Procura speciale ex art. 185 c.p.c.

Rosaria Giordano
Vincenza Di Cristofano

Inquadramento

La formula è predisposta sulla base dell'art. 183 c.p.c. e dell'art. 185 c.p.c. nel testo novellato dal d.lgs. n. 149/2022, applicabile – ai sensi dell'art. 35 dello stesso d.lgs. n. 149/2022 (così come modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a) della l. n. 197/2022) – a decorrere dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data. Al contrario, ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 continueranno ad applicarsi le disposizioni anteriormente vigenti.

Il vecchio testo dell'art. 185 c.p.c. prevedeva che la comparizione personale delle parti ai fini del tentativo di conciliazione dovesse essere disposta quando fosse richiesta congiuntamente dalle parti ovvero potesse conseguire ad un'autonoma iniziativa del Giudice qualora quest'ultimo la ritenesse conveniente per la definizione del procedimento e che il tentativo di conciliazione potesse essere rinnovato in qualunque momento dell'istruzione. Nel nuovo testo è stato semplicemente specificato, in aggiunta, che la possibilità di rinnovare tale tentativo di conciliazione in qualunque momento dell'istruzione vada esercitata nel rispetto del (neo-introdotto dalla riforma) calendario del processo.

Invece, per quanto concerne la presenza personale delle parti all'udienza di prima comparizione e trattazione (anche ai fini del tentativo di conciliazione), mentre il vecchio testo dell'art. 183 c.p.c. non prevedeva la necessaria presenza delle parti né che in tale udienza dovesse svolgersi un tentativo di conciliazione (era previsto che si dovesse fissare una nuova udienza qualora il Giudice volesse procedere ai sensi dell'art. 185 c.p.c.), il nuovo testo dell'art. 183 c.p.c. prevede che all'udienza fissata per la prima comparizione e la trattazione le parti debbano comparire personalmente (e la loro mancata comparizione senza giustificato motivo costituisce comportamento valutabile ai sensi dell'art. 116, comma 2, c.p.c.) e che in tale udienza il Giudice (oltre a interrogare liberamente le parti richiedendo, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti necessari) tenti la conciliazione a norma dell'art. 185.

A tali fini, per la comparizione personale le parti possono farsi rappresentare da un procuratore generale o speciale. In tali casi la procura deve avere la forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata.

Formula

PROCURA SPECIALE

Il sottoscritto Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ..., residente in ... via ... n. ..., (eventualmente n.q. di legale rappresentante di ... ), nomina e costituisce quale proprio procuratore speciale ai sensi dell'art. 185 c.p.c. l'Avv. ... (oppure) il Sig. ..., C.F. ..., nato a ... il ..., residente in ... via ... n. ..., affinché in proprio nome e conto compaia nel giudizio civile di cui al n. ... / ... R.G. pendente dinanzi al Tribunale di ..., sez. ..., Giudice dott. ..., tra ... e ..., all'udienza fissata per il giorno ... ovvero ad altra/e udienze che l'Ill.mo Tribunale adito dovesse fissare per il medesimo incombente.

Al nominato procuratore speciale sono espressamente attribuiti il potere di conciliare o transigere la controversia.

Luogo e data ...

Firma della parte ...

Autentica dell'Avv. o del Notaio ...

Commento

La conciliazione giudiziale prevista dall'art. 185 c.p.c. tende al raggiungimento di un accordo tra le parti; l'accordo eventualmente raggiunto ha la particolarità di essere contenuto in un verbale avente carattere documentale. Il verbale di conciliazione contiene, quindi, l'incontro delle volontà delle parti, e comporta, come effetto, l'impossibilità di un'ulteriore prosecuzione del giudizio (Cass. n. 816/1992). Peraltro la conciliazione, nonostante consista in un accordo tra le parti del processo, non può essere equiparata ad un accordo di diritto privato, a causa delle sue peculiarità (intervento del Giudice ed effetto estintivo del processo).

A seguito della riforma dell'art. 185 c.p.c. allora operata dalla l. n. 263/2005 la comparizione personale delle parti al fine di esperire il tentativo di conciliazione non era più obbligatoria bensì facoltativa. La comparizione personale delle parti doveva essere disposta quando fosse state richiesta congiuntamente dalle parti stesse ovvero poteva conseguire ad un'autonoma iniziativa del Giudice qualora la ritenesse conveniente al fine della definizione del procedimento. Restava fermo il potere del Giudice di convocare personalmente le parti per interrogarle liberamente in ogni stato e grado del processo.

Con la riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 le cose sono cambiate. Infatti, per quanto concerne la presenza personale delle parti all'udienza di prima comparizione e trattazione (anche ai fini del tentativo di conciliazione), mentre il vecchio testo dell'art. 183 c.p.c. non prevedeva la necessaria presenza delle parti né che in tale udienza dovesse svolgersi un tentativo di conciliazione (era previsto che si dovesse fissare una nuova udienza qualora il Giudice volesse procedere ai sensi dell'art. 185 c.p.c.), il nuovo testo dell'art. 183 c.p.c. prevede che all'udienza fissata per la prima comparizione e la trattazione le parti debbano comparire personalmente (e la loro mancata comparizione senza giustificato motivo costituisce comportamento valutabile ai sensi dell'art. 116, comma 2, c.p.c.) e che in tale udienza il Giudice (oltre a interrogare liberamente le parti richiedendo, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti necessari) tenti la conciliazione a norma dell'art. 185.

A tal fine, per la comparizione personale le parti possono farsi rappresentare da un procuratore generale o speciale. In tali casi la procura deve avere la forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata.

La procura ex art. 185 c.p.c. deve attribuire espressamente il potere di transigere e conciliare la controversia; inoltre, deve essere rilasciata a persona informata sui fatti di causa: la mancata conoscenza dei fatti di causa, senza giustificato motivo, da parte del soggetto nominato procuratore può essere valutata dal Giudice ai sensi dell'art. 116, comma 2, c.p.c. (ossia il Giudice può desumere argomenti di prova dalla mancata risposta alle domande formulate ovvero dal contegno tenuto dalla parte o dal suo procuratore). Si ritiene che la procura possa essere conferita anche al difensore. Peraltro, considerato che normalmente l'avvocato non ha una conoscenza diretta dei fatti di causa e dei rapporti intercorsi tra le parti e considerata la possibilità che durante l'udienza si discuta di aspetti transattivi e quindi si disponga di diritti controversi, è consigliabile limitare alla sola assistenza tecnica l'attività del difensore; è quindi preferibile che la procura sia conferita ad una persona che, in ragione del ruolo e dei rapporti con la parte, sia a conoscenza diretta dei fatti e possa responsabilmente disporre dei diritti controversi (in particolare, se la parte è una persona giuridica, il procuratore potrà essere un amministratore o un dirigente apicale che abbia ricoperto un ruolo attivo nella vicenda).

Ai fini del deposito telematico dell'atto introduttivo (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012, ora abrogato) è necessario indicare la seguente dicitura: “giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.”. Tale formula è ormai divenuta obbligatoria attesa l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito dal nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c.

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