Provvedimento di decadenza dalla prova

Farolfi Alessandro

Inquadramento

Secondo l'art. 208 c.p.c. «se non si presenta la parte su istanza della quale deve iniziarsi o proseguirsi la prova, il giudice istruttore la dichiara decaduta dal diritto di farla assumere, salvo che l'altra parte presente non ne chieda l'assunzione. La parte interessata può chiedere nell'udienza successiva al giudice la revoca dell'ordinanza che ha pronunciato la sua decadenza dal diritto di assumere la prova. Il giudice dispone la revoca con ordinanza, quando riconosce che la mancata comparizione è stata cagionata da causa non imputabile alla stessa parte». Il fatto che la controparte possa sostituirsi nell'iniziativa della parte decaduta corrisponde al principio di acquisizione processuale, per cui una parte non può disporre unilateralmente della prova rimanendo inerte (perché ad esempio si è resa conto del suo possibile esito sfavorevole) sì da aggirare in tal modo la disciplina di cui all'art. 245, comma 2 c.p.c. Operando una corretta distinzione, si è precisato che, mentre è stabilita dall'art. 208 c.p.c. una decadenza a carico della parte per la mancata comparizione all'udienza fissata per l'espletamento della prova, così come si intende, di regola, tacitamente abbandonata l'istanza istruttoria non accolta nel corso del giudizio e poi non riproposta in sede di precisazione delle conclusioni, non può invece intendersi quale rinuncia implicita alle deduzioni istruttorie, comunque formulate dalla parte negli atti introduttivi o nelle appendici scritte dell'udienza di trattazione, la semplice mancata comparizione della stessa all'udienza fissata per l'ammissione delle prove, atteso che la legge non prevede un obbligo per la parte di insistere in udienza per l'ammissione di una prova già regolarmente indicata e valendo, piuttosto, l'opposta presunzione che la parte assente abbia voluto tenere ferme le richieste istruttorie precedentemente formulate, sulle quali il giudice ancora non si sia pronunciato (Cass. n. 25894/2016).

Formula

TRIBUNALE DI ...

NELLA CAUSA N. ... / ... R.G. PROMOSSA DA:

... con l'Avv. ...

CONTRO

... con l'Avv. ...

All'udienza del ..., ad ore ... è comparso per parte ... l'Avv. ...; nessuno è invece comparso per la parte ... A questo punto l'Avv. ... chiede che la parte ... venga dichiarata decaduta dal diritto di assumere la prova già ammessa ed essendo esaurite le proprie richieste istruttorie, fissarsi udienza per la precisazione delle conclusioni.

Il GIUDICE

Dato atto, dichiara parte ... decaduta dalla prova già ammessa e rinvia all'udienza del ..., ore ..., per la precisazione delle conclusioni.

Il Giudice ...

COMMENTO

Secondo il preferibile orientamento non è in realtà necessario un espresso provvedimento che dichiari la parte assente decaduta dal diritto all'assunzione della prova precedentemente ammessa, potendo indirettamente risultare tale conseguenza dal provvedimento di chiusura della fase istruttoria e remissione della causa in decisione (così Cass. n. 11394/2005). Si è altresì sostenuto, secondo un orientamento minoritario, che il giudice che dichiara la decadenza dalla prova dovrebbe sempre fissare una seconda udienza intermedia per consentire alla parte decaduta di comparire e chiedere la rimessione in termini. Si ritiene che questo possa avvenire anche mediante una istanza depositata fuori udienza e che quindi il modello maggioritario non comporti alcun vulnus difensivo.

In tema di testimonianza si è affermato che nell'ipotesi di mancata comparizione in udienza di testimoni regolarmente citati, il giudice istruttore non può revocare l'ordinanza di ammissione della prova per questa sola ragione, dovendo, invece, disporre l'accompagnamento coattivo del teste, la rogatoria, ovvero decidere di recarsi personalmente ad interrogarlo; peraltro, ove la parte chieda la sostituzione del teste non comparso, così dimostrando la volontà di rinunciare alla sua escussione, è corretto il provvedimento con il quale il giudice, rigettata tale istanza istruttoria, rinvii la causa per la precisazione delle conclusioni, atteso che l'istituto della sostituzione dei testimoni non è previsto dalla legge. (Cass. n. 15095/2017). Diversamente, si è però osservato che in ipotesi di assunzione frazionata della prova testimoniale, la decadenza per mancata comparizione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 104 disp. att. c.p.c. e 208 c.p.c., non si estende a tutta la prova già ammessa ma opera unicamente in relazione all'udienza nella quale in concreto la prova stessa doveva essere assunta e limitatamente alle attività ivi previste. (Cass. n. 1926/2021).

Da ultimo, si è affermato che ai sensi del combinato disposto degli artt. 104 disp. att. c.p.c. e 250 c.p.c., nel caso di ingiustificatamente omessa citazione dei testi per l'udienza fissata per il loro esame e di loro mancata comparizione spontanea, la decadenza dalla prova dev'essere eccepita dalla parte interessata e pronunciata dal giudice nella stessa udienza alla quale si riferisce l'inattività, che ne costituisce il presupposto di fatto, salvo che sussista un valido motivo per rinviare all'udienza successiva la proposizione dell'eccezione. (Cass. n. 12110/2024).

Sulla prova documentale, invece, si è recentemente ritenuto che i documenti formatisi dopo il maturare delle preclusioni istruttorie vanno annoverati fra i nuovi mezzi di prova, ammissibili in grado d'appello, ai sensi dell'articolo 345, comma 3 c.p.c., dovendo escludersi che nel vigente regime processuale sussista un onere della parte, sancito a pena di decadenza, di produrre nel giudizio di primo grado gli eventuali documenti probatori che si siano formati dopo lo spirare del termine assegnato dal giudice per la deduzione dei mezzi istruttori (Cass. n. 15503/2022).

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