Istanza di nomina del curatore specialeInquadramentoQualora manchi il soggetto a cui spetta la rappresentanza o l'assistenza della parte e vi sono ragioni di urgenza, può essere nominato all'incapace, alla persona giuridica o all'associazione non riconosciuta un curatore speciale che li rappresenti o assista finché subentri colui cui spettano, appunto, la rappresentanza o l'assistenza. La nomina in questione è prevista anche qualora il rappresentato sia in conflitto di interessi con il rappresentante. Il d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] ISTANZA DI NOMINA DI CURATORE SPECIALE Ill.mo Presidente Il sottoscritto Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ... alla via .... PREMESSO CHE – l'esponente ... è creditore per la somma di Euro ... nei confronti della Società di capitali ... di ... cui è stato deliberato lo scioglimento senza provvedere alla designazione del liquidatore; – la Società ... è in una gravissima situazione di insolvenza risultante dai libri e registri contabili; – è pertanto interesse del Sig. ... presentare istanza di fallimento della Società ... con la massima urgenza per evitare la dispersione della garanzia patrimoniale; – poiché pur dopo la cancellazione dal registro delle imprese la legittimazione a resistere all'istanza di fallimento che sia eventualmente proposta va riconosciuta al liquidatore della società, ai sensi dell'art. 10 l. fall., è necessario provvedere alla rappresentanza della società nelle more della nomina del liquidatore; – a tal fine, il Sig. ... intende proporre istanza di nomina del curatore speciale alla Società ... affinché esso eserciti una funzione di rappresentanza processuale strumentale all'instaurazione del giudizio relativo all'istanza di fallimento, nelle more del ripristino della rappresentanza legale della persona giuridica [2]. Tutto ciò premesso, il Sig. ..., nella qualità di creditore della Società ... CHIEDE All'Ill.ma Autorità Giudiziaria ora adita di accogliere la presente istanza di nomina del curatore speciale alla Società ... data l'esistenza di evidenti ragioni di urgenza, nelle more della nomina del liquidatore. Luogo e data ... ... (sottoscrizione istante) ... Depositato in Cancelleria [3] ... Visto del Cancelliere 1. Quando, peraltro, l'esigenza della nomina di un curatore speciale ex art. 78 c.p.c. si manifesta nel corso del giudizio e in relazione ad esso, l'istanza va proposta al Giudice, sia esso monocratico che collegiale, della causa pendente, senza che a ciò osti la riconducibilità del provvedimento di cui all'art. 80 c.p.c. alla giurisdizione volontaria (Cass. III, n. 7362/2015). 2. La Corte di Cassazione in una fattispecie analoga ha affermato che ai fini della rituale instaurazione del contraddittorio in ordine all'istanza di fallimento proposta nei confronti di una società di capitali della quale sia stato deliberato lo scioglimento senza che si sia provveduto alla designazione del liquidatore, non è necessaria la nomina del liquidatore giudiziario. Ai terzi che intendano presentare l'istanza di fallimento è sufficiente provocare la nomina di un curatore speciale ai sensi dell'art. 78 c.p.c., il quale è legittimato a resistere all'istanza medesima (Cass. VI, n. 13827/2012). 3. A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici. Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro. In ogni caso, a norma del comma 6 della disposizione il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e dei limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità dello stesso, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese processuali. COMMENTOLa norma dell'art. 78 c.p.c. specifica che la necessità di nomina del curatore speciale va ravvisata nella mancanza della persona cui spetta la rappresentanza o l'assistenza e nelle ragioni di urgenza di provvedere a tutelare l'interesse del soggetto, nelle more del subentro di colui cui spetta la rappresentanza o l'assistenza. Proprio sulla necessarietà della nomina del curatore speciale, Cass. n. 1390/2024 ha specificato che nei giudizi riguardanti l'adozione dei provvedimenti limitativi, ablativi, o restitutivi della responsabilità genitoriale, al minore che non sia già rappresentato da un tutore deve necessariamente essere nominato un curatore speciale ex art. 78 c.p.c., in mancanza del quale il giudizio è nullo e la nullità è rilevabile d'ufficio, per mancata costituzione del rapporto processuale e violazione del contraddittorio. Si dibatte in realtà in dottrina sull'estensione dei poteri del curatore speciale così nominato; ovvero secondo una certa opinione i suoi poteri sarebbero coincidenti con quelli che avrebbe il rappresentante senza limitazioni; secondo altri, invece, le ragioni di urgenza specificate dalla norma sarebbero anche una intrinseca limitazione all'esercizio dei poteri del curatore speciale che non potrebbe, pertanto, ad esempio, compiere atti dispositivi come la rinuncia agli atti del processo. Secondo altri, infine, al curatore speciale vanno riconosciuti anche poteri sostanziali che trovano il loro unico limite nel contenuto del provvedimento di nomina. Cass. n. 10754/2019 – ribadendo che una società il cui rappresentante legale sia deceduto e non sia stato sostituito non può essere convenuta in giudizio, occorrendo, a questo fine, la nomina di un curatore speciale ad processum, ai sensi dell'art. 78 c.p.c., poiché, in mancanza di tale nomina, l'atto di citazione ad essa diretto ed il conseguente processo svoltosi in sua assenza sono affetti da nullità per impossibilità di valida instaurazione del contraddittorio e lesione del diritto di difesa – ha tuttavia affermato, con principio estensibile per eadem ratio anche ad altre ipotesi, che qualora, nel corso del medesimo processo, sopraggiunga la nomina dell'amministratore e la detta società si costituisca, trova applicazione l'art. 294 c.p.c. che consente alla parte contumace di chiedere al Giudice, in presenza di determinate condizioni, di essere ammessa a compiere attività che le sarebbero precluse. Su un piano generale occorre considerare che l'istituto del curatore speciale rispetto alle controversie nelle quali è parte un minore è stato oggetto di recenti e significative novelle sul piano normativo. La riforma 2021/2022 La l. n. 206/2021 (art. 1, comma 30) ha inizialmente inserito nell'art. 78 c.p.c. due commi ulteriori rispetto alle originarie previsioni e, in particolare, i commi 3 e 4. A norma del comma 3 si prevedeva che il Giudice provvede alla nomina del curatore speciale del minore, anche d'ufficio e a pena di nullità degli atti del procedimento in 4 specifiche ipotesi, ossia nel caso in cui il p.m. abbia richiesto la decadenza dalla responsabilità genitoriale di entrambi i genitori, o in cui uno dei genitori abbia chiesto la decadenza dell'altro; in caso di adozione dei provvedimenti ex art. 403 c.c. o di affidamento del minore; nel caso in cui dai fatti emersi nel procedimento venga alla luce una situazione di pregiudizio per il minore tale da precluderne l'adeguata rappresentanza processuale da parte di entrambi i genitori; quando ne faccia richiesta il minore che abbia compiuto 14 anni. Il comma 4, a sua volta, prevedeva che in ogni caso il giudice può nominare un curatore speciale quando i genitori appaiono per gravi ragioni temporaneamente inadeguati a rappresentare gli interessi del minore; il provvedimento di nomina deve essere succintamente motivato. Infine, la l. n. 206/2021 (art. 1, comma 31, lett. b), ha inserito un ultimo comma nel disposto dell'art. 80 c.p.c. secondo cui al curatore speciale del minore (di cui alle corrispondenti previsioni prima riportate contenute nell'art. 78 c.p.c.), il Giudice può attribuire nel provvedimento di nomina, o con provvedimento non impugnabile adottato nel corso del giudizio, specifici poteri di rappresentanza sostanziale. Il curatore speciale del minore procede al suo ascolto. Il minore che abbia compiuto 14 anni, i genitori esercenti la responsabilità genitoriale, il tutore o il p.m. possono chiedere con istanza motivata al presidente del tribunale o al Giudice che procede, che decide con decreto non impugnabile, la revoca del curatore per gravi inadempienze o perché mancano o sono venuti meno i presupposti per la sua nomina. In ossequio a quanto indicato nell'art. 1, comma 23, lett. a), ultima parte della l. n. 206/2021, ove si specifica che l'introduzione del rito unitario per le persone, i minorenni e le famiglie avrebbe comportato la necessità di abrogare, riordinare, coordinare, modificare e integrare le disposizioni vigenti, il legislatore ha trasposto all'interno delle nuove disposizioni sul rito unitario anche le disposizioni relative al curatore speciale del minore, introdotte dalla legge citata, ai commi 30 e 31. Pertanto, sono stati abrogati gli artt. 78, commi 3 e 4, e l'art. 80, comma 3 c.p.c., e le relative disposizioni sono state trasposte all'interno dell'art. 473-bis.8 c.p.c. Il curatore speciale del minore previsto da quest'ultima disposizione normativa (che è, come indicato, la trasposizione delle norme prima contenute negli artt. 78 e 80 c.p.c.) è una figura processuale, soggetto individuato nella maggioranza dei casi tra avvocati altamente specializzati, che deve rappresentare il minore nei casi di conflitto di interessi con i genitori. Si fa riferimento, in particolare alle ipotesi delineate dalla norma, ossia ai procedimenti di decadenza, ai procedimenti ex art. 403 c.c., di affidamento etero-familiare del minore, oppure nei casi in cui vi sia richiesta espressa del minore che abbia compiuto 14 anni di età. Il curatore speciale del minore esaurisce i suoi compiti, anche ove gli siano stati assegnati specifici poteri sostanziali, con la definizione del procedimento in cui è avvenuta la nomina. Per le relative formule, data la trasposizione delle previsioni in questione nell'ambito della specifica disciplina, si rinvia alle formule relative al rito unitario per le persone, i minorenni e le famiglie. D. m. 7 agosto 2023, n. 110 Con riferimento al d.m. n. 110/2023 in particolare l'art. 2 del decreto stabilisce che, al fine di assicurare la chiarezza e sinteticità degli atti processuali (art. 121 c.p.c.) gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti secondo il seguente schema: a. Intestazione, recante l'ufficio giudiziario innanzi al quale la domanda è proposta e il tipo di atto; b. Le parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c. Le parole chiave, in numero massimo di 20, che individuano l'oggetto del giudizio; d. Nelle impugnazioni gli estremi del provvedimento che si impugna con indicazione dell'autorità che lo ha emesso, della data di pubblicazione e della data dell'eventuale notificazione; e. L'esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, rispetto alle impugnazioni, l'individuazione dei capi della decisione che si impugnano e l'esposizione dei motivi; f. Nella parte in fatto, il riferimento puntuale ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati corrispondentemente al loro contenuto, consultabili “preferibilmente” con apposito collegamento ipertestuale; g. Rispetto ai motivi di diritto, l'esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono come rilevanti; h. Le conclusioni, con la distinta indicazione di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i. L'indicazione specifica dei mezzi di prova e l'indice dei documenti consultabili con il collegamento ipertestuale; j. Il valore della controversia; k. La richiesta di distrazione delle spese; l. L'indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Ai sensi dell'art. 2, comma 2, del decreto, le disposizioni in questione si applicano, in quanto compatibili, anche agli altri atti del processo; e gli atti processuali successivi alla costituzione in giudizio indicano il numero di ruolo del processo cui si riferiscono. Per quanto riguarda i limiti dimensionali degli atti processuali, l'art. 3 del decreto stabilisce che salvo le deroghe e le esclusioni previste dal decreto (artt. 4 e 5), l'esposizione deve essere contenuta nel numero massimo di: a. 80.000 caratteri che corrispondono circa a 40 pagine nel formato previsto dall'art. 6 del decreto, rispetto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione; b. 50.000 caratteri, che corrispondono circa a 26 pagine nello stesso formato, rispetto alle memorie, alle repliche e in genere a tutti gli altri atti del giudizio; c. 10.000 caratteri, che corrispondono circa a 5 pagine nello stesso formato, rispetto alle note scritte in sostituzione dell'udienza di cui all'art. 127-ter c.p.c., quando non è necessario svolgere attività difensive possibili solo all'udienza. Nel conteggio del numero massimo di caratteri non sono compresi gli spazi. Da questi limiti sono però esclusi gli elementi previsti dall'art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), h), i), l), m), n); l'indice e la sintesi dell'atto; le indicazioni, le dichiarazioni e gli avvertimenti previsti dalla legge; la data e il luogo e le sottoscrizioni di parti e difensori; le relazioni di notifica e le relative richieste e dichiarazioni; i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note. Sono altresì previste delle deroghe; si possono superare i limiti di cui all'art. 3 del decreto se la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche a causa della tipologia, del valore, del numero delle parti o della natura degli interessi. In questo caso il difensore deve esporre in modo sintetico le ragioni per cui si è reso necessario superare i limiti dimensionali. Vi sono delle ipotesi di deroga “automatica”, cioè la proposizione di una domanda riconvenzionale, di una chiamata di terzo, di un atto di integrazione del contraddittorio, di un atto di riassunzione o di una impugnazione incidentale giustifica il ragionevole superamento dei limiti previsti dall'art. 3. Per quanto riguarda il formato, gli atti sono redatti mediante caratteri di uso corrente, preferibilmente con l'uso di dimensioni di 12 punti; con interlinea di 1,5; con margini orizzontali e verticali di 2,5 cm. Non sono consentite note salvo che per indicare i precedenti giurisprudenziali e i riferimenti dottrinali. L'art. 8 infine prevede che gli atti giudiziari sono redatti secondo le regole previste dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011 e sono corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche dell'art. 34 del decreto in questione. Le specifiche tecniche di cui al primo comma, definiscono le informazioni strutturate e i dati necessari per elaborare gli schemi dell'atto da parte del sistema informatico ricevente. Rispetto agli atti del giudizio di cassazione, le specifiche tecniche tengono anche conto dei criteri stabiliti con decreto del Primo Presidente della Corte, sentiti il Procuratore generale presso la Corte, il CNF e l'Avvocatura generale dello Stato. |