Quesito CTU accertamento danno da perdita del rapporto parentaleInquadramentoIl tema della liquidazione del danno conseguente all'uccisione del congiunto contiene elementi di criticità. La giurisprudenza prevalente tende molto spesso a sfuggire ad approcci puramente teorici, consentendo, al di là della terminologia adottata, la ristorabilità di distinte voci di danno: a) quello subito dal congiunto per la perdita del rapporto parentale, di tipo morale e soggettivo; b) quello proprio per i pregiudizi di carattere biologico non riassumibili nella mera sofferenza sub a); c) quello conseguito iure hereditatis in relazione alla lesione maturata in capo al defunto che sia sopravvissuto al sinistro per un apprezzabile lasso di tempo (con possibilità di incremento nel caso di consapevolezza della fine imminente: c.d. danno catastrofico); d) perdite di carattere patrimoniale legate al venir meno del congiunto che contribuiva fattivamente con denaro o altre utilità a favore del parente, coniuge o convivente superstite. Recentemente è giunta a stabilire che al fine di garantire non solo un'adeguata valutazione delle circostanze del caso concreto, ma anche l'uniformità di giudizio a fronte di casi analoghi, il danno da perdita del rapporto parentale deve essere liquidato seguendo una tabella basata sul sistema a punti, che preveda, oltre l'adozione del criterio a punto, l'estrazione del valore medio del punto dai precedenti, la modularità e l'elencazione delle circostanze di fatto rilevanti, tra le quali, da indicare come indefettibili, l'età della vittima, l'età del superstite, il grado di parentela e la convivenza, nonché l'indicazione dei relativi punteggi, con la possibilità di applicare sull'importo finale dei correttivi in ragione della particolarità della situazione, salvo che l'eccezionalità del caso non imponga, fornendone adeguata motivazione, una liquidazione del danno senza fare ricorso a tale tabella. (Cass. n. 33005/2021). È stato inoltre precisato che la liquidazione del danno da perdita del rapporto parentale – incidente sulla conservazione dell'equilibrio emotivo-soggettivo del danneggiato e, in una dimensione dinamico-relazionale, sull'impedita prosecuzione concreta di una relazione personale – e di un ulteriore importo a titolo di risarcimento del danno biologico – quale pregiudizio arrecato all'integrità psico-fisica per l'uccisione del congiunto – non costituisce una duplicazione risarcitoria, trattandosi di voci di danno tra loro diverse e derivanti dalla lesione di beni logicamente ed ontologicamente distinti che trovano riferimento, rispettivamente, nell'art. 29 e nell'art. 32 Cost. (Cass. n. 9857/2022). Cass. n. 26440/2022 ha però precisato che quando la liquidazione del danno non patrimoniale da uccisione d'un congiunto avvenga in base ad un criterio “a forbice”, che preveda un importo variabile tra un minimo ed un massimo, è consentito al giudice di merito liquidare un risarcimento inferiore al minimo solo in presenza di circostanze eccezionali e peculiari al caso di specie (la corte ha ritenuto che tali non sono né l'età della vittima, né quella del superstite, né l'assenza di convivenza tra l'una e l'altro, circostanze tutte che possono solo giustificare la quantificazione del risarcimento all'interno della fascia di oscillazione tra minimo e massimo tabellare). In tale quadro l'ammissione e la formulazione del quesito affidato al CTU riveste una importanza spesso centrale nell'economia del giudizio. FormulaQUESITO CTU DANNO DA PERDITA DEL RAPPORTO PARENTALE [1] Esaminati gli atti di causa, visitato il periziando, espletati sotto il suo controllo tutte le indagini ed accertamenti clinici anche specialistici ritenuti opportuni il CTU compia le seguenti indagini: 1)nesso di causalità: verifichi la sussistenza del nesso di causalità tra il decesso del Sig. ... ed il sinistro per cui è causa. 2) sopravvivenza: indichi la durata della sopravvivenza conseguente al sinistro fino all'exitus, nonché dica se ricorrano in concreto circostanze particolari idonee ad incidere sulla valutazione della sofferenza soggettiva collegata al danno biologico temporaneo del soggetto poi defunto, descrivendole in caso di risposta positiva. 3) stato di coscienza: accerti, sulla scorta dei documenti prodotti in causa, della cartella clinica e delle eventuali informazioni assunte da terzi, se il soggetto sia stato cosciente o abbia avuto momenti di lucidità fra il momento del sinistro e quello del conseguente decesso; 4) danno biologico permanente del congiunto: accerti la sussistenza di postumi permanenti in capo al Sig. ... (indicare grado di parentela, coniugio o convivenza con il defunto) valutabili come danno biologico autonomo rispetto alle mere sofferenze soggettive collegate al sinistro ed il nesso di causalità con il decesso subito da ..., descrivendo le menomazioni anatomiche, funzionali e dinamico-relazionali e valutandone la negativa incidenza percentuale sulla integrità psico-fisica sulla base della tabella prevista dall'art. 139 del t.u. assicurazioni per le micropermanenti (lesioni fino al 9% di danno biologico) e sulla scorte delle baremes usualmente applicate per le lesioni di gravità superiore; specifichi i motivi della percentuale scelta nell'ambito della eventuale prevista forbice; segnali e descriva le eventuali circostanze che, nel caso concreto in esame, rilevano ai fini della valutazione della sofferenza soggettiva, solamente se comportano tale valutazione in misura apprezzabilmente superiore a quella media presente nei danni permanenti di analoga entità. 5) capacità lavorativa specifica del congiunto: accerti la eventuale negativa incidenza dei postumi permanenti rilevati al punto che precede sulla capacità lavorativa specifica del periziando, valutandola percentualmente in caso di risposta positiva e tenendo presente l'effettiva attività lavorativa eventualmente esercitata, nonché quelle diverse compatibili con la sua età, le sue condizioni psico-fisiche pregresse, le sue attitudini professionali; 6) assistenza del congiunto: ove ricorrano condizioni di non autosufficienza, verifichi e descriva la eventuale necessità di assistenza dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo da considerarsi congruo temporalmente. 7) spese mediche e sanitarie: verifichi la riferibilità e la congruità delle spese mediche e di assistenza sostenute e documentate, determinandone il complessivo ammontare e determinando anche l'entità di quelle prevedibilmente ancora da sostenere in relazione a quanto accertato positivamente al precedente punto 6). 8) componente dinamico-relazionale specifica [2] : premesso che il periziando ha allegato che ... accerti l'eventuale incidenza delle lesioni su questo specifico aspetto dinamico-relazionale. 1. Da utilizzare unitamente alla formula richiesta di nomina del consulente tecnico per le parti ed alla formula ordinanza di nomina del consulente tecnico per il giudice. 2. Quesito collegato all'allegazione specifica ed alla dimostrazione, anche presuntiva, di fatti sintomatici relativi alla compromissione di potenzialità sociali e di vita concretamente esplicabili dal soggetto leso, c.d. danno da lesione di interessi costituzionalmente rilevanti o esistenziale. COMMENTOSecondo Cass. n. 21084/2015, la morte di un prossimo congiunto può causare nei familiari superstiti oltre al danno parentale, consistente nella perdita del rapporto e nella correlata sofferenza soggettiva, anche un danno biologico vero e proprio, in presenza di una effettiva compromissione dello stato di salute fisica o psichica di chi lo invoca, l'uno e l'altro dovendo essere oggetto di separata considerazione come elementi del danno non patrimoniale, ma nondimeno suscettibili – in virtù del principio della "onnicomprensività" della liquidazione – di liquidazione unitaria. (In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la sentenza con la quale il giudice d'appello – in riforma della sentenza di primo grado – aveva aumentato la liquidazione del danno non patrimoniale patito dai congiunti della vittima di un sinistro stradale, proprio in ragione della gravità degli effetti prodotti, sulla loro psiche, dalla morte del familiare). L'orientamento prevalente esclude la cumulabilità del danno morale e del danno da soppressione del rapporto parentale a partire da Cass. S.U., n. 26972/2008 (da ultimo Cass. n. 25351/2015). Sul tema del danno tanatologico le S.U., con la sentenza n. 15350/2015, hanno affermato che «nel caso di morte immediata o che segua entro brevissimo lasso di tempo alle lesioni non può essere invocato un diritto al risarcimento del danno iure hereditatis. Se, infatti, è alla lesione che si rapportano i danni, questi entrano e possono logicamente entrare nel patrimonio del lesionato solo in quanto e fin quando il medesimo sia in vita. Questo spentosi, cessa anche la capacità di acquistare, che presuppone necessariamente l'esistenza di un soggetto di diritto». Tale decisione si è posta in difformità rispetto alla nota sentenza c.d. “Scarano” (dal nome del suo relatore), Cass. n. 1361/2014, sì che la problematica non può affatto ritenersi ancora del tutto sopita. Nel caso di decesso non immediato: «in caso di sinistro mortale in conseguenza di incidente stradale, che abbia determinato il decesso non immediato della vittima, al danno biologico terminale, consistente in un danno biologico da invalidità temporanea totale (sempre presente e che si protrae dalla data dell'evento lesivo fino a quella del decesso), può sommarsi una componente di sofferenza psichica ( danno catastrofico), sicché, mentre nel primo caso la liquidazione può essere effettuata sulla base delle tabelle relative all'invalidità temporanea, nel secondo la natura peculiare del pregiudizio comporta la necessità di una liquidazione in base ad un criterio equitativo puro, che tenga conto della "enormità" del pregiudizio, giacché tale danno, sebbene temporaneo, è massimo nella sua entità ed intensità, tanto da esitare nella morte (Nella specie la S.O. ha accolto il ricorso avverso la sentenza di merito che aveva proceduto alla simbolica liquidazione, quale danno biologico terminale patito dalla vittima, rimasta in vita 3 giorni, della somma di Euro 1.000,00)» (così Cass. n. 13198/2015). Più in generale, si è ritenuto che in virtù del principio di unitarietà e onnicomprensività del risarcimento del danno non patrimoniale, deve escludersi che al prossimo congiunto di persona deceduta in conseguenza del fatto illecito di un terzo possano essere liquidati sia il danno da perdita del rapporto parentale che il danno esistenziale, poiché il primo già comprende lo sconvolgimento dell'esistenza, che ne costituisce una componente intrinseca. (Cass. n. 8622/2021). Tuttavia si è anche osservato che l'uccisione di una persona fa presumere da sola, ex art. 2727 c.c., una conseguente sofferenza morale in capo ai genitori, al coniuge, ai figli o ai fratelli della vittima, a nulla rilevando né che la vittima ed il superstite non convivessero, né che fossero distanti (circostanze, queste ultime, le quali potranno essere valutate ai fini del “quantum debeatur”); in tal caso, grava sul convenuto l'onere di provare che vittima e superstite fossero tra loro indifferenti o in odio, e che di conseguenza la morte della prima non abbia causato pregiudizi non patrimoniali di sorta al secondo. (Cass. n. 22397/2022). Cass. n. 5679/2024 ha tracciato una importante distinzione, precisando che in tema di risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, la presunzione iuris tantum di esistenza del pregiudizio – configurabile per i membri della famiglia nucleare "successiva" (coniuge e figli) – si estende ai membri della famiglia "originaria" (genitori e fratelli), senza che assuma ex se rilievo il fatto che la vittima ed il superstite non convivessero o che fossero distanti; tale presunzione impone al terzo danneggiante l'onere di dimostrare che vittima e superstite fossero tra loro indifferenti o in odio, con conseguente insussistenza in concreto dell'aspetto interiore del danno risarcibile (c.d. sofferenza morale) derivante dalla perdita, ma non riguarda, invece, l'aspetto esteriore (c.d. danno dinamico-relazionale), sulla cui liquidazione incide la dimostrazione, da parte del danneggiato, dell'effettività, della consistenza e dell'intensità della relazione affettiva (desunta dalla coabitazione o da altre allegazioni fornite di prova). Si è infine ammesso il possibile concorso di colpa dei congiunti della vittima primaria dell'illecito, con conseguente possibilità di riduzione del quantum debeatur (Cass. n. 16413/2024). |