Memoria di replicaInquadramentoL'art. 190 c.p.c. è stato abrogato (con effetto a partire dai procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023) dalla riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022. La formula è quindi predisposta sulla base dell'art. 189 c.p.c. nel testo novellato dal d.lgs. n. 149/2022, applicabile – ai sensi dell'art. 35 dello stesso d.lgs. n. 149/2022 (così come modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a) della l. n. 197/2022) – a decorrere dal 28 febbraio 2023 per i procedimenti instaurati successivamente a tale data. Al contrario, ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 continueranno ad applicarsi le disposizioni anteriormente vigenti. Mentre il vecchio testo dell'art. 189 c.p.c. prevede che il giudice invita le parti a precisare le proprie conclusioni (e quindi ciò veniva svolto direttamente a verbale all'udienza di precisazione delle conclusioni, eventualmente depositando in tale udienza un apposito “foglio di precisazione conclusioni”) e l'art. 190 c.p.c. (come detto, abrogato dalla riforma a partire dai procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023) prevede che le parti debbano depositare le proprie comparse conclusioni e le proprie memorie di replica conclusionali rispettivamente nei termini perentori di 60 giorni dalla rimessione al collegio e di 20 giorni dal deposito delle comparse conclusionali (salvo che il giudice ritenga di fissare un termine inferiore), il nuovo testo dell'art. 189 c.p.c. prevede ora che il giudice istruttore fissi davanti a sé l'udienza (per la rimessione della causa al collegio) per la decisione e assegni alle parti, salvo che queste vi rinuncino, i seguenti termini perentori: 1) un termine non superiore a 60 giorni prima dell'udienza per il deposito di note scritte contenenti la sola precisazione delle conclusioni (che le parti intendono sottoporre al collegio), nei limiti di quelle formulate negli atti introduttivi o a norma dell'art. 171-ter c.p.c. (e – come già previsto dal vecchio testo – le conclusioni di merito debbono essere interamente formulate anche nei casi previsti dell'art. 187, commi 2 e 3 c.p.c.); 2) un termine non superiore a 30 giorni prima dell'udienza per il deposito delle comparse conclusionali; 3) un termine non superiore a 15 giorni prima dell'udienza per il deposito delle memorie di replica. Viene ora previsto quindi che all'udienza così fissata (ai sensi del primo comma dell'art. 189 c.p.c.) la causa sia rimessa al collegio per la decisione. Come già previsto dal vecchio testo, viene ribadito che la rimessione investe il collegio di tutta la causa, anche quando avviene a norma dell'art. 187, commi 2 e 3 c.p.c. La funzione delle memorie di replica alla comparsa conclusionale – da depositare entro il termine perentorio fissato dal giudice ex art. 189, comma 1, n. 3 c.p.c., non superiore a 15 giorni prima dell'udienza per la decisione – è quella di replicare alle deduzioni avversarie e di illustrare ulteriormente le tesi difensive già enunciate nelle proprie comparse conclusionali. La memoria di replica prevista dall'art. 189, comma 1, n. 3 c.p.c. deve essere presa in considerazione dal giudice indipendentemente dalla circostanza che la controparte abbia o meno depositato una propria comparsa conclusionale. FormulaTRIBUNALE DI ... MEMORIA DI REPLICA [1] Proc. n. ... / ... R.G. - sez. ... - Giudice Dott. ... ud. ... PER il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...; -convenuto- CONTRO il Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... -attore- *** Il convenuto, riportandosi a tutte le proprie deduzioni, eccezioni e richieste contenute nei propri atti difensivi, nei verbali d'udienza e da ultimo nelle note di precisazione conclusioni e nella comparsa conclusionale, con il presente atto intende replicare alla comparsa conclusionale depositata da parte attrice. *** (INSERIRE REPLICHE ALLA COMPARSA CONCLUSIONALE DI CONTROPARTE) *** Tutto quanto sopra premesso, ritenuto e considerato, il convenuto, ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, richiama tutto quanto già esposto e argomentato nei propri atti difensivi, nei verbali d'udienza e da ultimo nelle note di precisazione conclusioni e nella comparsa conclusionale e insiste per l'accoglimento delle conclusioni precisate nelle proprie note ex art. 189, comma 1, n. 1 c.p.c. e ribadite nella propria comparsa conclusionale [2]. *** Luogo e data ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge [3] ] 1. In forza dell'art. 3 del d.m. n. 110/2023, l'atto può avere un'estensione massima di 50.000 caratteri. 2. La S.C. ha chiarito che, qualora non siano state depositate le comparse conclusionali e le memorie di replica, spetta comunque il riconoscimento dei compensi per la fase decisionale, in quanto essa, ai sensi dell'art. 4, comma 5, lett. d) del d.m. n. 55/2014, ricomprende un'ampia serie di attività, tra cui la precisazione delle conclusioni e l'esame del provvedimento conclusivo del giudizio (Cass. VI-2, n. 5289/2023). 3. La riforma ha sancito l'obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti sancito con il nuovo art. 196-quater disp. att. c.p.c. COMMENTOCome detto sopra, la riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 prevede (a partire dai procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023) l'abrogazione dell'art. 190 c.p.c. e la riformulazione dell'art. 189 c.p.c., il quale (per effetto della riforma, e quindi per i procedimenti instaurati dopo il 28 febbraio 2023) prevede che il giudice istruttore fissi davanti a sé l'udienza (per la rimessione della causa al collegio) per la decisione e assegni alle parti, salvo che queste vi rinuncino, i seguenti termini perentori: 1) un termine non superiore a 60 giorni prima dell'udienza per il deposito di note scritte contenenti la sola precisazione delle conclusioni (che le parti intendono sottoporre al collegio), nei limiti di quelle formulate negli atti introduttivi o a norma dell'art. 171-ter c.p.c. (e – come già previsto dal vecchio testo – le conclusioni di merito debbono essere interamente formulate anche nei casi previsti dell'art. 187, commi 2 e 3 c.p.c.); 2) un termine non superiore a 30 giorni prima dell'udienza per il deposito delle comparse conclusionali; 3) un termine non superiore a 15 giorni prima dell'udienza per il deposito delle memorie di replica. Viene ora previsto quindi che all'udienza così fissata (ai sensi del primo comma dell'art. 189 c.p.c.) la causa sia rimessa al collegio per la decisione. Pertanto tramonta lo schema “ordinario” (utilizzato nella maggior parte dei giudizi di cognizione) rappresentato dall'udienza di precisazione delle conclusioni seguita dal deposito delle comparse conclusionali e delle memorie di replica conclusionali. A seguito della riforma la memoria di replica conclusionale dovrà quindi essere depositata prima dell'ultima udienza, in un termine (non superiore a 15 giorni prima dell'udienza per la decisione) perentorio. Con le memorie di replica conclusionali le parti possono solo replicare alle deduzioni avversarie ed illustrare ulteriormente le tesi difensive già enunciate nelle comparse conclusionali e non anche esporre questioni nuove o formulare nuove conclusioni, sulle quali, pertanto, il giudice non può e non deve pronunciarsi (v., da ultimo, Cass. II, n. 98/2016). La memoria di replica riveste, tuttavia, una notevole importanza nella pratica atteso che essa rappresenta l'ultimo atto, in senso cronologico, ad essere sottoposto alla cognizione del giudice. Pertanto, è verosimile che tale memoria, esaminata per ultima, sortisca l'effetto di lasciare maggiormente impresse nel giudice le argomentazioni ivi contenute. La memoria di replica prevista dall'art. 189, comma 1, n. 3 c.p.c. deve essere presa in considerazione dal giudice indipendentemente dalla circostanza che la controparte abbia o meno depositato una propria comparsa conclusionale (Cass. III, n. 6439/2009). Per le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Cass. S.U., n. 36596/2021) la sentenza è nulla se il Giudice decide prima della scadenza dei termini per conclusionali e repliche. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno quindi posto fine al dibattito che si era sviluppato sul punto enunciando il seguente principio: «la parte che proponga l'impugnazione della sentenza d'appello deducendo la nullità della medesima per non aver avuto la possibilità di esporre le proprie difese conclusive ovvero per replicare alla comparsa conclusionale avversaria non ha alcun onere di indicare in concreto quali argomentazioni sarebbe stato necessario addurre in prospettiva di una diversa soluzione del merito della controversia; la violazione determinata dall'avere il giudice deciso la controversia senza assegnare alle parti i termini per il deposito delle comparse conclusionali e delle memorie di replica, ovvero senza attendere la loro scadenza, comporta di per sé la nullità della sentenza per impedimento frapposto alla possibilità dei difensori delle parti di svolgere con completezza il diritto di difesa, in quanto la violazione del principio del contraddittorio, ai quale il diritto di difesa si associa, non è riferibile solo all'atto introduttivo del giudizio, ma implica che il contraddittorio e la difesa si realizzino in piena affettività durante tutto lo svolgimento del processo». |