Comparsa di costituzione e risposta davanti al Giudice di pace con chiamata in causa di terzo (art. 319 c.p.c.)InquadramentoIl procedimento dinanzi al giudice di pace risulta profondamente innovato per effetto della riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022, attuativa della l. delega n. 206/2021 e del successivo correttivo ex d.lgs. n. 164/2024. In particolare, ai sensi del nuovo art. 316 c.p.c., nei procedimenti incardinati successivamente al 28 febbraio 2023, la domanda non si proporrà più a mezzo di citazione a comparire a udienza fissa, bensì nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, in quanto compatibili e non derogate dalle disposizioni speciali. Resta, inoltre, la possibilità di proporre la domanda verbalmente: della stessa il giudice farà redigere processo verbale, da notificarsi, a cura dell'attore, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza di comparizione delle parti. Conformemente, il convenuto si costituirà a norma dei commi terzo e quarto dell'art. 281-undecies c.p.c., mediante deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, della procura. Nella comparsa di risposta il convenuto dovrà proporre le sue difese e prendere posizione in modo chiaro e specifico sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni. A pena di decadenza deve proporre le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni processuali e di merito che non sono rilevabili d'ufficio. FormulaGIUDICE DI PACE DI ... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA CON CHIAMATA IN CAUSA DI TERZO [1][2] Nell'interesse del Sig. ... nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ..., via ..., n. ..., rappresentato e difeso, dall'Avv. ..., con del Foro di ..., con studio in ..., via ... giusta delega in calce al presente atto ed ivi elettivamente domiciliato ai fini del presente atto (per comunicazioni tel. [3] ... PEC ... ) nella causa pendente innanzi all'intestato Giudice di pace, sez. ..., ed iscritta al n. ... R.G., Giudice Dott. ..., TRA Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ..., -attore- CONTRO Sig. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... del Foro di ..., -convenuto- PREMESSO CHE – il Sig. ... con ricorso ex art. 316 c.p.c., depositato in data ... e notificato il successivo ... ha evocato in giudizio, innanzi al giudice di pace di ... il Sig. ... per ivi sentirsi accogliere le conclusioni che si riportano ...; – il giudice di pace designato, Dott. ... con decreto del ... ha fissato udienza di prima comparizione in data ... concedendo termine sino al ... per la costituzione del convenuto; – il Sig. ..., convenuto in giudizio, contesta tutto quanto dedotto ed eccepito dall'attore, chiedendo il rigetto della domanda avanzata. Evidenzia ad ogni modo la sussistenza di un rapporto di garanzia con la compagnia assicurativa ..., di cui chiede la chiamata in causa ai fini di essere manlevato e tenuto indenne da quanto eventualmente dovesse essere ritenuto dovuto nei confronti del ricorrente. (BREVE ESPOSIZIONI DEI FATTI E LE RELATIVE MOTIVAZIONI DI DIRITTO) – Alla luce di quanto esposto, emerge chiaramente l'interesse del convenuto alla chiamata in causa del terzo. .... Tutto ciò premesso e considerato il Sig. ..., come sopra rappresentato e difeso, chiede l'accoglimento delle seguenti CONCLUSIONI “Voglia l'Ecc.mo Giudice di pace adito, ogni altra domanda ed eccezione disattesa: IN VIA PRELIMINARE 1) Autorizzare la chiamata in causa del terzo ... fissando una nuova udienza ai sensi dell'art. 281-undecies, comma 6 c.p.c., al fine di consentire al convenuto di chiamare in causa la predetta compagnia. NEL MERITO 2) Rigettare la domanda proposta dall'attore. 3) Nella denegata ipotesi di accoglimento della domanda dell'attore, condannare il terzo chiamato a manlevare e tenere indenne il convenuto di quanto eventualmente verrà riconosciuto in favore dell'attore a titolo di capitale, interessi e spese legali. Con vittoria di spese e competenze di lite”. In via istruttoria chiede ammettersi prova testimoniale sui seguenti capitoli: .... Indica a testi i signori .... Si offre in comunicazione .... Ai fini del versamento del contributo unificato si dichiara che il valore della presente causa ammonta ad Euro .... Con osservanza. Luogo e data ... Firma Avv. ... Procura alle liti [4]. 1. Per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., si rinvia al d.m. n. 110/2023. 2. Ai sensi dell'art. 319 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 149/2022 e successivo correttivo d.lgs. n. 164/2024, l'attore si costituisce depositando il ricorso notificato o il processo verbale di cui all'art. 316 e, quando occorre, la procura. Il convenuto, di converso, si costituisce a norma dei commi terzo e quarto dell'art. 281-undecies mediante deposito della comparsa di risposta e, quando occorre, della procura. Le parti che stanno in giudizio personalmente e che non hanno precedentemente dichiarato residenza o eletto domicilio, anche digitale, devono farlo a processo verbale. 3. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato, prevista dalla precedente formulazione dell'art. 125 c.p.c., è stata soppressa a seguito della modifica exd.lgs. n. 164/2024 (cd Correttivo Cartabia). 4. La procura, ai sensi dell'art. 83 c.p.c., può essere generale o speciale e conferita con atto pubblico o scrittura privata autenticata. La procura speciale alle liti può essere apposta anche in calce o a margine della citazione, del ricorso o della comparsa di risposta. COMMENTOIl Giudice di pace è stato istituito con l. n. 374/1991 – quale organo giurisdizionale dotato di competenza esclusiva sulle materie tassativamente indicate ai sensi dell'art. 7 c.p.c., quali le cause relative ad apposizione di termini ed osservanza delle distanze stabilite dalla legge, dai regolamenti o dagli usi riguardo al piantamento degli alberi e delle siepi, le cause relative alla misura ed alle modalità d'uso dei servizi di condominio di case, le cause relative a rapporti tra proprietari o detentori di immobili adibiti a civile abitazione in materia di immissioni di fumo o di calore, esalazioni, rumori, scuotimenti e simili propagazioni che superino la normale tollerabilità, quelle relative a interessi o accessori da ritardato pagamento di prestazioni previdenziali o assistenziali. Nell'ambito di un ampio disegno riformatore della magistratura onoraria, il d.lgs. n. 116/2017 ha attribuito una pluralità di nuove competenze per materia al giudice di pace, segnatamente le cause nelle materie di cui al libro terzo, titolo II, Capo II, Sezione VI del codice civile, fatta eccezione per quella delle distanze nelle costruzioni; le cause relative alle materie di cui al libro terzo, titolo II, Capo II, Sezione VII del codice civile, fatta eccezione per quella delle distanze di cui agli artt. 905, 906 e 907 del medesimo codice; le cause in materia di stillicidio e di acque di cui al libro terzo, titolo II, Capo II, sezioni VIII e IX del codice civile; le cause in materia di occupazione e di invenzione di cui al libro terzo, titolo II, Capo III, sezione I del codice civile; 3-septies); le cause in materia di specificazione, unione e commistione di cui al libro terzo, titolo II, Capo III, sezione II del codice civile; le cause in materia di enfiteusi di cui al libro terzo, titolo IV del codice civile; le cause in materia di esercizio delle servitù prediali; le cause di impugnazione del regolamento e delle deliberazioni di cui agli artt. 1107 e 1109 del codice civile; le cause in materia di diritti ed obblighi del possessore nella restituzione della cosa, di cui al libro terzo, titolo VIII, Capo II, Sezione I del codice civile, nonché la materia della espropriazione forzata di cose mobili (cfr. art. 15-bis, comma 1 c.p.c.). L'entrata in vigore di tali disposizioni, per effetto delle modifiche apportate nel biennio 2019/2020, era prevista al 31 ottobre 2025. La recente riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022, attuativa della delega conferita con l. n. 206/2021 ha, innanzitutto, apportato sostanziali modifiche alla competenza prevista dall'art. 7 c.p.c. modificando i commi 2 e 3 art. 7, estendendo la competenza del Giudice di pace: a) alle cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e natanti, purché il valore della controversia non superi € 25.000,00; b) alle cause relative a beni mobili di valore non superiore a € 10.000,00, quando dalla legge non sono attribuite alla competenza di altro giudice. Sotto altro profilo, ha disposto l'anticipazione dell'entrata in vigore di parte significativa della riforma del 2017, anticipando (per effetto dell'intervento della l. n. 197/2022) al 28 febbraio 2023 la decorrenza, prevista al 31 ottobre 2025. A partire dal 1° marzo 2023, transitano, dunque, al giudice di pace le controversie in materia di condominio degli edifici, come definite dall'art. 71-bis att. c.c., le cause in materia di apposizione di termini (art. 7, comma 3, n. 1, novellato, c.p.c.), le domande volte a superare i contrasti sull'amministrazione della cosa comune con eventuale nomina di un amministratore giudiziario; le richieste di revoca dell'amministratore di condominio «per gravi irregolarità fiscali e di non ottemperanza di quanto dispone il n. 3 del dodicesimo comma», come pure le cause risarcitorie connesse (art. 64 disp. att. c.c.), di cui all'art. 27, comma 3 d.lgs. n. 116. Ulteriore, fondamentale, profilo di innovazione è rappresentato dall'estensione delle regole del nuovo procedimento semplificato di cognizione di cui agli artt. 281-decies e ss. c.p.c., in quanto compatibili. La domanda introduttiva del giudizio non sarà, dunque, la citazione a comparire a udienza fissa, prevista nel regime precedente dell'art. 316 c.p.c., bensì il ricorso, sottoscritto a norma dell'art. 125, che deve contenere, oltre all'indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione del suo oggetto. Entro cinque giorni dalla proposizione della domanda il giudice fisserà l'udienza di comparizione delle parti, a norma dell'art. 281-undecies c.p.c., assegnando il termine per la costituzione del convenuto, che dovrà avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza. Con lo stesso decreto informa il convenuto che la costituzione oltre il termine indicato implica le decadenze di cui all'articolo 281-undecies, terzo e quarto comma, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi il cui valore eccede € 1.100, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Il convenuto si costituisce, dunque, nel termine indicato dal giudice, comunque non oltre dieci giorni prima dell'udienza, mediante deposito della comparsa di risposta, nella quale è tenuto a proporre le sue difese e prendere posizione in modo chiaro e specifico sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda, indicare i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti che offre in comunicazione, nonché formulare le conclusioni. Viene, inoltre, previsto che, a pena di decadenza, debba proporre, nella comparsa, le eventuali domande riconvenzionali e le eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e, se intende chiamare un terzo, farne dichiarazione nella stessa comparsa e chiedere lo spostamento dell'udienza. Il giudice, con decreto comunicato dal cancelliere alle parti costituite, fissa la data della nuova udienza assegnando un termine perentorio per la citazione del terzo. La ragione che fonda la legittimazione alla chiamata di terzo in causa appare, dunque, l'affermata connessione oggettiva tra le cause rappresentando la garanzia, espressamente enunciata dalla disposizione, null'altro che una species del più ampio genus della connessione oggettiva. La sussistenza di connessione deve essere, pertanto, valutata con riferimento al petitum o alla causa petendi già introdotti mediante la domanda dell'attore o la domanda riconvenzionale o trasversale, in quanto diretta al terzo chiamato, proposta dal convenuto. Tipico e più ricorrente esempio di chiamata di terzo in causa è quello della cd declinatoria di responsabilità (cd laudatio auctoris), che si ha quando il convenuto, chiamato in causa dall'attore, affermi di non essere responsabile in relazione al titolo giudizialmente dedotto, indicando in tale veste un soggetto terzo, come nel caso dell'asserito danneggiante in fattispecie di sinistro stradale, che affermi che il sinistro e, conseguentemente il danno di cui l'attore chiede il ristoro, è stato prodotto per fatto esclusivo e colpevole del terzo. Nell'ambito della chiamata in garanzia, si suole distinguere tra la cd garanzia propria, che ricorre quando: a) la domanda principale e quella di garanzia hanno lo stesso titolo; b) si verifica una connessione obiettiva tra i titoli delle due domande; c) sia unico il fatto generatore della responsabilità prospettata con l'azione principale e con quella di regresso, e la cd garanzia impropria, che ricorre quando il convenuto tende a riversare sul terzo le conseguenze del proprio inadempimento o, comunque, della lite in cui è coinvolto, in base a un titolo diverso da quello dedotto con la domanda principale (Cass. III, n. 7273/2013). All'udienza di prima comparizione, originariamente fissata o differita a seguito della chiamata di terzo in causa, il ricorrente potrà proporre le eccezioni che sono conseguenza della domanda riconvenzionale del convenuto. Quando l'esigenza sorge dalle difese della controparte, il giudice, se richiesto può concedere alle parti un termine perentorio non superiore a venti giorni per precisare e modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni, per indicare i mezzi di prova e produrre documenti, e un ulteriore termine non superiore a dieci giorni per replicare e dedurre prova contraria. Nel regime anteriore alla riforma, il convenuto che intendeva chiamare in causa un terzo aveva l'onere di costituirsi nel termine di rito e, a pena di decadenza, farne esplicita richiesta nell'atto di costituzione, chiedendo nel contempo il differimento della prima udienza, a cui il predetto giudice doveva dar luogo anche nel caso in cui lo stesso convenuto si fosse costituito direttamente alla prima udienza e si fosse reso necessario provvedervi in base all'attività svolta dalle parti in tale udienza. Al di fuori di dette situazioni processuali al convenuto non era consentito di invocare la chiamata in causa di un terzo all'udienza successiva alla prima che eventualmente venisse celebrata, ostandovi la struttura concentrata e tendenzialmente completa dell'udienza prevista dall'art. 320 c.p.c., tesa a compendiare le fasi di trattazione preliminare, istruttoria e conclusiva (Cass. VI, n. 10189/2022). |