Memoria ex art. 183, comma 5, c.p.c.InquadramentoLa formula è predisposta sulla base dell'art. 183 c.p.c. nel testo novellato dal d.lgs. n. 149/2022, applicabile – ai sensi dell'art. 35 dello stesso d.lgs. n. 149/2022 (così come modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a) della l. n. 197/2022) – a decorrere dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data. Al contrario, ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 continueranno ad applicarsi le disposizioni anteriormente vigenti. Mentre il vecchio testo dell'art. 183 c.p.c., applicabile ai procedimenti instaurati fino al 28 febbraio 2023, contempla al comma 8 la possibilità che le parti depositino (nel termine perentorio concesso dal Giudice) un'apposita memoria al fine di dedurre i mezzi di prova che si rendono necessari in relazione agli eventuali mezzi di prova disposti d'ufficio dal Giudice (con l'ordinanza – di cui al comma 7 dell'art. 183 c.p.c. del vecchio testo – di ammissione dei mezzi di prova e di fissazione dell'udienza per la relativa assunzione) e poi un'ulteriore memoria di replica, il nuovo testo prevede al comma 5 (con una formulazione quasi identica a quella di cui al vecchio comma 8) tali memorie. Il comma 5 del novellato art. 183 c.p.c. prevede che nel caso in cui il Giudice con l'ordinanza di cui al comma 4 dell'art. 183 c.p.c. disponga d'ufficio mezzi di prova, le parti hanno diritto ad un doppio termine perentorio: il primo per dedurre i mezzi di prova o per produrre i documenti necessari in ordine alla prova d'ufficio, il secondo per replicare alla memoria avversaria in ordine all'ammissibilità e rilevanza delle istanze istruttorie formulate dalla controparte anche sotto il profilo dell'attinenza alla prova disposta d'ufficio. Il Giudice provvederà quindi con una seconda ordinanza entro trenta giorni dalla scadenza del secondo dei suddetti termini, disponendo la fissazione dell'udienza per l'assunzione dei mezzi di prova già ammessi con l'ordinanza precedente nonché delle prove d'ufficio e di quelle di parte a queste conseguenti. È stato precisato di recente che le eventuali contestazioni relative a quanto contenuto nelle repliche non potranno che essere fatte all'udienza di assunzione delle prove. FormulaTRIBUNALE DI ... MEMORIA EX ART. 183, COMMA 5, C.P.C.[1] proc. n. ... / ... R.G. - sez. ... - Giudice dott. ... PER La Società ..., C.F. e/o P.I. ..., in persona del legale rappresentante pro tempore Dott. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ... -convenuta- CONTRO Per il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...; -attore- *** Premesso che, con ordinanza ex art. 183, comma 4, c.p.c. pronunciata in data ..., il G.I. Dott. ... disponeva i seguenti mezzi di prova d'ufficio: “ ... ” assegnando alle parti un primo termine di trenta giorni, decorrente dalla comunicazione della suddetta ordinanza, per dedurre mezzi di prova e produrre documenti in relazione alla prova d'ufficio, e un secondo termine di ulteriori trenta giorni per le repliche. La convenuta Società ..., pertanto, nel riportarsi integralmente al contenuto della propria comparsa di risposta ed alle memorie ex art. 171-ter c.p.c., in questa sede intende dedurre quanto segue in ordine alla prova disposta d'ufficio. *** 1. Irrilevanza dell'ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c. disposto d'ufficio. Il richiesto ordine di esibizione del documento ... disposto dal G.I. nei confronti dell'odierna convenuta è irrilevante, poiché il documento oggetto dell'ordine di esibizione in questione riguarda circostanze che già risultano essere attestate nei documenti di cui ai nn. ..., ..., ... prodotti dallo stesso attore. Alla luce di tale irrilevanza, pertanto, la convenuta Società ... chiede che l'ordinanza del G.I. del ... venga revocata nella parte in cui dispone in via d'ufficio l'esibizione del documento ... da parte della convenuta. 2. Mezzi istruttori e produzioni documentali in relazione alla prova disposta d'ufficio. In via istruttoria e come esclusiva conseguenza dell'esercizio ufficioso dei poteri istruttori da parte del G.I., si chiede disporsi prova per testi con i testi già indicati dal G.I. sui seguenti ulteriori e specifici capitoli di prova: 3) “Vero è che ... ?”; 4) “Vero è che ... ?”; 5) “Vero è che ... ?”; Inoltre, si deposita copia dei seguenti documenti (proseguendo la numerazione iniziata con la comparsa di costituzione e risposta): 10) ...; 11) .... Con riserva di ulteriori deduzioni e produzioni in conseguenza delle formulazioni avversarie. *** Tutto quanto sopra premesso, ritenuto e considerato, la convenuta ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, ut supra rappresentata, difesa e domiciliata, insiste per l'accoglimento delle conclusioni rassegnate nella propria comparsa di costituzione e risposta e come modificate e precisate a seguito del deposito della memoria ex art. 171-ter, n. 1 c.p.c. da intendersi qui integralmente riportata. Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] [2] 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 2. La riforma attuata con il d.lgs. n. 149/2022 ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. CommentoLe nuove prove richieste dalle parti nella prima memoria di cui al comma 5 sono ammissibili solo se, siano esse prove dirette o indirette, possano considerarsi realmente correlate alla prova d'ufficio, sebbene la prova offerta dalle parti possa riguardare anche eventuali fatti che siano divenuti rilevanti dopo la richiesta di prova d'ufficio. Un dubbio interpretativo si è posto (con riferimento alla precedente formulazione dell'art. 183 c.p.c. ma ciò può valere anche a seguito della riforma) con riguardo all'inciso che prevede il potere per il Giudice di disporre mezzi di prova d'ufficio nella stessa ordinanza di cui al comma 4, con cui il medesimo ammette le prove richieste dalle parti. Una parte della dottrina ha inteso questa disposizione nel senso che i poteri istruttori officiosi del Giudice possano esercitarsi soltanto in occasione della predetta ordinanza di ammissione delle prove di parte. Tale interpretazione non è sembrata però rispondente al dato letterale, che non prevede alcuna decadenza per il Giudice in ordine all'esercizio dei propri poteri officiosi. Semmai, la vera portata precettiva della norma va intravista nel riconoscimento in capo alle parti del diritto ad integrare le rispettive prove ed a contraddire sulle medesime. Appare preferibile, quindi, ritenere che i poteri istruttori officiosi possano essere esercitati per tutto il corso del processo, finanche nella fase decisoria, fatto salvo in ogni caso il rispetto del contraddittorio imposto dalla norma in esame, nel senso che le parti devono essere messe in condizione di integrare le proprie istanze istruttorie e di replicarvi. |