Atto di citazione volto alla denuncia dei vizi della cosa vendutaInquadramentoLa formula in esame è modellata sull'azione volta a far valere i vizi della cosa venduta. Il legislatore, infatti, indica fra le obbligazioni principali del venditore quella di garantire il compratore dai vizi della cosa venduta (art. 1476, n. 3 c.c.). Il comma 1 dell'art. 1490 c.c. stabilisce che il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Il compratore, per l'ipotesi in cui il bene oggetto di vendita sia affetto da vizi, è tutelato dalle azioni c.d. edilizie, ossia la risoluzione del contratto (azione redibitoria) e la riduzione del prezzo (azione estimatoria o quanti minoris), previste dall'art. 1492, comma 2 c.c. Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002. FormulaATTO DI CITAZIONE Per il Sig. ... [3], nato a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/ piazza ... n. ... (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5] ] elettivamente domiciliato in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [6] ..., che lo rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[7]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'avvocato ... indica l'indirizzo PEC .... -attore- CONTRO il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/piazza ... n. ... -convenuto- PREMESSO CHE IN FATTO [8] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - I FATTI) 1. in data ... l'attore acquistava il bene ... dal convenuto, con atto di compravendita ... (doc. ... ) ...; 2. in data ... l'attore riscontrava i seguenti vizi del bene compravenduto: ..., ..., ... (doc. ... ) ...; 3. come conseguenza di tali vizi, l'attore ritiene di aver subito i seguenti danni: ...; 4. in data ..., l'attore denunciava [9] formalmente con lettera racc. a/r i vizi della cosa venduta chiedendo di essere conseguentemente risarcito (doc. ... ); 5. nessun effetto sortiva tale richiesta; 6. (in uno dei punti della narrazione in fatto occorrerà indicare, così come richiesto dal nuovo n. 3-bis dell'art. 163 c.p.c., nei casi in cui la domanda è soggetta a condizione di procedibilità, l'assolvimento degli oneri previsti per il suo superamento). IN DIRITTO [10] (ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA) A. ...; B. ...; C. .... Tutto ciò premesso, il Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, CITA il Sig. ..., C.F. ..., residente in ..., via/ piazza ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [11] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [12] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 [13] c.p.c. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia[14], per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI [15] Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti: – accertare e dichiarare che il bene ... oggetto della compravendita avvenuta il ... fra l'attore e il convenuto presentava i seguenti vizi: ...; – per l'effetto, accertare e dichiarare la responsabilità del convenuto ex art. 1490 c.c.; – (eventualmente) dichiarare la risoluzione del contratto di compravendita (o disporre la riduzione del prezzo di Euro ... ) [16]; – in ogni caso accertare e dichiarare la responsabilità del convenuto ex art. 1494 c.c. e, per l'effetto, condannarlo al risarcimento del danno [17], da quantificarsi in Euro ... o nella diversa somma, maggiore o minore, che sarà accertata in corso di causa; – con vittoria di spese, diritti ed onorari di giudizio, oltre IVA e CPA come per legge [18]. *** In via istruttoria [19] Si depositano in copia i seguenti documenti: 1. ...; 2. ...; 3. ... [20]. *** Ai sensi del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 e successive modificazioni, si dichiara [21] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [22] pari ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] 1. La competenza per territorio si determina avendo riguardo al foro del convenuto exartt. 18-19 c.p.c. ovvero ai fori concorrenti in materia di obbligazioni ai sensi dell'art. 20 c.p.c. Se l'attore è un consumatore che agisce contro un professionista opererà il c.d. foro esclusivo dello stesso. 2. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. Ad ogni modo, salve ipotesi eccezionali, l'atto di citazione deve essere contenuto entro 80.000 caratteri. 3. L'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti). 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 5. Se è parte una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, l'atto di citazione deve contenere, ai sensi dell'art. 163 c.p.c., l'indicazione dell'organo o dell'ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio (Cass. III, n. 6521/2004). 6. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 7. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis d.l. n. 179/2012) si può indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. 8. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 c.p.c. l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico dei fatti [ ... ] costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 9. Il compratore decade dal diritto alla garanzia se non denunzia i vizi al venditore entro il termine di decadenza di otto giorni dalla scoperta, salvo il diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge (Cass. n. 6753/2000). La denunzia non è peraltro necessaria e la prescrizione è quella ordinaria se il venditore ha riconosciuto l'esistenza del vizio, con dichiarazione anche tacita (che non vale come ammissione di responsabilità, Cass. II, n. 4968/2004) o l'ha occultato con particolari accorgimenti tecnici, non essendo sufficiente che egli non l'abbia fatto presente al compratore (Cass. civ. II, n. 7545/1997). 10. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 c.p.c. l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico [ ... ] degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio. 11. In virtù dell'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta. 12. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo co. è stato sostituito ad opera dell'art. 3, comma 12 d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione». 13. Nella comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata il convenuto ha l'onere a pena di decadenza di proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, di sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e di altresì formulare la chiamata in causa di terzi. Può decidere dunque di costituirsi in un momento processuale successivo ma sarà decaduto dall'esercizio dei predetti poteri processuali. 14. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius. 15. Altro requisito dell'edictio actionis è racchiuso nell'art. 163, comma 3, n. 3 il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato). 16. Salvo accordi tra le parti, il compratore può domandare a sua scelta, irrevocabile se fatta con domanda giudiziale, la risoluzione del contratto, la risoluzione del contratto (azione redibitoria) ovvero la riduzione del prezzo (azione estimatoria). Sul piano processuale, non è possibile avanzare una domanda principale di risoluzione e subordinata di riduzione del prezzo per l'ipotesi che la prima venga respinta, perché entrambe le azioni si ricollegano ai medesimi presupposti (Cass. II, n. 17138/2015). 17. Il venditore è tenuto in ogni caso verso il compratore al risarcimento del danno se non prova di aver ignorato senza colpa i vizi della cosa. Il venditore deve altresì risarcire al compratore i danni derivati dai vizi della cosa. 18. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese da lei anticipate ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa. 19. Le deduzioni istruttorie pur previste nell'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità, stante la possibilità di proporre le stesse anche in via diretta nella seconda memoria ex art. 171-ter e in forma contraria nella terza memoria di cui alla medesima disposizione. 20. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. (Cass. n. 3363/2019). 21. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2 d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». Orbene, l'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 22. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'articolo 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005». COMMENTOIl compratore, nell'ipotesi in cui il bene oggetto di vendita sia affetto da vizi, tutelato dalle azioni c.d. edilizie che sono: a) la risoluzione del contratto (azione redibitoria) e b) la riduzione del prezzo (azione estimatoria o quanti minoris), previste dall'art. 1492, comma 2 c.c. L'azione redibitoria non è un'azione sui generis, ma ha la stessa natura dell'azione generale di risoluzione per inadempimento; trova il proprio fondamento in un difetto funzionale della causa che sussiste indipendentemente dall'eventuale colpa o dolo del venditore. La risoluzione del contratto comporta, per sua natura, il ripristino della situazione anteriore, così come previsto dall'art. 1493 c.c.: il venditore deve restituire il prezzo e rimborsare le spese ed i pagamenti legittimamente fatti per la vendita, mentre il compratore deve restituire la cosa vendutagli. Questa restituzione non potrà avvenire se la cosa sia perita in conseguenza dei vizi (artt. 1492, comma 3 e 1493, comma 2 c.c.). L'azione estimatoria, invece, consiste nella riduzione del prezzo in rapporto alla minore utilità offerta dalla cosa al compratore; tale riduzione si eseguirà diminuendo il prezzo pattuito di una percentuale pari a quella che rappresenta la menomazione che il valore effettivo della cosa subisce a causa dei vizi. Le due azioni edilizie sono tra loro alternative e la scelta di una è irrevocabile quando sia proposta con domanda giudiziale (art. 1492, comma 2). Il compratore decade dal diritto alla garanzia se non denuncia i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta, salvo diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge (prescrizione di un anno); la denuncia non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l'esistenza del vizio o l'ha occultato. Il termine di decadenza di otto giorni dalla scoperta del vizio occulto, di cui all'art. 1495 c.c., decorre dal momento in cui il compratore ne ha acquisito certezza obiettiva e completa, sicché, ove la scoperta del vizio avvenga gradatamente ed in tempi diversi e successivi, in modo da riverberarsi sulla consapevolezza della sua entità, occorre far riferimento al momento in cui si sia completata la relativa scoperta (Cass. II, n. 11046/2016). In ogni caso, prescindendo da quale delle due azioni sia stata scelta, il compratore può promuovere un'azione di risarcimento del danno ex art. 1494 c.c.; a questo proposito si può ricordare come Cassazione e dottrina dominante ritengano che, anche in questo caso, si applicano i brevi termini di prescrizione di cui all'art. 1495, comma 3 c.c. (1 anno). Si segnala che l'impegno del venditore all'eliminazione dei vizi, accettato dal compratore, fa sorgere il corrispondente diritto, che è soggetto alla prescrizione decennale, mentre i diritti alla riduzione del prezzo ed alla risoluzione del contratto restano soggetti alla prescrizione annuale (Cass. II, n. 22690/2015). Da un punto di vista processuale, secondo consolidata giurisprudenza di legittimità, in tema di garanzia per vizi della cosa venduta, grava sull'acquirente l'onere della prova oltre che della tempestività della denuncia, anche dell'esistenza dei vizi e delle conseguenze dannose lamentate e, solo in caso di assolvimento di questo onere, al venditore spetta il contrapposto onere di offrire la prova liberatoria (Cass. n. 13695/2007; Trib. Bari II, n. 190/2016). In generale, il vizio è un'imperfezione materiale che incide sul valore o sulle possibilità di utilizzazione della cosa e dipende da anomalie del processo di fabbricazione, di produzione, di conservazione. I vizi della cosa vanno distinti dall'ipotesi della vendita di aliud pro alio. La distinzione è di notevole importanza, dato che in caso di consegna di cosa diversa non si applica la normativa sui vizi o sulla mancanza di qualità, ma quella sull'azione generale di risoluzione; in particolar modo l'azione non è soggetta ai brevi termini di prescrizione e di decadenza ex art. 1495 c.c., ma alla prescrizione decennale, in base a quanto disposto dall'art. 2946 c.c. Teoricamente, la differenza non presenta dubbi: parlare di una cosa che presenta vizi non equivale a parlare di una cosa di genere diverso rispetto a quella pattuita; sul piano pratico, invece, è meno facile accertare quando una cosa possa definirsi viziata ovvero diversa da quella oggetto del contratto; la Cassazione, al fine di dirimere questo problema, ha fatto ricorso al concetto di destinazione economico-sociale (cfr. Cass. I, n. 2313/2016). Non si può trascurare, poi, che alla disciplina codicistica generale si affianca quella particolare prevista dal Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005) che fornisce una tutela maggiore al consumatore, ritenuto parte debole del rapporto contrattuale di compravendita. In particolare, l'art. 130 d.lgs. n. 206/05 prevede, quindi, che il venditore sia responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene. In caso di difetto, il consumatore ha diritto, a sua scelta (con i limiti indicati dall'articolo medesimo) alla riparazione o sostituzione del prodotto, senza spese, ovvero ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto. Nel determinare l'importo della riduzione o la somma da restituire si tiene conto dell'uso del bene. Effettuata la denuncia del difetto al venditore, questi può offrire al consumatore qualsiasi altro rimedio: il consumatore non è tenuto ad accettarlo, potendo sempre pretendere che venga disposto uno dei rimedi specificamente indicati dalla legge. Sarà invece esperibile unicamente il rimedio della riduzione del prezzo laddove il vizio del bene sia di lieve entità, tale per cui i rimedi della riparazione o sostituzione si rivelino eccessivamente onerosi ovvero impossibili. Per ottenere il rimedio del vizio in garanzia il consumatore deve, però, denunciare il vizio del prodotto entro 2 mesi dalla scoperta; la denuncia non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l'esistenza del difetto o lo ha occultato. Inoltre, la normativa in esame prevede che, ove il difetto si manifesti entro sei mesi dalla consegna del bene, si presume che tale vizio non sia stato causato dall'acquirente, esonerando quindi quest'ultimo dall'onere di dimostrare che il difetto non è stato da lui stesso causato presupponendo quindi che il vizio fosse insito nel prodotto compravenduto già al momento della vendita. La garanzia offerta al consumatore per tutti i prodotti in circolazione nell'Unione Europea è di due anni dalla data dell'acquisto, mentre l'azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore si prescrive nel termine di ventisei mesi dalla consegna del bene. In merito alla garanzia, che comunque per il consumatore non può essere inferiore a due anni dall'acquisto, va detto che molti prodotti sono dotati di una garanzia propria c.d. garanzia convenzionale, che può stabilire – secondo gli accordi tra le parti – condizioni diverse in relazione al bene compravenduto. Occorre infine evidenziare come per talune situazioni il legislatore abbia di recente previsto, a scopi deflattivi, l'obbligo di tentare (a pena di improcedibilità della domanda giudiziale eventualmente introdotta) una definizione bonaria della controversia, con due diversi mezzi: la mediazione civile e la negoziazione assistita. Con particolare riferimento alla fattispecie presa in considerazione dalla formula in esame potrebbe eventualmente rendersi necessario il ricorso alla procedura di negoziazione assistita nel caso in cui venga svolta una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro. La convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati, introdotta dal d.l. n. 132/2014, conv. con mod. in l. n. 162/2014, è un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l'assistenza di avvocati iscritti all'albo. In sostanza il legislatore dettando una disciplina normativa che ricalca in gran parte quella della mediazione, ha introdotto una nuova fattispecie di composizione stragiudiziale delle liti, che attribuisce agli avvocati il ruolo centrale di negoziatori, prima, e di garanti, poi, della validità dell'accordo destinato a divenire titolo esecutivo. Una volta stipulata la convenzione, infatti, le parti devono iniziare un'attività diretta a trovare un accordo con il quale porre fine alla controversia. L'esperimento del procedimento di negoziazione assistita costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale nel caso di: azione relativa a controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti; domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, al di fuori delle ipotesi in cui opera la mediazione di cui all'art. 5, comma 1-bis d.lgs. n. 28/2010. L'invito a stipulare la convenzione non opera, invece, per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori, nonché nelle cause in cui la parte può stare in giudizio personalmente. L'improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Se il giudice rileva che la negoziazione è già iniziata ma non si è conclusa, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine non superiore a tre mesi. Allo stesso modo provvede quando la negoziazione non è stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di 15 giorni per la presentazione della domanda di mediazione. Non si tratta, quindi, di una sospensione del giudizio ma del differimento dell'udienza stabilito per consentire l'espletamento dell'attività conciliativa omessa. L'esperimento del procedimento di negoziazione non preclude la concessione dei provvedimenti urgenti e cautelari, né la trascrizione della domanda giudiziale. Il procedimento di negoziazione non costituisce condizione di procedibilità della domanda: nei procedimenti di ingiunzione, fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione; nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva ex art. 696-bis c.p.c.; nei procedimenti di opposizione o incidentali relativi all'esecuzione forzata; nei procedimenti in camera di consiglio; nell'azione civile esercitata nel processo penale. Sono inoltre escluse dall'obbligatorietà le controversie su obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori. Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia al commento della formula “Atto di citazione”. |