Ricorso in appello, ex art. 442 c.p.c., ai fini del riconoscimento di benefici contributivi in relazione ad attività di lavoro svolta con esposizione all'amianto oltre i valori limite; con produzione di nuovi documenti

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

Al lavoratore che sia stato esposto all'amianto spettano benefici contributivi ai sensi dell'art. 13, comma 8, della l. n. 257/1992 e succ. modif. Per far valere il relativo diritto, il lavoratore ha l'onere di dare prova dell'effettività dell'esposizione all'amianto, con superamento dei valori limite, e della durata della stessa. Legittimato passivo nella relativa controversia è unicamente l'ente previdenziale (INPS).

Le sentenze pronunciate in primo grado possono essere fatte oggetto di appello «principale» ad opera della parte o delle parti soccombenti. Per ciò che attiene alle controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatoria, l'atto di appello deve avere le forme ed i contenuti previsti dall'art. 434 c.p.c., che fa all'uopo richiamo al precedente art. 414. Entrambe le norme testé citate hanno subito modifiche ad opera del d.lgs. n. 164/2024.

Il d.lgs. n. 164/2024 è entrato in vigore il 26 novembre 2024 e, in difetto di diverse indicazioni, da tale data devono essere osservate le regole novelle.

Onde stabilire quali siano le regole da applicare, se quelle vigenti prima dell'entrata in vigore del suddetto d.lgs. o quelle introdotte da tale fonte normativa, occorrerà fare riferimento al momento di deposito del ricorso.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi articoli 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula riporta esemplificazione di atto di appello proposto successivamente al 26 novembre 2024 ed è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023.

Formula

CORTE DI APPELLO DI ... [1]

RICORSO IN APPELLO [2], EX ART. 442 C.P.C., AI FINI DEL RICONOSCIMENTO DI BENEFICI CONTRIBUTIVI IN RELAZIONE AD ATTIVITÀ DI LAVORO SVOLTA CON ESPOSIZIONE ALL'AMIANTO OLTRE I VALORI LIMITE; CON PRODUZIONE DI NUOVI DOCUMENTI

Il Sig. ..., nato a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. [4] ..., C.F. ... [5][6], che lo rappresenta e difende in forza di procura alle liti ... [7].

-appellante-

CONTRO

INPS – ISTITUTO NAZIONALE PER LA PREVIDENZA SOCIALE, in persona del suo Presidente e legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avv. ..., in forza di procura generale alle liti n. ..., per atto Notaio ... di ..., elettivamente domiciliato in ..., via/piazza ... presso l'ufficio legale distrettuale dell'INPS; indirizzo di PEC risultante da pubblici elenchi ....

-appellato-

E NEI CONFRONTI DI

INAIL – ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO, con sede in Roma, via/piazza ..., in persona del Direttore Generale-regione ... in carica pro tempore, rappresentato e difeso, giusta mandato generale alle liti per atto Dott. ..., Notaio in ..., del ..., Rep. n. ..., Raccolta n. ..., dagli Avv.ti ... e ..., elettivamente domiciliato in ..., via/piazza ..., presso l'Avvocatura Regionale dell'INAIL; indirizzo di PEC risultante da pubblici elenchi ....

E DI

..., [8] in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ...; indirizzo di PEC risultante da pubblici elenchi ...

AVVERSO

la sentenza n. ..., emessa dal Tribunale di ..., depositata il ..., non notificata.

PREMESSO IN FATTO

i) Con ricorso presentato al Tribunale di ... il ..., l'odierno appellante, dipendente della società ..., [9] conveniva in giudizio l'INPS, chiedendo il riconoscimento dei benefici previsti dall'art. 13, comma 8, della l. n. 257/1992 per il periodo dal ... al ... [10].

ii) Costituitosi in giudizio, l'INPS chiedeva, preliminarmente, che fosse disposta l'integrazione del contraddittorio mediante la chiamata in causa dell'INAIL e del datore di lavoro del ricorrente e, nel merito, chiedeva la reiezione della domanda, dedottane l'infondatezza.

iii) Integrato il contraddittorio così come richiesto dall'ente convenuto, l'INAIL, e il datore di lavoro dell'esponente, costituitisi in giudizio, eccepivano il difetto in capo a sé della legittimazione passiva e, nel merito, chiedevano la reiezione della domanda.

iv) Nel corso della procedura, veniva dato corso a mezzo di prova per testi ed a CTU tecnica e medico-legale.

Dalle deposizioni testimoniali e dagli elaborati peritali emergevano, nel periodo indicato in ricorso, esposizioni medie annue del ricorrente superiori ai limiti di riferimento adottati dall'INAIL, vale a dire superiori a 100 ff/l (fibre/litro).

Veniva, inoltre, acquisita certificazione dell'INAIL ove l'esposizione del ricorrente all'amianto superiore ai suddetti limiti veniva riconosciuta per un periodo inferiore, con esclusione di quello compreso fra il ... e il ...

v) Il Tribunale adito, con la sentenza impugnata, accoglieva parzialmente la domanda, condannando l'INPS a contabilizzare i riconosciuti benefici per il periodo certificato dall'INAIL, dichiarando carenti di legittimazione passiva INAIL e datore di lavoro e compensando fra tutte le parti le spese di lite, incluse quelle di CTU.

MOTIVI IN DIRITTO

i) La sentenza merita censura per errata valutazione delle prove ed emergenze istruttorie, con conseguente violazione del disposto di cui all'art. 115 c.p.c.

ii) Il beneficio richiesto deve essere riconosciuto anche con riguardo al periodo, escluso dal primo Giudice sulla scorta della certificazione dell'INAIL, compreso fra il ... e il ... [11].

A tal uopo si produce certificazione dell'INAIL in data ... (successiva alla sentenza), sostitutiva di quella, in data ..., [12] rilasciata in sede di prima istanza, attestante, anche per il periodo disconosciuto in prima istanza ed a conferma di quanto già emerso dagli assunti mezzi di prova, esposizioni medie annue del ricorrente all'amianto superiori ai limiti di riferimento adottati dall'INAIL.

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

iii) Nulla appare ostativo all'acquisizione della suddetta certificazione.

Trattasi di documento venuto in essere successivamente alla pronuncia della sentenza gravata.

Trattasi, in ogni caso, di res indispensabile ai fini del decidere.

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

iv) Non sussistendo ragioni atte a far venire meno la valenza della dichiarazione dell'INAIL — la quale, si ribadisce, non costituisce se non conferma di quanto già emerso dagli ulteriori mezzi di prova esperiti in primo grado — il gravame proposto deve ritenersi meritevole di accoglimento.

Per l'effetto, deve riconoscersi all'appellante il diritto ai benefici di cui all'art. 13, comma 8, l. n. 257/1992 anche per il periodo dal ... al ... [13].

Dovrà essere disposta la contabilizzazione a carico dell'INPS dei suddetti benefici, nei limiti dei massimali contributivi di legge.

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

v) Il presente atto di appello verrà notificato anche a INAIL e datore di lavoro, già evocati in giudizio in primo grado, unicamente ai fini di litis denuntiatio, ai sensi dell'art. 332 c.p.c.

Tutto questo premesso, il sottoscritto, come in atti rappresentato, difeso e domiciliato

RICORRE

a Codesta Corte di Appello, in funzione di Giudice del lavoro, affinché, ai sensi dell'art. 435, comma 1, c.p.c., fissi con decreto l'udienza di discussione innanzi al Collegio, sin d'ora avvertendo l'Istituto appellato che deve costituirsi in giudizio almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 436 c.p.c. e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Acclarata la parziale erroneità/illegittimità dell'impugnata sentenza per erroneo/parziale riconoscimento del periodo di esposizione dell'appellante all'amianto — per essere stato, in realtà, l'appellante esposto all'amianto (in termini di valore superiori a 100 ff/l) anche nel periodo dal ... al ..., [14] come riconosciuto dall'INAIL con certificazione in data ... [15], voglia la Corte di appello adita, in parziale riforma della sentenza n. ... del Tribunale di ..., accertare e dichiarare il diritto dell'appellante — ai sensi dell'art. 13, comma 8, l. n. 257/92 e succ. modif., alla rivalutazione contributiva, ai fini delle prestazioni pensionistiche, condannando e/o ordinando all'INPS, in persona del legale rappresentante pro tempore, di modificare la posizione contributiva dell'istante ai fini delle prestazioni pensionistiche, moltiplicando anche il periodo lavorativo compreso fra il ... e il ... [16];

voglia, inoltre, la Corte adita, condannare l'Istituto appellato alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014 come modificato con i d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) di ogni fase e grado del giudizio.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito con modalità telematiche, [17] i seguenti documenti:

1) copia autentica della sentenza di cui viene chiesta riforma;

2) fascicolo di parte del precedente grado di giudizio;

3) certificazione dell'INAIL in data ... [18];

4) ... [19].

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che la presente causa è di impugnazione in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie; che, pertanto, il contributo unificato, già versato, deve essere fatto pari a Euro ...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritto ..., nato a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ...

Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

Il/La delegante ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. L'appello si deve proporre alla Corte (competente in funzione di Giudice del lavoro) nel cui distretto ha sede il Tribunale che ha pronunciato la sentenza impugnata. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

2. In forza del richiamo fatto dall'art. 442 c.p.c., il contenuto del ricorso è disciplinato dall'art. 434 c.p.c. In ordine alle indicazioni da effettuare nel corpo del ricorso deve essere fatto riferimento anche all'art. 414 dello stesso codice. Entrambe le suddette norme sono state modificate – sostituzione dei rispettivi primi commi – ad opera del d.lgs. n. 164/2024, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024.

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv. con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli Avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del codice fiscale dell'Avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. Datore di lavoro da «identificare».

9. Datore di lavoro da «identificare».

10. Precisare il periodo.

11. Precisare il periodo.

12. Precisare le date.

13. Precisare il periodo.

14. Precisare il periodo.

15. Precisare la data. Trattasi del documento nuovo prodotto in fase di gravame.

16. Precisare il periodo.

17. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello e alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

18. Trattasi del documento nuovo prodotto in fase di gravame.

19. Eventuale altra documentazione utile al bisogno.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) Per gli aspetti processuali, la materia è disciplinata dall'art. 442 e dalle norme dallo stesso richiamate (quelle, dall'art. 409 all'art. 441-quater, contenute nel capo I, titolo IV, Libro II del codice di rito).

L'art. 434 è stato fatto oggetto di modifica dapprima ad opera del d.lgs. n. 149/2022 e successivamente ad opera del d.lgs. n. 164/2024.

Dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022, per gli appelli proposti successivamente al 28 febbraio 2023 le regole di “forma” dettate dall'art. 434, comma 1, erano le seguenti: l'appello, da proporre con ricorso contenente le indicazioni prescritte dal precedente art. 414, doveva essere motivato e per ciascuno dei motivi si dovevano indicare a pena di inammissibilità, «in modo chiaro, sintetico e specifico: 1) il capo della decisione di primo grado che viene impugnato; 2) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 3) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata».

Il d.lgs. n. 164/2024 ha parzialmente modificato le suddette regole. Nella norma, ferma restando la forma del ricorso per l'atto introduttivo, è stato prescritto che l'atto deve recare le indicazioni previste dall'art. 414 (come parzialmente modificato dal citato d.lgs.), che il ricorso deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e che, «per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, l'appello deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e in relazione a questo deve indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata» – testo perfettamente coincidente con quello recato dal comma 1 dell'art. 342 (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024 – n.d.r.).

iii) La materia è disciplinata dall'art. 13, comma 8, della l. n. 257/1992, come sostituito dall'art. 1 d.l. n. 169/1993, conv. nella l. n. 271/1993 («Per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni, l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL, è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5» — coefficiente ridotto a 1,25 a decorrere dal 1° ottobre 2003 per effetto del d.l. n. 269/2003 conv. con modif. nella l. n. 326/2003), nonché dall'art. 47 d.l. n. 269/2003, conv. con modif., in l. n. 326/2003.

iv) Unico legittimato passivo nelle controversie della specie di cui alla formula deve ritenersi l'INPS.

La giurisprudenza della Suprema Corte è costante nell'affermare che «nella causa introdotta dal lavoratore per ottenere l'accertamento giudiziale del diritto alla rivalutazione, ai fini pensionistici, del periodo lavorativo nel quale è stato esposto all'amianto, ai sensi dell'art. 13, comma 8, della l. n. 257/1992 (come modificato dall'art. 1, comma 1 del d.l. n. 169/1993, conv. in l. n. 271/1993), l'unico soggetto legittimato a stare in giudizio è l'INPS, difettando l'INAIL della legittimazione passiva (ad causam), in quanto soggetto del tutto estraneo al rapporto, di natura previdenziale, che dà titolo alla proposta domanda, atteso che il beneficio dell'accredito figurativo è diretto ad assicurare una più rapida acquisizione dei requisiti contributivi utili per ottenere le prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria e non a facilitare l'accesso alle diverse prestazioni oggetto del regime assicurativo a carico dell'INAIL (v. Cass. sez. lav., n. 8937/2002; Cass. sez. lav., n. 6659/2003; Cass. VI, ord., n. 16592/2014; Cass. sez. lav., ord., n. 30438/2018; Cass. sez. lav., ord., n. 27555/2020).

v) La domanda di rivalutazione contributiva per esposizione all'amianto deve essere preceduta, a pena di improponibilità, da quella amministrativa rivolta all'ente competente all'erogazione della prestazione (INPS) (Cass. VI, ord., n. 11574/2015; Cass. VI, ord., n. 17798/2015; Cass. VI, n. 8653/2016; Cass. VI, ord., n. 11438/2017; Cass. sez. lav., ord., n. 27384/2018; Cass. sez. lav., ord., n. 3817/2020; Cass. sez. lav., ord., n. 9230/2021).

vi) Il diritto alla rivalutazione monetaria ed agli interessi legali sugli incrementi pensionistici tardivamente corrisposti decorre dal centoventesimo giorno dalla presentazione della domanda amministrativa, all'esito dello spatium deliberandi assegnato all'ente ai sensi dell'art. 7 della l. n. 533/1973, fermo il disposto dell'art. 16, comma 6, della l. n. 412/1991 in tema di divieto di cumulo (Cass. VI, ord., n. 8653/2016; Cass. sez. lav., ord., n. 3144/2019).

vii) L'istante deve dare prova sia dell'effettività dello svolgimento di attività lavorativa, sia della presenza, nell'ambiente nel quale la svolgeva, di una concentrazione di polvere di amianto superiore ai valori limite, sia dei relativi periodi (Cass. sez. lav., n. 25050/2015; Cass. sez. lav., n. 588/2016; Cass. sez. lav., ord., n. 678/2023).

viii) Nel rito del lavoro, in deroga al generale divieto di nuove prove in appello, è possibile l'ammissione di nuovi documenti o di altri mezzi istruttori, su richiesta di parte o anche d'ufficio, peraltro nella sola ipotesi in cui in cui essi abbiano una speciale efficacia dimostrativa e siano ritenuti dal Giudice indispensabili ai fini della decisione della causa (v., in argomento, Cass. VI, ord., n. 7883/2019; Cass. sez. lav., n. 19208/2023).

Il mezzo istruttorio in sede di gravame di merito è indispensabile quando appaia idoneo a sovvertire la decisione di primo grado, nel senso di mutare uno o più giudizi di fatto sui quali si basa la pronuncia impugnata, fornendo un contributo decisivo all'accertamento della verità materiale, in coerenza con i principi del giusto processo (Cass. VI, ord., n. 3506/2012; Cass. VI, ord., n. 13353/2012; Cass. sez. lav., n. 8568/2016).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario