Comparsa di costituzione e risposta con eccezione di compensazioneInquadramentoLa costituzione in giudizio è l'atto con il quale la parte si rende giuridicamente presente nel processo e impedisce che la parte possa essere dichiarata contumace. Nell'esemplificazione proposta, il convenuto si costituisce in causa per dedurre in compensazione un controcredito vantato nei confronti dell'attore. FormulaTRIBUNALE DI ... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA CON DOMANDA RICONVENZIONALE [1] Proc. n. ... / ... R.G. ... - Giudice dott. ... Per la Società ... [2], C.F. e P.I. [3] ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ... [4], elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ... [5], che la rappresenta e difende giusta procura alle liti ... [6]. Per le comunicazioni riguardanti il presente giudizio l'Avv. ... indica l'indirizzo PEC ... -convenuta- CONTRO La Società ... C.F. e/o P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore Dott. ..., con sede in ..., via/p.za ... n. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ... -attrice- PREMESSO CHE - Con atto di citazione ritualmente notificato in data ..., la Società ... in persona del legale rapp.te pro tempore, conveniva in giudizio la Società ... per ivi sentirla condannare al pagamento della somma di ... Euro (oltre interessi e spese di lite), quale risarcimento del danno da inadempimento contrattuale e relativo saldo del prezzo della merce venduta con contratto del ... - Con il presente atto si costituisce nel presente giudizio la Società ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, ut supra rappresentata, difesa e domiciliata, contestando integralmente quanto sostenuto da controparte, in quanto infondato, per le seguenti ragioni in FATTO (ESPORRE I FATTI ARTICOLATI IN PUNTI SPECIFICI) - Con contratto di vendita della Società ... società operante nel settore del ..., acquistava dalla Società ... ingenti quantitativi di ..., da destinare alla preparazione dei propri prodotti; - Il prezzo della suddetta compravendita ammontava a ... Euro e prevedeva un primo versamento di ... Euro effettuato alla data di stipula dello stesso e un secondo, dello stesso importo, da corrispondere entro la data del ...; - A seguito di un controllo operato sui prodotti venduti dalla Società ... dai funzionari dell'ASL ... scopriva la presenza di vizi (presenza delle nocive sostanze di ... ) di un certo rilievo, tali da determinare un evidente pericolo per la salute del bestiame ed anche per i consumatori finali delle carni; - In conseguenza di ciò, la Società ... bloccava tutti i prodotti già confezionati e ritirava dal mercato quelli già venduti; - in data ..., il Dott. ..., quale rappresentante legale della Società ..., contestava i vizi alla ditta venditrice, rappresentandole l'intenzione di avvalersi della garanzia ex art. 1490 c.c. e, per l'effetto, ottenere adeguata riduzione del prezzo di compravendita; - La Società ..., senza nemmeno verificare la esistenza e l'entità dei vizi contestati, si limitava ad escludere qualsiasi responsabilità, insistendo per l'inadempimento della obbligazione di pagamento con contestuale richiesta del saldo del prezzo convenuto; DIRITTO (PROPORRE EVENTUALI ECCEZIONI PROCESSUALI. PROPORRE EVENTUALI ECCEZIONI DI MERITO. ESPORRE LE RAGIONI FONDANTI L'EVENTUALE DOMANDA RICONVENZIONALE. ESPORRE LE RAGIONI FONDANTI L'EVENTUALE CHIAMATA DI TERZO IN CAUSA) 1) Nel merito. Garanzia per i vizi ex art. 1490 c.c. Gli artt. 1476, n. 3 e 1490 c.c. pongono, a carico del venditore, l'obbligo di garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendono inidonea all'uso o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Nel caso di specie non può sussistere alcun dubbio sul fatto che i vizi contestati (presenza di sostanze nocive come ... ) siano riconducibili alla nozione di “vizio” di cui all'art. 1490 c.c. La Società ... ha denunciato tempestivamente i vizi scoperti in data ... Pertanto, in ragione di quanto codificato all'art. 1492 c.c., a parere di questa difesa, la Società ... ha diritto di ottenere una riduzione del prezzo pattuito, che sia rapportata alla natura e alla entità dei vizi contestati. 2) In via riconvenzionale: risarcimento del danno ex art. 1494 c.c. e compensazione. La tutela concessa al compratore, per l'ipotesi dell'esistenza di vizi della cosa venduta, comprende anche il diritto al risarcimento del danno, di cui all'art. 1494 c.c. L'art. 1494 c.c., in tema di responsabilità risarcitoria del venditore per i vizi della cosa, che non provi di aver ignorato senza colpa, trova applicazione anche nel campo della grande distribuzione, ovvero della rivendita di prodotti industriali di massa, ancorché confezionati, come nella specie. In effetti la Società ..., se non poteva effettuare indagini e riscontri assidui, sì da scoprire anomalie della singola confezione, tuttavia può senz'altro svolgere controlli periodici o su campione, al fine di evitare che notevoli quantitativi di merce, presentino gravi vizi di composizione così come è capitato nel caso di specie (cfr. Cass. II, n. 6007/2008). Non è al momento possibile indicare l'esatta misura del danno patito dalla convenuta: in parte lo stesso è già certo e quantificabile (con riguardo al prezzo pattuito per la fornitura, alle spese sostenute per ritirare gli integratori già venduti ai vari clienti e al mancato guadagno); in parte dovrà essere accertato in corso di causa, anche in via equitativa, tenendo debitamente conto delle voci di danno futuro (cfr. Cass. II, n. 6285/2004). Nel caso de quo tale danno potrà, ad esempio, discendere dalle spese che la Società ... dovrà affrontare per la ripresa dei contatti e degli affari con i clienti già contattati - al momento del blocco dei prodotti già confezionati per gli integratori nei propri magazzini - e di quelli non ancora avvicinati. L'ill.mo Giudice adito dovrà pertanto compensare il danno subito dalla convenuta con la pretesa creditoria avanzata dall'attrice. *** Tutto quanto sopra premesso, ritenuto e considerato, la Società ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ..., ut supra rappresentata, difesa e domiciliata, rassegna le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'Ecc.mo Tribunale di ... adito, previa ogni più utile declaratoria, contrariis reiectis e con riserva di ulteriormente eccepire, dedurre e argomentare, per i motivi sopra esposti: Nel merito: A. accertare e dichiarare l'esistenza dei vizi contestati e dichiarare la responsabilità della Società ... ex art. 1490 c.c., disporre la riduzione del prezzo di vendita, ex art. 1492 c.c., nella misura di ... Euro e, per l'effetto, rigettare le richieste di parte attrice; In via riconvenzionale: B. accertare e dichiarare la responsabilità di parte attrice di cui all'art. 1494 c.c. e, per l'effetto, condannarla al risarcimento del danno, da quantificarsi - eventualmente anche in via equitativa - in corso di causa; C. dichiarare l'eventuale compensazione tra la somma dovuta alla Società ... a titolo di risarcimento del danno ex art. 1494 c.c. e quella eventualmente ancora dovuta all'attrice Società ..., a titolo di saldo del prezzo di vendita delle merci, una volta operata la riduzione sopra richiamata; In ogni caso: D. con vittoria di spese [7], diritti e onorari di lite, oltre rimborso forfetario delle spese generali e oneri come per legge. In via istruttoria [8] : Si depositano in copia i seguenti documenti: 1. atto di citazione notificato; 2. ... 3. ... Con riserva di meglio articolare idonei mezzi istruttori, entro gli assegnandi termini di cui all'art. 171-ter c.p.c. nonché con richiesta di ammissione a prova contraria sui capitoli di prova eventualmente richiesti da parte attrice. Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara [9] che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato [10] pari ad Euro ... Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] [11] 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. La comparsa di costituzione e risposta deve avere un'estensione massima di 80.000 caratteri. 2. Ai sensi dell'art. 125 c.p.c. la comparsa deve contenere, tra gli altri elementi, l'indicazione delle parti. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). 4. Se si tratta di persona giuridica occorre indicare il nome del legale rappresentante pro tempore, la sede legale e il C.F. e/o il numero IVA. 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. 6. La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso (art. 16-bis, comma 1-bis d.l. n. 179/2012, ora abrogato) si potrà indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.». 7. Le spese in questione sono le spese di assistenza legale relative al giudizio che il Giudice liquida ai sensi dell'art. 91 c.p.c. 8. Così come per l'atto di citazione non è elemento necessario l'indicazione dei mezzi di prova e dei documenti che offre in comunicazione, poiché gli stessi posso essere indicati nei termini di cui alle nuove memorie integrative di cui all'art. 171-ter c.p.c. 9. La dichiarazione di valore è prevista dall'art. 14, comma 2 d.P.R. n. 115/2002 secondo cui «Il valore dei processi, determinato ai sensi del codice di procedura civile, senza tener conto degli interessi, deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle conclusioni dell'atto introduttivo, anche nell'ipotesi di prenotazione a debito». L'art. 13, comma 6 del medesimo decreto prevede la conseguenza dell'omissione della predetta dichiarazione di valore affermando che «Se manca la dichiarazione di cui all'art. 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g) ... »; pertanto, si presume che il valore del procedimento sia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con obbligo di versamento di un contributo unificato più elevato. 10. Nel caso in cui il convenuto sia tenuto al versamento del contributo unificato (art. 14, comma 1 oppure art. 14, comma 3, u.c. d.P.R. n. 115/2002) lo stesso è dovuto nella misura prevista dall'art. 13, comma 1 d.P.R. n. 115/2002 e ss.mm.ii. 11. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2012 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. COMMENTOL'art. 166 c.p.c. nel testo novellato dal d.lgs. n. 149/2022, applicabile – ai sensi dell'art. 35 dello stesso d.lgs. n. 149/2022 (così come modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a) della l. n. 197/2022) – a decorrere dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data (al contrario, ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 continueranno ad applicarsi le disposizioni anteriormente vigenti.) dispone che il convenuto debba costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno 20 giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione (o 10 giorni prima in caso di abbreviazione dei termini ai sensi dell'art. 163-bis, comma 2, c.p.c.), depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di costituzione e risposta (art. 167 c.p.c.) con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione, la nuova formulazione dell'art. 166 c.p.c. prevede invece che il convenuto debba costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno 70 giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, depositando la comparsa di risposto di cui all'art. 167 c.p.c. con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Pertanto, raffrontando le due versioni dell'art. 166 c.p.c. si osserva che (oltre a non esserci più la menzione della possibile dimidiazione del termine, e d'altronde la riforma ha abrogato il comma 2 dell'art. 163-bis c.p.c.) il termine entro cui il convenuto deve costituirsi in giudizio è non più di 20, bensì di 70, giorni prima dell'udienza di prima comparizione e trattazione. D'altronde il d.lgs. n. 149/2022 ha operato un riassetto della fase introduttiva del processo civile, con l'introduzione (in sostituzione delle vecchie memorie ex art. 183, comma 6 c.p.c. che potevano essere depositate solamente dopo l'udienza di prima comparizione e trattazione) delle tre memorie integrative ex art. 171-ter c.p.c. da depositarsi (rispettivamente 40, 20 e 10 giorni) prima dell'udienza di prima comparizione e trattazione. Di conseguenza era necessario da un lato allungare il termine a comparire (id est 90 giorni liberi, oppure 150 giorni liberi laddove si dovesse notificare all'estero) previsto dall'art. 163-bis c.p.c. (il termine di 90 giorni è ora diventato di 120 giorni) e, dall'altro, imporre al convenuto di costituirsi in giudizio prima del deposito delle suddette tre memorie integrative ex art. 171-ter c.p.c. (così si spiega l'anticipazione, da 20 a 70 giorni prima dell'udienza di prima comparizione e trattazione) del termine per la costituzione del convenuto. Il nuovo art. 166 c.p.c. dispone che il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa di cui all'art. 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Solo se si costituisce tempestivamente, il convenuto può proporre domande riconvenzionali, sollevare eccezioni in senso stretto (ad esempio, l'eccezione di prescrizione) e chiamare in causa terzi; resta ferma la possibilità dello stesso di costituirsi successivamente se non intende esercitare tali poteri processuali. Il termine di venti giorni per la costituzione non è perentorio, per cui quest'ultimo può costituirsi fino all'udienza di precisazione delle conclusioni (Cass. II, n. 6905/1992). In quest'ultimo caso, però, il convenuto incorre nelle decadenze previste dall'art. 167. Orbene, l'art. 167 c.p.c. elenca al comma 1 il contenuto tipico della comparsa di risposta, mentre nei commi 2 e 3 vengono evidenziate le attività presidiate dalla sanzione della decadenza. Quindi, ai sensi del comma 1 nella comparsa il convenuto deve proporre le sue difese prendendo posizione sui fatti posti dall'attore a fondamento della sua pretesa, deve indicare le proprie generalità e il codice fiscale, i mezzi di prova di cui intende avvalersi, formulare le conclusioni, oltre ovviamente alla procura e alla sottoscrizione del difensore. Ai sensi del comma 2 il convenuto nella comparsa dovrà proporre a pena di decadenza, un'eventuale domanda riconvenzionale (con la quale non si limita a chiedere il mero rigetto della domanda, ma chiede a sua volta che il Giudice emetta una pronuncia nei suoi confronti), deve sollevare le eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e deve altresì formulare la chiamata di terzi in causa (artt. 106 e 269 c.p.c.). È stato precisato, in sede di legittimità, che il differimento della prima udienza ex art. 168-bis, comma 5 c.p.c. intervenuto dopo la scadenza del termine per la costituzione del convenuto ex art. 166 c.p.c. non determina la rimessione in termini dello stesso convenuto ai fini della sua tempestiva costituzione e, di conseguenza, restano ferme le decadenze già maturate a suo carico ai sensi dell'art. 167 c.p.c. (Cass. n. 2394/2020). Come anticipato, nel contenuto della comparsa di risposta stabilito dal comma 1 dell'art. 167 (come anche in quello della memoria difensiva ex art. 416, comma 3) c'è l'onere per il convenuto di prendere posizione sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda. Si tratta, però, di adempimento dilazionabile nel prosieguo del giudizio, segnando soltanto l'udienza di trattazione, pur con tutte le scansioni contemplate dall'art. 183, il limite per la contestazione dei fatti allegati dalla controparte. La definizione del tema del giudizio deve però essere letta e coordinata con il principio della “non contestazione” codificato nell'art. 115 c.p.c. dalla l. n. 69/2009, alla luce del quale il Giudice deve porre a fondamento della decisione “i fatti non specificamente contestati dalla parte costituita”. Pertanto, il difetto di contestazione dei fatti allegati dall'attore implica, così, l'ammissione in giudizio degli stessi, se si tratta di fatti principali, ovvero costitutivi del diritto azionato, mentre quanto ai fatti secondari, cioè dedotti in esclusiva funzione probatoria, la non contestazione costituisce argomento di prova ai sensi dell'art. 116, comma 2 (Cass. III, n. 5356/2009). Peraltro, resta fermo che la valutazione della condotta processuale del convenuto, agli effetti della non contestazione dei fatti allegati dalla controparte, deve essere correlata al regime delle preclusioni, che la disciplina del giudizio ordinario di cognizione connette all'esaurimento della fase processuale entro la quale è consentito ancora alle parti di precisare e modificare, sia allegando nuovi fatti - diversi da quelli indicati negli atti introduttivi - sia revocando espressamente la non contestazione dei fatti già allegati, sia ancora deducendo una narrazione dei fatti alternativa e incompatibile con quella posta a base delle difese precedentemente svolte; in particolare, la mancata tempestiva contestazione, sin dalle prime difese, dei fatti allegati dall'attore è comunque retrattabile nei termini previsti per il compimento delle attività processuali consentite dall'art. 183 c.p.c., risultando preclusa, all'esito della fase di trattazione, ogni ulteriore modifica determinata dall'esercizio della facoltà deduttiva (Cass. II, n. 31402/2019). Occorre ricordare che la compensazione è un modo di estinzione dell'obbligazione diverso dall'adempimento e si verifica (art. 1241 c.c.) quando i debiti di due soggetti, obbligati l'uno verso l'altro, si estinguono per le quantità corrispondenti. La compensazione può essere: i) legale (art. 1243, comma 1 c.c.), quando i crediti da compensare sono liquidi (cioè determinati nel loro ammontare o facilmente determinabili sulla base di un mero calcolo), omogenei ed esigibili; in tal caso i crediti si estinguono automaticamente (ipso iure) dal giorno della loro coesistenza, che deve essere anteriore alla causa, e il soggetto interessato ha l'onere di far valere l'intervenuta compensazione mediante un'eccezione di parte (Cass. n. 2705/1981). La sentenza che dichiara la compensazione legale è di mero accertamento, poiché si limita a prendere atto dell'avvenuta compensazione; ii) giudiziale (art. 1243, comma 2 c.c.), quando il credito da compensare non è liquido ma è di pronta e facile liquidazione. A differenza della compensazione legale, i crediti si estinguono non soltanto dal giorno della pronuncia del Giudice (ex nunc) che dichiara la compensazione e non dalla coesistenza dei crediti. La sentenza che pronuncia la compensazione giudiziale ha, pertanto, natura costitutiva; iii) volontaria (art. 1252 c.c.), che opera per espressa volontà delle parti. Con riferimento ai presupposti affinché possa operare la compensazione legale e giudiziale, la Cassazione a Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 23225/2016) ha di recente affermato, con riferimento al requisito della certezza e quindi alla possibilità di eccepire un credito sub iudice, che (aderendo all'orientamento tradizionale) i requisiti di omogeneità, esigibilità, liquidità e certezza sono propri sia della compensazione legale che di quella giudiziale, non potendo ammettersi l'eccezione suddetta qualora il controcredito risulti contestato nell'an. Quanto all'eccezione di compensazione la necessità della stessa deriva dal disposto dell'art. 1242 c.c. per il quale la compensazione non può essere rilevata d'ufficio dal Giudice. Pertanto, la compensazione può essere fatta valere soltanto con un'eccezione di parte, rientrante tra le “eccezioni in senso stretto”, che non possono cioè essere rilevate d'ufficio. Quindi, nel giudizio ordinario di cognizione e compensazione deve essere fatta valere dal convenuto, a pena di decadenza, con la comparsa di costituzione e risposta. Analogamente, nel rito lavoro, la compensazione va proposta, a pena di decadenza, nella memoria difensiva di primo grado (art. 416, comma 2 c.p.c.). L'opposizione in compensazione di un controcredito contestato eccedente la competenza per valore del Giudice adito può provocare la modifica della competenza per valore. A norma dell'art. 35, infatti, se la domanda è fondata su titolo non controverso o facilmente accertabile, il Giudice adito può decidere su di essa e rimettere le parti al Giudice competente per la decisione relativa all'eccezione di compensazione, subordinando eventualmente l'esecuzione della sentenza alla prestazione di una cauzione. Se invece la domanda è fondata su un titolo controverso o di non facile accertamento, a norma degli artt. 35 e 34 c.p.c. il Giudice rimette tutta la causa al Giudice superiore, assegnando alle parti un termine perentorio per la riassunzione della causa davanti a lui. La norma trova applicazione solo se il Giudice adito con la domanda principale deve decidere sull'eccezione di compensazione, cioè se il credito opposto in compensazione è controverso e di non facile accertamento, ma non se la contestazione riguarda, anziché la sussistenza del credito, il diritto alla compensazione. |