Atto di citazione in appello con domanda di restituzione di somme versate in esecuzione della sentenza impugnata

Sergio Matteini Chiari
Maria Elena Matteini Chiari

Inquadramento

La richiesta di restituzione di somme corrisposte in esecuzione della sentenza di primo grado consegue alla richiesta di modifica della decisione impugnata, sicché non costituisce domanda nuova ed è, perciò, ammissibile in appello. Peraltro, tale domanda deve essere formulata, a pena di decadenza, con l'atto di gravame se, a tale momento, la sentenza sia stata già eseguita, ovvero nel corso del giudizio e sino all'udienza di precisazione delle conclusioni qualora l'esecuzione sia avvenuta dopo la proposizione dell'impugnazione.

Le sentenze pronunciate all'esito del giudizio di prima istanza possono essere fatte oggetto di appello «principale» ad opera della parte o delle parti soccombenti. L'atto di appello deve avere le forme ed i contenuti previsti dall'art. 342 c.p.c. Tale disposizione ha subito modifica dapprima ad opera del d.lgs. n. 149/2022 e successivamente ad opera del d.lgs. n. 164/2024.

Ai sensi dell'art. 35 d.lgs. n. 149/2022 (come modificato dall'art. 1, comma 380 l. n. 197/2022), le norme in materia di appello (contenute nei capi I e II del titolo III del libro secondo del codice di rito) dovevano applicarsi alle impugnazioni proposte successivamente al 28 febbraio 2023, mentre i procedimenti pendenti al 28 febbraio 2023 dovevano restare disciplinati dalle disposizioni anteriormente vigenti.

Il d.lgs. n. 164/2024 è entrato in vigore il 26 novembre 2024 e, in difetto di diverse indicazioni, da tale data devono essere osservate le regole introdotte da tale fonte normativa.

Al fine di stabilire quali siano le regole da applicare, occorrerà verificare se il gravame sia stato proposto con atto di citazione oppure con ricorso. Nel primo caso, occorrerà fare riferimento al momento in cui la notifica si sia perfezionata per il destinatario; nel secondo caso, occorrerà fare riferimento al momento di deposito del ricorso.

Con d.m. n. 110/2023 (G.U. n. 187 dell'11 agosto 2023) è stato dettato regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti dimensionali e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'art. 46 disp. att. c.p.c., come modificato dall'art. 4 del d.lgs. n. 149/2022.

I criteri di redazione degli atti sono descritti nell'art. 2 d.m. cit., mentre i limiti dimensionali, valevoli per le cause di valore inferiore a Euro 500.000, sono fissati nell'art. 3 del medesimo d.m., salve le deroghe di cui ai successivi artt. 4 e 5.

Per ciò che attiene agli schemi informatici, l'art. 8 d.m. cit. dispone che gli atti giudiziari devono essere redatti secondo le regole dettate dall'art. 11 del d.m. n. 44/2011, e devono essere corredati dalla compilazione di schemi informatici conformi alle specifiche tecniche di cui all'art. 34 dello stesso d.m.

I disposti del d.m. n. 110/2023 si applicano ai procedimenti introdotti «dopo il 1° settembre 2023».

Va rammentato che, ai sensi dell'art. 46, comma 6 disp. att. c.p.c., il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell'atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo.

La presente formula riporta esemplificazione di atto di appello proposto a decorrere dal 26 novembre 2024 ed è stata redatta tenendo nella dovuta considerazione i prescritti del d.m. n. 110/2023.

Formula

CORTE DI APPELLO DI ... [1]

ATTO DI CITAZIONE IN APPELLO [2] CON DOMANDA DI RESTITUZIONE DI SOMME VERSATE IN ESECUZIONE DELLA SENTENZA IMPUGNATA

R.G. n. ...

Per il Sig./la Sig.ra ..., nato/a a ... il ... (C.F. ... ) [3], residente in ..., via/piazza ... n. ..., (nella sua qualità di titolare della ditta omonima, con sede in ..., via/piazza ... n. ..., C.F. ... P.I. ... ], elettivamente domiciliato/a in ..., via/piazza ..., n. ..., presso lo studio dell'Avvocato [4] ..., C.F. ... [5][6], che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ... [7].

-appellante-

CONTRO

Il Sig./la Sig.ra ... residente in ..., via/piazza ... n. ... [nella sua qualità di titolare della ditta omonima, con sede in ..., via/piazza ... n. ... ], elettivamente domiciliato/a nel giudizio di primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ... [8]; PEC risultante da pubblici elenchi ....

-appellato/a-

PER LA RIFORMA

della sentenza n. ... del Tribunale di ..., depositata il ..., notificata in data ... [9]

FATTO

i) Con atto di citazione notificato il ..., il Sig./la Sig.ra ..., nella qualità di titolare dell'omonima ditta, conveniva in giudizio, innanzi al Tribunale di ..., l'odierno/a appellante, per sentirlo/a condannare al pagamento del saldo del prezzo di una fornitura di merci ( ... ), oltre al dovuto per interessi e maggior danno [10].

L'attore/L'attrice asseriva di avere effettuato puntualmente la prestazione commissionatale, mentre l'odierna esponente, dopo avere versato un acconto del prezzo dovuto, non aveva, del tutto ingiustificatamente, provveduto al saldo.

ii) Costituitosi/Costituitasi in giudizio, l'esponente opponeva di non avere adempiuto alla prestazione facentegli/facentele carico giacché la merce fornitale era affetta da una pluralità di difetti che ne diminuivano in modo apprezzabile il valore, tempestivamente denunciati alla controparte, e chiedeva che la domanda fosse respinta, dovendo l'equivalente pecuniario dei suddetti difetti farsi pari alla somma pretesa; in subordine, chiedeva che tale pretesa fosse congruamente decurtata.

A dare supporto alla propria posizione, la convenuta chiedeva disporsi CTU al fine di far emergere obiettivamente la sussistenza dei denunciati vizi.

iii) Il primo Giudice, respinta l'istanza di ammissione di CTU, assunte liberamente le parti e deposizioni testimoniali, accoglieva la domanda e condannava parte convenuta al pagamento della somma pretesa, per i titoli sopra indicati, nonché alla rifusione delle spese di lite.

La sentenza veniva notificata a cura dell'attore/attrice il ....

Avverso detta sentenza, propone oggi appello il Sig./la Sig.ra ... [nella qualità precisata], per le seguenti ragioni di

DIRITTO

La decisione è ingiusta ed errata e si chiede quindi la sua riforma, per i seguenti specifici

MOTIVI DI IMPUGNAZIONE [11]

i) Violazione degli artt. 132 c.p.c. e 118 disp. att. c.p.c.

La sentenza non si è attenuta alle indefettibili regole dettate dalle norme citate in rubrica: ... [12].

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

ii) Errata valutazione delle prove ed emergenze istruttorie, con conseguente violazione del disposto di cui all'art. 115 c.p.c.

... [13].

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

iii) Nonostante la sua essenzialità ai fini del decidere, il primo Giudice non ha ammesso la CTU richiesta dall'odierno/a appellante.

La relativa ordinanza è del tutto carente di motivazione, essendosi il giudicante limitato unicamente a statuire la non ammissione della CTU, senza specificare in alcuna guisa le ragioni di tale pronuncia.

Anche la sentenza è assolutamente carente di motivazione sul punto, nonostante l'istanza di ammissione di CTU fosse stata ripetuta in sede di precisazione delle conclusioni e, con adeguato supporto motivazionale, in sede di comparsa conclusionale.

L'istanza di ammissione di tale mezzo di prova va ribadita, ai medesimi fini già esplicati in prima istanza.

Il riferimento è al capo ... della sentenza.

iv) L'esponente, necessitatovi da controparte (che, subito dopo la notifica della sentenza, ha anche provveduto ad avviare procedura di pignoramento presso terzi, nella specie istituti bancari depositari di denaro dell'esponente), ha provveduto al pagamento di tutti gli importi liquidati nella sentenza impugnata.

La sentenza di primo grado dovrà essere integralmente riformata, in ogni sua parte.

Alla riforma della sentenza dovrà seguire statuizione di restituzione delle somme versate nelle more, maggiorate di interessi dalla domanda al saldo.

Va precisato che la richiesta di restituzione di somme corrisposte in esecuzione della sentenza di primo grado non costituisce domanda nuova, giacché consegue alla richiesta di modifica della decisione impugnata.

Tutto questo premesso il Sig./la Sig.ra ..., [nella qualità di ... ], come in epigrafe rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a

CITA

il Sig./la Sig.ra ... [nella qualità di ..., con sede in ..., via ... n. ... ], res. in ..., via/piazza ... n. ... ed elettivamente domiciliato/a in primo grado in ..., via/piazza ... n. ..., presso lo Studio dell'Avv. ..., a comparire innanzi all'intestata Corte di appello all'udienza del ... [14], ore di rito, invitandolo/a a costituirsi in giudizio nelle forme stabilite dall'art. 347 c.p.c., almeno venti giorni prima della suddetta udienza [15], con l'espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di e le preclusioni di cui agli artt. 38,167 e 343 c.p.c. e con gli ulteriori avvertimenti che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria (fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali), che può (ove sussistano i presupposti di legge) presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [16] e che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di Appello adita, disattesa ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, previa valutazione positiva dell'ammissibilità del gravame,

1) in via istruttoria, ammettere i mezzi di prova di cui appresso (già chiesti nella sede di prima istanza), per le ragioni esplicate nella parte motiva (premessa in diritto, punto iii) del presente atto;

2) nel merito, riformare integralmente la sentenza n. ..., pronunciata dal Tribunale di ... il ... nel giudizio distinto a R.G. con il n. ..., respingendo la domanda originariamente proposta, per l'effetto mandando esente l'esponente da qualsiasi obbligo nei confronti della controparte, altresì disponendo che la controparte provveda senza indugio alla restituzione della somma che l'appellante è stato/a costretto/a a versare a seguito dell'avvio della procedura di esecuzione forzata dei disposti della detta sentenza, maggiorata degli interessi legali dalla domanda al saldo;

3) condannare la controparte alla rifusione delle spese di lite (compenso ai sensi del d.m. n. 55/2014, come modificato con i d.m. n. 37/2018 e n. 147/2022, oltre spese e oneri accessori) di ogni fase e grado del giudizio.

IN VIA ISTRUTTORIA,

– disporre CTU al fine di averne corretta descrizione dei beni oggetto di causa di causa, con quantificazione dell'equivalente pecuniario dei denunciati difetti.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito con modalità telematiche [17], i seguenti documenti:

1) copia autentica della sentenza di cui viene chiesta riforma;

2) fascicolo di parte del precedente grado di giudizio;

3) ... [18].

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... Il contributo unificato, già versato, deve essere, pertanto, fatto pari a Euro ....

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA

Io sottoscritto/a ... [nella qualità di ... ], nato/a a ... il ..., residente in ..., via/piazza ... n. ..., delego a rappresentarmi, assistermi e difendermi nella presente procedura e in ogni sua fase e grado, compresa la fase esecutiva, l'Avv. ... del Foro di ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, compreso il potere di conciliare, transigere, rinunciare agli atti ed accettare la rinuncia, incassare somme dalla controparte, quietanzare, chiamare in causa terzi, nominare sostituti in udienza.

Eleggo domicilio presso lo Studio dello stesso Avvocato in ..., via ..., n. ....

Dichiaro, inoltre, di aver ricevuto le informative di cui agli artt. 7 e 13 del d.lgs., n. 196/2003 e presto consenso al trattamento dei dati personali, nei limiti e nelle forme di cui a tale d.lgs., per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ...

Il/La delegante ...

Visto per autentica ...

Firma Avv. ...

1. L'appello si deve proporre alla Corte nel cui distretto ha sede il Tribunale che ha pronunciato la sentenza impugnata. Il deposito dell'atto introduttivo deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

2. Il contenuto della citazione in appello è disciplinato dall'art. 342 c.p.c. (norma dapprima sostituita dal d.lgs. n. 149/2022, con effetto a decorrere dal 1° marzo 2023, e successivamente modificata – sostituzione del comma 1 – ad opera del d.lgs. n. 164/2024, con effetto a decorrere dal 26 novembre 2024), che richiama anche l'art. 163 del codice di rito (come modificato dal d.lgs. n. 149/2022 ed integrato dal d.lgs. n. 164/2024).

Si veda, per ciò che concerne i termini, il punto v) del Commento.

3. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011). Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis d.P.R. n. 115/2002, « ... qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

4. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif. nella l. n. 114/2014.

5. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv., con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1 c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8 d.l. n. 193/2009 conv., con modif. nella l. n. 24/2010.

6. A seguito dell'introduzione del domicilio digitale, non sussiste alcun obbligo, per il difensore di indicare nell'atto introduttivo l'indirizzo PEC «comunicato al proprio ordine», trattandosi di dato già risultante dal ReGindE.

L'obbligo dell'Avvocato di indicare il proprio numero di fax, già previsto dall'art. 125, comma 1 c.p.c., è venuto meno, con effetto dal 26 novembre 2024, in forza del disposto dell'art. 3, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 164/2024.

7. La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura.

La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia però congiunto materialmente all'atto cui si riferisce, o su documento informatico separato sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia.

A decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito della procura deve obbligatoriamente avvenire con modalità telematica (art. 196-quater disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022).

8. I luoghi di notifica delle impugnazioni sono indicati nell'art. 330 c.p.c. (come modificato dal d.lgs. n. 164/2024).

9. Occorre, ovviamente, provvedere ad indicare numeri e date.

10. Occorre specificare.

11. Ai sensi dell'art. 342 c.p.c., comma 1, nel testo introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, l'appello doveva essere motivato e, per ciascuno dei motivi si doveva indicare a pena di inammissibilità, in modo chiaro, sintetico e specifico, il capo della decisione di primo grado che veniva impugnato, le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado, le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata.

Ai sensi della medesima norma, nel testo introdotto dal d.lgs. n. 164/2024, l'appello deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e, per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, «deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e in relazione a questo deve indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata».

12. Occorre specificare.

13. Occorre specificare.

14. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 342, comma 3, c.p.c., norma interamente sostituita dal d.lgs. n. 149/2022, tra il giorno della citazione e quello della prima udienza di trattazione devono intercorrere termini liberi non minori di novanta giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia e di centocinquanta giorni se tale luogo si trova all'estero.

15. Si veda, con riguardo ai termini di costituzione, il punto v) del Commento.

16. Per il vero, in giurisprudenza si ritiene che l'art. 342 c.p.c., laddove prevede che l'appello si propone con citazione contenente «le indicazioni prescritte nell'art. 163», non richiede altresì che l'atto contenga anche lo specifico avvertimento, prescritto dall'art. 163, comma 3, n. 7, che la costituzione oltre i termini di legge implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., atteso che queste ultime si riferiscono solo al regime delle decadenze nel giudizio di primo grado e, in mancanza di una espressa previsione di legge, la prescrizione di tale avvertimento non può essere estesa alle decadenze che in appello comporta la mancata tempestiva costituzione della parte appellata (Cass. n. 341/2016; Cass. S.U., n. 9407/2013), ma l'adempimento è consigliabile. Identica soluzione deve essere data con riguardo agli ulteriori avvertimenti “pretesi” dalla citata disposizione nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 149/2022.

17. Va rammentato che, ai sensi dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. (norma introdotta dal d.lgs. n. 149/2022), a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali nei procedimenti innanzi ai Tribunali, alle Corti di appello ed alla Corte di cassazione deve avere luogo esclusivamente con modalità telematiche. Va, altresì, rammentato che, in forza dei disposti del d.lgs. n. 164/2024, sono state espunte, con effetto dal 26 novembre 2024, le previsioni del deposito di atti presso la Cancelleria da tutte le norme che recavano indicazione di tale adempimento.

18. Eventuale altra documentazione utile al bisogno.

COMMENTO

i) Tutte le disposizioni del c.p.c. verranno citate con la sola indicazione numerica.

ii) L'appello è il principale mezzo di impugnazione ordinario.

L'ambito del giudizio di appello è circoscritto alle questioni specificamente dedotte con i motivi di impugnazione (effetto devolutivo) (Cass. III, n. 11797/2016; Cass. sez. lav., n. 18542/2015; Cass. S.U., n. 3033/2013; Cass. S.U., n. 28498/2005).

Alla sentenza di appello, sia di riforma che di conferma, è conferito effetto sostitutivo, totale o parziale, rispetto a quella impugnata (Cass. III, n. 9161/2013; Cass. III, n. 2955/2013).

iii) L'art. 342 è stato fatto oggetto di modifica dapprima ad opera del d.lgs. n. 149/2022 e in seguito ad opera del d.lgs. n. 164/2024.

Dopo l'entrata in vigore del d.lgs. n. 149/2022, per gli appelli proposti successivamente al 28 febbraio 2023 le regole di “forma” dettate dall'art. 342, comma 1, erano le seguenti: l'appello doveva essere proposto con citazione (o, laddove previsto, con ricorso – n.d.r.) contenente le indicazioni prescritte nell'art. 163, come modificato dal citato d.lgs. L'appello doveva essere motivato e per ciascuno dei motivi era richiesta, a pena di inammissibilità, l'indicazione «in modo chiaro, sintetico e specifico» (giusta la regola, anch'essa codificata – art. 121 – dal d.lgs. n. 149/2022), 1) del «capo» della decisione di primo grado che veniva impugnato, 2) delle censure proposte «alla ricostruzione dei fatti» compiuta dal giudice di primo grado, 3) delle «violazioni di legge» denunciate e la «loro rilevanza ai fini della decisione impugnata» (v. – interessanti, pur se pronunciate nella vigenza del testo dell'art. 342 ante d.lgs. n. 149/2022Cass. S.U., n. 27199/2017; Cass. III, n. 23781/2020; Cass. S.U., ord., n. 36481/2022; Cass. II, n. 23100/2023).

Il d.lgs. n. 164/2024 ha parzialmente modificato le regole di “forma” dettate dal comma 1 dell'art. 342. Nella norma, fermo restando che l'atto introduttivo dell'appello deve proporsi con citazione (o, laddove previsto, con ricorso – n.d.r.), con le indicazioni previste dall'art. 163 (come ulteriormente modificato dal d.lgs. n. 164/2024), viene disposto che l'appello «deve essere motivato in modo chiaro, sintetico e specifico e che, «per ciascuno dei motivi, a pena di inammissibilità, l'appello deve individuare lo specifico capo della decisione impugnato e in relazione a questo deve indicare: 1) le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di primo grado; 2) le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata».

iv) Il testo del comma 1 dell'art. 342 introdotto dal d.lgs. n. 149/2022 aveva sollevato dubbi interpretativi con riferimento alle conseguenze della violazione dei principi di chiarezza, sinteticità e specificità.

A ben leggerla, la norma «minacciava» la sanzione dell'inammissibilità del gravame laddove fosse mancante uno dei requisiti descritti nei nn. 1, 2 e 3 della seconda parte del comma 1, cioè la mancata indicazione del capo della decisione di primo grado che fosse stato impugnato e delle censure in fatto e in diritto.

In ordine alla presenza dei requisiti della chiarezza, della sinteticità e della specificità potevano farsi due letture:

1) I caratteri della chiarezza, della sinteticità e della specificità dovevano ritenersi costituire parte «integrante» delle suddette indicazioni, nel senso che queste potevano essere ritenute effettive soltanto se provviste dei suddetti caratteri, che assumevano, pertanto, valenza sostanziale.

2) Posto che un'impugnazione non poteva essere dichiarata inammissibile solo per carenze formali, se l'atto conteneva i requisiti di cui ai nn. 1, 2 e 3 dell'art. 342 ma la loro esposizione non fosse stata chiara o sintetica o specifica, il giudice dell'appello poteva regolare il fenomeno sotto il profilo delle spese, così come «suggerito» dall'art. 46 disp. att. c.p.c., ma non già dichiarare inammissibile l'impugnazione.

L'intento propostosi dal legislatore del 2024 nel modificare il testo del comma 1 dell'art. 342 è stato quello di chiarire, nella miglior guisa possibile, in quali casi l'appello possa/debba essere dichiarato inammissibile, evitando che di una norma di assoluta importanza si possano fare due diverse letture. Tale fine deve ritenersi raggiunto, risultando esclusa la possibilità della prima delle letture di cui sopra.

Nell'attualità, l'appello può/deve essere dichiarato inammissibile unicamente qualora per ciascuno dei motivi posti a fondarlo non si provveda ad individuare lo specifico capo della decisione impugnato e, in relazione a questo, non si provveda a specificare le censure proposte alla ricostruzione dei fatti compiuta dal primo giudice e/o le violazioni di legge denunciate e la loro rilevanza ai fini della decisione impugnata.

v) L'art. 347, comma 1, dispone attualmente (a decorrere dal 26 novembre 2024, data di entrata in vigore del d.lgs. n. 164/2024, che ha riscritto la norma) che «l'appellante si costituisce in giudizio secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. Le altre parti si costituiscono in appello almeno venti giorni prima dell'udienza indicata nell'atto di citazione o di quella fissata ai sensi dell'articolo 349-bis, secondo le forme per i procedimenti davanti al tribunale».

Sono state in tal modo risolte le incertezze sull'entità dei suddetti termini (se giorni venti o giorni settanta) sorte dopo l'avvento del d.lgs. n. 149/2022.

Per maggiori dettagli in proposito – che potrebbero essere utili, potendo essere ancora pendenti questioni relative alla determinazione della suddetta entità – si fa rinvio al Commento in calce alla formula «Atto di citazione in appello avverso sentenza, ai sensi dell'art. 342 c.p.c., con istanza di sospensione».

vi) La richiesta di restituzione di somme corrisposte in esecuzione della sentenza di primo grado consegue alla richiesta di modifica della decisione impugnata, sicché non costituisce domanda nuova ed è, perciò, ammissibile in appello. Peraltro, tale domanda deve essere formulata, a pena di decadenza, con l'atto di gravame se, a tale momento, la sentenza sia stata già eseguita, ovvero nel corso del giudizio e sino all'udienza di precisazione delle conclusioni qualora l'esecuzione sia avvenuta dopo la proposizione dell'impugnazione, restando, invece, preclusa la proposizione della domanda con la comparsa conclusionale, trattandosi di atto di carattere meramente illustrativo di domande già proposte, senza che rilevi, in senso contrario, l'avvenuta messa in esecuzione della decisione di primo grado tra l'udienza di conclusioni e la scadenza del termine per il deposito delle relative comparse (Cass. I, ord., n. 7144/2021; Cass. sez. lav., n. 2292/2018; Cass. III, n. 1324/2016; Cass. III, n. 6457/2015; Cass. III, n. 18611/2013; Cass. II, n. 17227/2012; Cass. III, n. 16152/2010).

Va, in proposito, anche rammentato che l'eccezione di pagamento viene ritenuta rientrare tra quelle rilevabili d'ufficio poiché l'estinzione del debito, ove sia provata, va accertata dal Giudice anche in assenza di richiesta da parte del debitore, sicché la questione può essere sollevata per la prima volta anche in appello (Cass. II, n. 9965/2016; Cass. II, n. 6350/2010).

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