in causa di terzi. Può decidere dunque di costituirsi in un momento processuale successivo ma sarà decaduto dall'esercizio dei predetti poteri processuali.

14. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius.

15. Altro requisito dell'edictio actionis è stabilito dall'art. 163, comma 3, n. 3 il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato).

16. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese dalla stessa anticipate ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa.

17. Le deduzioni istruttorie pur previste nell'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità, stante la possibilità di proporre le stesse anche in via diretta nella seconda memoria ex art. 171-ter e in forma contraria nella terza memoria di cui alla medesima disposizione.

18. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. (Cass. n. 3363/2019).

19. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g)»; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

20. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005».

COMMENTO

La risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta della prestazione, con la conseguente possibilità di attivare i rimedi restitutori, ai sensi dell'art. 1463 c.c., può essere invocata da entrambe le parti del rapporto obbligatorio sinallagmatico, e cioè sia dalla parte la cui prestazione sia divenuta impossibile sia da quella la cui prestazione sia rimasta possibile. In particolare, l'impossibilità sopravvenuta della prestazione si ha non solo nel caso in cui sia divenuta impossibile l'esecuzione della prestazione del debitore, ma anche nel caso in cui sia divenuta impossibile l'utilizzazione della prestazione della controparte, quando tale impossibilità sia comunque non imputabile al creditore e il suo interesse a riceverla sia venuto meno, verificandosi in tal caso la sopravvenuta irrealizzabilità della finalità essenziale in cui consiste la causa concreta del contratto e la conseguente estinzione dell'obbligazione (Cass. III, n. 26958/2007). Il venire oggettivamente meno dell'interesse creditorio non può, difatti, che determinare l'estinzione del rapporto obbligatorio, in ragione del sopravvenuto difetto del suo elemento funzionale (art. 1174 c.c.) e se, come nella specie, tale rapporto obbligatorio trovi fonte in un contratto, il venir meno del predetto interesse si risolve in una sopravvenuta irrealizzabilità della causa concreta del contratto stesso, assumendo conseguentemente rilievo quale autonoma causa della relativa estinzione. Nel caso di impossibilità sopravvenuta, l'effetto risolutorio opera in modo automatico, con la liberazione del contraente obbligato alla prestazione divenuta impossibile; ma è altrettanto innegabile che (il dato è testuale nella norma di cui all'art. 1463 c.c.), nel caso in cui sia riscontrata l'impossibilità assoluta di effettuare la propria prestazione, la parte liberata non può chiedere la controprestazione e deve restituire quella che abbia già ricevuto secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito.

Non può trascurarsi di ricordare, in materia di riparto dell'onere probatorio, che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno enunciato il principio, ad oggi non disatteso, per il quale in tema di prova dell'inadempimento di una obbligazione, il creditore che agisca per la risoluzione contrattuale, per il risarcimento del danno, ovvero per l'adempimento deve soltanto provare la fonte (negoziale o legale) del suo diritto ed il relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera allegazione della circostanza dell'inadempimento della controparte, mentre il debitore convenuto è gravato dell'onere della prova del fatto estintivo dell'altrui pretesa, costituito dall'avvenuto adempimento, ed eguale criterio di riparto dell'onere della prova deve ritenersi applicabile al caso in cui il debitore convenuto per l'adempimento, la risoluzione o il risarcimento del danno si avvalga dell'eccezione di inadempimento ex art. 1460 (risultando, in tal caso, invertiti i ruoli delle parti in lite, poiché il debitore eccipiente si limiterà ad allegare l'altrui inadempimento, ed il creditore agente dovrà dimostrare il proprio adempimento, ovvero la non ancora intervenuta scadenza dell'obbligazione). Anche nel caso in cui sia dedotto non l'inadempimento dell'obbligazione, ma il suo inesatto adempimento, al creditore istante sarà sufficiente la mera allegazione dell'inesattezza dell'adempimento (per violazione di doveri accessori, come quello di informazione, ovvero per mancata osservanza dell'obbligo di diligenza, o per difformità quantitative o qualitative dei beni), gravando ancora una volta sul debitore l'onere di dimostrare l'avvenuto, esatto adempimento (Cass. S.U., n. 13533/2001).

Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia al commento della formula “Atto di citazione”.

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