Provvedimento di sospensione per pregiudizialità ex art. 295 c.p.c.

Antonio Lombardi

Inquadramento

La sospensione del processo è un fenomeno di arresto dell'iter processuale a causa di un determinato evento, che perdura sino alla cessazione di tale evento e trova disciplina generale negli artt. 295 e 296 c.p.c., rispettivamente disciplinanti la sospensione per pregiudizialità e quella per volontà comune delle parti. La sospensione necessaria per pregiudizialità è disposta allorquando la decisione della causa in corso (c.d. causa pregiudicata) dipenda dalla soluzione di altra controversia (c.d. causa pregiudicante). Ricorrendo tale ipotesi, il Giudice è tenuto alla sospensione del procedimento sino al passaggio in giudicato della pronuncia che definisce la causa pregiudicante.

Formula

TRIBUNALE DI ...

DOTT. ... R.G. ...

VERBALE D'UDIENZA

Oggi, ... è comparso per parte attrice l'Avv. ... , nonché l'Avv. ... procuratore del Sig. ... convenuto nel presente giudizio. I procuratori delle parti evidenziano la pendenza, dinanzi al Tribunale di ... , R.G. ... , Giudice Istruttore Dott. ... , di procedimento la cui definizione ha efficacia pregiudiziale rispetto a quella da assumersi nella presente controversia, in quanto (esporre brevemente le ragioni di pregiudizialità). Le parti chiedono, pertanto, disporsi la sospensione del presente procedimento ai sensi dell'art. 295 c.p.c.;

il Giudice Istruttore

visto l'art. 295 c.p.c., dato atto di quanto sopra, rilevata la sussistenza di un rapporto di pregiudizialità in senso stretto e proprio tra la controversia pendente dinanzi al Tribunale di ... , R.G. ... , Giudice Istruttore Dott. ... , e la presente controversia, dispone la sospensione del presente procedimento sino al passaggio in giudicato della sentenza da rendersi nel predetto giudizio.

Il Giudice ...

COMMENTO

La sospensione è una vicenda anomala del processo di cognizione, disciplinata in via generale dal codice di rito e articolata in una duplice fattispecie, la sospensione necessaria per pregiudizialità (art. 295 c.p.c.) e quella su comune accordo delle parti (art. 296 c.p.c.).

Il rapporto di pregiudizialità, la cui ricorrenza impone al giudice di sospendere il processo, secondo il dettato di cui all'art. 295 c.p.c., è individuato in quella particolare condizione in cui la decisione del processo da sospendere (cd controversia pregiudicata) dipenda, in tutto o in parte, dalla decisione da assumersi in altro processo (cd controversia pregiudicante). La ratio dell'istituto della sospensione per pregiudizialità riposa nell'evidente esigenza di evitare difformità tra giudicati scontando, di converso, il prolungamento, a volte molto consistente, dei tempi di definizione della controversia pregiudicata.

Il preliminare vaglio, da eseguirsi ad opera del Giudice investito della controversia pregiudicata, ha ad oggetto la pendenza in concreto ed in pari grado delle due controversie, atteso che l'intervento di sentenza in primo grado determina l'applicazione della diversa fattispecie di sospensione di cui all'art. 337 c.p.c., (cfr. Cass. S.U., n. 21763/2021; Cass. sez. lav., n. 1097/2021) e la medesimezza soggettiva, non potendosi avere rapporto di pregiudizialità in senso stretto e proprio laddove le parti siano diverse, sia pure al cospetto di una relazione di pregiudizialità logica tra controversie (Cass. I, n. 4343/2022; v., tuttavia, Cass. I, n. 32996/2023, che ammette la presenza nella causa pregiudicata di una parte ulteriore).

La nozione di pregiudizialità in senso stretto e proprio, ovvero di pregiudizialità in senso tecnico giuridico e non meramente logico (Cass. III, n. 12466/2023) si risolve nella sussistenza di un collegamento normativo di effetti giuridici o eterointegrazione tra le due fattispecie giuridiche sì che la decisione, con effetto di giudicato, del processo pregiudicante sia idonea a definire, in tutto o in parte, il tema dibattuto nel processo pregiudicato, del quale si chiede la sospensione (Cass. VI, n. 22784/2015).

Le restanti ipotesi di pregiudizialità in senso logico o giuridico, nelle quali si registri la mera coincidenza o analogia di riscontri fattuali o di quesiti di diritto da risolvere per la loro adozione e non già quel collegamento per cui l'altro giudizio (civile, penale o amministrativo), investa una questione di carattere pregiudiziale, cioè un indispensabile antecedente logico-giuridico, la soluzione del quale pregiudichi in tutto o in parte l'esito della causa da sospendere, non appaiono idonee a dare corso all'applicazione dell'istituto di cui all'art. 295 c.p.c. Così, ad esempio, nella controversia promossa per far valere un credito, nei confronti di chi si assuma erede del debitore, le questioni attinenti alla sussistenza o meno di tale qualità di erede, in capo al convenuto, rientrano nell'ambito degli accertamenti meramente incidentali e, ove venga eccepita la pendenza di una causa ereditaria, proposta da altri successibili, deve escludersi la ricorrenza dei presupposti per la sospensione necessaria del processo (Cass. VI, n. 11458/2022).

Laddove il Giudice prenda contezza della sussistenza di controversia pregiudicante, nel senso innanzi indicato, sarà tenuto (trattasi, difatti, di potere discrezionale vincolato, cfr. Calvosa, Sospensione del processo civile, in Novissimo Digesto Italiano, 1970, vol. XVII, pp. 960 e ss.) all'adozione del provvedimento di sospensione, indicando quale dies ad quem della sospensione il passaggio in giudicato della pronuncia che decida la controversia pregiudicata. Da tale momento in poi la parte diligente potrà provvedere a proporre ricorso per la riassunzione del processo sospeso.

Durante il periodo di sospensione il processo entra in uno stato di quiescenza, caratterizzato dal divieto di compimento di atti procedimentali, come disposto dall'art. 298 c.p.c. La sospensione interrompe i termini in corso, che ricominciano a decorrere dal giorno della nuova udienza indicata nel decreto di fissazione di udienza a seguito di ricorso per riassunzione.

L'ordinanza che dichiara la sospensione del processo, diversamente dal provvedimento che la neghi, è impugnabile con regolamento necessario di competenza ai sensi dell'art. 42 c.p.c. (Cass. V, n. 6121/2024). Tale provvedimento, in quanto contestabile con uno specifico mezzo di impugnazione, non è considerato revocabile o modificabile dal Giudice che lo ha pronunciato (Cass. sez. lav., n. 18685/2009), salvo che con l'istanza di revoca non si censuri la correttezza della sospensione, ma si chieda la declaratoria della sopravvenuta carenza dei presupposti come, ad esempio, nel caso dell'estinzione o cessazione della materia del contendere nel procedimento pregiudicante.

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