Atto di citazione in appello di società incorporata in altra società. Notifica del gravame. Con istanza di sospensioneInquadramentoLe sentenze pronunciate in primo grado possono essere fatte oggetto di appello «principale» ad opera della parte o delle parti soccombenti. L'atto di appello deve avere le forme ed i contenuti previsti dall'art. 342 c.p.c. Tale disposizione ha subito modifica dapprima ad opera del d.lgs. n. 149/2022 e successivamente ad opera del d.lgs. n. 164/2024. Ai sensi dell'art. 35 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le norme in materia di appello (capi I e II del titolo III del libro secondo del codice di rito) dovevano applicarsi alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023, mentre i procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 dovevano restare disciplinati dalle disposizioni anteriormente vigenti. Il d.lgs. n. 164/2024 è entrato in vigore il 26 novembre 2024 e, in difetto di diverse indicazioni, da tale data devono essere osservate le regole novelle. Onde stabilire quali siano le regole da applicare, occorrerà verificare se il gravame sia stato proposto con atto di citazione oppure con ricorso. Nel primo caso, occorrerà fare riferimento al momento in cui la notifica si sia perfezionata per il destinatario; nel secondo caso, occorrerà fare riferimento al momento di deposito del ricorso. L'atto di appello deve essere notificato alla controparte. Laddove la controparte sia una società, possono porsi problemi in ordine all'individuazione del soggetto destinatario della notifica qualora la società parte nel giudizio di primo grado sia stata incorporata o si sia fusa con un'altra società. In tali ipotesi, la notifica è validamente eseguibile non soltanto nei confronti del soggetto incorporante, ma, altresì, in alternativa, qualora l'evento incorporazione non sia stato dichiarato né notificato, nei confronti del soggetto incorporato, presso il difensore di prime cure dello stesso in forza del principio dell'ultrattività del mandato alle liti. Se è vero che le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 21970/2021) hanno recentemente sancito che la fusione per incorporazione, seguita dalla cancellazione dal registro delle imprese, produce l'estinzione della società incorporata, è altresì vero che né dalla motivazione di tale sentenza né aliunde sono emerse ragioni atte a far ritenere non più valevole ed operativo (alle condizioni sopra esposte) il principio dell'ultrattività del mandato alle liti. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula riporta esemplificazione di atto di appello proposto a decorrere dal 26 novembre 2024 ed è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023. FormulaCORTE DI APPELLO DI ... [1] ATTO DI CITAZIONE IN APPELLO [2] DI SOCIETÀ INCORPORATA IN ALTRA SOCIETÀ. NOTIFICA DEL GRAVAME. CON ISTANZA DI SOSPENSIONE [3] Per il Sig./la Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F. ... ) [4], residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della società o della ditta ..., con sede in ..., via/ piazza ... n. ..., C.F. ... P. Iva: ... ], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato ... [5], C.F. ... [6][7], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [8]. -appellante- CONTRO la Società ... (incorporata nella Società ... in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via/piazza ... n. ..., elettivamente domiciliata (la società incorporata) nel giudizio di primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ...; PEC risultante da pubblici elenchi ... -appellato/a- PER LA RIFORMA della sentenza del Tribunale di ... n. ... in data ..., depositata il ..., notificata in data ... [9]. PREMESSA IN RITO i) La sentenza fatta oggetto di gravame è stata notificata dalla Società ..., parte nella precedente fase del giudizio, con conferma dell'elezione di domicilio presso lo Studio del difensore in tale fase, Avv. .... Consta che la suddetta società, nelle more del giudizio di gravame, è stata incorporata nella Società .... ii) Secondo l'attuale «diritto vivente» (v. Cass. S.U., n. 21970/2021), la fusione per incorporazione, seguita dalla cancellazione dal registro delle imprese, produce l'estinzione della società incorporata. Dando soluzione ad un risalente contrasto di giurisprudenza sugli effetti derivanti dalla fusione per incorporazione di una società da parte di un'altra (se fenomeno implicante l'estinzione della società incorporata, con effetto devolutivo-successorio, oppure vicenda meramente modificativa dello stesso soggetto giuridico, con conservazione, da parte del medesimo, della propria identità, pur se in un nuovo assetto organizzativo), le Sezioni Unite hanno sancito che la fusione per incorporazione, seguita dalla cancellazione dal registro delle imprese, produce l'estinzione della società incorporata, con successione sia sul piano sostanziale che su quello processuale della società incorporante in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, già di titolarità della medesima. Di conseguenza, dovrebbe essere evocata in giudizio, in questa fase, la società incorporante. Peraltro, né dalla motivazione della sentenza citata né da altre fonti sono emerse ragioni atte a far ritenere non più valevole ed operativo il principio dell'ultrattività del mandato alle liti. È ormai consolidato il principio secondo cui, in caso di morte o perdita di capacità della parte costituita a mezzo di procuratore l'omessa dichiarazione o notificazione del relativo evento ad opera di quest'ultimo comporta, giusta la regola dell'ultrattività del mandato alla lite, che il difensore (qualora originariamente munito di procura alla lite valida per gli ulteriori gradi del processo) continui a rappresentare la parte come se l'evento stesso non si fosse verificato, risultando così stabilizzata la posizione giuridica della parte rappresentata (rispetto alle altre parti ed al giudice) nella fase attiva del rapporto processuale, nonché in quelle successive di sua quiescenza od eventuale riattivazione dovuta alla proposizione dell'impugnazione (v., in tal senso, ex plurimis, Cass. S.U., n. 15295/2014 e, da ultimo, Cass. I, ord., n. 190/2022 e Cass. III, ord., n. 2439/2024). Ne consegue che la notifica è validamente eseguibile sia nei confronti del soggetto incorporato, presso il difensore di prime cure della stessa, sia nei confronti del soggetto incorporante (in tale secondo caso, ai sensi dell'art. 330, comma 3, c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 164/2024) [10]. FATTO i) Con atto di citazione notificato il ..., il Sig./la Sig.ra ..., nella qualità di legale rappresentante della società ... esponeva a) di avere venduto un quantitativo di suoi prodotti all'odierno/a appellante per il prezzo di Euro ..., da versare in due rate, la prima, quale acconto (Euro ... ), alla consegna, la seconda, quale saldo (Euro ... ), entro il ...; b) che al pagamento dell'acconto non era seguito il saldo; c) che le giustificazioni addotte ( ... ) dal compratore dovevano ritenersi prive di pregio. Questo posto, l'attore/attrice, nella suddetta qualità, conveniva in giudizio, innanzi al Tribunale di ... l'odierno/a appellante, per sentirlo/sentirla condannare al pagamento del saldo di prezzo dovuto, maggiorato di interessi e maggior danno, con vittoria di spese. In via istruttoria l'attor'/l'attrice chiedeva ... [11] e depositava documenti ( ... ) [12]. ii) Costituitosi/Costituitasi in giudizio l'odierno/a esponente chiedeva la reiezione della domanda, eccependo in compensazione credito vantato nei confronti della controparte in ragione di pregresse prestazioni compiute in suo favore e proponeva domanda riconvenzionale per la parte eccedente. A dare supporto alla propria posizione l'esponente produceva documenti contabili e corrispondenza intercorsa con la controparte. In via istruttoria l'esponente chiedeva darsi corso ad interrogatorio formale dell'attore/dell'attrice e mezzo di prova per testi, nonché a CTU contabile ai fini della ricostruzione dei rapporti di dare/avere tra le parti. iii) Il primo giudice, respinta la richiesta di ammissione di CTU, provvedeva ad assumere i mezzi di prova orali. All'esito, ribadite dai controvertenti le conclusioni precisate nei rispettivi atti introduttivi, il Tribunale adito, con sentenza n. ..., pronunciata il ... e depositata il ..., accoglieva parzialmente la domanda, dichiarando parzialmente compensato il credito dedotto in giudizio e respingendo la pretesa di maggior danno e rigettava la domanda riconvenzionale, attribuendo all'odierno/a istante l'onere delle spese di lite. La sentenza è stata notificata a cura dell'attore/attrice il .... Avverso detta sentenza, propone oggi appello il Sig./la Sig.ra ... [nella qualità precisata], per le seguenti ragioni di DIRITTO La decisione è ingiusta ed errata e si chiede quindi la sua riforma, per i seguenti specifici MOTIVI DI IMPUGNAZIONE i) Violazione degli artt. 132 c.p.c. e 118 disp. att. c.p.c. Così come meglio verrà evidenziato nei successivi motivi di gravame, la sentenza non si è attenuta alle indefettibili regole dettate dalle norme citate in rubrica: ... [13]. Il riferimento è al capo ... della sentenza. ii) Errata valutazione delle prove ed emergenze istruttorie, con conseguente violazione del disposto di cui all'art. 115 c.p.c.: ... [14]. Il riferimento è al capo ... della sentenza. iii) Nonostante la sua essenzialità ai fini del decidere, il primo Giudice non ha ammesso la CTU richiesta dall'odierno/a appellante: ... [15]. L'istanza di ammissione di tale mezzo di prova va ribadita in questa sede. Il riferimento è al capo ... della sentenza. iv) Devono essere accolte sia l'eccezione di compensazione sia la domanda riconvenzionale proposta nella sede di prima istanza dall'odierno/a appellante, per le ragioni più sopra esplicate. Il riferimento è ai capi ... della sentenza. In definitiva, la sentenza di primo grado dovrà essere integralmente riformata, in ogni sua parte. vi) Deve essere proposta istanza di sospensione dell'esecutività della sentenza impugnata, ai sensi degli artt. 351 e 283 c.p.c., potendo dall'esecuzione della stessa derivare grave e irreparabile danno all'istante [16]. Ed infatti, per ciò che concerne la gravità, è da evidenziare che, tenuto conto delle condizioni soggettive delle parti ( ... ) [17], si prospetterebbe eccezionale sproporzione tra il vantaggio ricavabile dall'esecuzione da parte del creditore rispetto al pregiudizio patito dal debitore, mentre, per ciò che concerne l'irreparabilità, da valutare in termini oggettivi, dalla mancata sospensiva deriverebbe o potrebbe derivare un pregiudizio insuscettibile di reintegrazione per equivalente in caso di accoglimento dell'appello ( ... ) [18]. Tutto questo premesso, il Sig./la Sig.ra ..., nella qualità di ..., come in epigrafe rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a CITA la società ..., in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in ..., via ... n. ..., elettivamente domiciliata in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ... ..., difensore della medesima in prima istanza, a comparire innanzi all'intestata Corte di appello all'udienza del ... [19], ore di rito, invitandola a costituirsi in giudizio nelle forme stabilite dall'art. 347 c.p.c., almeno venti giorni prima della suddetta udienza [20], con l'espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze le preclusioni di cui agli artt. 38,167 e 343 c.p.c. e con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [21] e che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia la Corte di Appello adita, disattesa ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, previa valutazione positiva dell'ammissibilità del gravame, 1) in via preliminare, disporre l'immediata sospensione dell'esecutività della sentenza impugnata ai sensi e per gli effetti degli artt. 351 e 283 c.p.c., in considerazione del danno grave e irreparabile derivante dall'esecuzione della medesima, per le ragioni esposte nella premessa del presente atto; 2) in via istruttoria, ammettere la CTU contabile già chiesta in prima istanza, ai fini indicati nella parte motiva (premessa in diritto, punto ii) del presente atto; 3) nel merito, a) riformare integralmente la sentenza n. ..., pronunciata dal Tribunale di ... il ... nel giudizio distinto a R.G. con il n. ..., respingendo (previo accoglimento dell'eccezione di compensazione ribadita in questa sede) la domanda originariamente proposta, per l'effetto mandando esente l'esponente da qualsiasi obbligo nei confronti della controparte, altresì disponendo che la controparte provveda senza indugio alla restituzione della somma che l'appellante fosse costretto a versare in caso di esecuzione della detta sentenza, maggiorata degli interessi legali dalla domanda al saldo; b) in accoglimento della domanda riconvenzionale, condannare la controparte al pagamento della differenza tra l'importo dalla stessa preteso e quello in astratto (giacché da azzerare per effetto della compensazione eccepita) «dovuto» all'appellante, quantificato in Euro ..., maggiorato degli interessi legali dalla domanda proposta in prima istanza al saldo; 4) condannare la controparte alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato con i d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) di ogni fase e grado del giudizio. Si offrono in comunicazione, mediante deposito con modalità telematiche [22], i seguenti documenti: 1) copia autentica della sentenza di cui viene chiesta riforma; 2) fascicolo di parte del precedente grado di giudizio; 3) rogito relativo alla fusione per incorporazione della Società ... nella Società ...; 4) ... [23]. Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato deve, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo, già versato, pari a Euro .... Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA Io sottoscritto/a [nella qualità di ... ] ..., nato/a a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. .... Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Luogo e data ... Il/La delegante ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. L'appello si deve proporre alla Corte nel cui distretto ha sede il Tribunale che ha pronunciato la sentenza impugnata. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 2. Il contenuto della citazione in appello è disciplinato dall'art. 342 c.p.c. (norma dapprima sostituita dal d.lgs. n. 149/2022, con effetto a decorrere dal 1° marzo 2023, e successivamente modificata – sostituzione del comma 1 – ad opera del d.lgs. n. 164/2024, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024), che richiama anche l'art. 163 del codice di rito (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022 ed integrato dal d.lgs. n. 164/2024). Si veda, per ciò che concerne i termini, il punto iv) del Commento. 3. L'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza deve essere proposta con l'atto di impugnazione (principale o incidentale). 4. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). 5. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 6. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella legge n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella legge n. 24/2010. 7. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024. 8. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 9. Occorre, ovviamente, provvedere ad indicare numeri e date. 10. Qualora la notifica fosse eseguita nei confronti della società incorporante, ma presso il procuratore domiciliatario della società incorporata, la notifica sarebbe affetta da nullità (non da inesistenza) e potrebbe essere concesso termine per il rinnovo, salva la costituzione in giudizio dell'incorporante. Onde evitare qualsiasi «inconveniente», potrebbe essere dato corso a duplice notifica, con precisazione dell'alternatività, sia nei confronti della società incorporata nel domicilio eletto nella prima fase del giudizio o quello indicato all'atto della notifica della sentenza, sia nei confronti della società incorporante, ai sensi dell'art. 330, ultimo comma, c.p.c. (norma modificata dal d.lgs. n. 164/2024). 11. Occorre precisare i mezzi di prova richiesti. 12. Occorre specificare la documentazione prodotta. 13. Occorre specificare, ai fini dell'ammissibilità del gravame. 14. Occorre specificare, ai fini dell'ammissibilità del gravame. 15. Occorre dare supporto all'assunto di essenzialità. 16. Ai sensi dell'art. 283, comma 3 c.p.c., come modificato dal d.lgs. n. 149/2022, qualora l'istanza sia ritenuta inammissibile (perché sprovvista di motivazione) o manifestamente infondata, il giudice, con ordinanza non impugnabile, può condannare la parte che l'ha proposta al pagamento in favore della cassa delle ammende di una pena pecuniaria non inferiore a Euro 250,00 e non superiore a Euro 10.000,00. L'ordinanza è, peraltro, revocabile con la sentenza che definisce il giudizio. 17. Occorre specificare. 18. Specificare se sia già stato dato corso o sia stata comunque promossa procedura esecutiva, nonché dare supporto motivazionale all'assunto contenuto nel testo. 19. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 342, comma 3, c.p.c., norma interamente sostituita dal d.lgs. n. 149/2022, tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devono intercorrere termini liberi non minori di novanta giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se tale luogo si trova all'estero. 20. Si veda, con riguardo ai termini di costituzione, il punto iv) del Commento. 21. Per il vero, in giurisprudenza si ritiene che l'art. 342 c.p.c., laddove prevede che l'appello si propone con citazione contenente «le indicazioni prescritte nell'art. 163», non richiede altresì che l'atto contenga anche lo specifico avvertimento, prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 7, che la costituzione oltre i termini di legge implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., atteso che queste ultime si riferiscono solo al regime delle decadenze nel giudizio di primo grado e, in mancanza di una espressa previsione di legge, la prescrizione di tale avvertimento non può essere estesa alle decadenze che in appello comporta la mancata tempestiva costituzione della parte appellata (Cass. n. 341/2016; Cass. S.U., n. 9407/2013), ma l'adempimento è consigliabile. Identica soluzione deve essere data con riguardo agli ulteriori avvertimenti “pretesi” dalla citata disposizione nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 149/2022. 22. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento. 23. Eventuale altra documentazione utile al bisogno. COMMENTOi) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica. ii) L'art. 342 è stato fatto oggetto di modifica dapprima ad opera del d.lgs. n. 149/2022 e successivamente ad opera del d.lgs. n. 164/2024. Dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022, per gli appelli proposti successivamente al 28 febbraio 2023 le regole di “forma” dettate dall'art. 342, comma 1, erano le seguenti: l'appello doveva proporsi con citazione (o, laddove previsto, con ricorso – n.d.r.) contenente le indicazioni prescritte nell'art. 163, come modificato dal citato d.lgs. L'appello doveva essere motivato e per ciascuno dei motivi era richiesta, a pena di inammissibilità, l'indicazione «in modo chiaro, sintetico e specifico» (giusta la regola, anch'essa codificata – art. 121 – dal d.lgs. n. 149/2022), 1) del «capo» della decisione di primo grado che veniva impugnato, 2) delle censure proposte «alla ricostruzione dei fatti» compiuta dal giudice di primo grado; 3) delle «violazioni di legge» denunciate e la «loro rilevanza ai fini della decisione impugnata» (v. – interessanti, pur se pronunciate nella vigenza del testo dell'art. 342 ante d.lgs. n. 149/2022 – Cass. S.U., n. 27199/2017; Cass. III, n. 23781/2020; Cass. S.U., ord., n. 36481/2022; Cass. II, n. 23100/2023). Il d.lgs. n. 164/2024 ha parzialmente modificato le regole di “forma” dettate dal comma 1 dell'art. 342. Nella norma, fermo restando che l'atto introduttivo dell'appello deve proporsi con citazione (o, laddove previsto, con ricorso – n.d.r.), con le indicazioni previste dall'art. 163 (come ulteriormente modificato dal d.lgs. n. 164/2024), viene disposto che l'appello «deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e che, «per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, l'appello deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e in relazione a questo deve indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata». iii) Il testo del comma 1 dell'art. 342 introdotto dal d.lgs. n. 149/2022 aveva sollevato dubbi interpretativi con riferimento alle conseguenze della violazione dei principi di chiarezza, sinteticità e specificità. A ben leggerla, la norma «minacciava» la sanzione dell'inammissibilità dell'appello laddove fosse mancante uno dei requisiti descritti nei nn. 1, 2 e 3 della seconda parte del comma 1, cioè la mancata indicazione del capo della decisione di primo grado che fosse stato impugnato e delle censure in fatto e in diritto. In ordine alla presenza dei requisiti della chiarezza, della sinteticità e della specificità potevano farsi due letture: 1) I caratteri della chiarezza, della sinteticità e della specificità dovevano ritenersi costituire parte «integrante» delle suddette indicazioni, nel senso che queste potevano essere ritenute effettive soltanto se provviste dei suddetti caratteri, che assumevano, pertanto, valenza sostanziale. 2) Posto che un'impugnazione non poteva essere dichiarata inammissibile solo per carenze formali, se l'atto conteneva i requisiti di cui ai nn. 1, 2 e 3 dell'art. 342 ma la loro esposizione non fosse stata chiara o sintetica o specifica, il giudice dell'appello poteva regolare il fenomeno sotto il profilo delle spese, così come «suggerito» dall'art. 46 disp. att. c.p.c., ma non già dichiarare inammissibile l'impugnazione. L'intento propostosi dal legislatore del 2024 nel modificare il testo del comma 1 dell'art. 342 è stato quello di chiarire, nella miglior guisa possibile, in quali casi l'appello possa/debba essere dichiarato inammissibile, evitando che di una norma di assoluta importanza si possano fare due diverse letture. Tale fine deve ritenersi raggiunto, risultando esclusa la possibilità della prima delle letture di cui sopra. Nell'attualità, l'appello può/deve essere dichiarato inammissibile unicamente qualora per ciascuno dei motivi posti a fondarlo non si provveda ad individuare lo specifico capo della decisione impugnato e, in relazione a questo, non si provveda a specificare le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal primo giudice e/o le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata. iv) L'art. 347, comma 1, dispone attualmente (a decorrere dal 26 novembre 2024, data di entrata in vigore del d.lgs. n 164/2024, che ha riscritto la norma) che «l'appellante si costituisce in giudizio secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. Le altre parti si costituiscono in appello almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale». Sono state in tal modo risolte le incertezze sull'entità dei suddetti termini (se giorni venti o giorni settanta) sorte dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022. Per maggiori dettagli in proposito – che potrebbero essere utili, potendo essere ancora pendenti questioni relative alla determinazione della suddetta entità – si fa rinvio al Commento in calce alla formula «Atto di citazione in appello avverso sentenza, ai sensi dell'art. 342 c.p.c., con istanza di sospensione». v) Ai sensi dell'art. 283, come modificato dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 22), nel proporre appello (principale od incidentale), la parte impugnante può chiedere la sospensione dell'esecuzione o dell'esecutività della sentenza gravata. L'istanza di inibitoria deve essere esposta nell'atto di appello. L'istanza può avere ad oggetto la sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione, a seconda che il processo esecutivo sia o meno iniziato. L'istanza può essere proposta o riproposta nel corso del giudizio di appello se si verificano mutamenti nelle circostanze, che devono essere specificamente indicati nel ricorso, a pena di inammissibilità. Ai sensi dell'art. 351, comma 1, nel testo modificato dal d.lgs. n. 149/2022 (art. 3, comma 26), la trattazione delle relative questioni deve avvenire, di norma, in sede di prima udienza. I provvedimenti sono adottati con ordinanza (non impugnabile) collegiale. Ai sensi dell'art. 351, comma 2, la parte interessata può proporre al presidente del collegio istanza di anticipazione della decisione. Il presidente ordina, con decreto, la comparizione delle parti in camera di consiglio e, ove ricorrano motivi di urgenza, può disporre provvisoriamente l'immediata sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza gravata. Il provvedimento «definitivo», di conferma o di modifica o di revoca di tale decreto verrà pronunciato, con ordinanza collegiale non impugnabile, all'esito della successiva udienza in camera di consiglio. La sospensione deve essere concessa, con o senza cauzione, se l'impugnazione appare manifestamente fondata o se dall'esecuzione della sentenza può derivare un pregiudizio grave e irreparabile, pur quando la condanna ha ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti. Ai sensi dell'art. 283, comma 3, qualora l'istanza di sospensione sia ritenuta inammissibile (perché sprovvista di motivazione) o manifestamente infondata, il giudice di appello, con ordinanza non impugnabile, può condannare la parte che l'ha proposta al pagamento in favore della cassa delle ammende di una pena pecuniaria non inferiore a Euro 250,00 e non superiore a Euro 10.000,00. L'ordinanza è, peraltro, revocabile con la sentenza che definisce il giudizio. vi) Dando soluzione ad un risalente contrasto di giurisprudenza sugli effetti derivanti dalla fusione per incorporazione di una società da parte di un'altra (se fenomeno implicante l'estinzione della società incorporata – Cass. II, n. 1413/2006; Cass. II, n. 474/2011; Cass. V, n. 32208/2019 – oppure vicenda meramente modificativa dello stesso soggetto giuridico, con conservazione, da parte del medesimo, della propria identità, pur se in un nuovo assetto organizzativo – Cass. S.U., ord., n. 2637/2006; Cass. n. 21916/2011; Cass. VI, ord., n. 24498/2014; Cass. V, n. 4042/2019), le Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 21970/2021) hanno recentemente sancito che la fusione per incorporazione, seguita dalla cancellazione dal registro delle imprese, produce l'estinzione della società incorporata, con successione, sia sul piano sostanziale che su quello processuale, della società incorporante in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, già di titolarità della medesima. Peraltro né dalla motivazione di tale sentenza né aliunde sono emerse ragioni atte a far ritenere non più valevole ed operativo il principio dell'ultrattività del mandato alle liti anche con riguardo alla fattispecie di cui alla formula. È ormai consolidato il principio secondo cui, in caso di morte o perdita di capacità della parte costituita a mezzo di procuratore, l'omessa dichiarazione o notificazione del relativo evento ad opera di quest'ultimo comporta, giusta la regola dell'ultrattività del mandato alla lite, che il difensore continui a rappresentare la parte come se l'evento stesso non si fosse verificato, risultando così stabilizzata la posizione giuridica della parte rappresentata (rispetto alle altre parti ed al giudice) nella fase attiva del rapporto processuale, nonché in quelle successive di sua quiescenza od eventuale riattivazione dovuta alla proposizione dell'impugnazione (v., in tal senso, ex multis, Cass. S.U., n. 15295/2014; Cass. V, n. 26495/2014; Cass. V, n. 11072/2018; Cass. II, n. 20964/2018; Cass. V, n. 8037/2021; Cass. III, n. 12183/2021; Cass. I, ord., n. 190/2022; Cass. III, ord., n. 2439/2024). Di conseguenza, laddove le suddette condizioni si siano verificate, la notifica dell'atto di appello può avvenire presso il domicilio del suddetto difensore (v. giurisprudenza appena sopra citata). Beninteso, l'operatività del principio dell'ultrattività del mandato e la proponibilità dell'impugnazione da parte del difensore comporta che il procuratore sia originariamente munito di procura alla lite valida per gli ulteriori gradi del processo, fatta, comunque, eccezione per il ricorso per cassazione, per cui è richiesta la procura speciale (Cass. II, n. 20964/2018; Cass. V, n. 8037/2021). vi i) Tutto quanto detto nel precedente paragrafo, deve ritenersi applicabile anche alle società di persone. Soluzione affermativa alla relativa questione è stata data dalle Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 4060/2010). vii i) Onde evitare qualsiasi «inconveniente», appare opportuno eseguire la notifica dell'atto di impugnazione sia presso la società incorporante (art. 330, comma 3), sia presso la società incorporata (domicilio del difensore). ix) Laddove sia il soggetto incorporante ad intraprendere il giudizio di appello avverso la sentenza di primo grado emessa nei confronti di un'altra società, della quale affermi di essere successore a titolo universale o particolare, è tenuto a dimostrare la propria legittimazione, sempre che uno degli appellati costituiti l'abbia contestata (Cass. I, n. 9137/2020). |