Ricorso in materia di riconoscimento dell'apolidia

Giuseppe Buffone

Inquadramento

La formula ha ad oggetto modello in materia di status. Il d.lgs. n. 149/2022 ha introdotto, modifiche in seno al c.p.c. introducendo, in particolare, nuove disposizioni nel libro II, titolo VI-bis del: «Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie», c.d. pPMF). Queste norme, tuttavia, non si applicano ai procedimenti attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea (art. 473-bis c.p.c.). Detto decreto ha, però, al contempo modificato le norme che regolano le controversie in tema di apolidia: l'art. 19-bis, d.lgs. n. 150/2011 è stato, infatti, modificato dall'art. 15, comma 3, lett. l), d.lgs. n. 149/2022.A norma dell'art. 35, comma 1, del citato d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. n. 197/2022, le disposizioni dello stesso d.lgs. n. 149/2022 hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

Formula

TRIBUNALE DI ... SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE, PROTEZIONE INTERNAZIONALE E LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CITTADINI DELL'UNIONE EUROPEA

RICORSO EXARTT. 281-DECIES C.P.C.; ART. 19-BIS, D.LGS. N. 150/2011[1]

(CONTROVERSIA IN MATERIA DI APOLIDIA, EX ART. 19-BIS, D.LGS. N. 150/2011 COME INTRODOTTO DAL D.L. N. 13/2017)

PER

Nome Cognome ... (C.F. ... ), nato il ..., in data ..., residente in ..., alla via ..., elettivamente domiciliato in ..., alla via ..., presso lo studio legale dell'Avv. ..., C.F. ..., del Foro di ..., che lo rappresenta e difende in forza di mandando alle liti esteso a margine del/in calce al presente atto; con dichiarazione di voler ricevere ogni comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata ...;

-parte ricorrente-

CONTRO

Ministero dell'Interno

-parte resistente-

Oggetto: Controversia in materia di accertamento dello stato di apolidia

ESPOSIZIONE IN MODO CHIARO E SPECIFICO DEI FATTI E DEGLI ELEMENTI DI DIRITTO COSTITUENTI LE RAGIONI DELLA DOMANDA

(Esporre ogni elemento utile ai fini della domanda).

Ove il giudice dovesse ritenere le prove non sufficienti, giova ricordare che le eventuali lacune o necessità d'integrazione istruttoria possono essere colmate con l'esercizio di poteri/doveri istruttori officiosi da parte del giudice realizzabili mediante la richiesta d'informazioni o di documentazione alle Autorità pubbliche competenti dello Stato italiano o dello Stato di origine o dello Stato verso il quale può ravvisarsi un collegamento significativo con il richiedente la condizione di apolide. Nell'odierno giudizio, comunque, trova applicazione l'art. 115 c.p.c. e devono intendersi provati i fatti non specificamente contestati dal Ministero (Cass. n. 4262/2015).

...

Per tutti i motivi sopra esposti, attesa la natura della controversia, il ricorrente, come rappresentato e difeso,

CHIEDE

che, letto il ricorso, il Giudice voglia fissare con decreto l'udienza di comparizione delle parti, assegnando il termine per la costituzione del convenuto, onde sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

VOGLIA IL TRIBUNALE ADITO

1) Accogliere il ricorso e, per l'effetto ...

2) Accertare la sussistenza in capo alla parte ricorrente delle condizioni per acquistare lo status di apolide

3) Condannare ... alle spese e al compenso professionale, oltre accessori e rimborso forfetario in misura pari al 15%, da distrarsi ai sensi dell'art. 93 c.p.c.

A TAL FINE, INVITA

il convenuto a costituirsi non oltre dieci giorni prima dell'udienza. con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato

INDICA

in modo specifico, i mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e ne chiede l'ammissione:

...

OFFRE

i seguenti documenti in comunicazione e ne chiede l'acquisizione.

...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023.

COMMENTO

Il d.l. n. 13/2017 ha, per la prima volta, introdotto una norma ad hoc regolativa delle controversie in materia di apolidia (art. 19-bis d.lgs. 150/2011). Prima di questa norma, la Cassazione aveva ritenuto che alla causa in materia di apolidia si applicasse il rito ordinario di cognizione. La giurisdizione è del giudice ordinario in virtù dell'art. 9 c.p.c. (dettato in materia di status) e dell'art. 2 l. n. 2248/1865 all. E, che, al giudice ordinario riserva le materie in cui si faccia questione di un diritto civile o politico. L'attribuzione della giurisdizione al giudice amministrativo non è scalfita dalle modifiche apportate dal d.l. n. 13/2017, conv., con modif., dalla l. n. 46/2017, che, nell'istituire le sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea, si è limitato ad individuare il giudice competente per quelle attribuite alla giurisdizione ordinaria, nonché a dettare la normativa processuale ad esse applicabili (Cass. S.U., n. 1053/2022).

La norma di riferimento è l'art. 19-bis del d.lgs. n. 150/2011 (Controversie in materia di accertamento dello stato di apolidia): le controversie in materia di accertamento dello stato di apolidia e di cittadinanza italiana sono regolate dal rito semplificato di cognizione. È competente il tribunale sede della sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea del luogo in cui il ricorrente ha la dimora.

In virtù del nuovo rito, le controversie in materia di accertamento dello stato di apolidia sono regolate dal rito semplificato di cognizione (già, prima del d.lgs. n. 149/2022, rito “sommario”). Le norme sono ora contenute negli artt. 281-decies e ss. c.p.c. (essendo state abrogate le disposizioni prima contenute negli artt. 702-bis e ss. c.p.c.).

L'apolidia è la condizione di un individuo che nessuno Stato considera come suo cittadino per applicazione della sua legislazione e al quale, di conseguenza, non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla nazionalità né assicurato il godimento dei diritti ad essa correlati («A person who is not considered as a national by any State under the operation of its law», Conv. New York 1954). Le S.U. della Suprema Corte di Cassazione (cfr. Cass. S.U., n. 28873/2008) hanno, in tal direzione, affermato che «è apolide colui che si trova in un paese di cui non è cittadino provenendo da altro paese del quale ha perso formalmente o sostanzialmente la cittadinanza».

Lo Stato di Apolide può essere richiesto direttamente al Dicastero competente, giusta l'art. 17 d.P.R. n. 572/1993: 1. Il Ministero dell'interno può certificare la condizione di apolidia, su istanza dell'interessato corredata della seguente documentazione: a) atto di nascita; b) documentazione relativa alla residenza in Italia; c) ogni documento idoneo a dimostrare lo stato di apolide. È facoltà del Ministero dell'interno di richiedere, a seconda dei casi, altri documenti. L'apolidia è regolata da fonti internazionali: Conv. di New York del 28 settembre 1954 in materia di status degli apolidi, ratificata in Italia con l. n. 306/1962; Conv. di New York del 30 agosto 1961 in materia di riduzione della apolidia, ratificata in Italia con l. n. 162/2015.

La condizione dell'apolide, nel nostro ordinamento, è equiparata a quella del cittadino straniero. Sotto molti profili, l'apolide riceve un trattamento analogo a quello previsto per i cittadini stranieri cui sia stato riconosciuto uno status riconducibile alla protezione internazionale (Cass. n. 4262/2015). L'onere della prova a carico del richiedente lo status di apolide deve ritenersi attenuato nel senso che eventuali lacune o necessità d'integrazione istruttoria possono essere colmate con l'esercizio di poteri/doveri istruttori officiosi da parte del giudice realizzabili mediante la richiesta d'informazioni o di documentazione alle Autorità pubbliche competenti dello Stato italiano o dello Stato di origine o dello Stato verso il quale può ravvisarsi un collegamento significativo con il richiedente la condizione di apolide. Pur non essendo codificato come nella normativa di derivazione Europea relativa alla protezione internazionale, tale onere deve ritenersi desumibile da un'interpretazione costituzionalmente orientata del tessuto costituzionale, convenzionale e normativo che conduce l'apolide alla titolarità e all'esercizio dei medesimi diritti del cittadino straniero che richieda un titolo di soggiorno per attuare il proprio diritto ad una vita libera e dignitosa. Peraltro, ai fini dell'accertamento delle condizioni per acquistare lo status di apolide occorre valutare complessivamente la situazione sostanziale e non fermarsi ad un esame formalistico dei riscontri documentali o più in generale probatori acquisiti. Nel relativo giudizio, comunque, trova applicazione l'art. 115 c.p.c. e devono intendersi provati i fatti non specificamente contestati dal Ministero (Cass. n. 4262/2015).

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