Comparsa di costituzione con richiesta di prosecuzione del processo interrotto (art. 302 c.p.c.)InquadramentoL'interruzione del processo è un fenomeno di arresto dell'iter processuale a causa della verificazione di uno degli eventi, elencati dagli artt. 299 e ss. c.p.c., aventi attitudine alla compromissione del contraddittorio, con conseguente necessità del congelamento del processo, funzionale al ripristino della condizione di uguaglianza delle posizioni difensive, per un periodo non superiore a tre mesi al superamento del quale, in assenza di prosecuzione o riassunzione del processo, va dichiarata l'estinzione del giudizio. La prosecuzione del processo interrotto può avere luogo mediante costituzione spontanea o citazione in riassunzione. La prima ipotesi è disciplinata dall'art. 302 c.p.c. che dispone che la costituzione può avere luogo all'udienza già fissata, o disposta a seguito di ricorso, ovvero a norma dell'art. 166 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... COMPARSA DI COSTITUZIONE CON RICHIESTA DI PROSECUZIONE DEL PROCESSO INTERROTTO [1][2] Nell'interesse del Sig. ... nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ..., via ..., n. ..., rappresentato e difeso, dall'Avv. ..., con del Foro di ..., con studio in ..., via ... [3] giusta delega il calce al presente atto ed ivi elettivamente domiciliato ai fini del presente atto (per comunicazioni tel. ... [4] PEC ... ) -attore in prosecuzione- Nella causa portante avente R.G. n. ..., Dott. ..., instaurata dal Sig. ... Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ..., -attore- CONTRO Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ..., -convenuto- PREMESSO CHE – il Sig. ... con atto di citazione notificato il ... ha citato in giudizio innanzi al Tribunale di ... il Sig. ... per ivi sentirsi accogliere le conclusioni che si riportano ..., – in data ... si costituiva il Sig. ... il quale, contestando le pretese attoree, chiedeva l'accoglimento delle seguenti conclusioni ... – all'udienza del ..., l'Avv. ..., in qualità di difensore rappresentante del Sig. ..., ha dichiarato che il proprio assistito è deceduto in data ..., – nella medesima udienza veniva dichiarata l'interruzione del processo; – il Sig. ..., erede del de cuius, ha interesse alla prosecuzione del giudizio per le seguenti ragioni: (ESPORRE LE RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO CHE FONDANO L'INTERESSE DELL'EREDE ALLA RIASSUNZIONE) TUTTO CIÒ PREMESSO SI COSTITUISCE in giudizio, ai sensi dell'art. 302 c.p.c., per far dichiarare le seguenti CONCLUSIONI 1) ...; 2) ...; con vittoria di spese e competenze e CHIEDE che la S.V. Ill.ma Voglia fissare, ai sensi dell'art. 302 c.p.c., l'udienza ai fini della prosecuzione del processo. Si offre in comunicazione .... Ai fini del contributo unificato si dichiara che il valore della presente causa ammonta ad Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... Procura alle liti [5]. 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 2. Ai sensi dell'art. 302 c.p.c., nei casi previsti negli articoli precedenti la costituzione per proseguire il processo può avvenire all'udienza o a norma dell'art. 166. Se non è fissata alcuna udienza, la parte può chiedere con ricorso al Giudice istruttore o, in mancanza, al Presidente del Tribunale la fissazione dell'udienza. Il ricorso e il decreto sono notificati alle altre parti a cura dell'istante. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale, e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 4. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, prevista dalla precedente formulazione dell'art. 125 c.p.c., è stata soppressa a seguito della modifica exd.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia). 5. La procura, ai sensi dell'art. 83 c.p.c., può essere generale o speciale e conferita con atto pubblico o scrittura privata autenticata. La procura speciale alle liti può essere apposta anche in calce o a margine della citazione, del ricorso o della comparsa di risposta. COMMENTOL'interruzione è vicenda anomala del processo di cognizione, che ha luogo al ricorrere di una delle cause disciplinate dal codice e dalle leggi speciali, e determina l'arresto dell'iter processuale al fine di assicurare piena ed effettiva tutela del contraddittorio e del diritto di difesa, al cospetto di eventi che determinano un pregiudizio o l'alterazione delle facoltà difensive della parte, con conseguente necessità di congelare il processo sino al ripristino della condizione di uguaglianza delle posizioni difensive, per un periodo non superiore a tre mesi. Il superamento di detto termine, in assenza di prosecuzione o riassunzione del processo, dà luogo all'estinzione del giudizio. La riattivazione del processo interrotto, una volta ripristinate le fisiologiche condizioni di tutela del contraddittorio, funzionali all'esercizio delle prerogative difensive, può avere luogo in virtù di costituzione spontanea dei soggetti legittimati alla prosecuzione del giudizio, ovvero di citazione in riassunzione. La prima ipotesi, disciplinata dall'art. 302 c.p.c., è quella della costituzione spontanea ad opera dei soggetti legittimati, che ha luogo all'udienza fissata, ovvero a norma dell'art. 166 c.p.c. Se non risulta fissata alcuna udienza, se ne può chiedere la fissazione al Giudice istruttore o, in mancanza, al Presidente, con ricorso, cui seguirà l'emissione di un decreto di fissazione di udienza, contenente il termine per la notificazione del ricorso e del decreto alle parti costituite. Il riferimento all'art. 166 c.p.c. deve ritenersi limitato alla forma dell'atto di costituzione per la prosecuzione, e non alle preclusioni processuali sottese. La costituzione, pertanto, potrà avere luogo fuori udienza, mediante il deposito di comparsa, procura alle liti, e documenti offerti in comunicazione, tra cui quelli che conferiscano evidenza alla legittimazione alla prosecuzione del giudizio (ad esempio, qualifica di erede universale, con conseguente trapasso della legittimazione processuale). I nuovi legittimati attivi, come gli eredi della parte costituita, deceduta in corso di causa, o come la liquidazione giudiziale, in persona del commissario liquidatore, ricevuta notizia dell'interruzione del processo, potrebbero determinarsi a costituirsi spontaneamente in giudizio senza attendere la notificazione del ricorso in riassunzione da parte dei soggetti processuali, estranei all'evento interruttivo, interessati alla continuazione del processo. In linea di principio ciò potrebbe avvenire anche prima della formale dichiarazione di interruzione del processo, comparendo all'udienza fissata di trattazione, dando notizia dell'intervento di evento interruttivo e contestualmente costituendosi in giudizio (Cass. sez. lav., n. 8197/2000). Per effetto del successivo art. 305 c.p.c., il termine per la prosecuzione del processo interrotto è fissato in tre mesi dall'interruzione. Tale norma era stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale (Corte cost. n. 139/1967) con riferimento a talune ipotesi interruttive automatiche, quali la morte, radiazione o sospensione del procuratore costituito, nella parte in cui il termine per la riassunzione veniva fatto decorrere dalla data di interruzione del processo, coincidente con la verificazione dell'evento, anziché con la data in cui il riassumente avesse avuto conoscenza legale dello stesso, per effetto della dichiarazione o notificazione. Analogo pronunciamento è seguito con riferimento ad altre ipotesi di interruzione automatica, in particolare quelle degli artt. 299 c.p.c. e 300 c.p.c. (Corte cost. n. 159/1971), con equiparazione, quanto alla decorrenza del termine di prosecuzione o riassunzione, delle fattispecie di interruzione automatica a quelle condizionate alla dichiarazione dell'evento interruttivo, fissando la decorrenza dalla conoscenza legale della stessa. Pertanto, in caso di interruzione automatica del processo, il termine per la riassunzione o prosecuzione del giudizio decorre non dalla data dell'evento interruttivo, ma da quella in cui ciascuna parte ha avuto conoscenza legale dell'interruzione e, quindi, dalla sua dichiarazione se pronunciata in udienza o, altrimenti, dalla sua notificazione o comunicazione (Cass. I, n. 15004/2024). La mancata prosecuzione o riassunzione nel termine trimestrale è causa di estinzione del processo, ai sensi del combinato disposto degli artt. 305,307, comma 3, 310 c.p.c. Tale tipologia di estinzione opera di diritto, verificandosi immediatamente, senza necessità della pronuncia di un provvedimento. L'ordinanza del Giudice o la sentenza del collegio, dinanzi al quale l'estinzione viene eccepita, secondo parte della dottrina ( Mandrioli , Diritto processuale civile, 2000, II, 344, in nota 4), rivestono natura di provvedimenti dichiarativi. Il provvedimento di estinzione è assoggettabile a controllo a mezzo degli ordinari mezzi di impugnazione (Cass. II, n. 31635/2021). L'estinzione del processo non determina estinzione dell'azione, che potrà essere riproposta in altro processo, con ultrattività delle sentenze non definitive su questioni preliminari e delle ordinanze regolatrici della competenza. Le prove raccolte nel processo estinto potranno avere ingresso nel processo incardinato ex novo, avendo l'efficacia limitata di argomenti di prova ai sensi dell'art. 116 c.p.c. |