Ricorso al Giudice di Pace ex artt. 316 e 281-decies e ss. c.p.c. per il risarcimento del danno da sinistro stradaleInquadramentoLa formula in esame è modellata sull'azione volta ad ottenere il risarcimento del danno conseguente ad un sinistro stradale rientrante nella competenza del Giudice di Pace. Con la riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 (applicabile, ai sensi dell'art. 35 – così come modificato dall'art. 1 comma 380 l. n. 197/2022 c.d. Legge di bilancio 2023 – dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data) è stata anzitutto ampliata la competenza del Giudice di Pace. In effetti l'art. 3, comma 1, lett. a) e b) ha modificato l'art. 7 c.p.c. ampliando la competenza per valore del Giudice di Pace che quindi ora è competente per le cause relative a beni mobili il cui valore non superi diecimila euro mentre e per le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e di natanti il cui valore non superi venticinquemila euro. È stato altresì modificato il procedimento davanti al Giudice di Pace dinanzi al quale ai sensi del novellato art. 316 c.p.c. la domanda non si propone più con citazione a comparire a udienza fissa bensì nelle forme nelle forme del procedimento semplificato di cognizione (di cui agli artt. da 281-decies a 281-terdecies c.p.c.), in quanto compatibili. Per cui, ai sensi del nuovo art. 319 c.p.c., l'attore si costituisce depositando il ricorso notificato o il processo verbale di cui all'art. 316 c.p.c. unitamente al decreto di cui all'art. 318 c.p.c. e con la relazione della notificazione e, quando occorre, la procura. Il convenuto si costituisce a norma dei commi terzo e quarto dell'art. 281-undecies c.p.c. mediante deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, la procura. In caso di erronea introduzione del giudizio con citazione, anziché con ricorso, la domanda non è inammissibile, dovendo il giudice di pace procedere al mutamento del rito (Cass. n. 10141/2024). Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1, d.P.R. n. 115/2002 ss.mm.ii. FormulaUFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI ... [1] RICORSO [2]EXARTT. 316 E 281-undecies C.P.C.[3] Per la Sig.ra ... [4], nata a ... il ... (C.F. [5] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ... (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [6] elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv ...., C.F. [7] ..., che la rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[8]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -ricorrente- CONTRO ... Assicurazioni, C.F. e/o P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., alla via ..., n. ...; -resistente- PREMESSO CHE IN FATTO [9] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - I FATTI) – L'istante è proprietaria dell'autovettura ..., targa n. ..., assicurata per la R.C. con la ... Assicurazioni, polizza n. ... – In data ... la Sig.ra ..., percorreva, alla guida dell'autovettura appena indicata, in ... via ... con direzione da via ... verso via ... – All'intersezione di detta strada con via ... l'autovettura di proprietà della Sig.ra ... (condotta da ... ) veniva improvvisamente travolta dall'automobile del tipo ..., targa n. ..., condotta e di proprietà del Sig. .... – Quest'ultimo, percorreva via ... e, nell'immettersi su Via ..., non rispettava il segnale di “STOP” posto, appunto, su via ... incrocio con ... Così quando ... ha impegnato in maniera improvvisa ed imprevedibile l'incrocio indicato andando ad urtare contro l'automobile di proprietà dell'attrice, la conducente nulla poteva per evitare il sinistro. – In conseguenza del sinistro appena descritto l'autovettura dell'attrice riportava danni sul lato destro anteriore (così come comprovato da documentazione fotografica allegata, doc. n 1) quantificati in ... Euro (come da preventivo allegato, doc. n. 2). – L'istante, in data ..., denunciava formalmente il sinistro (doc. n. 3) alla Alfa Assicurazioni chiedendo il ristoro dei danni subiti in conseguenza dello stesso, attesa la esclusiva responsabilità nella sua causazione a carico del Sig. .... – In assenza di riscontro, successivamente ed, in data 16 aprile 2012, per il tramite del suo Legale l'attrice diffidava la ... Assicurazioni a procedere al risarcimento dei menzionati danni (doc. n. 4) ai sensi dell'art. 149 [10]d.lgs. n. 209/2005 (Cod. Ass.). – V'è peraltro da considerare, anche ai fini della condanna alle spese, l'attrice ha vanamente inviato la compagnia assicurativa a stipulare una convenzione di negoziazione assistita [11], senza avere alcuna risposta (doc. ... ). Tale condotta dovrà essere tenuta in considerazione anche ai fini della condanna alle spese. – Ad oggi nulla è stato, pertanto, corrisposto all'attrice a titolo di risarcimento dei danni conseguenti al sinistro in questione. – Va infine chiarito che nel presente giudizio viene evocato il responsabile nella causazione del sinistro, Sig. ..., solo per mero scrupolo ed in ossequio all'orientamento giurisprudenziale secondo cui anche nella procedura cd. di risarcimento diretto il responsabile civile è litisconsorte necessario [12]. IN DIRITTO [13] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA) A. ...; B. ...; C. .... Tutto ciò premesso, ritenuto e considerato, la Sig.ra ... ut supra rappresentata, difesa e domiciliata, con riserva di ogni ulteriore istanza, deduzione ed eccezione, anche istruttoria e di integrazione delle conclusioni di merito, delle istanze istruttorie e delle produzioni documentali RICORRE all'Ecc.mo Giudice di Pace di ... affinché, ai sensi degli artt. 316 e 281-decies e ss. c.p.c., previa fissazione con decreto dell'udienza di comparizione e assegnazione del termine per la costituzione del resistente ex art. 318 comma 2 c.p.c.[14], per i motivi sopra esposti, Voglia: – accertare e dichiarare l'esclusiva responsabilità del Sig. ... nella causazione del sinistro de quo e, per l'effetto, ed ai sensi dell'art. 149 d.lgs. n. 209/2005 (Cod. Ass.ni private) condannare la ... Assicurazioni, in persona del suo legale rappresentante pro tempore, al risarcimento dei danni riportati dall'autovettura di proprietà della Sig.ra ..., nella misura di ... Euro o altra somma maggiore o minore che risulterà dovuta anche a seguito di espletanda CTU, con rivalutazione monetaria ed interessi dal dì dell'evento fino all'effettivo soddisfo; – con vittoria di spese [15]. *** In via istruttoria 1) Chiede disporsi interrogatorio formale del Sig. ..., ed all'esito prova per testi, sulle circostanze di fatto esposte in premessa che, precedute dall'inciso “Vero che”, si intendono quali autonomi capitoli di prova. Indica a testi: ..., ..., salvo altri. 2) Prova per testi con il titolare della carrozzeria Sig. ..., sul seguente capitolo di prova: a) Vero che in conseguenza del sinistro per cui è causa l'autovettura ..., targa n. ..., riportava i danni descritti nel preventivo del ... che mi viene mostrato, il cui valore è quantificabile in ... Euro. Si allega: doc. n 1: n. 3 fotografie riproducenti le vetture ferme sul luogo dell'incidente; doc. n. 2: Copia preventivo del ...; doc. n. 3: Copia comunicazione del ...; doc. n. 4: Copia Raccomandata a/r del ... inviata alla Alfa Assicurazioni [16]. Con riserva di ulteriori mezzi istruttori all'esito dell'esame delle difese avversarie. *** Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [17] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [18] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] 1. Quanto al riparto di competenza c.d. verticale tra giudice di pace e tribunale, opera la regola di cui all'art. 7 c.p.c., per la quale la competenza per valore del giudice di pace opera, nelle controversie correlate alla circolazione di veicoli e natanti, sino all'importo di Euro 25.000,00. Rispetto al riparto della competenza per territorio, occorre invece aver riguardo sia al foro generale del convenuto exartt. 18 e 19 c.p.c. (a seconda che si tratti di persona fisica o giuridica), sia ai fori c.d. concorrenti, di cui all'art. 20 c.p.c., ossia al luogo dove l'obbligazione da fatto illecito è sorta o in quello dove la stessa deve essere eseguita. 2. Ai sensi del nuovo art. 318 comma 2 c.p.c. «La domanda si propone con ricorso, sottoscritto a norma dell'art. 125, che deve contenere, oltre all'indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto». Inoltre, visto che l'art. 316 c.p.c. rinvia alle norme in materia di procedimento semplificato di cognizione è consigliabile (prudenzialmente) che il ricorso contenga le indicazioni di cui ai nn. 1), 2), 3), 3-bis), 4), 5), 6) e l'avvertimento di cui al n. 7) del comma 3 dell'art. 163 (cfr. art. 281-undecies, comma 1, c.p.c.). 3. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. 7 agosto 2023, n. 110. Ad ogni modo, salve ipotesi eccezionali, il ricorso deve essere contenuto in 80.000 caratteri. 4. L'art. 163, comma 3, n. 2, c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti). 5. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 6. Se è parte una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, l'atto di citazione deve contenere, ai sensi dell'art. 163 c.p.c., l'indicazione dell'organo o dell'ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio (Cass. III, n. 6521/2004). 7. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. 8. È necessaria l'indicazione della procura, che può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012, ora abrogato) si può indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.”. Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 9. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 (visto che l'art. 316 c.p.c. rinvia alle norme in materia di procedimento semplificato di cognizione è consigliabile prudenzialmente che il ricorso contenga le indicazioni di cui ai nn. 1), 2), 3), 3-bis), 4), 5), 6) e l'avvertimento di cui al n. 7) del comma 3 dell'art. 163; cfr. art. 281-undecies, comma 1, c.p.c.) l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico dei fatti [ ... ] costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 10. Ai sensi dell'art. 149, commi 1, 2 e 3, d.lgs. n. 209/2005 «1. In caso di sinistro tra due veicoli a motore identificati ed assicurati per la responsabilità civile obbligatoria, dal quale siano derivati danni ai veicoli coinvolti o ai loro conducenti, i danneggiati devono rivolgere la richiesta di risarcimento all'impresa di assicurazione che ha stipulato il contratto relativo al veicolo utilizzato 2. La procedura di risarcimento diretto riguarda i danni al veicolo nonché i danni alle cose trasportate di proprietà dell'assicurato o del conducente. Essa si applica anche al danno alla persona subito dal conducente non responsabile se risulta contenuto nel limite previsto dall'art. 139. La procedura non si applica ai sinistri che coinvolgono veicoli immatricolati all'estero ed al risarcimento del danno subito dal terzo trasportato come disciplinato dall'art. 141. 3. L'impresa, a seguito della presentazione della richiesta di risarcimento diretto, è obbligata a provvedere alla liquidazione dei danni per conto dell'impresa di assicurazione del veicolo responsabile, ferma la successiva regolazione dei rapporti fra le imprese medesime». 11. In virtù dell'art. 3, comma 1, d.l. n. 132/2014, conv. con mod. in l. n. 162/2014 chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti deve, tramite il suo avvocato, invitare l'altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. L'esperimento del procedimento di negoziazione assistita costituisce, in tale ipotesi, condizione di procedibilità della domanda giudiziale. In uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà quindi indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c. (visto che l'art. 316 c.p.c. rinvia alle norme in materia di procedimento semplificato di cognizione è consigliabile prudenzialmente che il ricorso contenga le indicazioni di cui ai nn. 1), 2), 3), 3-bis), 4), 5), 6) e l'avvertimento di cui al n. 7) del comma 3 dell'art. 163; cfr. art. 281-undecies comma 1 c.p.c.), nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento. 12. Secondo infatti, il consolidato orientamento della Corte di Cassazione, nella causa tra danneggiato e assicurazione volta ad ottenere l'indennizzo (anche mediante la procedura di indennizzo diretto) per il sinistro stradale, il proprietario dell'altro veicolo va sempre citato in causa (Cass. III, n. 12089/2015). 13. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 (visto che l'art. 316 c.p.c. rinvia alle norme in materia di procedimento semplificato di cognizione è consigliabile prudenzialmente che il ricorso contenga le indicazioni di cui ai nn.1), 2), 3), 3-bis), 4), 5), 6) e l'avvertimento di cui al n. 7) del comma 3 dell'art. 163; cfr. art. 281-undecies, comma 1, c.p.c.), l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico [ ... ] degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 14. Il d.lgs. n. 164 del 2024 ha inserito un nuovo periodo nel comma 2 dell'art. 318 c.p.c. in forza del quale «Con lo stesso decreto il giudice di pace informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'articolo 281-undecies, terzo e quarto comma, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi il cui valore eccede 1.100 euro, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato». 15. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese anticipate dalla stessa ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa. 16. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro allegatorio già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5, c.p.c. (Cass. n. 3363/2019). 17. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g)»; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 18. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13 comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». CommentoLa responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli è prevista e disciplinata dall'art. 2054 c.c., a mente del quale, il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è tenuto al risarcimento del danno causato a persone o cose causato dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Si tratta di una fattispecie che dottrina e giurisprudenza hanno variamente ricondotto talvolta alla colpa civilisticamente presunta, talaltra alla responsabilità oggettiva. L'articolo in esame recita: “Il conducente di veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Nel caso di scontro tra i veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. Il proprietario del veicolo, o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio, è responsabile in solido col conducente se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà. In ogni caso le persone indicate dai commi precedenti sono responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo”. La giurisprudenza è pressoché univoca nel sostenere il fondamento colposo della responsabilità ricollegabile alla violazione delle regole generali di diligenza, prudenza e perizia. Si sostiene, infatti, che la presunzione stabilita dall'art. 2054 c.c., non configura a carico del conducente un'ipotesi di responsabilità oggettiva, ma una responsabilità presunta da cui il medesimo può liberarsi esclusivamente dando la prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno (Cass. III, n. 1135/2015). Trattasi dunque di presunzione relativa, che può essere vinta dalla prova contraria di mancanza di colpa. La giurisprudenza, inoltre, afferma che la presunzione di colpa ha carattere sussidiario ed opera soltanto qualora sia impossibile accertare le cause e il grado delle rispettive colpe nella produzione dell'evento dannoso (Cass. III, n. 456/2005), che l'accertamento della colpa di uno dei conducenti, di per sé, non comporta il superamento della presunzione di colpa concorrente dell'altro, dovendo quest'ultimo fornire la prova liberatoria (Cass. III, n. 21056/2004) e che la presunzione di colpa uguale non significa che ciascuno sopporterà il danno subito dalla propria autovettura, ma che l'importo totale del danno sarà ripartito in parti uguali. La prova “di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno”, atta ad evitare la responsabilità del conducente, è una prova di particolare difficoltà. Tale prova, tuttavia, non deve necessariamente essere fornita in modo diretto, dimostrando cioè di aver tenuto un comportamento esente da colpa e perfettamente conforme alle regole del codice stradale, ma può risultare anche dall'accertamento che il comportamento della vittima sia stato il fattore causale esclusivo dell'evento dannoso, comunque non evitabile da parte del conducente attese le concrete circostanze e della circolazione e la conseguente impossibilità di attuare una qualche idonea manovra di emergenza (cfr. Cass. III, n. 16244/2005). In applicazione di tale criterio, ad esempio, la responsabilità del conducente è stata in parte limitata o del tutto esclusa quando l'investimento di un pedone si sia verificato a causa della condotta imprevedibile ed anormale tenuta dallo stesso pedone. La norma, inoltre, sancisce: i) una responsabilità solidale del proprietario con il conducente, qualora il primo non dimostri che la circolazione è avvenuta contro la sua volontà; trattasi di responsabilità indiretta o per fatto altrui ed anche in tale caso può apparire estremamente arduo dimostrare tale mancanza di volontà; ii) una responsabilità oggettiva del conducente e del proprietario per danni derivanti da vizi di costruzione o da difetti di manutenzione. Relativamente ai soggetti trasportati la norma esprime principi di carattere generale applicabili a tutti i soggetti danneggiati e quindi anche ai trasportati quale che sia il titolo del trasporto, di cortesia o contrattuale, gratuito ovvero oneroso. Il danneggiato potrà agire direttamente nei confronti del conducente, del solo proprietario, o di entrambi in solido (art. 2055 c.c.). La disciplina codicistica va integrata con la disciplina della responsabilità derivante da circolazione stradale prevista dal d.lgs. n. 209/2005 (cod. Ass.) che ha introdotto due diverse procedure per il risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli: a) l'azione da esercitarsi nei confronti dell'assicuratore del responsabile; b) l'azione da esercitarsi nei confronti del proprio assicuratore (c.d. sistema di risarcimento o indennizzo diretto). La formula in esame ricalca la fattispecie di indennizzo diretto di cui all'art. 149 d.lgs. n. 209/2005. Il sistema di risarcimento diretto si applica in caso di sinistro tra due veicoli identificati e assicurati per la responsabilità civile obbligatoria, dal quale siano derivati danni ai veicoli coinvolti o ai loro conducenti. In questi casi, dunque, la vittima di un sinistro stradale, in luogo di essere risarcito dalla compagnia di assicurazione del responsabile, viene risarcita dall'assicuratore del veicolo dalla stessa utilizzato. Primo presupposto di applicazione del c.d. indennizzo diretto è che il sinistro abbia interessato due veicoli, «senza coinvolgimento di altri veicoli responsabili» (art. 1, comma 1, lett. d), d.P.R. n. 254/2006). La norma esclude, pertanto, la possibilità di ricorrere al risarcimento diretto, ogniqualvolta il sinistro abbia interessato più di due veicoli, ciascuno dei quali abbia contribuito alla causazione dell'eventus damni. Il sinistro deve essersi verificato sul territorio nazionale (art. 1, d.P.R. n. 254/2006), aver coinvolto veicoli immatricolati in Italia, identificati ed assicurati. Relativamente alla copertura assicurativa, è necessario che, al momento del sinistro, ciascuno dei due veicoli coinvolti, risulti coperto da apposita polizza per la responsabilità civile derivante dalla circolazione stradale ex art. 2054 c.c., da chiunque contratta. A tal proposito vale la pena ricordare che l'art. 144, comma 2, cod. ass. rende inopponibili nei confronti del terzo danneggiato eventuali clausole di limitazione del rischio inserite nella polizza stipulata dal responsabile del sinistro. Legittimati a chiedere il risarcimento in forma diretta sono il conducente del veicolo coinvolto, il proprietario (al quale va equiparato l'usufruttuario e l'acquirente con patto di riservato dominio) e, limitatamente ai danni occorsi alle cose trasportate, l'assicurato. Per quanto attiene ai danni indennizzabili, occorre distinguere a seconda che si tratti di: a) danni alle cose: in tal caso il risarcimento diretto è applicabile in caso di danno al veicolo e di danno alle cose trasportate se di proprietà del conducente, assicurato o proprietario e soggetti equiparati; b) danni alla persona: in tal caso l'indennizzo diretto è praticabile solo per quelli subiti dal conducente e purché dal sinistro siano derivati postumi permanenti non superiori al 9% della complessiva invalidità (danno biologico di lieve entità). Sul piano processuale l'art. 149, comma 6, cod. ass. prevede che il danneggiato «può proporre l'azione diretta di cui all'art. 145, comma 2, nei confronti della propria impresa di assicurazione». La dottrina e la giurisprudenza si sono interrogate sulla esatta interpretazione della norma, in particolare sulla obbligatorietà, o meno, dell'esperibilità della procedura di risarcimento diretto. Sulla questione si sono registrati contrasti che la Corte Costituzionale è intervenuta a dirimere affermando che l'art. 149 cod. Ass. non avrebbe privato la vittima dell'azione di cui all'art. 2043 c.c. nei confronti del proprietario o del conducente del veicolo responsabile, né, tantomeno, dell'azione diretta ex art. 144 cod. ass. nei confronti dell'assicuratore del responsabile. Alla luce dell'interpretazione fornita dalla Consulta sembra potersi concludere che la vittima di un sinistro stradale soggetto alla procedura di risarcimento diretto, continui ad avere due debitori solidali, vale a dire il proprio assicuratore ed il responsabile del sinistro. Il danneggiato, pertanto, può anche scegliere di convenire in giudizio solo il responsabile del sinistro, e non anche il proprio assicuratore, lasciando che sia il convenuto a prendersi la briga di chiamare in causa il proprio assicuratore della r.c.a.; va da sé comunque che, in tal caso, l'assicuratore del responsabile resta privo di legittimazione passiva sostanziale e processuale rispetto alla pretesa dell'attore principale. In ogni caso prima di agire giudizialmente occorrerà invitare la controparte a partecipare alla procedura di negoziazione assistita, che il legislatore (art. 3, comma 1, d.l. n. 132/2014, conv. con mod. in l. n. 162/2014) ha previsto per la materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti come condizione di procedibilità della domanda giudiziale. |