Dichiarazione di contumacia dell'attore (art. 290 c.p.c.)

Antonio Lombardi

Inquadramento

La contumacia dell'attore è la condizione processuale, oggetto di declaratoria giudiziale, conseguente all'omessa costituzione, tempestiva o tardiva, da parte dell'attore, successivamente alla notificazione dell'atto di citazione ed entro l'udienza di prima comparizione, nel regime precedente alla novella legislativa ex d.lgs. n. 149/2022, ovvero in sede di verifiche preliminari ai sensi dell'art. 171-bis c.p.c., nei procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023, a fronte della tempestiva costituzione del convenuto. Ipotesi di rara verificazione nella prassi giudiziaria, trova la sua disciplina essenziale nell'art. 290 c.p.c. che dispone che, all'atto della dichiarazione di contumacia dell'attore, il processo prosegua solo laddove il convenuto manifesti espresso interesse in tal senso dovendosi provvedere, in caso contrario, alla cancellazione della causa dal ruolo.

Formula

TRIBUNALE DI ...

DOTT. ... R.G. ...

DECRETO EX ART. 171-BIS C.P.C.

IL GIUDICE ISTRUTTORE

Rilevato che l'attore ha ritualmente provveduto alla notificazione dell'atto di citazione introduttivo del presente giudizio non provvedendo, tuttavia, a costituirsi in giudizio;

rilevato, tuttavia, che, a fronte della mancata costituzione dell'attore, il convenuto ha provveduto a costituirsi tempestivamente nel termine di cui all'art. 166 c.p.c.;

visti gli artt. 165,166,171, comma 3, 171-bis e 290 c.p.c.;

dichiara la contumacia dell'attore ... _;

fissa al ... nuova udienza per la comparizione delle parti ai sensi dell'art. 171-bis c.p.c., anche al fine di verificare la volontà del convenuto di proseguire il giudizio, ai sensi dell'art. 290 c.p.c., riservato all'esito ogni opportuno provvedimento;

dispone la comunicazione del presente decreto alle parti costituite a cura della Cancelleria.

Luogo e data ...

Il Giudice ...

COMMENTO

La contumacia dell'attore, evenienza di rara verificazione nella prassi giudiziaria, è la condizione processuale che consegue alla mancata costituzione, tempestiva o tardiva, dell'attore entro la prima udienza di comparizione, (ovvero prima del provvedimento emesso in sede di verifiche preliminari cui all'art. 171-bis c.p.c., a seguito della novella exd.lgs. n. 149/2022, applicabile ai procedimenti incardinati successivamente al 28 febbraio 2023). La dichiarazione di contumacia aveva luogo, nel sistema antecedente alla riforma, nell'ambito della prima udienza di comparizione. A seguito del d.lgs. n. 149/2022, avrà, dunque, luogo fuori udienza, nella sede delle verifiche preliminari d'ufficio ai sensi dell'art. 171-bis c.p.c.

Da risalente dottrina (Giannozzi, La contumacia nel processo civile, Milano, 1963, 138) la contumacia viene definita quale situazione di inattività unilaterale nell'ambito del principio della disponibilità della tutela, che consegue al mancato esercizio del potere-onere di costituzione di una parte, e che va dichiarata previa verifica dei suoi presupposti.

Ai sensi dell'art. 165 c.p.c. l'attore, entro dieci giorni dalla notificazione della citazione al convenuto, deve costituirsi mediante iscrizione della causa a ruolo e deposito dell'originale della citazione, della procura e dei documenti offerti in comunicazione. Laddove l'attore non si costituisca tempestivamente, ovvero nel termine indicato dall'art. 166 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 149/2022, ma il convenuto assolva tale onere processuale il Giudice, all'udienza di prima comparizione, nel regime precedente alla novella, ovvero in sede di verifiche preliminari ai sensi dell'art. 171-bis c.p.c., nei procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023, sarà tenuto alla dichiarazione di contumacia dell'attore, ai sensi dell'art. 171, comma 3 e 290 c.p.c.

La rarità di tale evenienza nella prassi giudiziaria discende dal fatto che, normalmente, è il soggetto che ha intrapreso l'iniziativa giudiziaria ad avere precipuo interesse alla pronuncia giurisdizionale con la conseguenza che, in caso di mancata comparizione dell'attore, sovente il convenuto propenderà per una mancata comparizione, al fine di innescare il meccanismo processuale, funzionale all'estinzione del giudizio, di cui agli artt. 181-309 c.p.c. Di questa evenienza prende atto il legislatore che, all'art. 290 c.p.c., condiziona la prosecuzione del giudizio a un'esplicita manifestazione di volontà del convenuto specificando che, in caso contrario, la causa debba essere cancellata dal ruolo e il processo dichiarato estinto.

Una volta dichiarata, con ordinanza revocabile, la contumacia, il processo proseguirà secondo le regole ordinarie, cui si giustappongono quelle specificamente destinate alla regolamentazione del processo contumaciale, dettate agli artt. 290 e ss. c.p.c.

In primo luogo la parte costituita avrà l'onere di notificare al contumace alcuni atti, indicati in seno all'art. 292 c.p.c., che hanno come caratteristica quella di introdurre a carico del contumace oneri e conseguenze significative, sotto il profilo processuale (così per l'ordinanza ammissiva di interrogatorio formale o giuramento), ovvero di determinare un ampliamento del thema decidendum (così per le comparse contenenti domande nuove o riconvenzionali, da chiunque proposte, ma anche le comparse di intervento volontario, sia pure esclusivamente ad adiuvandum, che determinano l'ampliamento del novero dei soggetti coinvolti nella controversia, cfr. Cass. II, n. 17328/2015). Non va, invece, notificata la comparsa di intervento del successore a titolo particolare nel diritto controverso, che subentra nella stessa posizione processuale del dante causa (Cass. III, n. 1935/2023).

Per effetto della dichiarazione di illegittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 426 c.p.c. e art. 20, l. n. 533/1973, deve essere comunicato al contumace anche il provvedimento di mutamento del rito di cui all'art. 426 c.p.c. Secondo la Cassazione, rientra tra gli obblighi di comunicazione, sia pure non riconducibili alla norma di cui all'art. 292 c.p.c. ma a quella contenuta nell'art. 789 c.p.c., il progetto divisionale nel procedimento di scioglimento delle comunioni (Cass. II, n. 1619/2014). Le sentenze che definiscono il procedimento vanno comunicate alla parte contumace personalmente.

Stante la natura tassativa dell'elencazione contenuta nell'art. 292 c.p.c. (Cass. II, n. 1935/2023), non saranno oggetto di comunicazione al contumace altri atti e provvedimenti, di impulso procedimentale o di particolare significato, come la riassunzione del processo dichiarato interrotto (Cass. I, n. 26800/2022), l'ordinanza anticipatoria ex art. 186-quater c.p.c. (Trib. Roma XI, n. 12350/2014), il provvedimento ammissivo di consulenza tecnica d'ufficio (Cass. III, n. 32647/2021) o le modifiche delle conclusioni riconducibili alla c.d. emendatio libelli (Cass. II, n. 19208/2011).

L'omissione di tale adempimento, pacificamente applicabile sia al caso di contumacia dell'attore che al caso di contumacia del convenuto (Cass. III, n. 6522/2011), determina nullità relativa del procedimento e nullità non sanabile della sentenza resa all'esito del giudizio (Cass. II, n. 17328/2015), con facoltà di eccezione per rilievo del vizio o deduzione del motivo di impugnazione in capo alla sola parte contumace (Cass. II, n. 14625/2010) e non rilevabilità ex officio (Cass. III, n. 10371/2024).

Sotto il profilo della dialettica processuale, con riferimento agli oneri reciprocamente incombenti, al principio dispositivo e a quello della non contestazione, disciplinato dall'art. 115 c.p.c., deve evidenziarsi come la contumacia integri un comportamento neutrale cui non può essere ascritta valenza di per sé confessoria o, comunque, non contestativa dei fatti allegati dalla controparte, che resta onerata dalla relativa prova (Cass. sez. lav., n. 24885/2014).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario