Atto di citazione per la responsabilità dello Stato derivante da mancato recepimento di una direttiva europea

Rosaria Giordano

Inquadramento

La formula in esame è modellata sull'azione di responsabilità dello Stato per omessa o tardiva attuazione di direttive europee.

Tale responsabilità sorge, come chiarito dalla della Corte di giustizia sin dalla celebre pronuncia Francovich (CGCE 19 novembre 1991 in cause riun. C-6/90 e C-9/90, Francovich c. Italia), ove si tratti di direttive dettagliate, le quali facciano sorgere ex se diritti in capo ai singoli e sia ormai decorso il termine previsto per l'attuazione da parte dello Stato Membro.

Il contributo unificato è dovuto in ragione del valore della causa ai sensi dell'art. 13, comma 1 d.P.R. 115/2002 ss.mm.ii.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE [2]

Per la Dott.ssa ... [3], nata a ... il ... (C.F. [4] ... ), residente in ..., via/piazza ... n. ... (oppure) [la società ..., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ... ( ... ), via/p.za ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ) [5] elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. [6] ..., che la rappresenta e difende giusta procura alle liti ... allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.[7]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ...

-attrice-

CONTRO

la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, in persona dei rispettivi Ministri pro tempore, tutti elett.te dom.ti presso l'Avvocatura Generale dello Stato, che la rappresenta e difende ex lege in ... via ... n. ...

-convenuta-

PREMESSO CHE

IN FATTO [8]

(ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - I FATTI)

A) La Dott.ssa ..., dopo la laurea in medicina e chirurgia, ha frequentato per cinque anni (segnatamente: ... ) la scuola di specializzazione in “chirurgia plastica e ricostruttiva” presso la I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università ... di ..., conseguendo in data ... il relativo diploma di “specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva” (doc. 1).

B) Durante la frequenza della suddetta scuola di specializzazione, la Dott.ssa ... è risultata vincitrice di una borsa di studio per la quale ha percepito un importo annuale di ... Euro (doc. 2).

C) Più nello specifico, ha continuato a percepire la borsa di studio nella misura prevista dal d.lgs. n. ... nel periodo di formazione anteriore all'a.a. ... / ....

D) Si è venuta quindi a determinare un'illegittima disparità di trattamento con i medici che successivamente all'a.a. ... / ..., in forza del rapporto di formazione specialistica reso esecutivo dalla legge ... hanno ricevuto una retribuzione maggiore, pur a fronte dell'adempimento dei medesimi obblighi lavorativi e formativi previsti dal d.lgs. n. ....

E) In particolare, in seguito al mancato recepimento delle direttive comunitarie ... / ... /CEE, i medici che hanno frequentato un corso di specializzazione prima del ... hanno ingiustamente percepito una borsa di studio di appena ... Euro annui lordi, senza alcun diritto a maternità e malattie, con il divieto di svolgere ogni altro lavoro.

F) Con lettera di diffida e messa in mora inviata in data ... (doc. 3), l'odierna attrice chiedeva alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l'adempimento delle obbligazioni risarcitorie su di essa gravanti.

G) Ad oggi, nessun riscontro è pervenuto alla Dott.ssa ....

IN DIRITTO

(ESPORRE - IN MODO CHIARO, SPECIFICO E SINTETICO - LE RAGIONI GIURIDICHE SOTTESE ALLA DOMANDA)

A. ...;

B. ...;

C. ...;

Tutto ciò premesso, la Sig.ra ..., ut supra rappresentata, difesa e domiciliata,

CITA

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, in persona dei rispettivi Ministri pro tempore, tutti elett.te dom.ti presso l'Avvocatura Generale dello Stato, che li rappresenta e difende ex lege in ... via ... n. ..., a comparire dinanzi al Tribunale di ... all'udienza che sarà tenuta il ... [9] ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite all'art. 166 [10] c.p.c. e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 [11] c.p.c. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia [12], per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI [13]

Voglia l'Ecc.mo Tribunale adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis, per i motivi sopra esposti:

– accertare e dichiarare la responsabilità dello Stato Italiano per non aver correttamente e tempestivamente recepito le direttive comunitarie riguardanti l'adeguata remunerazione da corrispondere ai medici specializzandi;

– accertare e dichiarare il relativo obbligo, da parte delle convenute, di risarcire e/o indennizzare l'attrice a causa del mancato/tardivo recepimento delle direttive comunitarie de quibus;

– condannare le convenute in solido a corrispondere all'attrice un importo di Euro ... per ciascuno dei cinque anni della scuola di specializzazione in “chirurgia plastica e ricostruttiva” frequentata presso l'Università ... di ... dal ... al ... o, in subordine, la diversa cifra (maggiore o minore) che Codesto Ecc.mo Tribunale riterrà di giustizia;

– condannare le convenute al versamento degli oneri assistenziali e contributivi non versati;

– con vittoria di spese [14].

***

IN VIA ISTRUTTORIA [15]

Con espressa riserva di depositare ogni ulteriore documento giustificativo in corso di causa, di articolare prove ed indicare testi che potranno essere sentiti anche a prova contraria a quella cui eventualmente dovesse essere ammessa controparte nonché in considerazione del contegno processuale avverso, si offrono in comunicazione in copia i seguenti documenti:

1. certificato rilasciato dall'Università ... di ... in data ... relativo al conseguimento del diploma di specialista;

2. certificato rilasciato dall'Università ... di ... in data ... relativo all'importo della borsa di studio percepita.

3. lettera di diffida e messa in mora inviata in data [16].

***

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [17] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [18] pari ad Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] ...

1. Rispetto all'azione in esame, pur operando gli ordinari criteri concorrenti per l'individuazione del giudice territorialmente competente, opera la regola del c.d. foro erariale di cui all'art. 25 c.p.c. essendo convenuta la Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresentata per legge dall'Avvocatura dello Stato.

2.  Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art.46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. Ad ogni modo, salve ipotesi eccezionali, l'atto di citazione deve essere contenuto entro 80.000 caratteri.

3. L'art. 163, comma 3, n. 2 c.p.c. contempla tra i requisiti della vocatio in ius quello relativo all'indicazione delle parti, cioè dell'attore e del convenuto (o dei convenuti).

4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011).

5. Se è parte una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, l'atto di citazione deve contenere, ai sensi dell'art. 163 c.p.c., l'indicazione dell'organo o dell'ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio (Cass. III, n. 6521/2004)

6. L'indicazione del C.F. dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

7. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 6 c.p.c. è necessaria l'indicazione della procura; tuttavia la sua omissione non rientra tra le violazioni cui, ai sensi dell'art. 164 c.p.c., il legislatore ha riconnesso la sanzione della nullità. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis d.l. n. 179/2012) si può indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». Tale formula attesta l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

8. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico dei fatti [ ... ] costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

9. Giusta l'art. 163-bis c.p.c. (come novellato dal d.lgs. n. 149/2022) tra il giorno della notificazione della citazione e quello dell'udienza di comparizione debbono intercorrere termini liberi non minori di centoventi giorni e non più novanta.

10. Ai sensi dell'art. 163, comma 3, n. 4 l'atto di citazione deve contenere «l'esposizione in modo chiaro e specifico ... degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni». Infatti, l'allegazione dei fatti e delle ragioni in diritto (n. 4) individua la c.d. causa petendi, ovvero il diritto sostanziale fatto valere in giudizio.

11. Ai sensi dell'art. 166 c.p.c. (il cui primo comma è stato sostituito ad opera dell'art. 3, comma 12 d.lgs. n. 149/2022) il convenuto «deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione».

12. L'indicazione del giorno dell'udienza di comparizione-trattazione e l'invito a costituirsi contenuti nel n. 7 dell'art. 163, comma 3 c.p.c. costituiscono requisiti della vocatio in ius.

13. Altro requisito dell'edictio actionis è individuato nell'art. 163, comma 3, n. 3 c.p.c., il quale prevede che debba essere identificata la “cosa oggetto della domanda”, espressione da intendersi sia sotto il profilo formale, come provvedimento giurisdizionale richiesto al giudice (petitum immediato), sia sotto l'aspetto sostanziale come bene della vita di cui si chiede il riconoscimento (petitum mediato).

14. Ai sensi dell'art. 91 c.p.c., le spese processuali gravano sulla parte soccombente, tenuta a sopportare in via definitiva le spese da lei anticipate ed a rimborsare le spese sostenute dalla controparte vittoriosa.

15. Le deduzioni istruttorie, pur previste dall'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c., non costituiscono un elemento della citazione previsto a pena di nullità, stante la possibilità di proporre le stesse anche in via diretta nella seconda memoria ex art. 171-ter e in forma contraria nella terza memoria di cui alla medesima disposizione.

16. È stato precisato che, in tema di domanda giudiziale, l'identificazione della causa petendi va operata con riguardo all'insieme delle indicazioni contenute nell'atto di citazione e dei documenti ad esso allegati ai quali, quindi, può essere riconosciuta una funzione di chiarificazione del quadro allegatorio già prospettato purché risultino specificamente indicati nell'atto di citazione, come prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 5 c.p.c. (Cass. n. 3363/2019).

17. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2 d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato.

18. Il contributo unificato è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. Il pagamento del contributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18-bis d.P.R. n. 115/2002 (così come modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 149/2022), «è corrisposto tramite la piattaforma tecnologica di cui all'art. 5, comma 2, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. n. 82/2005.

COMMENTO

La responsabilità dello Stato per violazione dell'obbligo di trasposizione di una direttiva europea è stata sancita dalla giurisprudenza della Corte di giustizia a far data dalla celebre pronuncia Francovich (CGCE 19 novembre 1991, in cause riun. C-6/90 e C-9/90, Francovich c. Italia). Secondo la Corte di giustizia, la responsabilità dello Stato inadempiente – in conformità delle norme di diritto interno – sorge se, una volta scaduto il termine di attuazione, i) il risultato prescritto dalla direttiva implichi l'attribuzione di diritti a favore dei singoli, ii) il contenuto di tali diritti possa essere individuato sulla base delle disposizioni della direttiva e iii) sussista un nesso di causalità tra violazione dell'obbligo a carico dello stato e il pregiudizio subìto dai soggetti lesi. Tali principi sono stati precisati nella successiva giurisprudenza, tra cui CGCE 5 marzo 1996, in cause riun. C-46/93 e C-48/93, Factortame Ltd., secondo cui l'obbligo risarcitorio da violazione del diritto comunitario da parte di uno Stato membro è definito dalle norme nazionali relative alla responsabilità, fermo restando che le condizioni così stabilite non devono essere meno favorevoli di quelle che riguardano analoghi reclami di natura interna, né tali da rendere praticamente impossibile o eccessivamente difficile ottenere il risarcimento.

L'evoluzione successiva del diritto interno ha portato a ritenere che, in caso di omessa o tardiva trasposizione da parte del legislatore italiano delle direttive comunitarie non autoesecutive, sorge, conformemente ai principi più volte affermati dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, il diritto degli interessati al risarcimento dei danni che va ricondotto allo schema della responsabilità per inadempimento dell'obbligazione ex lege dello Stato, di natura indennitaria. Tale responsabilità – dovendosi considerare il comportamento omissivo dello Stato come antigiuridico anche sul piano dell'ordinamento interno e dovendosi ricondurre ogni obbligazione nell'ambito della ripartizione di cui all'art. 1173 c.c. – va inquadrata nella figura della responsabilità «contrattuale», in quanto nascente non dal fatto illecito di cui all'art. 2043 c.c., bensì dall'inadempimento di un rapporto obbligatorio preesistente, sicché il diritto al risarcimento del relativo danno è soggetto all'ordinario termine decennale di prescrizione (Cass. S.U., n. 9147/2009; cfr. anche Cass. III, n. 10814/2011 e Cass. III, n. 3283/2008).

Per tutti gli aspetti procedurali si rinvia al commento della formula “Atto di citazione”.

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