Quesito CTU accertamento danno alla personaInquadramentoLa consulenza tecnica in materia di valutazione del danno alla persona rappresenta uno degli accertamenti tecnici più frequenti, rivestendo un ruolo percipiente, cioè molto spesso rivolto non soltanto a valutare scientificamente prove già raggiunte, ma a rappresentare essa stessa un mezzo di prova. Da questo punto di vista il S.C. tende a stigmatizzare quelle decisioni di merito che, dopo aver respinto la richiesta di CTU ritenendola esplorativa, si limitano poi ad applicare strettamente il principio dell'onere della prova. Il problema è in realtà non di rado di onere di allegazione, prima ancora che di prova, dovendo la parte sicuramente dettagliare la propria domanda indicando con precisione le conseguenze di tipo psico-fisico che si riconnettono all'altrui comportamento e produrre documentazione medica, di pronto soccorso, ecc. tale da rendere verosimile l'esistenza di quei pregiudizi che spetterà, poi, al medico legale accertare e valutare. È stato così affermato che, in tema di risarcimento del danno, è possibile assegnare alla consulenza tecnica d'ufficio ed alle correlate indagini peritali funzione “percipiente” quando essa verta su elementi già allegati dalla parte, ma che soltanto un tecnico sia in grado di accertare per mezzo delle conoscenze e degli strumenti di cui dispone (Cass. III, n. 13736/2020). Tuttavia, si è recentemente precisato che il consulente nominato dal Giudice, nei limiti delle indagini commessegli e nell'osservanza del contraddittorio delle parti, può acquisire, anche prescindendo dall'attività di allegazione delle parti – non applicandosi alle attività del consulente le preclusioni istruttorie vigenti a loro carico – tutti i documenti necessari al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, ma a condizione che non siano diretti a provare i fatti principali dedotti a fondamento della domanda e delle eccezioni che è onere delle parti provare e salvo, quanto a queste ultime, che non si tratti di documenti diretti a provare fatti principali rilevabili d'ufficio (Cass. n. 25604/2022 ha confermato la decisione che aveva ritenuto inammissibile la richiesta del c.t.u. di acquisire il CD della risonanza magnetica nucleare e il relativo referto medico, in quanto diretti a provare fatti principali dedotti a fondamento della pretesa risarcitoria). Il d.lgs. n. 149/2022, di riforma del processo civile prevede, fra l'altro, con l'art. 16, una modifica dei termini di revisione degli albi dei consulenti tecnici d'ufficio di cui all'art. 13 del r.d. n. 1368/1941, recante disposizioni di attuazione del c.p.c., i quali devono essere aggiornati con cadenza che diviene almeno quinquennale (anziché biennale), al fine di garantire, oltre a quella medico-legale, una idonea e qualificata rappresentanza di esperti delle discipline specialistiche dell'area sanitaria. Il quesito assegnato al consulente medico-legale tiene conto, naturalmente, oltre che delle eventuali novità normative anche degli sviluppi giurisprudenziali e delle prassi, spesso sviluppate attraverso gruppi di studio interdisciplinari, in tema di baremès medico legali e della distinzione fra micropermanenti (danno biologico sino al 9%) e macropermanenti (lesioni di incidenza percentuale superiore al 9%). FormulaTRIBUNALE DI ... nella causa civile n. ... / ... r.g. IL GIUDICE Sciogliendo la riserva assunta all'udienza del ...; Letti gli atti ed i documenti di causa; Ritenuta l'opportunità di nominare un CTU al fine di dare risposta al seguente quesito: ... [1] ; NOMINA Quale consulente tecnico il Sig./Dott. ..., con studio in ...; DISPONE (*) La convocazione del consulente nominato all'udienza del ..., ore ..., per il conferimento dell'incarico ed il giuramento di rito. (*) OPPURE FISSA Il termine del ... al fine di consentire al CTU nominato di depositare telematicamente il proprio giuramento scritto, che varrà anche quale accettazione dell'incarico; entro lo stesso termine le parti provvederanno alla nomina dei propri eventuali consulenti di parte; ASSEGNA Fin da ora il termine del ... entro il quale il consulente tecnico d'ufficio comunicherà alle parti la bozza del proprio elaborato, nonché termine sino al ... entro il quale le parti dovranno trasmettere al CTU le proprie eventuali osservazioni; il CTU provvederà a depositare telematicamente la propria relazione definitiva, nella quale provvederà a prendere in esame le osservazioni pervenute, entro la successiva data del .... Si comunichi al CTU nominato ed alle parti a cura della cancelleria. Luogo e data ... Il Giudice ... COMMENTOSecondo Cass. n. 6288/2008, nel caso di lesioni gravi a soggetto minorenne (5 anni) la lesione della salute include il danno biologico nella sua complessità di lesione fisica, psichica, interrelazionale e dinamica; conseguentemente la valutazione della gravità del danno deve avvenire mediante consulenza medico legale che tenga conto anche dell'evoluzione dei postumi invalidanti, della perdita della capacità lavorativa generica e della qualità della vita, sicché la valutazione tabellare attuariale deve avvenire ai valori attuali (al tempo della liquidazione) con elevata personalizzazione, attesa alla lunga durata della invalidità rispetto alle speranze di vita. Più in generale, in un caso di CTU medico-legale disposta a fronte di una violenza in ambito sessuale, si è ritenuto che «il Giudice può affidare al consulente tecnico non solo l'incarico di valutare i fatti da lui stesso accertati o dati per esistenti, ma anche quello di accertare i fatti stessi. Nel primo caso, la consulenza presuppone l'avvenuto espletamento dei mezzi di prova e ha per oggetto la valutazione di fatti i cui elementi sono già stati completamente provati dalle parti; nel secondo caso la consulenza può costituire essa stessa fonte oggettiva di prova, senza che questo significhi che le parti possono sottrarsi all'onere probatorio e rimettere l'accertamento dei propri diritti all'attività del consulente. In questo secondo caso è necessario, infatti, che la parte quanto meno deduca il fatto che pone a fondamento del proprio diritto e che il Giudice ritenga che il suo accertamento richieda cognizioni tecniche che egli non possiede o che vi siano altri motivi che impediscano o sconsiglino di procedere direttamente all'accertamento» (così Cass. n. 4899/2016). Ricorrente è la questione della duplicazione di poste risarcitorie per le medesime lesioni, sulla quale la S.C. ha da tempo affermato che «il tema di liquidazione del danno non patrimoniale, al fine di stabilire se il risarcimento sia stato duplicato ovvero sia stato erroneamente sottostimato, rileva non il “nome” assegnato dal giudicante al pregiudizio lamentato dall'attore (“biologico”, “morale”, “esistenziale”), ma unicamente il concreto pregiudizio preso in esame dal Giudice. Si ha, pertanto, duplicazione di risarcimento solo quando il medesimo pregiudizio sia liquidato due volte, sebbene con l'uso di nomi diversi» (Cass. n. 10527/2011). In tema di valutazione della consulenza e di motivazione, si è recentemente osservato che l'omesso esame, da parte del Giudice di merito che recepisca le conclusioni di una consulenza tecnica d'ufficio in materia medico-legale, dei rilievi contenuti in una consulenza tecnica di parte e trascurati dal consulente tecnico d'ufficio, in tanto rileva come vizio di omessa motivazione, denunciabile in Cassazione, in quanto la parte ne indichi, con riferimento a serie e documentate argomentazioni medico-legali, la decisività, ossia l'incidenza sulla valutazione della sussistenza o meno di un determinato stato patologico (Cass. n. 15733/2022). Nell'ipotesi di danno da mobbing, si è però ritenuto che sussiste il vizio di omessa pronuncia nell'ipotesi in cui il Giudice abbia escluso la sussistenza del mobbing con enunciati meramente assertivi, pervenendo a conclusioni disancorate dalle risultanze istruttorie costituite dalle prove dichiarative e dalla consulenza medico-legale acquisite in primo grado, con motivazione meramente figurativa e apparente (Cass. n. 16247/2018). L'art. 139 Codice assicurazioni, così come modificato dall'art. 1, comma 19, della “Legge Concorrenza” n. 124/2017, al comma 2 dispone: “In ogni caso, le lesioni di lieve entità, che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, ovvero visivo, con riferimento alle lesioni, quali le cicatrici, oggettivamente riscontrabili senza l'ausilio di strumentazioni, non possono dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente“. Cass. n. 7753/2020, seguita da altre pronunce, ha tuttavia precisato che: «in tema di risarcimento del danno da cd. micropermanente, l'art. 139, comma 2, ultimo periodo, del d.lgs. n. 209/2005 deve essere ancora interpretato, pur dopo le modifiche introdotte dalla l. n. 124/2017 e la pronuncia della sentenza n. 98 del 2019 della Corte costituzionale, nel senso che la prova della lesione e del postumo non deve essere data esclusivamente con un referto strumentale poiché, in ogni caso, è l'accertamento medico legale corretto, riconosciuto dalla scienza medica, a stabilire se tale lesione sussista e quale percentuale del detto postumo sia ad essa ricollegabile, dovendosi tenere conto, però, che possono esservi situazioni nelle quali solo il menzionato accertamento strumentale è idoneo a fornire la dimostrazione richiesta dalla legge». |