Atto di citazione innanzi alla Corte di appello per opposizione di terzo (creditore dei convenuti) revocatoria, ai sensi dell'art. 404, comma 2, c.p.c., avverso sentenza dichiarativa dell'acquisto per usucapione della proprietà di un immobile; con istanza di sospensione dell'esecuzione della sentenza impugnata

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

L'opposizione di terzo revocatoria può essere proposta dai creditori della parte convenuta in un giudizio conclusosi con sentenza dichiarativa dell'acquisto per usucapione del diritto di proprietà su un immobile già di titolarità della parte medesima, definito con sentenza passata in giudicato, allorché tale sentenza sia ritenuta pregiudizievole per i creditori medesimi e sia ritenuta frutto di dolo di una delle parti o di collusione fra le stesse.

N.B.: Ai sensi dell'art. 35, comma 1 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le disposizioni del d.lgs. medesimo, salvo che sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data, mentre ai procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023 relativi ai criteri di redazione ed ai limiti dimensionali degli atti.

Formula

CORTE DI APPELLO DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE INNANZI ALLA CORTE DI APPELLO [2] PER OPPOSIZIONE DI TERZO (CREDITORE DEI CONVENUTI) REVOCATORIA, AI SENSI DELL'ART. 404, COMMA 2, C.P.C.[3] AVVERSO SENTENZA DICHIARATIVA DELL'ACQUISTO PER USUCAPIONE DELLA PROPRIETÀ DI UN IMMOBILE; CON ISTANZA DI SOSPENSIONE DELL'ESECUZIONE DELLA SENTENZA IMPUGNATA [4]

Il Sig./La Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F. ... ) [5], residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società o della ditta ..., con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I ... )], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato [6] ..., C.F. ... [7][8], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [9];

ESPONE

i) Con sentenza pronunciata dal Tribunale di ..., depositata in data ..., nel giudizio promosso dal Sig. ... [10] nei confronti dei Sigg.ri ... [11], in accoglimento della domanda, veniva dichiarato che l'attore aveva acquistato, per usucapione, il diritto di proprietà di un immobile di abitazione sito in ... e censito a catasto ... [12] ed ivi intestato ai predetti Signori, con ordine al Conservatore dei registri immobiliari della trascrizione della sentenza.

ii) La pronuncia veniva fondata, nonché su alcune deposizioni testimoniali, sulla posizione ambigua assunta dai convenuti.

iii) La sentenza veniva fatta oggetto di appello da parte di questi ultimi, i quali, peraltro, nel corso del giudizio, assunti liberamente dalla Corte, dichiaravano che in effetti, il Sig. ... [13] aveva posseduto uti dominus da oltre venti anni, pacificamente, pubblicamente ed ininterrottamente l'immobile in questione.

iv) La sentenza gravata veniva, quindi, confermata dall'intestata Corte di Appello con sentenza depositata il ... ( ... R.G.), passata in giudicato, essendo stata notificata e non impugnata.

v) L'esponente è creditore/è creditrice, per rilevante importo, dei Sigg.ri ..., [14] a cui favore ha compiuto molteplici prestazioni: ... [15].

vi) La decisione che con il presente atto si impugna è idonea a frustrare la garanzia patrimoniale generica costituita dal suddetto immobile, non constando che i Sigg.ri ... abbiano altri beni né redditi cospicui.

vii) Sono emersi elementi (di cui l'esponente è venuto a conoscere solo casualmente ed in tempi recentissimi, per confidenze ricevute, suffragate da documenti) che fanno ritenere che la suddetta sentenza sia stato frutto della collusione a danno dell'esponente fra le due parti del giudizio di riferimento.

viii) La scoperta (più esattamente: la ragionevole certezza dell'effettività della riferita circostanza e del fatto che ne è derivato inganno del giudicante, determinando statuizione diversa da quella che sarebbe stata adottata a conclusione di un dibattito corretto) di tale collusione è avvenuta il ... [16].

viii) A riprova di tale assunto stanno le circostanze seguenti: a) la posizione assunta dai Sigg.ri ... nel giudizio di riferimento, ambigua in prima istanza e pressoché totalmente remissiva in seconda istanza; b) fra le parti del giudizio di riferimento risulta essere intervenuta transazione (scritta) avente ad oggetto il bene in questione, viziata da simulazione; c) ... [17].

ix) Necessita rimuovere il pregiudizio derivante dalla suddetta pronuncia.

Ricorrono tutte le condizioni richieste dalla legge per l'annullamento della sentenza.

È d'uopo, inoltre, che sia sospesa l'esecuzione della sentenza impugnata, potendone altrimenti derivare all'esponente pregiudizi gravi ed irreparabili ( ... ) [18].

TUTTO QUESTO PREMESSO

Il Sig./La Sig.ra ..., [nella qualità di ... ], come in epigrafe rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a

CITA

i Sigg.ri. ... (il primo nella qualità di attore nel precedente giudizio ed i restanti nella qualità di convenuti nel giudizio medesimo), [19] residenti, nell'ordine, in ..., via/piazza ... n. ..., in ..., via/piazza ... n. ..., in ..., via/piazza ... n. ..., e, rispettivamente, elettivamente domiciliati in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., e in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., a comparire innanzi all'intestata Corte di appello all'udienza del ... [20], ore di rito, invitandoli a costituirsi in giudizio, nelle forme stabilite dall'art. 347 c.p.c., almeno venti giorni prima della suddetta udienza, [21] con l'espresso avvertimento che la costituzione implica le decadenze e le preclusioni di cui agli artt. 38,167 e 343 c.p.c. e con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante Avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [22] e che in caso di mancata costituzione si procederà in loro contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di appello adita

1) in via preliminare, ai sensi dell'art. 407 c.p.c., sospendere l'esecuzione della sentenza impugnata, stante il pregiudizio grave e irreparabile che deriverebbe altrimenti all'opponente, per le ragioni esposte in premessa;

2) nel merito, disattesa ogni contraria domanda, eccezione o deduzione, previa l'istruttoria eventualmente occorrente, dichiarare la nullità della sentenza n. ..., pronunciata il ... nel giudizio distinto a R.G. con il n. ..., ai sensi dell'art. 404, comma 2, c.p.c., giacché effetto della collusione delle parti ai danni dell'esponente; con la condanna delle controparti alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) della presente fase del giudizio.

IN VIA ISTRUTTORIA

1) Ammettere interrogatorio formale delle parti convenute sui seguenti capitoli:

1) ˂Vero che ... ˃

2) ˂Vero che ... ˃

Ammettere mezzo di prova per testi sui seguenti capitoli [23]:

1) ˂Vero che ... ˃

2) ˂Vero che ... ˃

3) ˂Vero che ... ˃

Indica a testi i Sigg.ri ...

Si offrono in comunicazione, mediante deposito nelle forme di rito, i seguenti documenti [24]:

- Copia autentica della sentenza di cui viene chiesta declaratoria di nullità;

- Copia di lettera raccomandata con a.r. del legale dell'opponente, diretta alle controparti;

- Copia informale della scrittura di transazione citata nel testo del gravame;

- ... [25].

Con riserva di ulteriori produzioni e richieste istruttorie.

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ... Il contributo unificato, già versato, deve, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro ...

Luogo e data ...

Avv. ...

..., il ...

PROCURA

Io sottoscritto/a ... [nella qualità di ... ], nato/a a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura di opposizione di terzo revocatoria e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ...

Dichiaro, inoltre, di avere ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

Il/La delegante ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. La competenza a conoscere delle vicende giudiziali della specie in questione spetta allo stesso Giudice (stesso ufficio giudiziario) che ha pronunciato la sentenza fatta oggetto di opposizione. Laddove la causa di riferimento si sia conclusa in sede di gravame, l'opposizione deve essere proposta al Giudice di quest'ultimo, la cui decisione, sia che si tratti di riforma sia che si tratti di conferma, è destinata a sostituirsi a quella di primo grado.

2. Viene generalmente ritenuto che l'opposizione possa essere proposta con citazione o con ricorso, dovendosi stare alle regole del giudizio di riferimento. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

3. Il contenuto dell'atto introduttivo della procedura di opposizione di terzo è disciplinato dall'art. 405 c.p.c., che fa richiamo all'art, 163 dello stesso codice (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022) e prescrive, inoltre, che debba essere data indicazione della sentenza impugnata. Infine, con riferimento al caso preso in considerazione dalla formula, sono richiesti l'indicazione del giorno in cui il terzo è venuto a conoscere del dolo o della collusione e della relativa prova.

4. La proposizione dell'opposizione di terzo non sospende automaticamente l'esecutività della sentenza impugnata, ma la sospensione può essere chiesta a mezzo di istanza, che deve essere obbligatoriamente contenuta nell'atto introduttivo. Il Giudice adito per l'opposizione dovrà provvedere con ordinanza all'esito della camera di consiglio e secondo le regole previste per la c.d. inibitoria.

5. Ai sensi dell'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif., nella l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

6. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., nella l. n. 114/2014.

7. L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010.

8. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h) d.lgs. n. 164/2024.

9. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

10. Occorre generalizzare l'originario attore.

11. Precisare le generalità.

12. Precisare i dati catastali sulla scorta della relativa certificazione, acquisibile presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competente.

13. Il riferimento è all'originario attore/appellato nel giudizio relativo all'usucapione.

14. Il riferimento è agli originari convenuti/appellanti nel giudizio relativo all'usucapione.

15. Appare necessario specificare di quali prestazioni si tratta.

16. L'atto introduttivo del giudizio di opposizione di terzo revocatoria deve contenere l'indicazione del giorno della scoperta della collusione e della relativa prova.

17. Occorre specificare gli eventuali ulteriori elementi atti a dare fondamento all'assunto dell'opponente.

18. Occorre dare supporto a all'assunto di gravità ed irreparabilità del pregiudizio.

19. La citazione dovrà essere notificata (a norma dell'art. 330 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 164/2024) a tutte le parti del giudizio di riferimento, ricorrendo ipotesi di litisconsorzio necessario, e dovrà essere eseguita a norma dell'art. 330 c.p.c.

20. Ai sensi dell'art. 406 c.p.c., debbono osservarsi le forme del procedimento innanzi al Giudice adito. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 342, comma 3 c.p.c., norma interamente sostituita dal d.lgs. n. 149/2022, tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devono intercorrere termini liberi non minori di novanta giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se tale luogo si trova all'estero.

21. Si vedano, con riguardo ai termini di costituzione, i punti xi) e xii) del Commento.

22. Per il vero, potrebbe essere dubitabile che l'art. 405 c.p.c., laddove prevede che la citazione in opposizione deve contenere, fra l'altro, gli elementi di cui all'art. 163 dello stesso codice, richieda altresì che l'atto contenga anche gli specifici avvertimenti prescritti dall'art. 163, comma 3, n. 7 (come sostituito dal d.lgs. n. 149/2022), non essendovene specifica “pretesa”, ma l'adempimento è, comunque, consigliabile. Il riferimento all'art. 343 c.p.c. è stato fatto in osservanza dei disposti dell'art. 406 c.p.c.

23. La prova dovrà vertere sia sull'effettività della collusione ai danni dell'opponente, sia sulla data dell'intervenuta «consapevolezza» di tale collusione.

24. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di Cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

25. Eventuale altra documentazione utile al bisogno.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) L'opposizione di terzo si configura come un mezzo di impugnazione straordinario, presupponendo il passaggio in giudicato della sentenza che si impugna.

L'opposizione di terzo si distingue in ordinaria (art. 404, comma 1) e revocatoria (art. 404, comma 2).

Dell'opposizione ordinaria si tratta nel commento alle relative formule.

iii) L'opposizione revocatoria è mezzo di tutela per i creditori e gli aventi causa di una delle parti del giudizio di riferimento, esperibile quando gli stessi vogliano sottrarsi all'efficacia della sentenza pronunciata all'esito di un giudizio tra altri soggetti, fondando tale «pretesa» sul fatto che tale sentenza è da ritenere frutto del dolo (che può provenire anche da una sola delle parti) o della collusione di tutte le parti a loro danno (Cass. II, n. 21492/2018).

iv) Secondo l'orientamento prevalente, la nozione di «creditori di una delle parti», di cui all'art. 404, comma 2, va interpretata in senso più restrittivo dell'analoga nozione richiamata ai fini della legittimazione all'azione revocatoria di cui all'art. 2901 c.c., nel senso che per creditore, ai fini dell'impugnazione in questione, deve intendersi chi effettivamente rivesta tale qualità, pur se sottoposta a termine o a condizione, al momento della proposizione di essa. In altri termini, è necessario che il credito dell'opponente sia "certo", non già nel senso che deve basarsi su un precedente giudicato, ma nel senso che deve essere accertato, anche in via incidentale, dal Giudice dell'opposizione, sulla base delle prove fornite dall'opponente, gravato del relativo onere (Cass. I, n. 12144/2006; Cass. I, n. 6378/2017; Cass. VI, ord., n. 15785/2022).

v) L'opposizione di terzo ordinaria non è sottoposta ad alcun termine (Cass. II, n. 24721/2009).

Il termine di trenta giorni per proporre l'opposizione di terzo stabilito dall'art. 325, comma 1, si riferisce esclusivamente all'opposizione di terzo revocatoria e decorre dalla «scoperta» del dolo o della collusione (Cass. II, n. 24721/2009; Cass. II, n. 466/2014).

vi) È stato precisato che la «scoperta» deve essere effettiva e completa, e che, ove avvenga per gradi, può dirsi completata solo quando il creditore abbia acquisito la ragionevole certezza – non essendo sufficiente il mero sospetto – del fatto che detto dolo e/o collusione vi sono stati ed hanno ingannato il Giudice, determinando statuizioni diverse da quelle che sarebbero state adottate a conclusione di un dibattito corretto (Cass. III, n. 4008/2004; Cass. II, n. 132/2020; Cass. II, ord., n. 28311/2020).

vii) Ai sensi dell'art. 405, l'opposizione deve essere proposta davanti allo stesso Giudice (id est: lo stesso ufficio giudiziario - nel caso concreto: Corte di appello) che ha pronunciato la sentenza, secondo le forme prescritte per il procedimento davanti a lui. Trattasi di competenza funzionale, come tale inderogabile.

Per ciò che attiene al rito applicabile, pur se l'art. 405, comma 2, contiene un riferimento alla «citazione», non è controverso che l'opposizione debba essere proposta nelle forme del rito applicato nella procedura al cui esito venne pronunciata la sentenza opposta.

Ai sensi dell'art. 405, l'atto introduttivo deve contenere, oltre agli elementi di cui all'art. 163, anche l'indicazione della sentenza impugnata e, nel caso di cui al secondo comma dell'art. 404 (nei cui ambiti rientra il caso di cui alla formula), l'indicazione del giorno in cui il terzo è venuto a conoscenza del dolo o della collusione, e della relativa prova. Si ritiene che, qualora tali ultime indicazioni vengano omesse, l'atto introduttivo deve considerarsi nullo, ai sensi dell'art. 156, comma 2 (Cass. III, n. 10116/1997; Cass. sez. lav., n. 7856/2003; Cass. II, n. 11259/2011).

Qualora sia opposta una sentenza della Corte di Cassazione, l'opposizione va proposta con ricorso.

A tale proposito, va rammentato che le sentenze della S.C. sono suscettibili di impugnazione a mezzo opposizione di terzo unicamente nei casi in cui la Corte abbia deciso la causa nel merito ai sensi dell'art. 384, comma 2 (Cass. S.U., n. 238/1999; Cass. II, n. 11235/2016; Cass. S.U., n. 20054/2019).

viii) Nel giudizio devono essere evocate tutte le parti originarie, ricorrendo ipotesi di litisconsorzio necessario (Cass. III, n. 9083/2001; Cass. II, n. 21641/2019; Cass. III, ord., n. 17212/2023).

Ai sensi dell'art. 406, debbono osservarsi le norme procedimentali stabilite per il procedimento innanzi al Giudice adito.

Ai sensi dell'art. 407, il Giudice dell'opposizione può pronunciare, ad istanza di parte inserita nell'atto introduttivo della procedura, l'ordinanza di sospensione dell'esecuzione della sentenza gravata, prevista dall'art. 373, con lo stesso procedimento in camera di consiglio ivi stabilito.

ix) Per ciò che attiene agli effetti dell'accoglimento dell'opposizione, è stato affermato che la sentenza che accoglie l'opposizione di terzo revocatoria non comporta soltanto l'inefficacia del provvedimento impugnato nei confronti del terzo opponente, mantenendolo invece fermo nel rapporto tra le parti originarie, ma la sua totale eliminazione nei confronti delle parti del processo originario, con effetto riflesso e consequenziale nei confronti del terzo opponente (Cass. III, n. 24631/2015).

x) Ai sensi dell'art. 2690 c.c., devono essere trascritte, qualora si riferiscano ai diritti menzionati dall'art. 2684 c.c. le domande di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione per le cause previste dall'art. 404, comma 2.

xi) L'art. 347, comma 1, dispone attualmente (a decorrere dal 26 novembre 2024, data di entrata in vigore del d.lgs. n. 164/2024, che ha riscritto la norma) che «l'appellante si costituisce in giudizio secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. Le altre parti si costituiscono in appello almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale».

Sono state in tal modo risolte le incertezze sull'entità dei suddetti termini sorte dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022.

Si ritiene opportuno – potendo essere ancora pendenti questioni su tale tema - riportare tra virgole, nel seguente punto xii) il testo del commento redatto in occasione della precedente stesura della presente formula.

xii) «L'art. 347, il cui testo non è stato modificato dal d.lgs. n. 149/2022, dispone che la costituzione in appello «avviene secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale».

Per ciò che concerne la costituzione della parte appellata, è “esplicito” il richiamo agli artt. 166 e 167, il primo afferente sia ai termini che alle forme della costituzione e il secondo unicamente alle forme della stessa.

L'art. 166, che nell'originaria formulazione stabiliva che la costituzione del convenuto doveva avvenire almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, statuisce ora, in forza delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 12), che «il convenuto deve costituirsi ... almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione depositando la comparsa ...».

Di conseguenza, stando al “generico” richiamo effettuato dall'art. 347 a forme e termini dei procedimenti innanzi al tribunale, la costituzione in sede di appello da parte di colui nei cui confronti il gravame sia stato proposto dovrebbe avvenire almeno settanta, e non più almeno venti, giorni prima della fissata udienza di comparizione.

L'art. 343, comma 1, che nell'originaria formulazione stabiliva che l'appello incidentale doveva essere proposto, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta, all'atto della costituzione in Cancelleria ai sensi dell'art. 166, statuisce ora, in forza delle modifiche introdotte dal d.lgs. citato (art. 3, comma 26), che l'appello incidentale va proposto, «a pena di decadenza, nella comparsa di risposta depositata almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione o dell'udienza fissata a norma dell'art. 349-bis».

Ad un primo esame, sembra potersi ritenere che, in occasione della stesura del d.lgs. n. 149/2022, sia mancato coordinamento fra tutte le norme sopra citate (in particolare: artt. 166, 343 e 347), obliandosi che le modifiche apportate all'art. 166 avrebbero inciso anche sull'art. 347 (ove, come già ricordato, è rimasto inalterato il «generico» rinvio alle forme ed ai termini del procedimento davanti al tribunale), innalzando da «almeno venti» ad «almeno settanta» giorni la distanza temporale tra la costituzione e l'udienza di comparizione.

È da ritenere che il richiamo fatto dall'art. 347 alle «forme ed ai termini per i procedimenti davanti al tribunale» debba essere limitato alle “forme”, mentre per ciò che attiene ai «termini» ci si debba riferire a quanto originariamente previsto dall'art. 166.

Supporto a tale opinione può essere tratto dalla considerazione che la determinazione del termine di costituzione del convenuto in primo grado in almeno 70 giorni prima dell'udienza di comparizione fissata con l'atto di citazione appare rispondente alle “esigenze processuali” derivanti dai disposti degli artt. 171-bis (incombenze – verifiche preliminari – attribuite al giudice istruttore) e 171-ter (esercizio di facoltà – memorie integrative – delle parti), entrambi introdotti dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 12) e non operativi in sede di gravame. D'altra parte, qualora si volesse opinare diversamente, si dovrebbe ritenere che, laddove la comparsa di costituzione in appello contenga unicamente difese ed eventuali eccezioni, la stessa dovrebbe essere depositata almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione, mentre, laddove la comparsa contenga appello incidentale, la medesima dovrebbe essere depositata almeno venti giorni prima della suddetta udienza, salvo voler pensare che due debbano essere le comparse quando si abbia in animo di proporre appello incidentale, la prima, con le ordinarie difese, da depositare almeno settanta giorni prima dell'udienza e la seconda (integrativa della prima), con l'appello incidentale, almeno venti giorni prima dell'udienza medesima; il che potrebbe qualificarsi alquanto “singolare”.

Onde dirimere qualsiasi questione, si prospetta necessario intervento chiarificatore del legislatore.

L'opinione degli autori della formula è che il termine da rispettare per la costituzione in giudizio ed il deposito della comparsa debba essere quello di almeno venti, e non di almeno settanta, giorni prima dell'udienza di comparizione. Tuttavia, almeno sino a che il legislatore non abbia compiuto l'auspicato intervento ed almeno nei casi in cui non intenda proporre appello incidentale, l'appellato che volesse evitare il sorgere di qualsiasi “inconveniente” potrebbe compiere le attività in questione almeno settanta giorni prima della suddetta udienza, fruendo dello spazio temporale (non meno di novanta giorni liberi tra citazione e prima udienza) consentito dall'art. 342, come sostituito dall'art. 3, comma 26, d.lgs. n. 149/2022.

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