Verbale giuramento

Farolfi Alessandro

Inquadramento

Il sindacato sul giuramento deve arrestarsi, salvo i casi di inammissibilità, alla sua idoneità a definire totalmente o parzialmente la controversia (purché relativo in questo caso ad uno dei capi della domanda su cui il giuramento esaurisce ogni indagine, secondo Cass. n. 15494/2001). Il giuramento è ammissibile sino all'udienza di precisazione delle conclusioni. Si è recentemente osservato che in caso di mancata ammissione del giuramento, la parte che con il ricorso per cassazione sostenga che il giudice del merito ha errato nel non ammettere il mezzo di prova decisorio ha l'onere di trascrivere, nel ricorso, il contenuto della formula del giuramento, onde consentire la valutazione delle questioni da risolvere e della decisività dello stesso; infatti, per il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, tale controllo deve poter essere compiuto dalla S.C. sulla base delle deduzioni contenute in tale atto, alle cui lacune non è dato sopperire con indagini integrative (Cass. n. 12835/2024).

Secondo Cass. n. 1551/2022, deve ritenersi inammissibile il deferimento del giuramento decisorio, ove la formulazione delle circostanze, in caso di ammissione dei fatti rappresentati, non conduca automaticamente all'accoglimento della domanda, ma richieda una valutazione di tali fatti da parte del giudice del merito. In tema anche la recente Cass. n. 29320/2021, secondo cui quando la controversia di primo grado sia stata definita sulla base di un giuramento suppletorio, il giudice di appello, investito con i motivi di gravame della questione relativa alla sussistenza dei requisiti per la sua ammissione, non può revocare l'ordinanza di ammissione del mezzo istruttorio, ma può procedere alla rivalutazione dell'intero materiale probatorio raccolto prima della sua delazione e decidere la causa prescindendo dall'esito dello stesso, ove ritenga acquisiti elementi sufficienti già prima dello stesso, senza che, a tal fine, sia necessaria una contestazione in primo grado sull'ammissibilità o sulla decisività del giuramento medesimo.

Formula

TRIBUNALE DI ... [1]

NELLA CAUSA N. ... / ... R.G. PROMOSSA DA:

... con l'Avv. ...

CONTRO

... con l'Avv. ...

Successivamente il ... ad ore ... è comparso l'Avv. ... di parte ... nonché l'Avv. ... per ...

È altresì presente personalmente ... il quale si dichiara disposto a prestare il giuramento deferitogli (oppure riferitogli) ed ammesso con ordinanza in data ...

Il Giudice ammonisce la parte sull'importanza morale del giuramento e sulle conseguenze penali delle dichiarazioni false, quindi lo invita a giurare.

La parte giurante dichiara: Consapevole della responsabilità che con il giuramento assumo, giuro:

... (ripete la formula ammessa)

L.C.S.

IL GIUDICE

Preso atto, dichiara chiusa l'istruttoria e fissa l'udienza del ... ad ore ... per la precisazione delle conclusioni.

Il Giudice ...

(oppure)

È presente l'Avv. ... per ... il quale chiede darsi atto della mancata presenza della parte cui è stato deferito (oppure riferito) il giuramento decisorio ammesso con ordinanza del ...; chiede altresì di poter precisare le proprie conclusioni, oppure rinviare ad altra data per detto incombente.

IL GIUDICE

Preso atto per quanto previsto dall'art. 239 c.p.c., dichiara chiusa l'istruttoria e fissa l'udienza del ... ad ore ... per la precisazione delle conclusioni.

Il Giudice ...

(oppure)

Preso atto per quanto previsto dall'art. 239 c.p.c., dichiara chiusa l'istruttoria ed autorizza parte ... a precisare immediatamente le proprie conclusioni.

L'Avv. ... così conclude ... con vittoria di spese di lite.

IL GIUDICE

Trattiene in decisione la causa, concedendo termine ... per il deposito di conclusionali e repliche.

Il Giudice ...

1. Formula esemplificativa da adattare al caso concreto e che prende in esame le principali situazioni che possono verificarsi in udienza in sede di giuramento.

COMMENTO

In tema di giuramento decisorio, non comportano nullità la mancata verbalizzazione della formula e l'omessa pronuncia della parola «giuro», atteso che detta nullità, ipotizzabile solo nei casi tipizzati dalla legge a norma dell'art. 156 c.p.c., non è prevista dagli artt. 238 e 239 c.p.c., sempre che l'atto presenti tutti i requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo per il quale è stato introdotto, a norma dell'art. 156, comma 3 c.p. (Fattispecie relativa all'attestazione, nel verbale di prestazione negativa del giuramento decisorio – deferito sull'intervenuto recesso del lavoratore per dimissioni – dell'affermazione «nego» anziché l'affermazione solenne «giuro e giurando nego», in controversia in cui l'atto aveva raggiunto lo scopo cui era diretto, di obbligare il dichiarante ad affermare/negare le circostanze dedotte nei capitoli dell'avversario e ad assumersi piena responsabilità, a tutti gli effetti di legge, della propria dichiarazione) (così Cass. n. 27026/2008).

L'ordinanza ammissiva del giuramento decisorio può essere revocata anche dopo la prestazione dello stesso se il giudice si convinca che non sussistevano le condizioni per il suo deferimento, senza che assuma rilevanza il contegno processuale delle parti, in quanto trattasi di mezzo istruttorio per il quale la legge pone condizioni di ammissibilità non derogabili dalle parti e dunque non rimesse alla loro disponibilità (Cass. n. 22805/2014).

In anni recenti, il tema del giuramento si è posto con riguardo alla figura del curatore, di cui tradizionalmente si predica la terzietà rispetto al fallito e l'indisponibilità die diritti della massa. In particolare, Cass. n. 20602/2022, innovando rispetto all'indirizzo tradizionale, ha ritenuto che a fronte dell'insinuazione di un credito maturato in forza di un rapporto riconducibile alla previsione dell'art. 2956, n. 2 c.c., ove il curatore eccepisca la prescrizione presuntiva del credito e il creditore gli deferisca giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno costituisce mancato giuramento, dovendo egli subire le conseguenze dell'affermazione dell'estinzione del debito implicita nella sollevata eccezione di prescrizione presuntiva. Con l'ordinanza interlocutoria 11 novembre 2022, n. 33400, la Prima sezione ha rimesso gli atti al Primo Presidente per valutare l'opportunità dell'assegnazione alle Sezioni Unite della questione di massima di particolare importanza relativa alle conseguenze derivanti dalla proposizione, da parte del curatore, dell'eccezione di prescrizione presuntiva del credito professionale del legale che abbia proposto domanda di insinuazione allo stato passivo e, in particolare, se allo stesso curatore possa essere deferito il giuramento decisorio e, ove si escluda che possa riguardare un fatto del terzo fallito, se lo stesso debba invece qualificarsi come giuramento de scientia oppure de notitia, con l'ulteriore necessità, in tal caso, di individuare come debba essere valutata l'eventuale risposta del giurante di non essere a conoscenza dell'avvenuta estinzione del debito. Le S.U. hanno risposto a tale sollecitazione affermando che, in tema di accertamento del passivo fallimentare, qualora, in sede di controversia insorta per il rigetto della ammissione di un credito, maturato in forza di un rapporto riconducibile alla previsione dell'art. 2956, comma 1, n. 2 c.c., sia eccepita dal curatore la prescrizione presuntiva del credito e il creditore deferisca giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno produce gli effetti del mancato giuramento (Cass. n. 25443/2023). Conforme anche la più recente Cass. n. 4437/2024.

Ancora, recentemente si sono affrontati taluni dei profili più ricorrenti di inammissibilità del giuramento decisorio: secondo Cass. n. 29614/2023 lo stesso non può vertere sull'esistenza o inesistenza di rapporti, di situazioni, o di qualità giuridiche, né può deferirsi per provocare apprezzamenti, opinioni ovvero valutazioni di carattere giuridico, dovendo la sua formula avere ad oggetto circostanze determinate, che, quali fatti storici, siano stati percepiti dal giurante con i sensi o con l'intelligenza; pertanto, non può formare oggetto di giuramento decisorio la qualità di amministratore societario, poiché essa implica l'accettazione della nomina, che è atto negoziale e non fatto storico; la stessa decisione ha altresì ritenuto che i capitoli del giuramento decisorio devono essere formulati in modo che il destinatario possa, a sua scelta, giurare e vincere la lite o non giurare e perderla, sicché, a seguito della prestazione del giuramento, al giudice non resta che verificare l'an iuratum sit, per accogliere o respingere la domanda sul punto che ne ha formato oggetto; ne deriva l'inammissibilità di una capitolazione che non sia formulata in senso favorevole alla parte cui il giuramento è stato deferito ma, al contrario, prefiguri la sua soccombenza sia ove presti il giuramento, sia ove vi si sottragga.

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