Riferimento giuramento decisorioInquadramentoIl riferimento del giuramento decisorio è previsto dall'art. 234. Il giuramento decisorio può essere riferito (dalla parte personalmente o a mezzo di procuratore munito di mandato speciale) soltanto dopo che sia stato ammesso dal giudice e prima che la parte si sia dichiarata pronta a prestare giuramento; inoltre, il riferimento è precluso dalla mancata presentazione della parte senza giustificato motivo (art. 239 del c.p.c.). Deve trattarsi di fatti comuni ad entrambe le parti ai sensi dell'art. 2739 del c.c. e la parte che sceglie di riferire il giuramento anziché prestarlo o rifiutarlo, non può modificare la formula predisposta dalla controparte, né limitare il riferimento a parte di essa. Secondo Cass. n. 1551/2022, deve ritenersi inammissibile il deferimento del giuramento decisorio ove la formulazione delle circostanze, in caso di ammissione dei fatti rappresentati, non conduca automaticamente all'accoglimento della domanda, ma richieda una valutazione di tali fatti da parte del giudice del merito. In tema anche la recente Cass. n. 29320/2021, secondo cui quando la controversia di primo grado sia stata definita sulla base di un giuramento suppletorio, il giudice di appello, investito con i motivi di gravame della questione relativa alla sussistenza dei requisiti per la sua ammissione, non può revocare l'ordinanza di ammissione del mezzo istruttorio, ma può procedere alla rivalutazione dell'intero materiale probatorio raccolto prima della sua delazione e decidere la causa prescindendo dall'esito dello stesso, ove ritenga acquisiti elementi sufficienti già prima dello stesso, senza che, a tal fine, sia necessaria una contestazione in primo grado sull'ammissibilità o sulla decisività del giuramento medesimo. Nel 2024 il S.C. ha precisato che l'ammissibilità del giuramento decisorio non è applicabile alle persone fisiche che ricoprono una pubblica funzione o un pubblico incarico, quando si tratta di diritti della pubblica amministrazione rappresentata da loro stessi, poiché non hanno la piena autonomia e libertà di decisione in merito. (Cass. n. 1520/2024). FormulaTRIBUNALE DI ... NELLA CAUSA N. ... / ... R.G. PROMOSSA DA: ... con l'Avv. ... CONTRO ... con l'Avv. ... Successivamente il ... ad ore ... è comparso l'Avv. ... di parte ... come da procura speciale ex art. 233 c.p.c. redatta a mezzo Notaio ... del Collegio notarile di ... (oppure è presente personalmente la parte) che preso atto del giuramento decisorio ammesso dal Giudice con ordinanza in data ..., dichiara di voler riferire lo stesso giuramento a ... sulla seguente formula: ... (ammesse modificazioni esclusivamente volte a rendere compatibili le domande alla controparte e quindi su fatti specifici e contrari a quelli originariamente dedotti, senza possibilità di apportare altre modificazioni). È altresì presente l'Avv. ... il quale ... IL GIUDICE Preso atto del riferimento del giuramento decisorio; Ritenuta l'idoneità delle circostanze oggetto della formula a definire la lite; Fissa per lo svolgimento della prova l'udienza del ... ad ore ... Il Giudice ... COMMENTOHa ritenuto Cass. n. 10574/2012 che «In tema di giuramento, l'accertamento, in concreto, della decisorietà della formula adottata rientra nell'apprezzamento di fatto del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione esente da vizi logici e giuridici, così come è incensurabile in tale sede il mancato esercizio, da parte del medesimo giudice, della facoltà di modificare la formula del giuramento, facoltà, peraltro, consentita solo per quanto attiene ad aspetti formali della formula stessa, al fine di renderne più chiaro il contenuto». La libertà di scelta del giurante non è garantita solo dalla formula di giuramento "affermo o nego che", ma anche da quella, più semplice, "affermo che" ovvero "nego che", dovendosi ritenere la possibilità d'invertire in senso contrario una delle suddette formule implicita nella stessa natura del giuramento (decisorio o suppletorio) diretto a confermare in modo solenne, in senso positivo o negativo, la verità o meno di un fatto decisivo ai fini della risoluzione della lite, senza che ciò costituisca, in realtà, una modificazione della formula stessa, ma soltanto la scelta dell'alternativa che si è inteso porre al giurante quale particolare sistema di risoluzione della lite (così Cass. n. 26027/2014). Al contempo si è precisato che la formula del giuramento decisorio - attese le finalità di questo speciale mezzo di prova - deve essere tale che, a seguito della prestazione del giuramento stesso, altro non resta al giudice che verificare l'an iuratum sit, onde accogliere o respingere la domanda sul punto che ne ha formato oggetto. La valutazione (positiva o negativa) della decisorietà della formula del giuramento è rimessa all'apprezzamento del giudice del merito, il cui giudizio circa l'idoneità della formula a definire la lite è sindacabile in sede di legittimità con esclusivo riferimento alla sussistenza di vizi logici o giuridici attinenti all'apprezzamento espresso dal predetto giudice (Cass. n. 9831/2014). Negli anni recenti, il tema del giuramento si è posto con riguardo alla figura del curatore, di cui tradizionalmente si predica la terzietà rispetto al fallito e l'indisponibilità die diritti della massa. In particolare, Cass. n. 20602/2022, innovando rispetto all'indirizzo tradizionale, ha ritenuto che a fronte dell'insinuazione di un credito maturato in forza di un rapporto riconducibile alla previsione dell'art. 2956, n. 2 c.c., ove il curatore eccepisca la prescrizione presuntiva del credito e il creditore gli deferisca giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno costituisce mancato giuramento, dovendo egli subire le conseguenze dell'affermazione dell'estinzione del debito implicita nella sollevata eccezione di prescrizione presuntiva. Con l'ordinanza interlocutoria 11 novembre 2022, n. 33400, la Prima sezione ha rimesso gli atti al Primo Presidente per valutare l'opportunità dell'assegnazione alle Sezioni Unite della questione di massima di particolare importanza relativa alle conseguenze derivanti dalla proposizione, da parte del curatore, dell'eccezione di prescrizione presuntiva del credito professionale del legale che abbia proposto domanda di insinuazione allo stato passivo e, in particolare, se allo stesso curatore possa essere deferito il giuramento decisorio e, ove si escluda che possa riguardare un fatto del terzo fallito, se lo stesso debba invece qualificarsi come giuramento de scientia oppure de notitia, con l'ulteriore necessità, in tal caso, di individuare come debba essere valutata l'eventuale risposta del giurante di non essere a conoscenza dell'avvenuta estinzione del debito. Le S.U. hanno risposto a tale sollecitazione affermando che, in tema di accertamento del passivo fallimentare, qualora, in sede di controversia insorta per il rigetto della ammissione di un credito, maturato in forza di un rapporto riconducibile alla previsione dell'art. 2956, comma 1, n. 2 c.c., sia eccepita dal curatore la prescrizione presuntiva del credito e il creditore deferisca giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno produce gli effetti del mancato giuramento (Cass. n. 25443/2023). Conforme anche la più recente Cass. n. 4437/2024. |