Comparsa di risposta avverso atto di appello notificato a mezzo di agenzia privata di recapito non munita della necessaria licenza

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

Con la comparsa di costituzione e risposta l'appellato deve proporre le proprie difese e prendere posizione sui fatti posti a fondamento dell'atto di appello, formulando, all'esito, le proprie conclusioni.

Secondo l'orientamento prevalente in giurisprudenza, la notifica eseguita da un operatore di posta privata sprovvisto di titolo abilitativo è sicuramente viziata da nullità, peraltro sanabile (per raggiungimento dello scopo) in forza della costituzione in giudizio della controparte, tuttavia con la precisazione che la sanatoria non rileva ai fini della tempestività dell'impugnazione, a fronte della mancanza di certezza legale della data di consegna dell'atto all'operatore, dovuta all'assenza di poteri certificativi di quest'ultimo, giacché sprovvisto di titolo abilitativo.

Qualora il gravame sia proposto con ricorso, occorrerà fare riferimento al momento di deposito del ricorso medesimo.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula riporta esemplificazione di atto (comparsa di costituzione e risposta in appello) redatto a decorrere dal 26 novembre 2024, tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023.

Formula

CORTE DI APPELLO DI ...

COMPARSA DI RISPOSTA AVVERSO ATTO DI APPELLO NOTIFICATO A MEZZO DI AGENZIA PRIVATA DI RECAPITO NON MUNITA DELLA NECESSARIA LICENZA [1][2]

R.G. n. ...

Per il Sig./la Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7].

-appellato/a-

CONTRO

Il Sig./La Sig.ra ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via ..., presso lo Studio dell'Avv. ...

- appellante-

PREMESSO IN FATTO E IN DIRITTO

i) Il Sig./La Sig.ra ... ha proposto appello avverso sentenza pronunciata dal Tribunale di ..., con cui era stata respinta, per mancanza di prova, la domanda di risarcimento di danni asseritamente causati dal/dalla comparente a cose di sua proprietà in ragione di lavori edili eseguiti sul fondo a confine di quello di proprietà del/della comparente medesimo/a.

ii) Essendo il/la comparente rimasto contumace in sede di prima istanza, l'atto di appello è stato “notificato” personalmente ai sensi dell'art. 330, ultimo comma. c.p.c., a mezzo posta, con fruizione di operatore di agenzia privata di recapito.

iii) La suddetta agenzia non risulta essere provvisto di titolo abilitante al bisogno.

Ciò stante, la notificazione dell'atto di appello deve ritenersi inesistente.

È stato affermato che l'inesistenza (nullità insuscettibile di sanatoria) della notificazione è configurabile, oltre che in caso di totale mancanza materiale dell'atto, nelle ipotesi in cui venga posta in essere un'attività priva degli elementi costitutivi essenziali idonei a rendere riconoscibile un atto qualificabile come notificazione. Fra tali elementi essenziali è stato incluso quello secondo cui l'attività di trasmissione deve essere svolta da un soggetto qualificato, dotato, in base alla legge, della possibilità giuridica di compiere detta attività, in modo da poter ritenere esistente e individuabile il potere esercitato (v., per gli aspetti di principio, Cass. S.U., n. 14916/2016 e, da ultimo, Cass. III, ord., n. 26511/2022; v. con riguardo alla fattispecie concreta, Cass. VI, ord., n. 19467/2016; Cass. VI, n. 23887/2017; Cass. VI, ord., n. 234/2018; Cass. V, n. 29343/2022).

iv) Quand'anche si volesse ritenere la notifica del gravame non inesistente, ma viziata da nullità sanabile per raggiungimento dello scopo e tale vizio si dovesse. pertanto, nel caso concreto, ritenere sanato in forza della costituzione in giudizio del/della comparente, il gravame dovrebbe ritenersi comunque inammissibile giacché proposto intempestivamente (oltre i sei mesi dalla pubblicazione della sentenza).

v) A tale riguardo, deve, per prima cosa, evidenziarsi che la notifica dell'atto di appello è stata effettuata dall'operatore postale mediante consegna a mani del/della comparente in data successiva allo scadere del suddetto termine, così come da documentazione che si produce, e, in secondo luogo, che è da escludere che il richiedente abbia provveduto a completare le attività facentigli carico anteriormente al momento della scadenza del termine di impugnazione di cui all'art. 327 c.p.c., non essendovi alcuna certezza legale della data di affidamento dell'atto da notificare all'operatore postale. Nessun valore, tanto meno quello di atto pubblico, può essere dato all'attestazione di quest'ultimo circa la suddetta data, non potendogli essere riconosciuto, in assenza di titoli abilitativi, alcun potere certificativo (v. Cass. S.U., n. 299/2020 e Cass. V, ord., n. 19019/2021; Cass. V, n. 29343/2022).

In altri termini, la mancanza del titolo abilitativo, e del correlativo status, non consente di riconoscere la forza di atto pubblico all'attestazione della data di consegna all'operatore dell'atto processuale da notificare, perché l'operatore che non ne sia munito non è dotato di poteri certificativi.

Ciò stante, l'appello dovrà essere dichiarato inammissibile, per intervenuta decadenza.

Tutto questo premesso, il Sig./la Sig.ra ..., come sopra rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a

rassegna le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di appello adita, disattesa ogni contraria domanda, eccezione e deduzione,

1) dichiarare inammissibile l'appello proposto dal Sig./dalla Sig.ra ... avverso la sentenza n. ... pronunciata dal Tribunale di ... in data ..., pubblicata il ..., in ragione dell'inesistenza (per le ragioni precedentemente esplicate) della notifica del relativo atto oppure, in ogni caso, per intempestività del gravame;

2) condannare l'appellante alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014 come modificato dai d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) del grado.

Si depositano con modalità telematiche i seguenti documenti [8]:

1) atto di citazione in appello con relata di «notifica»;

2) fascicolo del primo grado di giudizio;

3) ... [9].

Luogo e data ...

Firma dell'Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritto/a, nato/a a ... il ..., residente in ..., via/ piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ....

Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

Il/La delegante ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. La presente formula è valevole con riguardo a tutte le notifiche di atti giudiziari che siano state o vengano o verranno eseguite da operatori di posta privata non provvisti della licenza individuale per la fornitura del servizio. L‘acquisizione della titolarità di detta licenza è divenuta possibile successivamente all'entrata in vigore del d.m. 19 luglio 2018 (pubblicato in G.U. n. 208/2018), ove, all'esito della procedura prevista dall'art. 1, commi 57 e 58, l. n. 124/2017, è stato dettato il disciplinare delle procedure per il rilascio delle licenze individuali speciali per l'offerta al pubblico dei servizi di notificazione a mezzo posta di atti giudiziari e comunicazioni connesse e di verbali violazioni del codice della strada. Si veda il Commento per maggiori dettagli.

2. Ai sensi dell'art. 347 c.p.c., nel testo introdotto dal d.lgs. n. 164/2024, la costituzione in appello delle parti diverse dall'appellante principale deve avvenire «almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale». Si veda, per ciò che concerne i termini, il punto viii) del Commento.

Il deposito dell'atto di costituzione deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. in l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis, d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

9. Eventuali altri documenti occorrenti.

COMMENTO

i) Nella sua versione originaria, l'art. 4, comma 1, lett. a) del d.lgs. n. 261/1999 sanciva che erano affidati in via esclusiva al «fornitore del servizio universale» (dapprima Ente Poste, in seguito Poste Italiane s.p.a.) gli «invii raccomandati attinenti alle procedure amministrative e giudiziarie» (dove per procedure amministrative si dovevano intendere quelle «riguardanti l'attività della pubblica amministrazione e le gare ad evidenza pubblica»).

Nella versione del d.lgs. citato novellata dal d.lgs. n. 58/2011, venivano esclusi dal novero degli atti «riservati» al fornitore del servizio universale gli invii raccomandati attinenti alle procedure amministrative, venendo fatti oggetto di affidamento in via esclusiva al predetto fornitore del servizio universale, «per esigenze di ordine pubblico», unicamente i servizi aventi ad oggetto le notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari di cui alla l. n. 890/1982, nonché i servizi inerenti le notificazioni a mezzo posta di cui all'art. 201 del d.lgs. n. 285/1992 (Codice della strada).

ii) Successivamente, è intervenuta in materia la l. n. 124/2017 (legge annuale per il mercato e la concorrenza), che ha abrogato l'art. 4 del d.lgs. n. 261/1999, con decorrenza dal 10 settembre 2017; con la conseguente soppressione dell'attribuzione in esclusiva a Poste Italiane S.p.A. dei servizi appena sopra ricordati.

Tuttavia, i concreti effetti della riforma venivano rinviati al momento in cui sarebbero stati determinati (da parte dell'AGCOM, sentito il Ministero della Giustizia) i requisiti e gli obblighi per il rilascio delle licenze individuali necessarie per lo svolgimento dei servizi di posta privata.

Nelle more, il servizio in questione doveva continuare ad essere assicurato soltanto da Poste Italiane s.p.a.

iii) Con Delibera dell'AGCOM n. 77/18/CONS in data 20 febbraio 2018, è stato approvato il regolamento in materia di rilascio delle licenze per svolgere il servizio di notificazione a mezzo posta di atti giudiziari e comunicazioni connesse (l. n. 890/1982) e di violazioni del codice della strada (art. 201 del d.lgs. n. 285/1992) – regolamento entrato in vigore il successivo 1° marzo.

L'attuazione dei disposti della l. n. 124/2017 è stata ultimata mediante il d.m. (Ministero dello sviluppo economico) 19 luglio 2018 (pubblicato in G. Uff. n. 208/2018) con cui è stato dettato il disciplinare delle procedure per il rilascio delle licenze individuali speciali per l'offerta al pubblico dei servizi di notificazione a mezzo posta di atti giudiziari e comunicazioni connesse e di violazioni del codice della strada.

Consta che a tutto ciò ha fatto seguito il rilascio di varie licenze individuali, alcune con valore sul territorio nazionale ed altre, la maggior parte, con valore limitato a territori regionali.

iv) Sino a tempi assai recenti, in giurisprudenza è stato costantemente affermato che, in tema di notifiche a mezzo posta, il d.lgs. n. 261/1999 (art. 4), anche come novellato dal d.lgs. n. 58/2011, pur liberalizzando i servizi postali in attuazione delle direttive 97/67/CE e 2008/6/CE, ha continuato a riservare in via esclusiva, «per esigenze di ordine pubblico», al fornitore del servizio universale (Poste Italiane s.p.a., già Ente Poste) gli invii raccomandati attinenti le procedure giudiziarie; conseguendone che, in tali procedure, la consegna e la spedizione mediante raccomandata, ove affidate ad un servizio di posta privata, dovevano ritenersi non assistite dalla funzione probatoria che l'art. 1 del d.lgs. citato ricollegava alla nozione di «invii raccomandati» e dovevano, pertanto, considerarsi inesistenti (nullità insuscettibile di sanatoria – v., ex multis, Cass. VI, ord., n. 2262/2013; Cass. VI, ord., n. 27021/2014; Cass. VI, ord., n. 15347/2015; Cass. VI, ord., n. 19467/2016; Cass. VI, ord., n. 23887/2017; Cass.VI, ord., n. 21884/2018).

Tale pensiero è rimasto, sino a tempi assai recenti, immutato, nonostante l'entrata in vigore della citata l. n. 124/2017.

Ed invero, si è constatato che, pur avendo tale fonte normativa abrogato l'art. 4 del d.lgs. n. 261/1999, così davvero liberalizzando il servizio in questione, tale abrogazione sarebbe divenuta effettiva soltanto dal momento in cui sarebbero state rilasciate le licenze speciali individuali per la fornitura del servizio, all'esito della procedura ivi prevista, così che sino a tale momento si sarebbe dovuta ritenere ancora operativa la riserva dell'attribuzione in esclusiva a Poste Italiane s.p.a., dei servizi inerenti le notificazioni e le comunicazioni di atti giudiziari ai sensi della l. n. 890/1982 (Cass. VI, ord., n. 234/2018).

v) Con più recenti pronunce, la Suprema Corte ha ribadito che, prima del compimento delle procedure descritte sub v), le notifiche di atti processuali eseguite da operatori di posta privata non provvisti di titolo abilitativo dovevano considerarsi invalide, senza, peraltro, che si potesse configurare il vizio di inesistenza, bensì quello della nullità, sanabile (per raggiungimento dello scopo) in forza della costituzione in giudizio della controparte; peraltro, con la precisazione che a tale sanatoria non poteva essere attribuita rilevanza ai fini della tempestività dell'impugnazione, a fronte della mancanza di certezza legale della data di affidamento del relativo atto all'operatore entro il termine decadenziale, dovuta all'assenza di poteri certificativi del medesimo, perché sprovvisto di titolo abilitativo (Cass. V, ord., n. 19019/2021; Cass. V, n. 25521/2020; Cass. V, n. 15360/2020; Cass. S.U., n. 299/2020; Cass. V, n. 29343/2022).

vi) Con riguardo al caso descritto nella formula, l'inammissibilità dell'impugnazione appare palese. All'impossibilità della valorizzazione del momento di consegna dell'atto all'agente notificatore (sprovvisto di poteri certificativi) si unisce il sicuro pervenimento dell'atto di appello al destinatario quando il termine di decadenza dall'impugnazione era ormai inutilmente spirato. Nessuna rilevanza poteva essere, quindi, concessa alla sanatoria determinata dal raggiungimento dello scopo della notifica.

vii) Le notificazioni processuali incidono su interessi di rango costituzionale (presidiati dagli artt. 24 e 111 Cost.), sicché necessitano di quella certezza pubblica che è propria degli atti fidefacienti, non altrimenti surrogabile (Cass. S.U., n. 13453/2017; Cass. S.U., n. 13452/2017).

viii) Ai sensi dell'art. 347 c.p.c., nel testo introdotto dal d.lgs. n. 164/2024, la costituzione in appello delle parti diverse dall'appellante principale deve avvenire «almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale».

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