Procura speciale alle liti per il giudizio di cassazione

Cristina Asprella

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 365 c.p.c. per il ricorso in cassazione è necessaria una procura speciale. La Cassazione ha chiarito che il mandato apposto in calce o a margine del ricorso per cassazione, è, per sua natura, speciale e non richiede alcuno specifico riferimento al processo in corso, sicché è irrilevante la mancanza di un espresso richiamo al giudizio di legittimità ovvero che la formula adottata faccia cenno a poteri e facoltà solitamente rapportabili al procedimento di merito (così Cass. VI, n. 27302/2020; Cass. VI, n. 18468/2014). Ai sensi dell'art. 83 c.p.c., come novellato nel 2009, la procura speciale può essere apposta a margine o in calce anche di atti differenti rispetto al ricorso e al controricorso. La Corte a Sezioni Unite ha però specificato che nel giudizio di cassazione è inammissibile una “memoria di costituzione” depositata dalla parte intimata dopo la scadenza del termine di cui all'art. 370 c.p.c. e non notificata al ricorrente (così da non potersi qualificare come controricorso, seppur tardivo), atteso che non è sufficiente il mero deposito perché l'atto possa svolgere la sua funzione di strumento di attivazione del contraddittorio rispetto alla parte ricorrente, la quale, solo avendone acquisito legale conoscenza, è in condizioni di presentare le sue osservazioni nelle forme previste dall'art. 378 c.p.c. Ne consegue, pertanto, che la procura speciale rilasciata in calce all'anzidetta memoria non sia valida, restando priva di efficacia l'autenticazione del difensore, il cui potere certificativo è limitato agli atti specificamente indicati nell'art. 83, comma 3 c.p.c.

La procura speciale per il giudizio di cassazione, quando è conferita con atto separato, deve contenere necessariamente l'indicazione delle parti e della sentenza impugnata (per tutti Cass. S.U., n. 9537/1996). È noto che dopo un contrasto giurisprudenziale sorto sulla procura conferita con atto separato ma congiunta materialmente al ricorso, la giurisprudenza lo ha risolto affermando che la procura per il ricorso per cassazione è validamente conferita, soddisfacendo il requisito di specialità di cui all'art. 365 c.p.c., anche se apposta su di un foglio separato, purché materialmente unito al ricorso e benché non contenente alcun riferimento alla sentenza impugnata o al giudizio da promuovere, in quanto, ai sensi dell'art. 83 c.p.c. si può ritenere che l'apposizione topografica della procura sia idonea – salvo diverso tenore del suo testo – a fornire certezza della provenienza dalla parte del potere di rappresentanza e a far presumere la riferibilità della procura medesima al giudizio cui l'atto accede; né la mancanza di data produce nullità della predetta procura, dovendo essere apprezzata con riguardo al foglio che la contiene alla stregua di qualsiasi procura apposta in calce al ricorso, per cui la posteriorità del rilascio della procura rispetto alla sentenza impugnata si desume dall'intima connessione con il ricorso cui accede e nel quale la sentenza è menzionata, mentre l'anteriorità rispetto alla notifica risulta dal contenuto della copia notificata del ricorso (per tutti si veda Cass. I, n. 29785/2008).

La l. n. 69/2009 ha inserito nell'art. 83, comma 3 c.p.c., la previsione secondo cui se la procura alle liti è stata conferita su supporto cartaceo, il difensore che si costituisce attraverso strumenti telematici ne trasmette la copia informatica autenticata con firma digitale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, trasmissione e ricezione dei documenti informatici e trasmessi in via telematica. Questa previsione è di applicazione obbligatoria, come noto, per tutti i procedimenti per decreto ingiuntivo iniziati dopo il 30 giugno 2014. Con riferimento al giudizio di cassazione la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che la procura alle liti, conferita su supporto cartaceo e copiata per immagine su supporto informatico e, quindi, trasmessa per via telematica, unitamente alla notifica del ricorso per cassazione, deve contenere, ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c. e d.P.R. n. 123/2001, art. 10, l'asseverazione di conformità all'originale mediante sottoscrizione del procuratore con firma digitale. In mancanza della detta asseverazione, il ricorso è inammissibile (Cass. I, n. 12850/2019).

Le S.U. dando continuità al proprio prevalente orientamento, hanno ribadito che, in caso di ricorso per Cassazione che sia nativo digitale, notificato e depositato in modalità telematica, l'allegazione mediante strumenti informatici - al messaggio di posta elettronica certificata (PEC) con il quale l'atto è notificato ovvero mediante inserimento nella "busta telematica" con la quale l'atto è depositato - di una copia, digitalizzata, della procura alle liti redatta su supporto cartaceo, con sottoscrizione autografa della parte e autenticata con firma digitale dal difensore, integra l'ipotesi, ex art. 83, comma 3, di procura speciale apposta in calce al ricorso, con la conseguenza che la procura stessa è da ritenere valida in difetto di espressioni che univocamente conducano ad escludere l'intenzione della parte di proporre ricorso per cassazione (Cass. S.U., 2077/2024).

Pertanto, ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c., la procura alla lite può essere rilasciata sia in formato digitale che in formato analogico. Essa, per quanto riguarda gli adempimenti del PCT, può essere sottoscritta dalla parte su supporto cartaceo, autenticata dall'avvocato con firma manoscritta e successivamente scansionata e salvata in formato .pdf; il documento salvato con il nome di “procura alla lite” deve essere firmato in via digitale dall'avvocato per l'autentica e allegato alla busta telematica. Oppure la procura può essere rilasciata su un documento informatico sottoscritto in forma digitale prima dalla parte e poi dall'avvocato. In questo caso si crea un file che deve essere sottoscritto digitalmente dal conferente la procura e dall'avvocato incaricato. L'avvocato deve sottoscrivere la procura tramite l'apposizione della firma multipla prevista dall'art. 12, comma 2, provv. DGSIA 16 aprile 2014. Infine, laddove venga rilasciata la procura notarile quest'ultima deve essere scansionata, inserita nella sezione apposita prevista dai redattori atti e firmata in via digitale anche dall'avvocato.

Formula

Io sottoscritto Sig. ..., nato a ..., il ... e residente a ..., via ..., n. ..., C.F. ... conferisco procura speciale all'Avv. ..., C.F. ..., del Foro di ..., con studio in ..., alla via ..., n. ..., presso il quale eleggo domicilio, per rappresentarmi e difendermi nel giudizio innanzi alla Corte di Cassazione al fine di proporre ricorso per la cassazione della sentenza n. ... emessa dalla Corte di Appello di ... nel giudizio tra il Sig. ... e il Sig. ..., non notificata/notificata il .... Allo stesso conferisco ogni più ampia facoltà di legge compresa quella di farsi rappresentare, assistere o sostituire, eleggere altro domicilio, resistere con controricorso in caso di impugnazioni incidentali. Dichiaro inoltre, ai sensi e per gli effetti di cui alla l. n. 196/2003, di essere edotta che i dati personali richiesti direttamente oppure raccolti presso terzi, verranno utilizzati ai soli fini del presente incarico e presto conseguentemente il mio consenso, ai sensi e per gli effetti degli artt. 11 e 20, al loro trattamento.

Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito.

Luogo e data ...

Firma conferente ...

È vera ed autentica [1]

Certifico altresì la data di apposizione della firma [2] ...

Firma Avv. ...

1. L'autenticazione della firma da parte del difensore, sia essa esplicita o implicita, mediante la firma apposta sull'atto contenente la procura a margine o in calce, può essere contestata esclusivamente tramite querela di falso in entrambe le circostanze. Questo perché tale procedura riguarda un'attestazione effettuata dal difensore nel corso delle sue responsabilità sostanzialmente pubbliche assegnategli dall'art. 83, comma 3 c.p.c. (Cass. II, n. 19965/2024).

2. La certificazione della data è richiesta nei procedimenti in materia di protezione internazionale ex art. 35-bis d.lgs. n. 25/2008. Le Sezioni Unite hanno al riguardo risolto un contrasto insorto all'interno della Corte sugli effetti della mancata specifica certificazione della data apposta sulla procura da parte del difensore. Esse hanno affermato che la procura alle liti per la proposizione del ricorso per cassazione deve essere conferita, a pena di inammissibilità del ricorso, in data successiva alla comunicazione del decreto impugnato; a tal fine il difensore certifica la data del rilascio in suo favore della procura medesima. In tali ipotesi, pertanto, vi è un requisito di specialità rispetto alle ordinarie fattispecie regolate dagli artt. 83 e 365 c.p.c. ossia la necessità che la data del conferimento della procura sia successiva rispetto alla comunicazione del provvedimento impugnato, mancanza che viene sanzionata con una ipotesi speciale di inammissibilità del ricorso per cassazione.

A norma di tale sentenza la procura speciale per il ricorso in cassazione nelle materie dell'art. 35-bis succitato e dalle disposizioni di legge successive che a tale norma rimandano, deve contenere in modo esplicito l'indicazione della data successiva alla comunicazione del provvedimento impugnato e richiede che il difensore certifichi, anche solo con un'unica sottoscrizione, sia la data della procura successiva alla comunicazione che l'autenticità della firma del conferente (Cass. S.U., n. 15177/2021).

Da ultimo le S.U. hanno precisato che In tema di ricorso per cassazione, il requisito della specialità della procura, di cui agli artt. 365 e 83, comma 3 c.p.c., non richiede la contestualità del relativo conferimento rispetto alla redazione dell'atto a cui accede, essendo a tal fine necessario soltanto che essa sia congiunta, materialmente o mediante strumenti informatici, al ricorso e che il conferimento non sia antecedente alla pubblicazione del provvedimento da impugnare e non sia successivo alla notificazione del ricorso stesso. Pertanto, la circostanza che la procura sia sottoscritta in luogo diverso e in data diversa, anteriore nel tempo, rispetto al luogo e alla data di sottoscrizione del ricorso per cassazione, non osta alla regolarità della procura, che unicamente deve documentare l'inequivoco conferimento del mandato a impugnare la pronuncia oggetto di ricorso (Cass. S.U. n. 2075/2024).

COMMENTO

Il fatto che per il giudizio di cassazione sia necessaria la procura speciale fa sì che essa debba essere rilasciata dopo la pubblicazione della sentenza impugnata ma prima della notificazione del ricorso. In tal senso, la recente giurisprudenza di legittimità ha precisato che la procura per il ricorso per cassazione, avendo carattere speciale, è valida solo se rilasciata in data successiva alla sentenza impugnata, rispondendo all'esigenza di assicurare la certezza giuridica della riferibilità dell'attività svolta dal difensore al titolare della posizione sostanziale controversa, in coerenza con il principio del giusto processo (Cass. sez. lav., n. 18422/2024).

Comunque non è necessario che la procura sia integralmente trascritta nella copia notificata all'altra parte, ben potendosi pervenire, attraverso altri elementi, alla ragionevole certezza che il mandato sia stato conferito prima della notificazione dell'atto e dovendo la conformità del ricorso rispetto all'originale notificato dal contribuente all'Ufficio riguardare il contenuto dell'atto, sicché è a tal fine sufficiente l'apposizione nella copia di una nota che attesti la presenza sull'originale del mandato rilasciato al difensore (Cass. V, n. 17963/2019).

A norma dell'art. 196-quater c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024), il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte del pubblico ministero, dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria ha luogo esclusivamente con modalità telematiche. Con le stesse modalità le parti depositano gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati. Quando è necessario ai fini della decisione il giudice può ordinare il deposito di singoli atti e documenti su supporto cartaceo, indicandone specificamente la ragione. Il deposito dei provvedimenti del giudice e dei verbali di udienza ha luogo con modalità telematiche. Il deposito con modalità telematiche è effettuato nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Il capo dell'ufficio autorizza il deposito con modalità non telematiche quando sussiste una situazione di urgenza e il direttore generale per i servizi informatici del dominio giustizia non sono funzionanti. La certificazione del direttore generale è pubblicata sul portale dei servizi telematici.

Inoltre va segnalato che l'art. 46 disp. att. c.p.c., dedicato alla forma degli atti giudiziari e quindi applicabile sia agli atti del giudice che a quelli delle parti stabilisce che i processi verbali e gli altri atti giudiziari devono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile; che quando sono redatti in forma di documento informatico tali atti rispettano la normativa anche regolamentare relativa alla redazione, sottoscrizione e ricezione dei documenti informatici. Il comma 3 della disposizione riguarda le modalità di redazione dei documenti non informatici e ripete l'originario comma 2, prevedendo che gli atti non redatti in forma di documento informatico devono essere scritti in continuazione, senza spazi in bianco e senza alterazioni e abrasioni; le aggiunte soppressioni o modificazioni eventuali devono essere fatte in calce all'atto con nota di richiamo senza cancellare la parte soppressa o modificata. Per quanto concerne lo schema informatico degli atti giudiziari va fatto riferimento al d.m. n. 110/2023, pubblicato in G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023, che reca il “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari” applicabile ai procedimenti introdotti dopo il 1° settembre 2023. Questo decreto pone i criteri di redazione e regola gli schemi informatici degli atti del processo civile con la struttura dei campi necessari per inserire le informazioni nei registri del processo. Fissa anche i limiti dimensionali degli atti del processo civile per le cause di valore inferiore a 500 mila euro.

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