Processo verbale di precisazione delle conclusioni e discussione orale (art. 281-sexies c.p.c.)InquadramentoNell'ambito della fase finale di trattazione della causa, per effetto delle modifiche apportate dal d.lgs. n. 149/2022, quando la causa è matura per la decisione il Giudice fissa davanti a sé l'udienza di rimessione della causa in decisione assegnando alle parti i tre termini di cui all'art. 189. All'udienza trattiene la causa in decisione e la sentenza è depositata entro i trenta giorni successivi. Tuttavia, ai sensi dell'art. 281-sexies, comma 2 c.p.c., fatte precisare le conclusioni, può ordinare la discussione orale della causa nella stessa udienza o in udienza successiva, pronunciando all'esito sentenza contestuale, mediante lettura del dispositivo e delle concise ragioni di fatto e diritto a base della decisione. Il nuovo comma 3 prevede, inoltre, in alternativa all'immediata pubblicazione della sentenza contestuale, il deposito della stessa nel termine di giorni trenta. FormulaTRIBUNALE DI ... VERBALE D'UDIENZA DOTT. ... R.G. ... Oggi, ... sono comparsi per l'attore ... l'Avv. ... e per il convenuto l'Avv. ..., i quali, in osservanza dell'ordinanza assunta in data ... dal Giudice Istruttore Dott. ..., precisano le conclusioni come di seguito specificato: (conclusioni parte attrice) ... (conclusioni parte convenuta) IL GIUDICE ISTRUTTORE Invita le parti a discutere oralmente la causa ai sensi dell'art. 281-sexies, c.p.c. A questo punto parte attrice insiste affinché la domanda svolta nel presente procedimento venga accolta per i seguenti motivi (esporre brevemente le questioni giuridiche e di fatto a fondamento della domanda). Parte convenuta, contestando quanto argomentato da parte attrice, chiede il rigetto della domanda dalla stessa avanzata per le ragioni che si espongono (esporre brevemente le questioni giuridiche e di fatto a fondamento delle proprie contestazioni). IL GIUDICE ISTRUTTORE Ascoltate le parti, pronuncia sentenza contestuale, che si allega al presente verbale e ne costituisce parte integrante, dando lettura del dispositivo e delle concise ragioni di fatto e diritto della decisione. Il Giudice ... COMMENTOLa deliberazione della sentenza, nell'ambito del procedimento davanti al Tribunale in composizione monocratica, può seguire tre modelli alternativi: la trattazione scritta, quella mista e quella orale. Il modello di gran lunga prevalente è quello della trattazione scritta (281-quinquies, comma 1 c.p.c.), essendo i principi di oralità e concentrazione, tipici del processo penale, estranei al rito di cognizione ordinaria e alle relative forme procedimentali. Tale modello risulta profondamente modificato per effetto della riforma ex d.lgs. n. 149/2022. Nei procedimenti instaurati a partire dal 1° marzo 2023 difatti, laddove il Giudice ritenga la causa matura per la decisione, fisserà udienza dinanzi a sé, assegnando alle parti i tre termini di cui al novellato art. 189 c.p.c., rispettivamente previsti per la precisazione delle conclusioni, per il deposito di comparse conclusionali e di memorie di replica. All'udienza trattiene la causa in decisione, e la sentenza è depositata entro i trenta giorni successivi. Il modello di trattazione mista è, invece, disciplinata dall'art. 281-quinquies, comma 2 c.p.c., del pari modificato dal d.lgs. n. 149/2022. Nel sistema previgente, su richiesta di una delle parti, il Giudice poteva concedere il solo termine per il deposito di comparse conclusionali, fissando udienza per la discussione orale dinanzi a sé, non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine per la conclusionale. Nell'attuale sistema, applicabile ai procedimenti incardinati successivamente al 1° marzo 2023, alla richiesta di applicazione della trattazione mista segue l'autorizzazione al deposito dei soli scritti difensivi a norma dell'art. 189, nn. 1 e 2 (nota di precisazione delle conclusioni e comparse conclusionali), e la fissazione dell'udienza di discussione orale non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle comparse conclusionali. La sentenza è depositata entro trenta giorni dall'udienza di discussione. Il modello di trattazione orale è, invece, quello previsto dall'art. 281-sexies c.p.c. Tale schema, diversamente dai modelli di trattazione scritta o mista, è informato dai principi di oralità ed immediatezza. Il Giudice, fatte precisare le conclusioni, può ordinare nella stessa udienza, o in udienza successiva, la discussione orale della causa, al termine della quale pronuncia sentenza contestuale, dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto a sostegno della decisione, momento dal quale decorrerà il termine lungo di impugnazione (Cass. VI, n. 3394/2021). L'evidente funzione di snellimento e semplificazione procedurale, cui lo schema di trattazione in commento assolve, ed il favore di cui lo stesso ha goduto nella pratica giudiziaria, hanno determinato il progressivo ampliamento del suo campo di applicazione, per via giurisprudenziale e legislativa. La sola lettura del dispositivo, in quanto difforme dal modello previsto dalla norma, dà luogo a sentenza viziata da nullità, con termine di impugnazione decorrente dal momento della pubblicazione del dispositivo con sottoscrizione del verbale di udienza, cui lo stesso è allegato (Cass. VI, n. 19908/2018). Analogamente, la mancanza della discussione orale, con pubblicazione di sentenza contestuale all'esito di udienza successiva allo scambio di memorie conclusionali, è affetta da nullità, destinata tuttavia a sanarsi se non tempestivamente eccepita nel corso dell'udienza in cui la sentenza sia stata pronunciata (Cass. III, n. 7104/2015). Similmente a quanto osservato con riferimento al modello di trattazione mista di cui all'art. 281-quinquies c.p.c., l'adozione ufficiosa del modello di trattazione orale di cui all'art. 281-sexies c.p.c., nonostante l'assenza di richiesta o la contraria volontà delle parti, in considerazione della sostanziale equipollenza tra le forme di trattazione, ugualmente idonee a garantire contraddittorio e diritto di difesa, non comporta di per sé invalidità procedimentale e, a cascata, della pronuncia, salvo che la parte non dimostri che l'opzione procedimentale ha determinato una concreta lesione dei diritti di difesa (Cass. III, n. 21804/2015). L'applicazione del modello processuale previsto dall'art. 281-sexies c.p.c. risulta, per effetto della successione di riforme del codice di rito, pressoché generalizzata. La legge di stabilità per il 2016 (art. 1, comma 777 l. n. 208/ 2015 – entrata in vigore in data 1° gennaio 2016 – che ha modificato la l. n. 89/2001 a mezzo della introduzione dell'art. 1-ter) aveva previsto, anche nel rito collegiale (nelle cause di cui all'art. 50-bis c.p.c.), la possibilità di definire la causa con discussione orale (ex art. 281-sexies c.p.c.). La norma era, inoltre, stata ritenuta pacificamente applicabile anche in grado di appello (Cass. III, n. 22871/2015). Il d.lgs. n. 149/2022, introducendo l'art. 275-bis c.p.c., ha previsto la possibilità di utilizzazione di tale modulo decisorio nei procedimenti collegiali per effetto dell'iniziativa del Giudice istruttore, che si accompagna alla richiesta di parte già prevista dall'art. 275 c.p.c. Il nuovo art. 350-bis c.p.c. rimanda espressamente al modello di cui all'art. 281-sexies c.p.c. nei casi di attivazione del procedimento di filtro in appello nelle fattispecie di inammissibilità, improcedibilità, manifesta fondatezza o infondatezza dell'appello. Analoga modalità decisoria andrà osservata nel procedimento semplificato di cognizione, per effetto del rinvio all'art. 281-sexies contenuto nell'art. 281-terdecies c.p.c. e nel procedimento davanti al Giudice di pace (art. 321 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), con la peculiare facoltà di deposito della sentenza nel termine di quindici giorni, nel caso in cui non venga letta in udienza. All'estensione, pressoché generalizzata, di tale modello decisorio, si accompagna, l'introduzione del nuovo comma 3, che prevede la possibilità che il Giudice, in alternativa alla pubblicazione della sentenza contestuale, riservi il deposito del provvedimento nei trenta giorni successivi. Tale facoltà, da utilizzare nelle cause di maggiore complessità, si distingue dalla facoltà prevista, per il rito del lavoro, in seno all'art. 429, comma 2 c.p.c., di riserva della pubblicazione della sentenza atteso che, in ragione dei principi di concentrazione ed immediatezza, egli sarà tenuto a pubblicare il dispositivo di sentenza all'esito della discussione. |