Dichiarazione di riserva di appello avverso sentenza non definitiva (sentenza di condanna generica)InquadramentoContro le sentenze previste dall'art. 278 e dall'art. 279, comma 2, n. 4 c.p.c., l'appello può essere differito qualora la parte soccombente ne faccia riserva, a pena di decadenza, entro il termine per appellare e, in ogni caso, non oltre la prima udienza dinanzi al giudice istruttore successiva alla comunicazione della sentenza stessa. Le disposizioni richiamate in questa sede non sono state fatte oggetto di modifica né ad opera del d.lgs. n. 149/2022 né ad opera del d.lgs. n. 164/2024. Si veda, comunque, la nota n. 6. Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022. I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5. Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m. I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023». Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. La presente formula riporta esemplificazione di atto (dichiarazione di riserva di appello avverso sentenza non definitiva) posto in essere a decorrere dal 26 novembre 2024 ed è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] DICHIARAZIONE DI RISERVA DI APPELLO AVVERSO SENTENZA NON DEFINITIVA (SENTENZA DI CONDANNA GENERICA) [2] NELLA CAUSA DISTINTA A R.G. CON IL N. ... G.I. DOTT. .... Il/La Sig./Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., [nella sua qualità di amministratore unico/legale rappresentante/titolare della Società o della ditta ..., con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F.: ... P.I. ... ], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ... [4], C.F. ... [5][6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [7]. PARTE CONVENUTA NELLA CAUSA SOPRA INDICATA PREMESSO che, con sentenza n. ..., emessa nell'ambito del procedimento in oggetto e pubblicata in data ..., Codesto Tribunale ha pronunciato condanna generica dell'esponente al pagamento del prezzo di merci fornite dalla controparte, disponendo, con separata ordinanza, la prosecuzione del procedimento per la liquidazione della somma dovuta, DICHIARA ai sensi degli artt. 129 disp. att. c.p.c. e 340 c.p.c., di fare espressa riserva di appello avverso la suddetta sentenza non definitiva. Luogo e data ... Firma Avv. ... PROCURA [8] Io sottoscritto/a [nella qualità di ... ] ..., nato/a a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza. Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. .... Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito. Il/La delegante ... Luogo e data ... Visto per autentica ... Firma Avv. ... 1. Tribunale che ha pronunciato la sentenza non definitiva. 2. La disciplina della riserva (facoltativa) di appello avverso sentenze non definitive è dettata dagli artt. 340 c.p.c. e 129 disp. att. c.p.c. Secondo quest'ultima disposizione, la riserva può essere formulata direttamente in udienza, con una dichiarazione orale da inserire a verbale, oppure — sempre in udienza — con una dichiarazione scritta su foglio separato da allegare comunque al verbale. Infine, quale ulteriore possibilità, la riserva d'appello può essere contenuta in un atto autonomo, da notificare ai procuratori delle altre parti costituite, o alle parti personalmente, quando siano rimaste contumaci. 3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». 4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis, d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014. 5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella legge n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010. 6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE. L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024. 7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022). 8. Non è richiesta procura speciale. Pertanto, qualora la procura conferita originariamente sia estesa a rappresentanza e difesa in ogni fase e grado del giudizio, non ne necessita reiterazione. COMMENTOi) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica. ii) L'art. 340 dispone che, contro le sentenze previste dall'art. 278 (condanna generica) e dall'art. 279, comma 2, n. 4 (sentenze non definitive su questioni preliminari di rito o di merito o su parte delle questioni cumulate), l'appello può essere differito, qualora la parte soccombente ne faccia riserva, a pena di decadenza, entro il termine per appellare e, in ogni caso, non oltre la prima udienza dinanzi al giudice istruttore successiva alla comunicazione delle sentenze stesse. iii) Qualora sia stata fatta la suddetta riserva, l'appello deve essere proposto unitamente a quello contro la sentenza che definisce il giudizio od a quello che venga proposto, dalla stessa o da altra parte, contro altra sentenza successiva che non definisca il giudizio. A tale riguardo, è stato chiarito che, qualora sia stata formulata riserva di impugnazione differita della sentenza non definitiva, il termine per la proposizione del gravame dipende da quello utile per l'impugnazione della sentenza definitiva, ed il termine «breve» decorre dalla notificazione della sentenza definitiva, ancorché la sentenza non definitiva non fosse stata notificata (Cass. VI, n. 11857/2020; v. anche, per il termine «lungo», Cass. II, ord., n. 27720/2021). iv) La facoltà di riserva non può essere esercitata, e se già esercitata rimane priva di effetto, quando contro la stessa sentenza venga proposto immediatamente appello da alcuna delle altre parti del giudizio. v) Per ciò che attiene alle forme della riserva, si fa rinvio al disposto dell'art. 129 disp. att. c.p.c. La riserva di appello non deve essere espressa con formule sacramentali, peraltro dovendo essere esplicita ed univoca. vi) Deve, infine, rammentarsi che sulla parte che ha esercitato la facoltà di riserva di gravame non incombe alcun obbligo di impugnare (Cass. sez. lav., n. 14193/2016; Cass. VI, ord., n. 3805/2022). Il solo obbligo che consegue è quello di non poter proporre appello immediato. vii) La dichiarazione di riserva non necessita di una procura speciale, in quanto tale potere rientra tra quelli normalmente conferiti al difensore costituito con la procura alle liti. viii) Nel rito del lavoro, qualora il giudice pronunci, ai sensi dell'art. 429, comma 1, sentenza non definitiva mediante lettura in udienza e sottoscrizione del relativo verbale, provvedendo, contestualmente, ad emanare i provvedimenti per l'ulteriore corso del giudizio, è tempestiva la riserva d'appello proposta dalla parte entro la prima udienza successiva (Cass. sez. lav., n. 12482/2003; Cass. sez. lav., n. 24805/2015). |