Comparsa in riassunzione (art. 307 c.p.c.)InquadramentoL'estinzione per inattività delle parti consegue a una pletora di contegni di natura omissiva, ai quali l'ordinamento ascrive efficacia sintomatica del disinteresse alla coltivazione dell'iniziativa giurisdizionale che, pertanto, giustifica la pronuncia di estinzione quali, ad esempio, la mancata tempestiva riassunzione del processo, nei casi di avvenuta cancellazione della causa dal ruolo, interruzione del processo, o declinatoria di competenza con fissazione di termine per la riassunzione dinanzi al giudice dichiarato competente. A siffatto contegno omissivo l'art. 307 c.p.c. ricollega l'immediata estinzione del processo, che opera di diritto ed è dichiarata, anche d'ufficio, dal Giudice istruttore con ordinanza o con sentenza dal collegio. La parte che intende evitare l'estinzione avrà facoltà di notificare, entro il termine di legge, comparsa di riassunzione, avente il contenuto individuato dall'art. 125 disp. att. c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... COMPARSA IN RIASSUNZIONE (ART. 307 C.P.C.) [1][2] Giudice Dott. ... R.G. n. ... Nell'interesse del Sig. ... nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ..., via ..., n. ..., rappresentato e difeso, dall'Avv. ..., con del Foro di ..., con studio in ..., via ... [3] giusta delega il calce al presente atto ed ivi elettivamente domiciliato ai fini del presente atto (per comunicazioni tel. ... [4] PEC ... ) -attore- nella causa pendente innanzi all'intestato Tribunale, sez. ..., iscritta al n. ... R.G., Giudice Dott. ..., instaurata dal Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ..., -convenuto- PREMESSO – che, con atto di citazione notificato in data ... il Sig. ... conveniva in giudizio dinnanzi l'intestato Tribunale il Sig. ... al fine di fare accogliere le riportate conclusioni: ... – che nessuna delle parti si è costituita in quanto erano pendenti trattative per una soluzione bonaria della controversia; – che all'udienza del/con provvedimento reso in data ... è stata disposta con ordinanza la cancellazione della causa dal ruolo; – che le trattative tra le parti non hanno avuto esito positivo. TUTTO CIÒ PREMESSO il Sig. ..., come sopra rappresentato e difeso, RIASSUME il processo in epigrafe, ai sensi dell'art. 307 c.p.c., INVITANDO il Sig. ... a comparire innanzi al Tribunale di ... all'udienza del ..., ore ..., dinanzi al Giudice Istruttore con l'invito a costituirsi nel termine e nelle forme stabilite di cui all'art. 166 c.p.c. entro settanta giorni prima dell'udienza, avvertendolo che la costituzione oltre il suddetto termine implicherà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che, in difetto, si procederà in sua contumacia, per sentir accogliere le seguenti conclusioni: 1) ...; 2) .... Si offre in comunicazione. Con vittoria di spese e competenze di lite”. IN VIA ISTRUTTORIA chiede ammettersi prova testimoniale sui seguenti capitoli: ... Indica a testi i signori .... Ai fini del versamento del contributo unificato, si dichiara che il valore della presente causa ammonta ad Euro .... Si offre in comunicazione .... Luogo e data ... Firma Avv. ... Procura alle liti [5]. 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 2. Ai sensi dell'art. 307 c.p.c., se dopo la notificazione della citazione nessuna delle parti siasi costituita entro il termine stabilito dall'articolo 166, ovvero se, dopo la costituzione delle stesse, il Giudice, nei casi previsti dalla legge, abbia ordinato la cancellazione della causa dal ruolo, il processo, salvo il disposto dell'art. 181 e dell'art. 290, deve essere riassunto davanti allo stesso giudice nel termine perentorio di tre mesi, che decorre rispettivamente dalla scadenza del termine per la costituzione del convenuto a norma dell'art. 166, o dalla data del provvedimento di cancellazione; altrimenti il processo si estingue. Il processo, una volta riassunto a norma del precedente comma, si estingue se nessuna delle parti siasi costituita, ovvero se nei casi previsti dalla legge il giudice ordini la cancellazione della causa dal ruolo. Oltre che nei casi previsti dai commi precedenti, e salvo diverse disposizioni di legge, il processo si estingue altresì qualora le parti alle quali spetta di rinnovare la citazione o di proseguire, riassumere o integrare il giudizio, non vi abbiano provveduto entro il termine perentorio stabilito dalla legge, o dal giudice che dalla legge sia autorizzato a fissarlo. Quando la legge autorizza il giudice a fissare il termine, questo non può essere inferiore ad un mese né superiore a tre. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011). 4. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, prevista dalla precedente formulazione dell'art. 125 c.p.c., è stata soppressa a seguito della modifica exd.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia). 5. La procura, ai sensi dell'art. 83 c.p.c., può essere generale o speciale e conferita con atto pubblico o scrittura privata autenticata. La procura speciale alle liti può essere apposta anche in calce o a margine della citazione, del ricorso o della comparsa di risposta. COMMENTOL'estinzione del processo è fenomeno di conclusione anomala e anticipata dell'iter processuale, alternativa alla sua conclusione fisiologica, id est l'intervento di pronuncia giurisdizionale di definizione della res controversa (o, alternativamente, di transazione che intervenga a componimento della stessa), ed ha luogo al ricorrere di un contegno processuale espressamente o implicitamente sintomatico della volontà di non coltivare ulteriormente il procedimento giudiziale. L'estinzione può, dunque, intervenire nel caso di dichiarazione di rinuncia agli atti del giudizio (ex art. 306 c.p.c.), seguita dalla rituale accettazione delle parti aventi interesse alla prosecuzione del processo, o di inattività delle parti, che può a sua volta articolarsi nella diserzione delle udienze, o nella mancata adozione di atti di impulso processuale, oggetto di tassativa elencazione nell'alveo dell'art. 307, comma 3 c.p.c. Nell'ambito delle fattispecie sintomatiche di inattività delle parti, giustificative di pronuncia di estinzione del processo, particolare rilevanza rivestono quelle di omessa riassunzione del processo nel termine perentorio di tre mesi, o nel diverso termine fissato dal giudice, nel caso di declinatoria di competenza, al decorso del quale, in assenza di riassunzione, con le forme e modalità di cui si dirà, ha luogo l'estinzione ipso iure del processo. La prima ipotesi di mancata riassunzione è quella che consegue alla cancellazione della causa dal ruolo, come nell'ipotesi di mancata tempestiva costituzione di tutte le parti in giudizio successivamente alla notificazione della citazione, per effetto del combinato disposto di cui agli artt. 166,171 e 307 c.p.c. In tal caso il legislatore offre una chance di reviviscenza del processo, ritenendo il comportamento non sintomatico di irreversibile desistenza, prevedendo la cancellazione della causa dal ruolo, cui seguirà l'estinzione in caso di mancata riassunzione nel termine di tre mesi, decorrenti dalla scadenza del termine per la costituzione del convenuto o dalla data del provvedimento di cancellazione. La riassunzione non seguita dalla costituzione delle parti darà luogo all'estinzione del giudizio. A seguito della riforma ex lege n. 69/2009 le ipotesi di cancellazione della causa dal ruolo hanno subito una contrazione, essendosi congegnato un nuovo meccanismo nel caso di duplice e successiva mancata comparizione delle parti all'udienza, cui seguirà, per effetto del combinato disposto degli artt. 181-309 c.p.c., la cancellazione della causa dal ruolo con immediata estinzione del processo, e non più la cancellazione della causa dal ruolo con estinzione subordinata alla mancata riassunzione del processo nel termine trimestrale. Altre fattispecie di estinzione, a seguito di omessa riassunzione nel termine trimestrale, sono quelle che conseguono alla dichiarazione di interruzione del processo. Quanto alla riassunzione a seguito di interruzione, giova sottolineare come, a seguito della declaratoria di illegittimità in parte qua ad opera della dalla Corte costituzionale (n. 139/1967) con riferimento a talune ipotesi interruttive automatiche, quali la morte, radiazione o sospensione del procuratore costituito, nella parte in cui il termine per la riassunzione veniva fatto decorrere dalla data di interruzione del processo, coincidente con la verificazione dell'evento, la decorrenza del termine per la riassunzione coincide ora con la data in cui il riassumente abbia avuto conoscenza legale dello stesso, per effetto della dichiarazione o notificazione. Analogo pronunciamento è seguito con riferimento ad altre ipotesi di interruzione automatica, in particolare quelle degli artt. 299 c.p.c. e 300 c.p.c. (Corte cost. n. 159/1971), con equiparazione, quanto alla decorrenza del termine di prosecuzione o riassunzione, delle fattispecie di interruzione automatica a quelle condizionate alla dichiarazione dell'evento interruttivo, fissando la decorrenza dalla conoscenza legale della stessa. La successiva giurisprudenza ha fatto diligente applicazione dei principi enunciati (cfr. ex plurimis, Cass. I, n. 15004/2024). Altra fattispecie di estinzione per omessa riassunzione è quella, codificata nell'art. 50 c.p.c., a seguito di declinatoria di competenza, dinanzi al giudice dichiarato competente, nel termine fissato dall'ordinanza dal giudice o, in mancanza, entro tre mesi dalla comunicazione dell'ordinanza di regolamento o declinatoria. Se la riassunzione non avviene tout court, o non avviene nei termini su indicati, il processo si estingue, ai sensi dell'art. 50 ult. comma c.p.c. La sanzione è, tuttavia, inapplicabile alla pronuncia regolativa di ripartizione di affari interni allo stesso tribunale (Cass. I, n. 14790/2016). Secondo le Sezioni Unite della Cassazione, la riassunzione del giudizio avanti al giudice dichiarato competente, a seguito di dichiarazione di incompetenza del primo giudice adito non determina l'instaurazione di un nuovo giudizio, ma – ai sensi dell'art. 50 c.p.c. – la prosecuzione del giudizio originario (Cass. S.U., n. 9659/2009). La riassunzione ha luogo mediante deposito di comparsa avente il contenuto individuato dall'art. 125 disp. att. c.p.c. La tempestività della riassunzione, rispetto al termine trimestrale, va valutata con riferimento al deposito del ricorso per riassunzione, senza che rilevi l'omessa notifica dello stesso e del pedissequo decreto di fissazione di udienza ovvero altro vizio della notificazione o del contraddittorio (Cass. III, n. 7180/2022). Sotto altro profilo, la mancata iscrizione a ruolo successiva alla translatio iudicii dinanzi al giudice competente non determina l'estinzione del processo ai sensi dell'art. 307 c.p.c. (Cass. I, n. 1950/2016). Nel caso in cui la parte riassumente, anziché utilizzare lo strumento del ricorso al giudice ai sensi dell'art. 125 disp. att. c.p.c., utilizzi quello della citazione a comparire a udienza fissa, per scongiurare l'estinzione per inattività sarà necessario che l'atto sia notificato alla controparte prima della scadenza del termine perentorio (Cass. III, n. 38323/2021). L'estinzione, per effetto dell'art. 307, comma 4 c.p.c., come modificato dalla l. n. 69/2009, opera di diritto ed è dichiarata, anche d'ufficio, con ordinanza dal giudice istruttore (avente valore di sentenza, cfr. Cass. II, n. 18499/2021, e pertanto, soggetta ad appello) o con sentenza dal collegio. Il legislatore del 2009, nell'ottica della generale semplificazione delle procedure, è intervenuto sull'art. 307, comma 4 c.p.c. eliminando il riferimento alla necessità di un'eccezione di parte ai fini della produzione dell'effetto estintivo. Nella versione precedente, la norma disponeva nel senso che l'eccezione operasse di diritto, ma doveva essere eccepita dalla parte interessata prima di ogni altra difesa con disposizione intimamente contraddittoria, non essendo conciliabile l'operatività di diritto dell'estinzione e la necessità di eccezione ai fini della produzione dei relativi effetti. A seguito del riordino della disposizione, l'estinzione per inattività è condizionata alla mera verificazione dell'evento estintivo, che il Giudice potrà dichiarare in ogni fase del processo senza bisogno di eccezione di parte, subordinatamente alla fissazione di discussione ai sensi dell'art. 101, comma 2 c.p.c. |